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Autore: Khaleesi    22/03/2013    1 recensioni
Un viaggio attraverso i sette anni a Hogwarts di Rose tra gioie, dispiaceri, amicizie, delusioni e ... Scorpius Malfoy.
(vi è presente tutta la nuova generazione eccezion fatta per Victoire e Teddy).
Rivisitazione della mia storia 'Rose e Scorpius' pubblicata taaanto tempo fa', ma in questa ci saranno più personaggi e una tecnica di racconto più 'complessa'
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'New Generation'
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Capitolo dodici - La verità viene a galla con un accento straniero.





Estate.

Hermione consegnò a sua figlia Rose la lettera che le era appena stata recapitata a casa dal postino babbano. Rose si meravigliò di quel piccolo oggetto, era raro ricevere delle lettere fuori Hogwarts. Soprattutto ora che lei e Lily ….

Si meravigliò ancor di più vedendo che il mittente di quella lettera era Vicky Evans, la sua migliore amica. Vicky che le scriveva una lettera? Che cosa strana!

La ragazzina percorse la busta ruvida con le dita più e più volte, le piaceva la sensazione della carta ruvida tra i polpastrelli, maggiore era il piacere se toccandola arrivava alla parte scritta in cui il foglio si piegava sotto comando della penna e diventava liscio per piccoli tratti. Dopo aver esaminato attentamente l’esterno, finalmente, l’apri.

 

 

***

 

Il vestito nero cadeva sul fisico longilineo di Rose alla perfezione, aveva dei ricami in pizzo qui e là, facendo intravedere un po’ di pelle solo sulle braccia. La ragazza legò i capelli rossi in una coda alta, semplice, attaccò  il tutto con un elastico dello stesso colore del vestito.

«Anche Albus ci sta andando, vuoi che ti porti lo zio Harry?» Ronald Weasley, il padre di Rose, stava affacciato sulla porta della camera da letto della sua bambina in attesa di una risposta.

Vide che aveva gli occhi rossi, sicuramente aveva pianto anche quel giorno.

«Se non vi dispiace vorrei che mi accompagnaste voi» le rispose la ragazza evitando di guardarlo troppo a lungo.

«D’accordo» sospirò Ron uscendo dalla stanza, stava per aggiungere qualcosa ma poi si trattenne. Aveva notato anche lui che era successo qualcosa tra Rose, Lily e Albus: ormai non si parlavano da quando era finita la scuola e, a detta di Hugo, non si erano parlati anche durante la scuola.

Rose era finalmente pronta, prese la lettera che Vicky le aveva spedito due giorni fa, la ripiegò con cura e la mise in una tasca del suo vestito, ci volle un po’ affinché riprendesse una calma tale da scendere giù in salotto e farsi accompagnare dai suoi a casa di Vicky per il funerale di sua madre.

 

***

 

Che la madre di Vicky non stesse tanto bene Rose lo sapeva da quando la migliore amica era riuscita a sbottonarsi in un po’ sulla sua vita privata. Ogni tanto era riuscita a farsi dire qualcosa di più sulle condizioni fisiche della madre dell’altra, ma era sempre una gran battaglia da affrontare per ottenere degli aggiornamenti.

I Weasley parcheggiarono la loro auto all’esterno della villetta delle Evans, Rose scese di gran carriera per correre all’interno. Con un’occhiata veloce in giro si accorse che era presente solo un’altra macchina nel vialetto e che essa non apparteneva ai Potter.

«Vicky?» chiamò Rose una volta sullo stipite della porta d’entrata lasciata bellamente aperta, la figura della sua migliore amica, visibilmente dimagrita, arrivò ad accoglierla pochi istanti dopo.

Vicky le rivolse uno sguardo triste e solo dopo che Rose allargò un poco le braccia si concesse il lusso di tuffarvicisi dentro. Un azione che non era solita fare.

Victoria singhiozzò silenziosamente contro la spalla dell’amica, mormorando parole incomprensibili. Rose le accarezzava dolcemente i capelli castani dandole conforto. Rimasero in quella posizione per diversi minuti finché un ragazzo non sbucò dalla porta da cui prima era arrivata Vicky.

«Vicky dovremmo … » stava iniziando con un forte accento dell’est Europa, poi vide le due ragazze e si fermò di botto. Fece qualche passo indietro per ritornare da dov’era venuto ma ormai Vicky lo aveva sentito e gli rivolse la parola.

«Oh, Zaki, si. Certo.» si sfregò tempestivamente una mano sulla guancia per eliminare le lacrime, non si voltò verso il ragazzo mentre parlava, Rose sapeva bene perché: nonostante tutto Vicky aveva ancora il suo orgoglio e questo le impediva di crollare davanti a chi-che-fosse.

Rose fissò il ragazzo, era alto, con i capelli e gli occhi di un castano scuro, aveva la mascella pronunciata e una notevole massa muscolare per essere un adolescente.

Era Zaki Krum, il figlio di Victor Krum.

Quella sera in cui lei e i suoi cugini incontrarono il celebre giocatore di Quidditch lui era accompagnato da un ragazzo, suo figlio. Inutile dire che Fred aveva urlato come una ragazzina in calore al solo sapere questa notizia, ci sono voluti diversi minuti affinché lasciasse la gamba di Krum contro la quale si stava vergognosamente strofinando.

«Cosa ci fa lui qui?» chiese allora Rose a Victoria con uno sguardo perplesso.

Il ragazzo guardò prima l’una e poi l’altra. «Victoria, non le hai detto niente?»

La Serpeverde si mordicchiò il labbro abbassando lo sguardo mentre sussurrava un debole «No, ma presumo che sto per farlo»

 

 

***

 

Si accomodarono tutti e tre sul divanetto nel soggiorno di casa Evans, Victoria al centro con a lato Rose e Zaki.

«Allora, ci siamo» esalò la brunetta posando le mani chiuse a pugno sulle ginocchia e voltandosi verso la sua migliore amica, in volto uno sguardo serio. «Zaki è mio fratello.»

«Fratellastro» corresse lui.

Rose allargò gli occhi, le sue attenzioni saettavano dal volto di lui a quello di lei cercando qualcosa. Probabilmente, si disse poi, stava cercando una qualche somiglianza tra i due ma a parte i capelli castani non ci vide nient’altro.

«Ma non vi assomigliate» Eccellente Rose Weasley, che grande constatazione.

«Davvero Rose? Tutto qui?» le chiese Vicky alzando un sopraciglio in tono accusatorio. Di certo dopo la rivelazione di un grande segreto come quello si era aspettata uno strabuzzare di occhi, imprecazioni o domande a finimondo.

«Il fatto è che – continuò la Serpeverde – mia madre aveva una relazione con Vicktor Krum in Ungheria, scoprì di essere incinta e rimase con lui il tempo necessario per scodellare Zaki, ecco. Poi partì per l’Inghilterra perché non era più innamorata di Krum per ragioni del tipo ‘non c’è mai’, ‘non sono pronta’ e tante altre sciocchezze. Ma la verità è che mia madre non era un tipo fedele. Appena trasferitasi qui trovò un altro uomo e dopo qualche mese rimase di nuovo incinta. Ma questa volta fu l’uomo ad andarsene … così mia madre mi diede il nome di colui che l’aveva amata di più al mondo: Victor. Così io e Zaki ci togliamo solo un anno, hanno saputo che mamma era malata qualche mese fa. Lei non gli aveva mai raccontato niente, non voleva che qualcuno di loro due si sentisse in dovere di prendersi cura di lei o cose del genere. Aveva me … e diceva che le ero l’unica cosa che le serviva».

A quel punto Victoria si fiondò di colpo su un bicchiere d’acqua posato sul tavolino davanti a loro, Rose aveva capito che più che per la sete lo aveva fatto perché la sua voce si era paurosamente incrinata verso la fine del racconto.

«Questa è tutta la storia» aggiunse Zaki posando una mano sulla schiena della sorellastra, cercando di rassicurarla.

«E-e ora tu andrai in Ungheria? Sono venuti per portarti via?» chiese Rose tutto d’un fiato cercando disperatamente negli occhi del ragazzo un po’ di tranquillità e che lui le dicesse che no, non le avrebbero portato via una delle sue ragioni di vita.

«No Rosie, sta tranquilla – disse Vic staccandosi dal bicchiere e prendendo una mano della rossa tra le sue, un gesto che era rara fare – Zaki si trasferirà ad Hogwarts, Victor si è preso una pausa e hanno chiamato un altro allenatore al suo posto. Frequenterà il nostro stesso anno perché tra i ritiri, la nuova lingua e il fatto che abbia studiato da privatista per tutto questo tempo ci metterà un po’ ad abituarsi.»

«A Settembre dovrò fare lo Smistamento con i nanerottoli del primo» confessò il ragazzo facendo sentire, ancora una volta, il suo pesante accento da Europa dell’est.

A Rose sfuggì un sorriso al solo pensiero di vedere un ragazzone alto e muscoloso come lui a dondolarsi tra i ragazzini spaventati del primo anno per attendere il proprio turno durante la cerimonia. Zaki ricambiò il sorriso alla ragazza diventando leggermente rosso.

 

***

 

Il funerale non durò molto, Rose fu  al fianco dell’amica per tutto il tempo, eccezion fatta per i minuti in cui Albus si era avvicinato per poter parlare con Vicky in privato.

Seppe dopo, Rose, che Vicky aveva ripetuto la scena del ‘ti-racconto-tutta-la-verità’ anche con Albus, questa volta Zaki non vi aveva partecipato ma era rimasto a scambiare due parole con Rose faccia a faccia.

Dal breve dialogo la rossa capì che sia Zaki che Victor volevano davvero bene a Vicky e che avrebbero fatto tutto ciò che era in loro potere per farla stare meglio.

«Posso farti una domanda un po’ troppo personale?» gli chiese Rose ad un certo punto.

«Certo.»

«Perché tu … perché tu non sei allo stesso stato di Vicky?»

«Oh, bhe – il ragazzo aveva capito l’esatto significato delle parole di Rose e non le voleva nascondere la verità – io non ho passato un solo minuto della mia vita con mia madre escluso il parto e le feste comandate, è come se fosse stata una mia zia alla lontana, sua figlia è Victoria come il mio genitore è mio padre Victor. Lo so che può sembrare brutto da sentire ma … è così.»

Furono poi raggiunti da Vicky e Albus e la loro conversazione fini lì.

«Rooose, tesoro andiamo.» Ron Weasley si avvicinò ai ragazzi e dopo aver dato per l’ennesima volta le condoglianze a Vicky sussurrò alla figlia «C’è Victor Krum qui, forza andiamocene prima che veda me o, peggio ancora, tua madre!»

Le parole del signor Weasley ebbero un effetto magico istantaneo perché proprio in quel momento il signor Krum si avviò verso di loro a braccetto di un Hermione tutta rossa e nervosa.

«Victoria, non sapevo che i Weasley fossero tuoi amici» il suo accanto ungaro era nettamente meno presente di quello del figlio.

«Ehm, si. Victor ... il signor Ron Weasley e la signora Hermione Weasley e questa è la loro figlia Rose mentre lui è il mio ragazz-, ehm, voglio dire è Albus Potter, loro nipote.»

Ma stranamente Victor non fu attirato dal celebre cognome di Albus quanto più dalla presentazione di Rose.

«Quindi questa è … vostra figlia?»

«Sisisi. Mia e di mia moglie.» confermò Ron strappando Hermione dal braccio della vecchia conoscenza. «Ora è proprio il momento di andare a casa. A casa nostra. Mia e di mia moglie e dei nostri due bambini. …. Albus, vieni con noi?»

Il ragazzo azzardò un’occhiata di sottecchi alla cugina Rose, l’astio tra di loro non si era ancora spento come tra il resto dei cugini dopo la peggiore litigata che abbiano mai fatto.

«No, grazie zio. Torna a prendermi papà.»

Rose salutò i presenti e se ne andò via esausta dalle diverse emozioni provate in una singola, lunga, giornata.














Grazie a chi continua a leggere questa fanfic nonostante i miei lunghi, ripetuti ritardi nell'aggiornamento.
Purtroppo non è un periodo facile, non ho tempo tra la scuola, vita sociale e lavoro. Spero che continuerete a seguire la storia e a starmi accanto c:
-Lee.

   
 
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