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Autore: Eva B    07/10/2007    4 recensioni
Errare è umano. Ma quanto è umano sbagliare se questo vuol dire fare a pezzi una vita, che sia la propria o che sia di un altro? E quanto pesa amare-non amati? Quanto costa stare zitti, quanto parlare? Quanto dura un'amore? Lui ha sbagliato, ha amato, ha sofferto. Questo è un viaggio nella sua giovinezza, tra il presente e i ricordi, tra la speranza e le scelte. Lui e l'amore, quello che smuove la vita di ognuno di noi.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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L’acqua si increspò quando il sasso la schiaffeggiò, immergendovisi. Il ragazzo che lo aveva lanciato osservava le linee chiare della superficie mescolarsi a quelle più scure del lago calmo e piatto.

Avevano litigato di nuovo.

Sbuffò. Non era colpa sua. Era sempre più difficile evitare contrasti con lei.

Accadeva di tutto a separarli, a fare attrito tra i loro punti di vista. Solo poco tempo prima lei gli aveva assicurato che gli voleva bene, e lui ci aveva creduto. Aveva creduto tante cose.

Si lasciò andare contro l’erba umida del prato che circondava il lago in un abbraccio color verde speranza.

Intrecciò le mani e le passò dietro la testa, catturando qualche ciocca dei suoi lunghi capelli neri. Tutti deridevano quei capelli. Dicevano che erano sporchi, che erano ridicoli, lisci e lunghi fino alle spalle, come quelli delle ragazze. Ma a qualcuno era mai venuto in mente di guardare cosa ci fosse sotto quei capelli? Qualcuno aveva mai apprezzato la sua intelligenza, le sue idee?

Pochi davvero.

Lei era una di quelli.

Ricordò quanto era successo quattro giorni prima…..

 

Erano proprio lì, dove lui sedeva in quel preciso momento.

Lui, alto e magro, guardava intensamente una ragazza snella, bellissima nei suoi capelli rossi e nei suoi vividi occhi verdi.

“Hai poco tempo libero, ora, tra lo studio, i tuoi brillanti amici e i brillanti allenamenti di Quiddich di Potter da seguire, non è così?”

“Non capisco dove vuoi andare a parare” rispose lei, tagliente.

“Non c’è niente da capire, Lily. Quello che non capisce sono io! Non capisco cosa ci trovi in quell’arrogante, tronfio e prepotente di Potter! E i suoi stupidi amici? Che mi dici di loro?”

“Non sono affatto stupidi! Mi hanno insegnato un sacco di incantesimi per difendermi un giorno da…”

“…Da?” incalzò lui

“Da quello a cui tu sembri così ansioso di baciare il mantello! Credi che non me ne sia accorta? Ma cosa pensi di fare?”

Lui indietreggiò di un passo. E poi sibilò, con tutta la decisione che riuscì ad imprimere al suo tono di voce: “E tu cosa pensi sia giusto?”

Le lasciò il tempo di assimilare le parole prima di riprendere: “Pensi sia giusto fraternizzare con un bullo che si fa forte della presenza dei suoi compagni?”

Si fissarono in silenzio.

“E tu, Severus, pensi sia giusto decidere di servire un assassino?”

“Di che parli?”

“Lo so. Lo so che cosa stai cercando di fare. Lo so che stai macchinando per unirti a lui, quando Silente lo combatte, quando James e gli altri si impegnano per fare lo stesso!”

“SILENTE, POTTER E GLI ALTRI SONO DEGLI…” si bloccò di colpo

“Da quando lo chiami James?”

“Perché non dovre--” “Vi frequentate?”

“Siamo andati a passeggio, una volta o due…”

“Bene.” La interruppe lui, furente più di quanto non fosse lecito che fosse. “

Sai che dico? Che puoi andare anche ora da J…” ed ebbe paura.

“…Da loro. Io me ne torno al Castello. Puoi non cercami più.”

Fece qualche passo mentre Lily lo fissava in silenzio.

Lui raggiunse un albero e si girò. I suoi occhi neri entrarono nel mare verde di quelli di Lily, esplodendo in mille scintille. Scintille di rabbia, risentimento, gelosia, sfida, e altro, tanto altro…

Neppure lui riusciva a capacitarsi di quel che con gli occhi stava disperatamente cercando di dirle.

Non sapeva cosa lei stesse cogliendo. Di certo non era la verità, perché disse, con voce stanca:

“Non ti seguirò. Quando fai così non ti sopporto, perciò non raccoglierò la provocazione, Severus. Voglio bene ai miei amici. Non puoi chiedermi di scegliere, senza alcuna ragione plausibile.”

 Lui aprì la bocca, ma per un momento non proferì parola. Cosa avrebbe dovuto dirle?

Il suo orgoglio prese il sopravvento.

“Non devi raccogliere niente. Dicevo sul serio, poco fa.”

E si allontanò a passi lunghi verso il portone del Castello.

 

 

Il giovane Severus se ne stava lì, nel luogo in cui aveva litigato con Lily, cercando di capire e riprendere in mano la situazione. E in fretta. Perché da un po’ tutto sembrava andare rovinosamente a rotoli…

“Guarda, guarda, guarda”

Lui scattò a sedere, scostando con un gesto brusco i suoi capelli dagli occhi.

“Qualche problema, Mocciosus?”

  
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