Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Ema_puffetta    17/03/2013    3 recensioni
Casey è una ragazza di 20 anni, lavoro in un bar insieme alla sua migliore amica Stefany. Lei è sola a lavorare nel bar e non ce la fa più così chiede a Stefany se assume qualcuno che può dargli una mano. Lei accetta la proposta, e assume un ragazzo di nome Eric. I due ragazzi iniziano a lavorare assieme. Eric è ossessionato da Casey e così gli renderà la vita un vero e proprio inverno.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Per favore ditemi che un brutto sogno e che adesso mi sveglio. Ma purtroppo appena sento quella lurida voce mi rendo conto che non sto sognando.
Eric: Io ti avevo avvisata che sarei venuto a salutarti siccome tu non lo hai fatto quando sei partita
Non gli rispondo e provo ad uscire di corsa da bar, ma quell'essere schifoso ha chiuso la porta.
Eric: Credevi davvero che ti facevo andare via così facilmente? Eh no mia cara, allora non hai capito proprio nulla.
Resto bloccata alla porta d'entrata mentre lui si avvicina sempre di più a me. Mi sembra di tornare indietro nel tempo, di rivivere la stessa scena, lui che mi mette le sue luride mani addosso e io che non riesco a reagire non ce la faccio contro di lui non ho speranze, e per di più sono completamente sola. è un passo da me, cerco di scappare ma è tutto inutile vado a sbattere contro il muro. Senza dire nulla mi guarda con quel suo sguardo terrificante, poi mi prende per i capelli e mi butta per terra. Inizia a togliermi la maglietta, io provo a reagire ma lui appena lo faccio mi tira uno schiaffo in pieno volto e dei calci nello stomaco e sul fianco. Ormai la maglietta è andata, le ferite si sono riaperte e sono anche peggiorate e adesso sicuramente finirà la sua opera, a me non mi resta altro che piangere dal nervoso e dal dolore. Come immaginavo dopo la magliette mi toglie anche il reggiseno e mentre mi tiene bloccata i polsi inizia a baciarmi ovunque. Non riesco a liberarmi, la stretta è troppo forte. Dopo qualche minuto mi toglie anche i jeans violentemente e questa volta mi sbatte contro il muro con tutta la forza che ha, mentre anche lui si togli e suoi orrendi jeans.
Eric: Credevi davvero che potevi sfuggirmi? Eh no cara quante volte ti ho detto che sei mia? Ormai non hai più scampo, questo è il risultato di chi prova a provocarmi
Non riesco neanche a pronunciare una parola, riesco solo a piangere per il dolore e per lo schifo che sta facendo. Vorrei reagire ma è presa è troppo forte e io sono troppo debole per reagire. Finalmente dopo circa mezz'ora di una scena orrenda mi lascia, si tira su i pantaloni e mi sbatte in faccia la maglietta.
Eric: Ci rivediamo presto mia cara.
Dopo quelle ultime parole mi guarda soddisfatto del suo "lavoro" e poi esce al quanto soddisfatto. Io resto a terra ancora nuda, con il sangue che mi esce da tutte le parti per via delle ferite aperte, ma non mi importa, riesco solo a piangere disperatamente. Resto a terra per un po' di tempo, poi cerco di rivestirmi con il sangue che ancora esce a fiumi. Voglio uscire da questo lurido posto il prima possibile.   Faccio il prima possibile e dopo qualche minuto mi trovo fuori da li. Continuo a camminare per le strade di Barcellona senza sapere dove sto andando, non capisco più nulla, so solo che in questo momento vorrei trovarmi tra le braccia di Daniele e il sorriso di Stefany. Vorrei tornare a casa, ma le gambe purtroppo non mi reggono, il sangue continua a uscire dalle ferite e io sono troppo debole per camminare. Per fortuna qui ci sono panchine sparse un po' ovunque così mi siedo sulla prima panchina che trovo. Mi guardo intorno in continuazione, e vedo solo tanta gente passeggiare tranquillamente, ragazze che ridono e scherzano con i propri ragazzi e chi corre a destra e a manca perchè magari è in ritardo al lavoro.  Come vorrei tornare anche io alla mia vita di prima, e magari chissà poter ridere e scherzare con un ragazzo che mi ama davvero. Per un attimo torno indietro nel tempo, e ripenso a quando io e Andrea ci siamo messi insieme, io avevo appena 13 anni e lui doveva fare 18 anni, era tutto così bello, le giornate le passavo con lui, tornavo a casa mangiavo e subito dopo mi andavo a preparare perchè sapevo che sarebbe passato a prendermi con il suo bianco e bellissimo motorino. Quante uscite fatte su quel motorino assieme, lui correva e io abbracciata stretta a lui urlando Vai paino cavolo e lui rideva, si gira mi guarda e mi diceva "Zitta polla mia" le serate passate nei pub abbracciati e a riempirci di baci, la sua dolcezza il suo sorriso bello come il sole. Si lo ammetto mi manca tutto questo. Invece adesso mi ritrovo sola in una città che non conosco, piena di sangue per tutto il corpo e un dolore assurdo provocato da un pazzo maniaco e per di più non ho nessuno. I miei occhi si ricoprono di nuovo di lacrime che scendono rigando il mio viso. Il dolore è lacerante, aveva ragione Daniele quando da piccola mi sbucciavo le ginocchia e piangevo mi diceva sempre "Meglio le ginocchia sbucciate che non un cuore infranto" Prima non capivo quelle parole ma adesso si e aveva ragione. Con quelle poche forze che mi rimangono mi alzo disperatamente da quella panchina, forse per il nervoso o semplicemente perchè ricordare tutto questo fa veramente male. Torno indietro con la speranza di trovare la strada di casa di Andrea. Speriamo che torna il più tardi possibile dall'università, non ho per niente voglia di vederlo, non adesso, e sopratutto in queste condizioni. Per fortuna il rosso della maglietta si confonde con il sangue che non smette di uscire dalle ferite, ma almeno non si nota eccessivamente. Questa volta per fortuna sono ancora viva per miracolo, la prossima volta non credo di riuscire a sopportare un altro dolore come questo. Non so neanche io chi mi da la forza di stare in piedi in questo momento. Spero solo di avere le forze per arrivare a casa. Mentre sto tornando a casa mi squilla il telefonino. Con quel briciolo di forza che mi è rimasto nelle braccia lo prendo e vedo chi è che mi cera. Sul display esce la solita scritta Daniele. Adesso non è il momento Dani, non ce la farei a parlare, e sopratutto a sentirti già sto troppo male di mio. Così senza pensarci due volte rifiuto la chiamata. Non poso il telefono perchè sapevo che mi avrebbe richiamata più volte, ma stranamente non l'ha fatto. Presa da tutti questi pensieri, senza rendermene conto sono tornata a casa. Prendo le chiavi e apro finalmente quella benedetta porta. Quando entro per fortuna Andrea ancora non è tornato a casa. Sfinita mi sdraio sul divano e dopo un po' vedo tutto nero. Quando riapro gli occhi, sono nel letto e accanto a me c'è Andrea. Non riesco a capire cosa ci faccio nel letto e sopratutto lui quando è tornato.
Io: Cos'è successo? e tu quando sei tornato?
Andrea: Ti ho trovato sul divano svenuta, perdevi sangue ovunque avevi le ferite aperte. Tranquilla te l'ho già medicate. Si può sapere cos'è successo? Tu mi preoccupi
Io: Oddio non ricordo nulla, nulla tranquillo va tutto bene non preoccuparti
Andrea: Se va tutto bene tu hai dieci in matematica
Sorrido divertita. Già, io non sono mai stata una cima in matematica, infatti quando andavo alle medie e eravamo insieme mi aiutava lui con i compiti
Io: Cosa vorresti dire? Chi te lo dice a te che nel tempo non sono migliorata? Ah comunque grazie
Andrea: Si va bene l'importante è crederci, e di cosa splendore tu lo sai io ci sono sempre adesso riposati per qualsiasi cosa chiamami io sono di sotto.
Gli faccio cenno di si con la testa, come per dire va bene e poi mi scocca un dolce bacio sulla guancia. Lo guardo mentre scende le scale, che carino che è, forse un pochino è cambiato. Provo a chiudere gli occhi per poco tempo ma appena lo faccio mi trovo il suo volto d'avanti. è diventato un vero e proprio incubo! Non riesco a stare nel letto così decido di alzarmi, ma appena ci provo cado per terra le gambe non mi reggono. Sento Andrea salire le scale e urlare il mio nome.
Andrea: Sei sempre la solita combina guai, ma mi spieghi che ti salta in mente di alzarti da sola? Vieni ti aiuto io
Io: No ce la f...faccio da s..sola
Andrea mi guarda come per dirmi non credo proprio che sia così,mi prende in braccio e mi porta giù appoggiandomi delicatamente sul divano. Ci guardiamo intensamente negli occhi  e ci troviamo a un centimetro di distanza, sfiorandoci le labbra.


Ema
Ciao bellezze, come state? Spero bene :)
Come vi avevo promesso ho aggiornato il prima possibile, ogni promessa è debito d'altronde :D
Questo capitolo è un bel po' duro, se urto la sensibilità di qualcuno chiedo scusa,
ma come sapete la storia si basa su questo argomento.

Adesso scappo che devo ancora finire di studiare Storia!
Continuerò ad aggiornare il più presto possibile un bacio grande!
E grazie a tutti quelli che continuano a seguire la storia,
buona domenica a tutti alla prossima bellezze! :) 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Ema_puffetta