Ob-la-di ob-la-da life goes on bra
La-la how the life goes on
Ob-la-di ob-la-da life goes on bra
La-la how the life goes on...
Nonostante le cuffiette, Giosuè riusciva a sentire la canzone che Emma stava ascoltando dal suo Mp3: Obladì Obladà dei Beatles.
Dopo la piccola presentazione all'orfanotrofio, “La Marchioni” era andata a prepararsi la valigia e, senza salutare nessuno, era salita nella macchina del padre.
Giosuè le aveva parlato finché non si era accorto che stava ascoltando la musica.
Si era sentito proprio un povero pirla.
Dopo poco Giosuè parcheggiò la macchina di fronte ad un alto palazzo grigio cupo che ricordava tanto quella vecchia catapecchia dell'orfanotrofio.
Scendendo dalla macchina si accorse che aveva cominciato a piovere. Il cemento della strada si stava già ricoprendo di piccole macchioline scure.
Una veloce occhiata al suo terrazzo gli fece ricordare di aver lasciato i vestiti stesi fuori.
Vide che Emma si era già incamminata e velocemente la raggiunse.
“Sbrigati altrimenti ci bagniamo”
le disse prendendola per un braccio e trascinandola verso il palazzo.
Dentro al condomini c'era una gran caldo, sembrava di essere in Spagna ad Agosto.
Era tutta un'altra vista poi!
I muri erano di un viola acceso con appesi bellissimi quadri e il pavimento di marmo era coperto da un tappeto giallo a strisce arancioni.
All'orfanotrofio e nella casa dove Emma abitava prima con la madre, capeggiavano colori scuri e opachi ed era raro che vedesse cose di colori così brillanti.
“La signora che ha comprato il condominio ha voluto arredarlo così”
le spiegò Giosuè mentre entravano nell'ascensore che li portò al terzo piano.
Un reggiseno rosa di pizzo appoggiato alla maniglia della porta dell'appartamento numero 22 lasciò di stucco anche l'impassibile Emma.