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Autore: Malandrina95    18/03/2013    2 recensioni
Vi siete mai chiesti come è iniziata la storia dei Malandrini? Come sono diventati quello che sono, come Sirius Black è riuscito ad uscire con metà della popolazione femminile di Hogwarts, come Remus ha confessato di essere un Lupo Mannaro, come quell'idiota di Peter si è aggiunto al gruppo, come James si è beccato una cotta stratosferica per Lily?
-James Potter,undici anni, si voltò dall'altra parte, bofonchiando qualcosa di incomprensibile, ignorando la donna che cercava di svegliarlo-
- Walburga Black, trentacinque anni, i capelli neri stretti in un alto chignon, che in quel momento lo fissava torva, non si poteva certo definire materna. Se qualcuno lo avesse fatto, Sirius lo avrebbe volentieri preso a calci senza pensarci due volte-
- Guadò i vestiti, i libri, il calderone, gli ingredienti per le pozioni ammucchiati malamente, come se a fare la valigia fosse stato un ragno ubriaco e non lui, Remus Lupin, il maniaco dell'ordine.-
- La casa dei mollaccioni. Dei perdenti. Delle schiappe. Forse sarebbe stato persino l'unico studente a essere in quella casa; nessuno poteva fare schifo come lui.-
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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hogwarts

                                                Hogwarts

Arrivarono a scuola qualche ora dopo.Il sole era già calato, lasciando il posto alle tenebre e, quando scesero dal treno, soffiava una leggera brezza che li fece rabbrividire.
Sirius e James si guardavano intorno a bocca aperta, totalmente ammirati di fronte a quello scenario che gli si presentava davanti. Un uomo, grande quattro volte più del normale, impugnava una grossa lanterna e chiamava a gran voce i ragazzi del primo anno, che però non parevano prestargli attenzione, impegnati com'erano ad osservare la superficie piatta del lago, il grande parco ricco di alberi e il castello, che si stagliava contro il cielo scuro.
-Quelli del primo anno da questa parte, avanti!- chiamò il gigante per la seconda volta, un po' spazientito.
Sirius si riscosse, distogliendo a fatica lo sguardo dal castello, con le sue guglie e torri e afferrò il braccio di James, trascinandolo verso l'uomo con la lanterna. I due ragazzini non poterono fare a meno di strabuzzare gli occhi quando lo videro in faccia. 
Aveva il volto coperto da una folta barba nera e le sopracciglia erano così cespugliose che gli nascondevano gli occhi. Indossava una lunga palandrana ricca di tasche, dalle quali spuntavano i più svariati oggetti e a prima vista, illuminato solo dalla luce della lanterna che creava ombre inquietanti, il gigante poteva far paura, ma a Sirius e a James  fu subito simpatico. Aveva una certa aria bonaria, che ribolliva negli scuri occhi neri e un sorriso si dipinse sul volto dell'uomo quando vide quei due ragazzini che gli arrivavano malapena alla vita.
-Chi sei?-chiese James squadrandolo con un sorriso che andava da orecchia a orecchia. Gli occhiali gi scivolarono sul naso e James se li raddrizzò con un gesto della mano.
- Rubeus Hagrid, Custode delle Chiavi e dei Luoghi ad Hogwarts. - rispose quello con voce rauca che fece sussultare una bambina minuscola accanto a loro, che si strinse di più contro un'altra ragazzina bionda, alla quale era praticamente avvinghiata.
-Sei sempre così formale?- chiese Sirius curioso, gli occhi grigi socchiusi per il fastidio della luce, che lo colpiva dritto in faccia.
Il gigante alzò la lanterna, per toglierla dal viso del ragazzino che riuscì ad aprire del tutto gli occhi.
-E voi sempre così sfrontati?- chiese burbero, inarcando le sopracciglia. Delle minuscole rughe gli incresparono la fronte. Una folata di vento spense la candela nella lanterna, lasciandoli al buio completo. Alcuni ragazzi strillarono, spaventati. Altri si limitarono a sospirare. Altri ancora si lamentavano per il freddo, incuranti di non vedere a un palmo dal loro naso. Il guardiacaccia rovistò nelle tasche della palandrana, alla ricerca dei fiammiferi.
-Reggimi questo- mormorò a Sirius passandogli una cosa pelosa che si dimenava tra le sue mani .-Non farlo scappare- aggiunse mentre Sirius lo stringeva forte al petto, in evidente difficoltà, per poi imprecare a bassa voce quando una fitta lo colpì al pollice.
-Mi ha morso!- si lamentò, scrutando torvo Hagrid nell'oscurità.
-Aspetta un attimo, ragazzino- rispose quello e finalmente accese la candela. Sirius abbassò lo sguardo sul coso che stava trattenendo; era un topo. 
Uno bello grosso, nero e grasso, che si divincolava furiosamente, cercando di mordere le sue dita.
-Grazie- disse Hagrid riprendendolo e infilandolo ancora nelle tasche del pastrano.-Non ti preoccupare per il morso, non è niente-
Sirius alzò le spalle- E chi si preoccupa?- ridacchiò, succhiandosi il taglio sul dito, apparentemente divertito.
 - Sono James Potter -si presentò James educatamente tendendogli la mano, sicuro che la fama dei genitori come Auror lo avrebbero preceduto. Infatti, Hagrid li conosceva.
-Oh, tu sei il figlio di Charlus Potter..Veniva a scuola con me... Cioè, era qualche anno più indietro...Bravo ragazzo, si. Divertente. Era un Prefetto- disse il guardiacaccia, con voce malinconica- Non lo vedo da tanto...E tu sei?-chiese poi a Sirius, che smise di succhiarsi il dito ferito per presentarsi.
- Sirius Black -
-Quindi..Orion Black è tuo padre- . Stavolta non c'era traccia di divertimento o allegria nella sua voce; anzi, ora scrutava quel giovane ragazzo con sospetto, come se fosse pericoloso o uno squilibrato.Sirius annuì mestamente, accorgendosi del tono del gigante.
- Non sono i figli a scegliere i genitori-
Hagrid parve addolcirsi -E così Orion ha un figlio ribelle..Non so perchè ma mi fa piacere che tu non assomigli a lui. Non mi stava particolarmente simpatico, guardava tutti dall'alto in basso-
-Non che le cose siano cambiate- aggiunse Sirius alzando le spalle.
- Dobbiamo andare- mormorò Hagrid, quando alcuni ragazzini cominciarono a lamentarsi per il freddo- Dovete ancora essere Smistati-
-Dove?- chiese James incuriosito, sporgendosi per vedere oltre la spalla di Hagrid, senza successo, dato che a stento arrivava alla cintola. - Dov'è che veniamo Smistati?-
James non aveva voluto sapere niente dai genitori, se non che sarebbero stati divisi in quattro Case, per non rovinarsi la sorpresa.
-Al castello. In barca- rispose il gigante, sventolando la lanterna e illuminando i visi dei due ragazzi, aperti in un radioso sorriso.-Occhio alla piovra gigante- disse a tutti che lanciarono degli squittii spaventati.
-Fico- dissero in coro Sirius e James, una luce malandrina ed emozionata negli occhi.
-Primo anno, da questa parte!- urlò Hagrid voltandosi e iniziando a camminare, seguito dai ragazzini che non staccavano gli occhi di dosso dalla superficie piatta del lago, come se temessero di veder comparire la piovra gigante da un momento all'altro. James e Sirius gli stavano alle calcagna, tempestandolo di domande alle quali il gigante rispondeva con un sorriso esasperato, ma divertito.
-E come mai dobbiamo entrare dopo gli altri? Fa freddo- stava chiedendo Sirius, starnutendo.
- Perchè dovete essere Smistati- rispose Hagrid paziente, fermandosi in riva al lago dove alcune barche sostavano sulla sponda. Il debole rumore delle minuscole onde che si infrangeva contro le barche,giungeva alle loro orecchie,accompagnato da un rumore degli ultimi grilli dell'anno.
-E perchè..-
-O lasciatelo in pace un attimo!- sbottò una voce che Sirius e James riconobbero per quella di Lily Evans, la ragazzina dai capelli rossi seduta con loro sul treno.
-Qualcuno ti ha chiesto qualcosa, Rossa?-sorrise beffardo James, indirizzandole uno sguardo ammiccante, per poi ridere quando Lily ribattè:
-NON MI CHIAMO ROSSA!-
-Sta' calma, Lily - le suggerì Sirius -Stava scherzando-
Lily lo ignorò voltandogli le spalle, a braccia incrociate, lasciandogli capire che era ancora arrabbiata con lui per la faccenda sul treno. Sirius la guardò perplesso per un attimo, per poi alzare le spalle quando Mocciosus circondò Lily con un braccio, come per consolarla.
-Bene, salite sulla barche.. Voi due- disse Hagrid indicando James e Sirius - Venite con me, non voglio che nessuna barca si ribalti per colpa vostra, capito?-
I due ragazzini scattarono sull'attenti, seguendo il gigante sull'imbarcazione. 
Il vento, ora che erano seduti immobili sulla barca, con la paura che si potesse ribaltare da un momento all'altro o che un enorme tentacolo li afferrasse, era gelido. 
Frustava i loro visi senza pietà e le minuscole goccioline che s'alzavano quando la punta della barca increspava la superficie del lago, arrivava loro in faccia, facendoli tremare ancora di più. James si guardava intorno estasiato, ammirando il parco della scuola, nel quale spiccava imponente,molto lontano dall'edificio, un Platano che dimenava i suoi rami come impazzito.
-Guarda!-disse indicandolo a Sirius che fischiò ammirato.
-Cosa può servire un albero pazzo in un giardino?-chiese ad alta voce. La risata roca di Hagrid giunse alle loro orecchie.
-Quello è il Platano Picchiatore. L'hanno appena piantato. Io vi suggerirei di stargli alla larga, è piuttosto pericoloso,sapete?-
Un ragazzino sulla barca con loro trasalì rumorosamente e rabbrividì.
 Sirius si voltò a guardarlo: aveva il volto pallidissimo, solcato da alcuni graffi, alcuni rossi, segno che erano recenti, altri più scuri. I capelli biondi erano folti, ben pettinati e Sirius ebbe l'impressione che fosse un tipo perfettino e pignolo, sempre ordinato e impeccabile. 
Solo gli occhi color cioccolato lo mandavano fuori strada, solo quelli non erano adatti ad un secchione sicuro di sè. Quegli occhi scuri e incredibilmente dolci, erano pieni di un sentimento strano, qualcosa che Sirius identificò come paura. 
Il ragazzino incrociò lo sguardo di Sirius e abbassò in fretta gli occhi, arrossendo timido.
-Sono Sirius Black - gli disse Sirius sorridendo amichevolmente, porgendogli la mano. Il ragazzino l'afferrò, un po' incerto.
- Remus Lupin -disse a voce così bassa che Sirius fece quasi fatica a sentirlo. James si voltò sporgendosi sopra la sua spalla, per tendere anche lui la mano a Remus.
- James Potter. Hai visto che roba quell'albero? Non vedo l'ora di vederlo da vicino!- esclamò entusiasta. 
Remus rispose con un sorriso forzato e schiarendosi la voce, mormorò -Ma sarà pericoloso. Vedrai che non ti faranno neanche avvicinare-
- Nah, non possono togliermi questo divertimento. E in ogni caso, io andrò lo stesso. Vieni con me, Sirius?- chiese James al giovane Black che scoppiò in una risata divertita.
-Sembra tanto un discorso da giovani marmotte. D'accordo, ci sto. Tu, Remus?-chiese gentile a Lupin che sobbalzò,sorpreso per l'invito 
- Io? Mi volete con voi?-chiese stupefatto
-Che domande sono queste? Certo! Su, dobbiamo fare amicizia no?- esclamò James con un falso tono scandalizzato -E poi, caro il mio Remus, devo proprio dirtelo: sembri molto più sveglio di 'sto qui al mio fianco. E poi mi sei simpatico-
-Lo prenderò come un complimento, James - rispose Sirius alzando gli occhi grigi al cielo, sbuffando. Remus ridacchiò e scoprì, piacevolmente sorpreso, che il suono della sua risata, che così poco aveva sentito, gli piaceva.
-Promettetemi una cosa, ragazzi: in qualunque Casa finiremo, saremo comunque amici- disse James in tono solenne, guardandolo sia Remus che Sirius con grande serietà.
-Parola di boy scout- disse Sirius portandosi una mano al cuore, come per giurare. James lo guardò male per alcuni secondi, rimproverandolo col solo sguardo per aver rovinato il suo discorso serio, ma poi, di fronte al sorrisone di Sirius, scoppiò a ridere fragorosamente.
-Quanto sei scemo, amico -sghignazzò James -però devo dire che mi piaci. Ma -aggiunse in fretta in tono d'avvertimento puntandogli addosso un dito - Se finisci a Serpeverde ti prendo a calci-
Fu il turno di Sirius a ridere, imitato da Remus che si concesse una risatina nervosa, che entrambi i ragazzi notarono. 
Sirius gli rivolse una buffa occhiata.-Rilassati, amico. Non mordiamo mica.-
Remus annuì, sorridendo nervosamente, come se non sperasse altro che la barca si aprisse sotto i suoi piedi e lo inghiottisse o che qualcun altro  avrebbe preso il suo posto come centro d'attenzione.
Qualcuno alle loro spalle si schiarì la voce, rivolgendosi ad Hagrid - Mi scusi, signore, manca ancora molto?-
Chi aveva parlato era una ragazzina bionda, quella stessa alla quale era aggrappata la bambina minuscola che aveva sussultato a sentire la voce di Hagrid in stazione. 
Hagrid scosse la testa.
-Siamo quasi arrivati- mormorò, tornando a guardare il lago. Sirius invece si voltò in direzione della ragazzina,che vedeva a malapena per via dell'oscurità sempre più fitta.
Lei ricambiò il suo sguardo, inarcando appena un sopracciglio.
-Come ti chiami?- domandò James dato che nè Sirius nè la ragazza sembravano aver intenzione di parlare. Lei spostò lo sguardo su James e assunse un'espressione vagamente divertita.
-Che c'è, vuoi imparare il nome di tutti prima della fine della serata?-domandò beffarda, scostandosi una ciocca di capelli biondi dagli occhi.
Rabbrividì e si strinse di più nel mantello, continuando a fissare i due ragazzi che erano pericolosamente girati nella sua direzione tanto che, se la barca avesse sbandato, si sarebbero trovati a mollo nelle acque gelide.
-Si, e anche mangiare del budino al cioccolato-rispose James alzando le spalle-Allora? Vuoi dircelo o dobbiamo indovinare?-
La ragazzina sorrise - Perchè non provate a indovinare allora?-
Sia Sirius che James si guardarono perplessi per un attimo, per poi guardare ancora la ragazzina. Il primo a riprendersi fu Sirius, che si grattò il mento con aria assorta.
-Dunque vediamo... Hannah?- chiese speranzoso.
-No- disse lei scuotendo la testa.
- Bathsbeba - rise James mentre la ragazzina faceva una faccia schifata. - Wanda. Emmeline. -
-Ma dai! Che nomi sono?!- ridacchiò la ragazzina piegata in due dalle risate.
- Ermenegilda. Rosmunda - affermò Sirius con aria solenne.
-Allora?-chiese James aggrottando la fronte - Bathsbeba è un nome bellissimo comunque-
-Certo,per un ragno ubriaco-aggiunse Sirius alzando le spalle.- Elvendork?-

La ragazzina lo guardò agrottando le sopracciglia.
-Che c'è? è un bellissimo nome, e poi è unisex-
Lei continuava a guardarlo stranita.
-Vuol dire che va bene sia per i maschi che per le femmine- aggiunse James, di fronte alla sua espressione. La bambina gli scoccò un'occhiataccia.
-So che vuol dire. Non ho mai sentito un nome più orribile.-
Siruis sghignazzò- Mi arrendo. Come ti chiami?-
- Marlene McKinnon- 
- Sirius Black. Lui è James Potter e lui Remus Lupin -si presentò Sirius indicando poi prima James e dopo Remus, che abbozzò un sorriso timido.
James al contrario sorrise sornione.
-In che Casa vorresti finire, Marlene?- chiese James curioso, piegando leggermente la testa verso destra, studiandola con sfacciataggine.
-Fissi sempre tutti così?-domandò Marlene leggermente infastidita dal modo in cui James la stava guardando.
 La guardava come se la stesse studiando, come se fosse qualche pezzo raro di un museo, come se volesse cogliere tutti le minime sfaccettature del suo carattere semplicemente guardandola in volto.
-Solo chi mi sta simpatico- ribattè senza distogliere lo sguardo, ignorando il fastidio contenuto nella voce della ragazzina.
-Su James, smettila di fissarla in quel modo. Sembri un maniaco- lo rimproverò Sirius bonario.
James guardò il nuovo amico che stava scuotendo la testa divertito  e per qualche strana ragione non si irritò per quel piccolo rimprovero, come invece accadeva sempre quando qualcuno lo sgridava. Forse perchè quel ragazzino dai capelli neri gli ispirava una fiducia cieca. 
James alzò le spalle, distogliendo lo sguardo -Come vuoi, Sirius -
-Non ci hai ancora rivelato a che Casa vuoi finire-sorrise Sirius alla ragazzina che spostò lo sguardo da James a lui.
Un debole fascio di luce proveniente dalle finestre del castello, illuminò la barca, permettendo ai ragazzi di vedersi chiaramente in volto.
 Marlene McKinnon era una ragazza davvero singolare. Davvero graziosa, con i capelli biondi  che le arrivavano fino a metà schiena, cadendo in onde morbide e due grandi occhi azzurri che scrutavano il mondo con interesse e con attenzione. Lo sguardo di lei era come quello di una volpe:furbo, intelligente e tremendamente critico.
Ma questo non la rendeva antipatica. Perchè il lieve sorriso dipinto sulle sue labbra cancellava qualsiasi malignità si potesse dire sul suo conto.
- Corvonero, come mia madre-sorrise Marlene, lanciando un'occhiata sognante alla scuola.
-E tuo padre?- domandò James,curioso.
L'espressione di Marlene divenne fredda- Era un Serpeverde. Abbandonò mia madre pochi giorni dopo la mia nascita- La voce era glaciale.
Sirius si sentì in dovere di rincuorarla in qualche modo -Tutta la mia famiglia è stata in Serpeverde -
Lei alzò un sopracciglio -E tu dove vorresti finire?-

Lui la guardò con un lieve sorriso sul volto- Ovunque, ma non lì -






Angolo della squilibrata chiamata anche Autrice.

Sorry per il grandissimo ritardo, ma non ho avuto molto tempo in questi giorni,. Scuola. Odio profondo. Ho detto tutto.
Allorssss, che ne pensate? Quando ho letto di Marlene McKinnon mi sono chiesta che personaggio fosse, e quindi eccola qui u.u Spero che vi sia piaciuto :D
Nel prossimo capitolo ci sarà lo smistamento :) Ora devo correre a iniziare almeno a scrivere il prossimo capitolo della ff Klaine. Oddei, non ce la farò mai. T.T
PERCHè NON è GIUGNO?!
Ok, vado prima di sclerare quaggiù.
See you soon :) ah e recensite <3
   
 
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