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Autore: _itsgreta    17/03/2013    0 recensioni
Il mio nome è Desiree, chiamata Desi... Sono nata e ho vissuto in Italia con i miei genitori fino all'età di 20-21 anni. Ora non sono più in Italia, ma in Inghilterra, a Londra, uno dei posti più belli del mondo, o almeno per me. Non sono brava con le parole quindi mi spiegherò con poco: Mi sono laureata all'accademia militare perchè, dopo la laurea, avrei avuto uno stipendio fisso per tutta la vita. Infatti ogni mese ricevo dei soldi, ma non vivo solo con quei soldi... Ho fatto la scelta di laurearmi proprio li perchè il mio sogno era quello di trasferirmi a Londra e aprire un centro per animali, infatti sono anche Veterinaria e ho un Ambulatorio enorme con un grande giardino, dove curo e regalo gli animali che trovo in strada abbandonati.
Chi è il ragazzo in foto? Bhe, lui è il ragazzo di cui sono innamorata da tempo. E' diverso dagli altri... è il tipico ragazzo semplice, che non sene frega del parere degli altri, che va sempre in giro con quella Nicon. E' proprio grazie a quella Nicon che mi sono innamorata di lui.
Sono sempre stata appassionata di fotografia,
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: PWP
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Il diario di un'autolesionista- Secondo capitolo: Le mie lacrime sbattevano sul pavimento come pezzi di ghiaccio e Liam iniziò a fissarmi mentre io mi disperavo come una bambina desiderosa di un giocattolo. Lui continuava a stentare a credere che io mi facevo del male, che io soffrivo... che non ero chi lui immaginava e vedeva. "non mi importa" disse lui guardando le miei lacrime sul pavimento. "IN CHE SENSO NON TI IMPORTA! NEMMENO A TE IMPORTA DI ME?!" dissi io nelle urla immerse nelle lacrime. "non intendevo dire quello che tu hai capito. Intendevo dirti che anche se tu vuoi nasconderti sotto una maglia io non telo permetterò, perchè non so quello che ti fai, non so fino a dove arrivi... non niente sulla sofferenza che provi, ma lo voglio scoprire." Continuavo a non capire bene cosa intendeva... "non ti capisco, spiegati cazzo." "TI VOGLIO SCOPARE COMUNQUE ANCHE CON LE TUE IMPERFEZIONI PERCHE' IO TI AMO!". Lo disse urlando che secondo me lo hanno sentito fino il Tamigi, e io abitavo in un punto dove vedevo la punta del Bing-Ben. "non ti posso permettere di vedere quei taglia." "non vuoi mostrarti a me? perchè? non mi amavi?" a quelle parole spalancai gli occhi e guardai il muro della mia camera, un muro bianco con i puà neri, quel muro che rappresentava perfettamente cosa provavo dentro. "allora? vuoi che vada via?" mi disse lui dandomi dei baci sul collo, per farmi cadere in tentazione, e io continuavo a ripetere dentro me 'evita, non cadere in tentazione, evita' ma porca puttana, era impossibile. Mi lasciai cadere sul letto col suo corpo sul mio e le sue labbra che continuavano a baciarmi e le sue mani cercavano di togliermi gli abiti. E ci riuscì. Sentii penetrare lui in me come non mai, era la mia prima volta, e lo stavo facendo con la persona che amavo. Credevo che lui ero una di quelle persone calme, soft, normali; e invece no, iniziammo a fare sesso sfrenato che durò fino alla mattina successiva, dormendo solo per due ore. Mi sentivo bene. Ora lui sapeva tutto di me e non avevo nulla da nascondergli e poi, quando mi spogliò, evitò completamente i tagli pensando solo all'amore che provava per me. Per la prima volta mi sentivo bene. Non più con la coscienza sporca. Come da concorso lui doveva lavorare da me per una settimana, e la mattina successiva a quella notte da sogno era il primo giorno di quella settimana, ero eccitata. Quando ci svegliammo eravamo abbracciati, ancora nudi. Mi svegliai per prima io perchè ero abituata ad alzarmi presto per il lavoro e lo svegliai. Ci preparammo e scendemmo il ambulatorio. Ero piena di lavaggi e visite quel giorno, proprio quando ero stanca morta. Nella pausa pranzo andammo a mangiare un panino a casa e mi arrivò un messaggio di mio padre sul cellulare. Io non lo volevo leggere, allora diedi il cellulare a Liam per farli leggere a lui. Quando lesse quelle, sicuramente, pochissime righe rimase con gli occhi spalancati e mi chiese che rapporto avevamo tra noi. Gli raccontai tutto, nei minimi dettagli, ma decisi comunque di non sapere il contenuto di quel messaggio. Avevo talmente tanta confusione in testa: Avevo la persona che amavo lì, difronte a me, e quella notte ci ero stata anche a letto, avevo il mio lavoro, quello dei miei sogni, abitavo a Londra, avevo una casa grande, un guardaroba immenso pieno di vestiti e scarpe che io avevo sempre sognato... AVEVO TUTTO, o quasi. Mi mancavano i miei genitori, nonostante tutto lo schifo, i miei cugini con cui avevo passato l'infanzia, i miei zii, i miei nonni, la mia vecchia casa... poi avevo una curiosità immensa di tutto quello che accadeva a loro lì, in Italia, un posto lontano da dove ero io, ma dove ero cresciuta. Ora penserete: "chiamali, vedi come stanno..." Beh, non posso. Mi odiano anche loro, uno ad uno, solo perchè avevo realizzato il mio sogno e vivevo dove volevo sempre vivere... CHE SCHIFO. Un film? No, la mia vita. _____ se mi cercate: @niallerpenis
  
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