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Autore: svegliaminiall    24/03/2013    5 recensioni
Sunday:
Farò qualsiasi cosa pur di andarmene. A partire dall'autostop: la prima opzione che mi passa per la testa. Non so in quanti vadano da Doncaster a Londra di venerdì sera, ma tentar non nuoce.
-
Harry:
Ma porca di quella troia. Ditemi dove cazzo sono adesso.
"Svoltare a destra" continua a ripetere la voce metallica e femminile di questo fottuto navigatore. "Svoltare a destra". Guardo a destra: non c'è una strada neanche a pagarla oro, dove vuole che svolti?! "Svoltare a destra" blatera ancora la donna-tom-tom.
"Ma porca troia, stronza puttana, non vedi che a 'sta cazzo di destra non c'è neanche una fottuta strada di merda?!" sbraito contro l'aggeggio meccanico come se potesse sentirmi.
-
"Hai fatto la pipì addosso? Sulla...sulla mia auto?" chiede Harry sbarrando gli occhi e trattenendo le risate.
Io lo guardo incenerendolo con lo sguardo. Sono terrorizzata. "Ho..." comincio con il cuore a mille "credo di aver...rotto le acque".
- - -
Sunday e Harry.
Lei che sa di aver perso tutto, Lui che Crede di avere tutto.
Un incontro casuale ma travolgente per entrambi.
Perché è proprio dalle macerie che si può ricostruire.
-
[ATTENZIONE: contenuti forti]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 3: Shopping

Sunday POV

- Harry, ma il tuo frigo è vuoto! - esclamo aprendo l'enorme (e deserto) elettrodomestico grigio, popolato soltanto da due lattine di birra e da un solitario vasetto di marmellata alla...rosa canina? Bah, che gusti strani. - Cosa mangi di solito?
- O ordino una pizza, o vado a cena fuori con i miei amici, anche il cinese non è male, niente in confronto al messicano però... – farfuglia lui con aria sognante ficcandosi un biscotto in bocca e sputacchiando alcune briciole.
- Harry, che schifo! Dai, avrai qualcosa nella dispensa che non siano biscotti – lo incoraggio io.
- Mmm – comincia lui, per poi andare ad aprire un'anta dell'isola in cucina – si! Patatine! - esclama lui vittorioso estraendone un sacchetto dal mobile.
- E quella dovrebbe essere una merenda più salutare? - rido.
- Uffa, sembri mia madre! - scherza – sono settimane che non sono a casa, è ovvio che la dispensa sia vuota, di solito sono bravo, mamma – continua sorridendo.
- Si, certo – rispondo ironica senza credergli - Lascia almeno che ti prepari qualcosa di decente per cena, visto che vivrò qui senza sborsare mezza sterlina!
- Sunday, non devi sentirti un peso, non sei qui nemmeno da un giorno e ti stai già facendo problemi inutili, tranquilla – mi rassicura.
- Va bene se vado a fare un po' di spesa? - chiedo invece io – Devo anche comprare un po' di cose per Nathan, dimmi cosa vorresti mangiare – sorrido. Sembriamo una vecchia coppia, quando in realtà ci conosciamo da meno di 24 ore. Forse mi sto prendendo troppa confidenza?
- Figurati, vengo con te, ci mancherebbe! - esclama chiudendo velocemente il pacco di Gocciole ormai mezzo vuoto. - Il supermercato è a soli quindici minuti da qui, andiamo a piedi? - chiede.
- Certo – rispondo prendendo in braccio Nathan che, dopo aver mangiato, si era addormentato sul divano. Harry era stato dolcissimo, non avendo ancora una culla per lui, l'aveva sistemato sul divano e circondato con un muro di cuscini per evitare di farlo cadere, poi l'aveva coperto con una copertina di pile con stampe verdi e si era messo a mangiare biscotti tenendolo d'occhio dalla cucina.
Dobbiamo comprare un sacco di roba: pannolini, biberon, un lettino, una carrozzina e altre millecinquecento cose. Per non parlare dell'operazione riempimento-frigo-di-Harry.

Alla fine abbiamo preso la macchina. Siamo due pigri cronici, quindi abbiamo optato per la comodità, e così ci è venuto in mente che dobbiamo prendere anche un seggiolino da auto per Nathan.
Io invece mi sento sempre più in colpa per tutti i soldi che devo far spendere ad Harry, non avevo messo in conto che avrei dovuto fare tutte queste spese, ma lui non sembra curarsene, anzi, sembra quasi entusiasta. Bah, chi lo capisce è bravo.
Entriamo tutti e tre nel supermercato e, con Harry ben camuffato – banali occhiali da sole e cappello – per non farsi riconoscere, ci dirigiamo verso il reparto per bambini.
- Bene, eccoci qua – nota Harry – da dove cominciamo?
- Emm, non ne ho idea, pannolini? Salviettine? Latte in polvere? - comincio ad elencare cose a caso.
- Okay, pannolini. Magari lì troviamo anche i biberon – mi asseconda Harry indicando un reparto un po' più avanti, dove ci dirigiamo. - Wow – esclama lui sconsolato appena raggiungiamo la fantomatica corsia. E in effetti non ha tutti i torti. Ci cono decine e decine di tipi di pannolini diversi, di tutte le forme e i colori.
- Beh, quali...quali prendiamo? - chiedo io incerta.
Lui ci pensa per mezzo minuto e poi indica un pacco di pannolini, con sicurezza. - Questi! - esclama deciso.
- Perché proprio quelli? - chiedo io non capendo il suo “criterio di scelta”.
- Perché, guarda, è troppo tenero l'orsetto che c'è disegnato! - sorride lui come un deficiente – E sono sicuro che piacciano anche a Nathan, vero piccolino? - si rivolge a mio figlio, prendendo la scatola di pannolini e sventolandogliela davanti agli occhi per poi far parlare l'orso disegnato. - Si, Nathan, sono l'orso Boo e tu vuoi comprarmi – dice cercando di imitare la voce di un pupazzo dei cartoni animati.
In tutta risposta mio figlio lo guarda con gli occhi spalancati, curioso. - Harry, per favore, smettila di fare l'idiota e pensiamo a quali prendere – lo rimprovero io scherzosamente, strappandogli la confezione dalle mani e rimettendola al suo posto.
- Uffa sei cattiva – sorride, poi continua – prendiamo quelli che costano di più, così andiamo sul sicuro – propone lui.
- Harry, sii serio, non mi va di farti spendere sterline su sterline per dei cavolo di pannolini.
- SI! - esclama invece lui - Quelli con l'orsetto Boo sono anche quelli che costano di più! Sono perfetti! - urla lui al settimo cielo, attirando gli sguardi sorpresi della gente attorno a noi e senza badare alla mia precedente protesta. Prende così quattro confezioni enormi e le butta nel carrello senza tante cerimonie e senza ascoltare minimamente le mie continue lamentele. Dopo un po' decido di arrendermi, è testardo come un mulo questo ragazzo.
- Ecco i biberon! - esclama lui poco dopo.
- Harry, perché sei così entusiasta? - chiedo io, notando il suo umore - Stiamo facendo la spesa – gli faccio notare.
- Non lo so, è troppo figo avere un bambino! - esclama lui sorridendo.
- Harry – comincio sorpresa – tu non hai un bambino – dico incerta.
Lui non si scompone. - Beh, non proprio – conferma – ma perché non dovrei essere emozionato?
- Perché Harry, tu non sei suo padre, ci conosciamo da un giorno! - esclamo.
- E allora? C'è tutto il tempo per conoscersi – afferma.
Forse non si è accorto che la sua frase potrebbe risultare un po' ambigua? Che cavolo di intenzioni ha? Ho sicuramente frainteso io. Si, per forza.
- Visto che tu hai scelto i pannolini, il biberon e il latte in polvere li scelgo io – decido di cambiare discorso.
Lui sbuffa ma accetta il mio “quasi ordine” seguendomi mentre prendo le due cose quasi a caso.
- Bene, adesso...ci manca una culla, una carrozzina, un seggiolino per la macchina e...? - chiede lui.
- E dobbiamo riempire il tuo frigo deserto – sorrido.

La carrozzina e il seggiolino li abbiamo presi senza alcun tipo di intoppo perché non c'era molta scelta. Anche se, indovinate un po'? Harry ha scelto i più cari. È un idiota quel ragazzo, spendere tutti quei soldi per qualcosa che tra qualche mese andrà sostituito perché troppo piccolo.
Mentre ci dirigiamo verso il reparto dedicato ai lettini e alle culle, passiamo davanti a quello dei vestiti per bambini e...catastrofe. No, seriamente, ma siamo sicuri che Harry sia un ragazzo normale? Perché non è possibile che si metta ad urlare davanti ad una tutina pelosa a forma di leopardo. Che poi è orribile!
- Sunday, se non gli compriamo questa tutina io non mi scollo da questo supermercato! - urla. Ma sa cosa vuol dire parlare con un tono di voce normale? A quando pare no.
- Harry, dai, è orribile! - esclamo io di rimando – e poi credo sia da bambina.
- Non è da bambina, l'interno del cappuccio è azzurro, ergo, è da maschio – specifica lui prendendo in mano l'orribile capo di abbigliamento ed esaminandolo nei suoi minimi particolari.
- È perfetta. Andiamo – dice buttando la tutina nel carrello ormai pieno di tutte le scemenze che ha voluto comprare a tutti i costi.
Sospiro rassegnata, e comincio a spingere il carrello verso il reparto che dobbiamo raggiungere, ma al quale probabilmente non arriveremo mai, viste le continue interruzioni da pare di Harry.
Ora Nathan è in braccio a lui, che lo tiene in modo innaturale con un braccio solo, mentre con l'altro tocca tutti i vestitini e i giocattoli esposti. Spero solo che non gli cada per terra mio figlio, o lo riempio di botte.

Finalmente siamo arrivati al reparto tanto ricercato. Ormai ho smesso di oppormi al volere di Harry e il carrello che mi trovo a spingere per questo dannato supermercato è completamente pieno. Io non so come faremo a fare anche la spesa per lui. Scoppierà la macchina.
- Eccoci qua – esclama lui continuando a sorridere. Sono quasi tre ore che siamo chiusi qua dentro e io mi sto annoiando come una dannata, come fa lui ad essere così su di giri? Si sarà fatto di qualcosa prima di entrare.
- Questa volta scelgo io – dico con un tono che non ammette repliche. Ma questa volta la tattica di dettare legge non funziona perché Harry si oppone.
- Col cavolo! Al massimo puoi decidere se vuoi una culla o un lettino con le sbarre – ribatte deciso.
- Cosa? Harry, dai, smettila – lo prego, stufa di tutte le sue proteste. Ma lui non si fa ingannare dal mio tono supplichevole.
- Okay, allora deciderò tutto io: vada per una culla – decreta senza badare (per la millesima volta) alle mie proteste.
- No! - urlo – voglio un lettino.
- Uffa, okay, lettino sia – acconsente – ma lo scelgo io.
- No Harry.
- Si Sunday.
- Enne. O. Harry.
- Esse. I. Sunny.
Trasalisco. - Come mi hai chiamata?
- Sunny, perché? - chiede lui confuso.
- No, niente, è che nessuno mi ha mai chiamata così, mia piace – ma che cazzo c'entra questa confessione adesso?! Lui mi guarda e mi sorride. Che imbarazzo.
- Comunque non lo scegli tu quel fottuto lettino – cambio argomento.
- Si!
- No!
- Si!
- No!
- Si!
- No!
- No!
- SI!
- Ha! Hai detto si! - urla quel deficiente che mi ritrovo davanti.
- Vaffanculo Harry, cosa c'entra? - ma ormai è partito in quarta e si fionda verso il lettino più costoso, con le sbarre color verde acqua. È molto carino in effetti. - Come fai a dire che quello è più comodo di questo? - chiedo indicando un lettino un po' meno costoso.
- Perché se costa di più ci sarà un motivo valido: è più comodo.
- Non è detto che sia così, come fai a saperlo?
Harry sbuffa per le mie proteste e fa una cosa che mai e poi mai mi sarei aspettata da una persona definita normale. Mi porge Nathan – che ha iniziato a piangere per la fame da un paio di minuti – e, incredibile ma vero, si toglie le scarpe e si siede nel lettino con le sbarre turchesi. Cambia posizione un paio di volte e poi decreta con nonchalance, - Mmm, è comodissimo – poi fa per alzarsi ma...
- Ehi, ragazzo, ma cosa credi di fare? - una commessa sbuca da dietro un angolo mentre io sono ancora sconvolta per quello che ha appena fatto Harry.
- Ops – lo sento mormorare per poi vederlo saltare fuori dal lettino, prendere in mano le scarpe e il carrello e darsela a gambe – Corri Sunday, corri! - mi urla ridendo come un pazzo. Così mi trovo a correre assieme a lui, con Nathan in braccio, e a rifugiarci nel reparto peluches. Una volta appurato che la commessa non ci avrebbe trovati, ci guardiamo e scoppiamo a ridere come due idioti.
- Tu sei pazzo! - dico tra una risata e l'altra.
- Lo so – conferma lui senza smettere di ridere con quella sua voce roca e (ahimè) dannatamente sexy. È un dato di fatto, ormai, non posso negarlo. Questo ragazzo è bellissimo. Non so cosa c'entri questo pensiero con questa situazione ma non posso controllare la mia mente quindi chissene frega. Se uno è bello, è bello e basta. E poi era da un secolo che non mi divertivo e che non ridevo così tanto.

Alla fine indovinate un po' quale lettino abbiamo preso? Quello verde acqua ovviamente. Ormai mi sono abituata a non avere voce in capitolo, quindi Harry ha deciso di comprare anche uno di quegli aggeggi che ti attacchi alla pancia per portare i bambini. Bah, non ne capisco l'utilità visto che esistono le carrozzine. E, dopo aver fatto anche la spesa per riempire il frigo, ha insistito per mettersi quell'intrico di stoffa addosso e di far indossare l'orribile tutina al povero Nathan.
Inutile dire che ci abbiamo messo mezz'ora per infilargli quell'indumento peloso e altrettanto tempo è stato sprecato per mettere ad Harry quella specie di porta-bimbo o come diavolo si chiama. Come se non bastasse, il risultato finale è inguardabile, anche se da un lato tenero.
Harry insiste che gli scatti una foto col suo IPhone, così, malvolentieri, lo accontento.
Perdiamo poi un'altra mezzora per togliergli di dosso quel coso ma, a sentire lui (parole testuali) “ne è valsa la pena”.


***


Harry POV

È quasi ora di cena quando arriviamo a casa, stanchi morti ma – almeno per me – felici.
Sunday, dopo aver allattato il piccolo Nathan, si mette subito ai fornelli mentre io tolgo dagli scatoloni tutte le cose che abbiamo comprato. Forse ho un po' esagerato con il numero di vestiti ma vabbè, erano belli, quindi ne è valsa la pena.

La cena che mi ha preparato Sunday è buonissima, ma mi porta a pensare tutta sera: sono solo io che mi faccio mille teghe mentali, o sembriamo una vecchia coppia dove lei prepara la cenetta perfetta per il marito che torna dal lavoro?
Okay, probabilmente sono io che mi creo strani pensieri, ma la nostra in effetti è una situazione un po' ambigua.

Siamo qui che parliamo di quanto zucchero mettere nella torta che abbiamo deciso di fare dopo cena, quando sentiamo suonare il campanello. Sunday mi guarda con un'espressione interrogativa, ma io scuoto la testa: non aspetto visite. Così mi avvicino alla porta e la apro.
- Ragazzi, cosa ci fate qui? - esclamo per la piacevole sorpresa di ritrovarmi i miei migliori amici – Zayn, Liam, Josh, Niall e Louis (evidentemente tornato da Doncaster) – davanti.
- Louis era troppo curioso di sapere qualcosa in più di questa tua nuova situazione, Harry, così abbiamo deciso di fare un'improvvisata – sorride Liam.
- Beh, entrate, Sunny ed io stavamo facendo un dolce, possiamo mangiarne una fetta tutti insieme – propongo facendo entrare i ragazzi – Fate piano, però, che finalmente Nathan si è addormentato – sussurro indicando il bambino accoccolato nella carrozzina (il lettino l'avevo già montato in camera di Sunday).
- OMMIODDIO MA È BELLISSIMO! - urla invece Louis, beccandosi un'occhiata di fuoco da parte di Sunday. Nathan, infatti, turbato da quel chiasso improvviso, si sveglia e comincia a piangere.
- Lui è Louis – mi rivolgo alla ragazza con aria sconsolata.
- Grazie Louis – comincia Sunday sarcastica – ora ci metterò un'ora per farlo riaddormentare, comunque io sono Sunday – gli porge la mano sorridendo per poi andare a recuperare Nathan.
- Harry, metti quel cazzo di zucchero, mescola l'impasto, e poi inforna la torta – mi ordina – torno appena Nathan si riaddormenta.
La vedo scomparire su per le scale e decido di seguire i suoi ordini, dirigendomi verso la cucina. - Decisa, la ragazza – constata Zayn.
Subito Louis mi si avvicina e pretende che io gli racconti ogni minimo particolare. Nel frattempo Niall ha acceso la televisione su Mtv e si è stravaccato sul divano assieme a Josh e Liam.

Quando Sunday comincia a scendere le scale è passato poco più di un quarto d'ora e io e Louis abbiamo chiacchierato abbastanza e infornato la torta. Lei fa per sorridermi ma, ancora prima di arrivare in fondo alle scale si blocca, e guarda verso la TV che sta riproducendo Skinny Love di Birdy. Poi torna a guardare me, terrorizzata.
- Niall – chiamo il mio amico in possesso del telecomando.
- Potresti spegnere la TV o cambiare canale? - chiede Sunday con urgenza, tremando. Perché fa così? Continuo a non capire.
- No, è figa questa canzone – lo sento grugnire come se niente fosse, abbuffandosi di patatine.
- Niall... - provo di nuovo.
- Dai, Hazza, non rompere i coglioni – scherza. Ma Sunday no.
- Vaffanculo, guardatela da solo la tua Mtv, stronzo – Sunday lo fulmina. Glaciale. Poi gira i tacchi e torna al piano di sopra, lasciando tutti i ragazzi senza parole.
- Cosa...cosa ho fatto? - chiede Niall incredulo. Anche i ragazzi attendono una mia spiegazione, mi stanno fissando tutti, increduli.
- Non...non lo so Niall – comincio – Sunday non riesce ad ascoltare la musica. Non ce la fa proprio e non so il perché – spiego i tutta onestà.
- C'è qualcosa sotto, per forza.
Zayn ha ragione, c'è qualcosa che non va.


***


Eee bentornate fanciulle caVe! Come state? Io bene. E si, ve lo dico anche se non me l'avete chiesto e quindi anche se non ve ne frega niente. Perdonate gli eventuali errori ma non ho avuto tempo di rileggerla, cosa che farò appena avrò un po' di tempo.
Ragazze mie, nel secondo capitolo le recensioni si sono rammollite(?)! Per favore fatemi sapere cosa ne pensate, così so se continuare questa storia o se abbandonarla al suo destino crudele(?). In poche parole: fatevi sentire! Anche per messaggio privato se non per recensione, mi farebbe molto piacere!
Comunque come vedete in questo capitolo Sunday ha di nuovo questi suoi comportamenti che saltano dalle stelle alle stalle (oggi ce l'ho con i termini strani), si scoprirà perchè, abbiate fede(?) e vedrete.
Un'altra cosa: durante la storia ci sarà la necessità di descrivere tematiche un po' particolari, e per questo motivo ho deciso che scriverò qualche Missing Moment rosso. Per chi non lo potrà leggere non sarà un problema perché gli stessi fatti verranno comunque raccontati nella storia originale anche se un po' meno esplicitamente.
Ma passiamo ai ringraziamenti!
Grazie alle ragazze che hanno recensito; a fedrica218, Frannie e Spinning_Top_Hope per aver messo la storia tra le preferite e a incrediniall, Bebix e jas_ per averla messa tra le seguite! Grazie infinite anche ad Annarita98 che mi ha messa tra i suoi autori preferiti! Non me lo sarei mai aspettato, ti ringrazio tantissimo!
Come sempre ecco qui l'abbigliamento:
Nathan, Harry e Sunday.
Detto ciò, vi saluto, vi ringrazio per aver sopportato questo delirio e mi ritiro nella mia grotta (?).
Adieu, Lucia.

   
 
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