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Autore: HopeMM    22/03/2013    1 recensioni
La storia di una ragazza di 17 anni, che come tutte le ragazze della sua età dovrà affrontare l'adolescenza, nelle cose belle e nelle cose, che agli occhi degli adolescenti possono sembrare solo insuperabili. Si troverà davanti a situazioni difficili da affrontare e davanti a situazioni emozionanti, nella quali solo il cuore sarà a comandare.
Scrittrice: http://www.facebook.com/maria.pirisi.3?ref=ts&fref=ts
Adesso, vi auguro una Buona Lettura.
Spero in qualche recensione.
Arrivederci.♥
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 2.♥


«Wow, un ragazzo misterioso!», esclamò Katy uscendo dall'aula di biologia.
Scoppiammo a ridere come due idiote, mentre mezza scuola ci guardava storte. Che fastidio. Se due persone vogliono ridere, possono ridere quanto vogliono, ma no, agli altri non va bene. Se fai questo non vai bene, se fai quello non va bene, se ti vesti in un modo non va bene, se ti vesti in un altro non va ben
e. Niente va mai bene.
Quanto avrei voluto urlare a tutti ciò che pensavo, ma per quanto lo desiderassi, il mio carattere timido non me lo permise.
«Su Tay, svegliati dai tuoi pensieri!», mi richiamò Katy, lei la mia migliore amica dall'età di 6 anni, la incontrai a scuola di musica; si sedette accanto a me, con i suoi occhioni azzurri mi guardò, mi sorrise e disse: «Mi piacciono i tuoi occhi.». Da quel giorno restammo sempre unite, facevamo tutto insieme! Lei per me non è solo una migliore amica, ma una sorella, le voglio un mondo di bene! Ancora oggi mi domando come facciamo ad essere migliori amiche..siamo così diverse. Lei si chiama Kathrine, un nome così 'appariscente', capelli mossi biondi, due occhioni color cielo, che se li guardi per troppo tempo ne rimani incantato, di carnagione 'abbronzata', come le dico io. Un carattere forte; è una di quelle che se ha da urlarti in faccia lo fa, una di quelle che si vendica quando qualcuno le fa un torto, una di quelle che ti da del filo da torcere. Lei è una di quelle ragazze ammirate e corteggiate da tutti; una di quelle che ama il divertimento, che ama la musica Rock..
Io, invece, sono l'opposto. Il mio nome è Tay, non proprio 'appariscente', più che altro anonimo. I miei capelli sono lisci, d'un castano chiaro e i miei occhi non sono azzurri, ma tendenti al verde, la mia carnagione chiara, quasi bianca, come il latte. Il mio carattere, di forte credo non abbia proprio niente; sono molto timida, tendo a restare dietro le quinte, ma a me va bene così, odio essere al centro dell'attenzione; non dico di non essere estroversa o socievole, ma semplicemente non sono una ragazza che con le parole se la cava molto, preferisco un foglio di carta e una penna, il mondo. Io sono quel tipo di ragazza che preferisce un buon libro alla discoteca, che non ama il protagonismo o lo stare al centro dell'attenzione. Sono un'amante della musica moderna e classica, suono il pianoforte e ciò mi ha portata ad amare Beethoven in maniera smisurata. 
Il mondo è proprio strano, ma credo, anzi, ne sono proprio convinta, che l'ho conosciuta per un motivo, uno ben preciso, quello di aiutarci a vicenda.
Le cose nella vita non capitano mai per caso, almeno io la penso così.
«Va bene piccola Sognatrice, continua a navigare nei tuoi pensieri, ci vediamo all'ora di filosofia.», mi disse Katy, dandomi un colpetto appena sotto la nuca. Risi.
«A più tardi Katy.» riuscì a dirle prima che girasse l'angolo.
Io m'incamminai verso l'aula di musica domandandomi che brano mi avrebbe fatto suonare, oggi, la professoressa Robinson.
L'ultima volta avevo suonato un brano di Vivaldi, fantastico, è da dire, ma non apparteneva ai miei gusti. Bussai.
«Tay entra, so che sei tu.»
Sorrisi. La professoressa Robinson è sempre stata gentile con me, molto paziente e calma, da non sembrare neanche un'insegnante. Per me è come una madre, mi ha sempre incoraggiata in tutto, nonostante la conosca solo da tre anni. Le voglio molto bene, a lei devo tanto.
«Buongiorno signora Robinson.», la salutai col sorriso sulle labbra.
«Oh su, cara, non perdiamo tempo. Siediti ed iniziamo subito, oggi per te ho preparato un brano davvero speciale!». 
Ecco. Era proprio ciò che mi chiedevo. Proprio ciò che volevo sapere. Ero curiosa, e quando la professoressa posò lo spartito davanti ai miei occhi, non potei fare a meno che posare una mano su di esso; chiusi gli occhi, sentendo quella favolosa melodia, la immaginai suonata da colui che la compose, in un grande teatro, il più bello di tutti.
Non mi serviva lo spartito, ormai, l'avevo imparata a memoria, essa aveva toccato il mio cuore e la mia mente, fin da sempre, ed ora anche la mia anima l'aveva presa in possesso.
La melodia. Quella melodia. Quella che imparai a suonare a soli cinque anni, grazie a lei, mia sorella.
..Quando le mie dita toccarono quella superficie, dentro di me solo fuochi d'artificio!
Non suonavo quella melodia da tanto tempo, ma quando iniziai fu come se non avessi mai smesso, come se lei fosse stata sempre con me, in ogni attimo, più o meno importante, era come se le dita andassero da sole, come se la musica si fosse presa il possesso del mio corpo.
Conclusi con un sorriso che partiva da un orecchio e arrivava all'altro.
Mi era mancato suonarla, mi era mancato suonare Fur Elise. Adesso era come se tutto fosse tornato al suo posto, come se Juliet, mia sorella, fosse stata qui, accanto a me.


Spero che questa lettura sia stata di vostro gradimento.
Vi aspetto tutti qui:

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Un bacinone dalla vostra scrittrice.
//Charlotte.
   
 
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