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Autore: Give_me_only_kiss    24/03/2013    9 recensioni
Lui non era niente. Era nero. Questo pensava un piccolo Scorpius di appena undici anni, fissando le gocce di pioggia che bagnavano il vetro della finestra di camera sua. Si alzò sbuffando e si mise davanti allo specchio, scompigliandosi i capelli con la mano destra.
Tutto quello che vide fu la luce più assoluta: capelli biondi, quasi bianchi, da angelo e carnagione lattea, labbra sottili e lineamenti taglienti, occhi azzurro lucente eppure slavato, con picchiettature grigie.
Assomigliava ad un angelo.
Scorpius ghignò, ricordandosi un detto che aveva letto in un libro babbano.
L’apparenza inganna.
Perché per quanto Scorpius fosse bello fuori, dentro era marcio. Nero.
Genere: Dark, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Draco Malfoy, Hermione Granger, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Rose/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 4

Una donna camminava per i corridoi del Ministero con aria orgogliosa e imperturbabile. I riccioli castani le ricadevano morbidi sulle spalle. Indossava una camicetta bianca infilata nei pantaloni scuri a vita alta e un paio di tacchi alti.

Arrivò nel Dipartimento Auror. Stava per dirigersi nell’ufficio dove era stata convocata, quando si sentì afferrare per un braccio. Si voltò e si ritrovò davanti il suo ex.

-Ronald – disse Hermione con aria di sufficienza. Ron sorrise debolmente e le lasciò il braccio.
-Sei venuta qui per me? – chiese con aria ingenua. Hermione sbottò e mise le mani sui fianchi.

-No, Ronald. E come puoi pensare una cosa del genere? Ti vai a sbattere quattro puttane a sera, torni a casa di tuoi figli e lasci anche evidenti segnali in giro di ciò che combini. E poi hai persino il coraggio di dirmi “Sei venuta per me”?!?! – la rabbia della ragazza era lampante.

-Weasley, vai a finire i tuoi rapporti. La signorina Granger è mia ospite – l’arrivo di Malfoy la fece trasalire. I due uomini si guardarono in cagnesco. Ron aveva digrignato i denti quando Malfoy aveva sottolineato con un ghigno la parola signorina.
Alla fine fu il biondo a vincere la lotta di sguardi e il rosso si allontanò, imprecando pesantemente.                         

-Grazie Malfoy – sussurrò Hermione. Poi si ricompose e chiese con un sorriso:

-Allora, come mai mi hai mandato a chiamare? – Malfoy si guardò in giro e disse con un mormorio:                      

-Non qui. Vieni con me – la prese per mano e la portò in un ufficio. Hermione sentì il suo cuore accelerare il battito alla vista delle loro mani intrecciate. Il suo tocco era delicato, la sua mano fredda e gelida. Eppure, quel tocco le bruciava il petto, l’anima.

Si sedette sulla sedia davanti ad una scrivania di legno intagliato. Malfoy si sedette dietro la scrivania e unì i polpastrelli delle dita, con fare drammatico. Poi rise. Una risata per nulla eccessiva, cristallina.
Ma allo stesso tempo amara.

-Dimmi come fai Granger – sbottò all’improvviso Malfoy, sbattendo le mani sulla scrivania.
-Co-me come faccio? – balbettò Hermione, confusa. Malfoy annuì.

-Già. Come fai, Granger. Devi sapere che mia moglie Astoria è morta per dare alla luce Scorpius. Era una donna meravigliosa. Il nostro è stato un matrimonio combinato, è vero, per mandare avanti la stupida tradizione Purosangue della mia famiglia. Mi posso ritenere fortunato. A differenza di Blaise Zabini, a cui è toccata quella oca della Parkinson, io ero stato graziato dalla dea bendata. Astoria era una Purosangue posata, gentile, dolce, premurosa. Tutto quello che avrei potuto desiderare.

-E quando rimase incinta, la mia gioia era incalcolabile. Ma poi Astoria si ammalò. Una malattia che all’inizio pareva una banale influenza, tanto che più per la sua salute, io mi preoccupavo per il bambino. E non mi accorsi che Astoria peggiorava sempre di più. Un giorno, la trovai svenuta sul letto e mi venne un attacco di panico.

-Chiamai il medico. La notizia che mi diede fu terribile. La mia Astoria aveva una malattia incurabile. Era destinata a morire tra nemmeno due settimane. E la settimana dopo era previsto il parto.                                
Mi disperai, ma comunque, Astoria perse la vita dando alla luce Scorpius.                                                                        
E ora tu ti stai chiedendo perché ti sto raccontando tutto questo.

Hermione rimase basita davanti a quel racconto di sofferenza. Annuì.

-Perché, vedi… - continuò Malfoy – Scorpius è sempre stato un bambino… ecco. Non so come dirlo. Se dico strano, sembrerebbe una maledizione. Se dico speciale, sembrerebbe una benedizione. Ma il… dono, diciamo così, di Scorpius, è qualcosa di unico. Ha sempre avuto un grande talento magico, tanto che sin da bambino era capace di compiere qualche piccola magia anche se senza bacchetta. Era qualcosa di meraviglioso. Se andavamo al parco o comunque in un prato, al suo passaggio tutti i fiori sbocciavano, l’aria si riempiva di armonia. Ma quando compì sette anni andammo per la prima volta a Diagon Alley e Scorpius capì in che famiglia era nato. Capì che tutti lo disprezzavano e lo odiavano per colpa dei miei errori. E si chiuse in sé stesso. Non usciva mai di casa se non per lo stretto necessario e non parlava mai.

- Era diventato l’ombra di una persona. Forse al primo impatto non dà questa impressione. Al primo incontro Scorpius può sembrare un bambino viziato e arrogante, ma se si va a fondo si trova solo una grande rabbia e dolore. Tanto. Perché nella sua vita non c’è mai stata una figura materna o qualcuno da seguire, perché la gente lo giudica ancora prima di conoscerlo. Basterebbe qualche parola per far capire a chiunque che vale la pena di essere amici di Scorpius, per quanto sia un bambino stupendo.

-E non lo dico perché sono suo padre. Lo dico perché è così. E invece la gente lo giudica in base ai miei errori e a quelli di mio padre – strinse i pugni per la rabbia – e Scorpius si è trasformato in un’ombra, in un bambino gelido e pessimista, il suo cuore si è chiuso a qualsiasi contatto. E poi arrivate tu e tua figlia, come se niente fosse, e lo fate sorridere… - Hermione inarcò un sopracciglio.

-E non guardami così Granger. Lo sai da quanti anni non vedevo un sorriso sulle labbra di Scorpius? Tre, forse quattro. Non so come tu ci sia riuscita, ma l’hai fatto. Inoltre, la scuola mi ha avvertito di un incidente avvenuto durante il suo Smistamento. Sono preoccupato marcio, ma non posso muovermi di qui perché io e Potter stiamo lavorando su un caso particolarmente difficile.

- E perciò ti chiedo di aiutarmi a risollevare Scorpius, a farlo vivere di nuovo, a farlo tornare quello di una volta. Ti sto implorando, Granger. Non pensare a tutto quello che ti ho fatto, fai appello al tuo spirito Grifondoro e aiuta il mio bambino.

Hermione rimase senza parole davanti a quello spettacolo insolito che mai avrebbe pensato di vedere. Draco Lucius Malfoy era davanti a lei, le mani strette tra le sue, tremava e aveva gli occhi lucidi di lacrime.  Sorrise e annuì.

-Ti aiuterò Malfoy. Dimmi solo come – disse. Gli occhi del biondo si illuminarono e sorrise radioso.

-Grazie. Io stavo pensando che potresti venire ogni tanto al Malfoy Manor, durante le vacanze e stare con Scorpius. Potremmo usare come scusa il lavoro, tanto sei una dipendente del Ministero, no?

-Sì, ma come farei ad avvicinarlo? – chiese Hermione, curiosa. La storia di quel bambino la incuriosiva tantissimo, anche se la cosa che l’attraeva di più erano i suoi poteri misteriosi.

-Scorpius è sempre stato un bambino chiuso e riservato, ma il suo punto debole è anche il tuo. La sua più grande passione. Ho provato invano a farlo interessare al Quidditch, ma lui rimane sempre sulla sua posizione. È testardo, il ragazzo. Hai capito di cosa parlo, Granger?
Hermione ci pensò un attimo. Una passione inversa a quella del Quidditch. Il suo stesso punto debole…

-La lettura? – ipotizzò. Malfoy annuì.

-Vedo che sei rimasta la stessa, dopo tutti questi anni. La solita arguta – commentò con un ghigno che stranamente Hermione trovò delizioso e che la fece arrossire – ma tornando a noi, potresti avvicinarlo con una scusa che riguardi i suoi adorati libri. So che troverai il modo… e per quanto riguarda tua figlia…

-Mi dispiace, Malfoy – lo interruppe Hermione con tono amaro – ma Rose non accetterà mai.

-E perché? – chiese l’Auror, con tono interrogativo. Hermione sorrise amara e disse:

-Per quanto tutti dicano che Rose ha il mio stesso cervello, io sono dell’opinione che Rose sia tutta suo padre. È impulsiva, eccessivamente orgogliosa, golosa. Ha ereditato dai Weasley il loro tipico spirito combattivo e il talento per il Quidditch. E ha, purtroppo, gli stessi punti di vista del padre.

-Non sto dando tutta la colpa a Ronald. In parte è anche colpa mia, che ho lasciato che questi stupidi pregiudizi influenzassero il suo modo di pensare. Ho provato in tutti i modi a farle cambiare idea, ma è testarda e non demorde facilmente. Hugo, lo stesso, anche se penso che lui sia proprio irrecuperabile, dato che Ronald è riuscito ad averlo in custodia. Ma Rose potrebbe ancora cambiare…
Malfoy parve incupirsi al racconto della ex Grifondoro e abbassò lo sguardo, riflettendo.

-Potremo sempre provare a farli diventare amici – propose. Hermione scosse la testa alla sua ingenuità, tradita dall’espressione disperata sul suo volto.

-No. Quando alla stazione lei mi ha chiesto chi fossi e io le ho risposto, ha arricciato il naso al tuo cognome e mi ha chiesto se fossi mai stato un Mangiamorte. Probabilmente quel cretino del mio ex marito ti aveva nominato. Quando ha annuito, ha detto decisa “allora mi sono sbagliata. Il biondino mi sembrava simpatico, ma se è il figlio di un Mangiamorte è chiaramente malvagio”. Ho provato a farla desistere, senza esiti positivi. È più cocciuta di un mulo.
Malfoy sospirò e si prese la testa tra le mani. Poi parve rassegnarsi all’evidenza e commentò, ghignando:

-Proprio come te – Hermione arrossì e fece per ribattere, ma poi sorrise e annuì.

-Già – ammise – ma con James e Roxanne dalla sua parte, credo che tuo figlio dovrà stare attento.
-Che intendi? – chiese curioso Malfoy. Hermione sorrise.

-Devi sapere che in tutto a casa Weasley ci sono almeno una ventina di ragazzi, tra maschi e femmine. Si vogliono bene tutti tra loro e molto spesso li vedo riunirsi tutti in una stanza, per quella che loro chiamano A.A.W. cioè, Assemblea Aiuto Weasley – rise, una risata cristallina che Draco trovò adorabile – si aiutano l’uno con l’altro, insomma.

-Ma alcuni sono legati più di altri. Ad esempio Hugo e Lily, essendo i piccoli di casa, sono sempre stati molto uniti. O Fred Junior e Roxanne, che sono un po’ come i nuovi Fred e George, sempre lì a inventare o pubblicizzare nuovi prodotti della ditta dei loro genitori. Ma Roxanne è anche la migliore amica di Rose, e James è il compagno di baldoria preferito di quella pazza di mia figlia. Non fanno altro che organizzare scherzi, combinare guai insieme. E sono sicura che avranno in mente qualche bello scherzetto ai danni del povero Albus che, sono sicura, sarà finito in Serpeverde, e quindi anche alla sua Casa in particolare. 

-Come mai siete tutti convinti che il figlio di Potter finirà in Serpeverde?

-Perché è tutto suo padre – disse Hermione semplicemente, sorridendo. Malfoy inarcò un sopracciglio.

-Harry doveva finire a Serpeverde, non a Grifondoro. Chiese al Cappello di metterlo nei rosso-oro – spiegò brevemente Hermione – e inoltre, non si è mai integrato con i suoi cugini. Forse i rapporti con Rose sono i migliori, ma Albus mi ha sempre dato l’impressione di essere un pesce fuor d’acqua in mezzo a tutti quei Grifondoro sicuri – Malfoy annuì e Hermione aggiunse – sono sicura che lui e Scorpius diventeranno amici.

-Tu credi? – lo sguardo dell’Auror era acceso da una luce nuova. Hermione annuì.

-Al cento per cento – poi il suo sguardo si posò sull’orologio – oh diavolo, è tardissimo, devo scappare!
Si alzò e fece per dirigersi alla porta, ma Malfoy la bloccò.

-Granger… - mormorò, attirandola a sé. La ragazza sentì il suo cuore infiammarsi e non ne capiva il perché.

-Sì? – chiese. Il biondo sorrise e le stampò un piccolo bacio sulla guancia destra. Hermione si toccò incredula la guancia dove poco prima quelle labbra paradisiache si erano poggiate.

-Grazie. Per Scorpius – rispose Malfoy sorridendo. Hermione annuì e ricambiò il sorriso. Poi, ancora intontita, uscì dall’ufficio dell’Auror a passo incerto.

Perché, perché le faceva quell’effetto?    


Eccomi qui! Devo dire che ero abbastanza scoraggiata, dato che lo scorso capitolo non ha ricevuto recensioni… ma vabbè, speriamo che questo abbia maggior successo! Qui si incomincia a formare la Dramione che, come ho già annunciato, si evolverà piuttosto in fretta. Spero che mi lasciate almeno tre recensioni, altrimenti io smetto (sì è un ricatto!!! – no scherzo, continuo comunque, questa storia è la mia preferita tra quelle che sto scrivendo, ma per favore lasciate qualche commento, anche minuscolo).                 
Un bacio,
Selenakilla89 

 
  
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