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Autore: gingerhead    18/03/2013    8 recensioni
Stylinson.
"When I was surrounded by the sea, you were the one who sailed the world to find me".
La vita è troppo corta per arrendersi. Combatti, Harry, combatti con me.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Strano come un minuscolo, leggerissimo fiocco di neve, riesca, accumulandosi ad altri minuscoli, leggerissimi fiocchi di neve, a formare una valanga.
Strano come una goccia d’acqua, assieme ad altre mille, possa scatenare un temporale.
Strano come un fatto senza importanza, insieme ad altri passati e polverosi fatti, sia in grado di rievocare vecchi e dolorosi ricordi. Ricordi che annientano, che riaffiorano proprio quando si pensa di aver trovato il proprio posto. Ricordi che uccidono.
 
La mano di Harry lasciò quella di Louis e ricadde lungo il proprio fianco.
Lo sguardo del riccio era fisso sulla piccola goccia di sangue che scorreva lentamente attraversando il palmo della mano di Louis, il quale lasciò cadere il sassolino che teneva tra le dita, sorpreso della reazione di Harry.
«Ho fatto qualcosa di sbagliato?» domandò, notando l’espressione impaurita del riccio. A dir la verità, il viso di Harry lasciava trasparire fin troppo chiaramente la sensazione di terrore che stava provando.
«Forse è troppo presto, non avrei dovuto portarti qua.» continuò Louis, non ottenendo alcuna risposta da parte del più piccolo. Harry avrebbe voluto replicare, rassicurare Louis, dicendogli che no, non era sua la colpa: non era stato Louis ad essersi isolato dal mondo, allontanando le persone a lui più care, non era stato Louis ad aver mandato in frantumi il matrimonio dei propri genitori, non era stato Louis ad aver ucciso il suo migliore amico.
Avrebbe dovuto spiegarlo alla persona che aveva davanti, Harry aveva il dovere di concedergli almeno una spiegazione. Ma non lo fece.
In quel momento gli mancavano le forze: si sentiva così debole e vulnerabile che, se Louis non lo avesse sorretto, Harry si sarebbe sicuramente lasciato andare, cadendo sul  terreno umido e sconnesso del giardino.
Il riccio non riuscì nemmeno a raccogliere quell’ultima goccia di coraggio che aveva per alzare lo sguardo su quegli occhi che sentiva essere puntati su di lui.
Era un vigliacco: Louis gli stava donando se stesso, lo aveva fatto per anni e ora, come se avesse cancellato il periodo durante il quale erano stati separati, lo stava facendo di nuovo, senza chiedere nulla in cambio. Voleva salvare Harry, aiutarlo ad emergere da quel pozzo nel quale si era rifugiato da troppo tempo. Louis gli aveva allungato una mano, ma Harry lo stava cacciando, nella maniera più terribile: lo stava abbandonando, ancora una volta, senza dargli alcuna spiegazione. Se ne sarebbe andato, magari concedendogli la promessa di tornare, ma non lo avrebbe fatto. Aveva sbagliato troppe volte e giurò a se stesso che quella sarebbe stata l’ultima. Sarebbe tornato nel suo stupido mondo, dove, se non altro, non avrebbe potuto ferire nessuno, né giustificare quei repentini cambi di umore.
Harry sentì il proprio respiro affannarsi: la testa gli girava incredibilmente, non riusciva più a distinguere gli oggetti intorno a lui. Gli occhi divennero lucidi per poi riempirsi di lacrime, un attimo dopo. Per quanto Harry fosse snello e longilineo, Louis non riuscì a sostenerlo, perché  il riccio si lasciò cadere, all’improvviso.
È solo colpa mia.
Avrei potuto salvarlo e invece l’ho ucciso.
La mente di Harry si stava affollando di pensieri insani.
Lascia che muoia, Louis. Lascia che il peso che mi porto dietro, lo stesso di cui mi nutro, mi uccida.
Il più grande impallidì. L’immagine di Harry, disteso a terra, le lacrime che gli segnavano il profilo così assurdamente perfetto, stava uccidendo Louis che, per la prima volta nella sua vita, si sentì del tutto impotente.
Non avrebbe potuto salvarlo, non questa volta. Perché questa volta, Louis, non avrebbe dovuto combattere con i quattro bulli della scuola, non avrebbe dovuto difendere Harry dai loro attacchi, non si sarebbe dovuto imporre davanti a tutta la squadra per non lasciare il più piccolo da solo. Questa volta, Louis, aveva davanti a sé qualcosa più grande di lui. Aveva scavato, nell’anima di Harry, sicuro di aver trovato il modo giusto per salvarlo, per trasformare la sua esistenza così vuota in una vita che avrebbe voluto vivere al suo fianco.
Ma anche questa volta, gli occhi del riccio parlavano per lui. E le sue lacrime, le sue lacrime arrivarono al cuore di Louis come una coltellata.
Il più grande si sfilò la giacca e si chinò su Harry, gli sollevò delicatamente il capo e stese l’indumento sotto di esso. Poi, senza curarsi dell’erba bagnata sotto di lui, si sdraiò al suo fianco, lasciando scivolare una mano su quella di Harry.
Rimasero in quella posizione per quelle che sembrarono ore, senza parlare: Harry non ne trovava la forza, Louis era certo che, se lo avesse fatto, avrebbe peggiorato la situazione.
 
Qualcuno aveva detto che, a volte, le parole sono superflue e Louis, in quel momento, non avrebbe potuto essere più d’accordo, perché sentì la mano del riccio stringere con forza la propria, quasi a cercare un appoggio, a ringraziarlo di non essersene andato. E quel gesto, così spontaneo, eppure così denso di significato, procurò al più grande brividi che gli percorsero tutto il corpo. Si voltò su un fianco e si ritrovò a ripetere, con un quasi impercettibile filo di voce, le parole della canzone che sembrava davvero essere stata scritta per loro.
 
When you need to smile but you can't afford it, go on, point it out, I'm gonna steal it. When the floor is more familiar than the ceiling, I will break in late at night, shake up how you're feeling. I'll never stop breaking the law for you, I'll never stop helping to pull you through. I'll never stop breaking the law for you.
 
«Harry…» sussurrò Louis, lo sguardo che era tornato fisso sul cielo ceruleo.
«Ti amo.»
 
Boom. 









Spazio autrice.
Rieccoci qua! Scusate il ritardo, sono stata super impegnata e non ho avuto molto tempo da dedicare alla scrittura. Il risultato, infatti, è questo capitolo del quale non sono assolutamente soddisfatta, come la maggior parte delle volte, tra l'altro, lol. Voi che ne pensate? Pensate di aver capito cosa significhi il pensiero di Harry in riferimento al fatto che è convinto di aver ucciso il suo migliore amico, Chase? Cosa significa che è stato la causa del divorzio dei suoi genitori? Il piccolo incidente del capitolo scorso sembra aver scatenato nel piccolo una tormenta di pensieri e ha riaperto vecchie ferite che, evidentemente, non erano del tutto rimarginate, come invece sperava Louis. E proprio il più grande si è dichiarato. Io trovo che sia una cosa dolce, anche perché l'ha detto proprio dopo aver accennato quella che ormai possiamo definire la loro canzone.
Beh, spero mi farete sapere cosa ne pensate, lasciandomi magari una piccola recensione. Senza di voi, non andrei avanti e anche solo leggere le visite a questa ff mi rende felice, sappiatelo, quindi ringrazio ciascuno di voi! :)
Alla prossima, un abbraccio. <3
  
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