Chissà cosa diranno...

Sveglia snervante alle cinque del mattino.
Colazione saltata a causa di un ritardo.
Allenamento a pancia vuota.
Entrata in azione per sventare una rapina.
Interrogare ad uno ad uno i prigionieri.
Sbrigare una lunga serie di fatture.
Sventare un’altra rapina.
Convincere un superiore a prendersi la responsabilità degli interrogatori.
Subire la delusione di non essere riuscita a convincere il superiore, e sbrigare il lavoro più velocemente possibile nel tentativo di recuperare il tempo perso.
Allenare le matricole.

Una persona normale sarebbe già stata sfinita al terzo punto.
Ma Tashigi no, invece. Lei doveva dimostrare a tutti che anche se era una donna, non era debole.
E quindi?
E quindi sbrigava il triplo del lavoro di un normale marinaio.
“Obbiettivamente, la cosa è un po’ ingiusta” pensò lei.
Tashigi era esausta, e per quanto cercava di nasconderlo, il tenere gli occhi aperti a malapena e il barcollare in preda al sonno la tradivano.
Erano le dieci di sera. La strada per raggiungere la sua cabina era lunga, ed erano comprese anche le scale.
A quell’ultima parola, l’istinto di salire sulla balaustra della nave e di buttarsi in acqua prese il sopravvento nella mente di lei.
Ma era troppo stanca per andare dalla sala mensa, dove aveva appena cenato, al ponte.
E avrebbe dovuto fare le scale comunque.
Così, dopo due piani di gradini in salita, raggiunse a passo di bradipo la porta della sua cabina.
Dopo un numero impreciso di errori infilò la chiave nella serratura e la fece scattare.
Il rumore del meccanismo fu accompagnato dalla dolce immagine mentale di un letto morbido e da quella del pigiamone con le paperelle che aspettavano solo lei.
«SORPREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEESA!»
Alzò lo sguardo e si accorse di un mucchio di gente che la guardavano perplessi, una bottiglia di champagne da stappare e uno striscione con scritto “Buon compleanno, Smoker!”.
La prossima volta Tashigi se ne sarebbe fregata dello sconto per le camere doppie. Poi qualcuno le avrebbe spiegato perché lei, essendo una marinaia, doveva pagare per un pernottamento in cabina di una nave della marina.
Hina si avvicinò alla ragazza, la scrutò attentamente per un paio di minuti e disse: «Ma non sei Smoker!».
“Però, che intuito!” continuò a meditare Tashigi, ancora troppo stanca per dar voce ai suoi pensieri.
Qualcuno fra i presenti borbottò, e lei si sentì arpionare il braccio e sommergere dal resto della folla, mentre Hina richiudeva la porta.
Ecco, con una festa in ballo nella sua cabina poteva dire addio alla speranza di addormentarsi.
Si sentirono dei passi pesanti che si avvicinarono e un odore di tabacco pizzicò il naso dei presenti.
Tutti quanti si tennero pronti, mentre invece Tashigi cominciava a socchiudere gli occhi per la stanchezza.
Poco prima di sentire il rumore della porta aprirsi e di sprofondare nel mondo dei sogni pensò: “Chissà cosa diranno, quando scopriranno che il compleanno del commodoro Smoker, in realtà, è fra quattro mesi... ”.


E' da più di un anno che non vado su EFP. Rientrarci e pubblicare una storia fa quasi impressione...
Beh, credo che ormai ci saranno più persone che non conosco che altre, quindi mi ri-presento: 

Piacere! Sono Val2910, che ha ritrovato questa piccola storia nell'archivio di documenti Word che non toccavo dai tempi in cui ero EFPdipendente o qualcosa del genere, così ho pensato: "tanto vale pubblicarlo, no?". E quindi eccolo qui, spero che vi piaccia :)