Capitolo 3: Shopping
Sunday POV
-
Harry, ma il tuo frigo è vuoto! - esclamo
aprendo l'enorme (e
deserto) elettrodomestico grigio, popolato soltanto da due lattine di
birra e da un solitario vasetto di marmellata alla...rosa
canina?
Bah, che gusti strani. - Cosa mangi di solito?
-
O ordino una pizza, o vado a cena fuori con i miei amici, anche il
cinese non è male, niente in confronto al messicano
però... –
farfuglia lui con aria sognante ficcandosi un biscotto in bocca e
sputacchiando alcune briciole.
-
Harry, che schifo! Dai, avrai qualcosa nella dispensa che non siano
biscotti – lo incoraggio io.
-
Mmm – comincia lui, per poi andare ad aprire un'anta
dell'isola in
cucina – si! Patatine! - esclama lui vittorioso estraendone
un
sacchetto dal mobile.
-
E quella dovrebbe essere una merenda più salutare?
- rido.
-
Uffa, sembri mia madre! - scherza – sono settimane che non
sono a
casa, è ovvio che la dispensa sia vuota, di solito sono
bravo, mamma
– continua sorridendo.
-
Si, certo – rispondo ironica senza credergli - Lascia almeno
che ti
prepari qualcosa di decente per cena, visto che vivrò qui
senza
sborsare mezza sterlina!
-
Sunday, non devi sentirti un peso, non sei qui nemmeno da un giorno e
ti stai già facendo problemi inutili, tranquilla –
mi rassicura.
-
Va bene se vado a fare un po' di spesa? - chiedo invece io –
Devo
anche comprare un po' di cose per Nathan, dimmi cosa vorresti
mangiare – sorrido. Sembriamo una vecchia coppia, quando in
realtà
ci conosciamo da meno di 24 ore. Forse mi sto prendendo troppa
confidenza?
-
Figurati, vengo con te, ci mancherebbe! - esclama chiudendo
velocemente il pacco di Gocciole ormai mezzo vuoto.
- Il supermercato è a soli quindici minuti da qui, andiamo a
piedi?
- chiede.
-
Certo – rispondo prendendo in braccio Nathan che, dopo aver
mangiato, si era addormentato sul divano. Harry era stato dolcissimo,
non avendo ancora una culla per lui, l'aveva sistemato sul divano e
circondato con un muro di cuscini per evitare di farlo cadere, poi
l'aveva coperto con una copertina di pile con stampe verdi e si era
messo a mangiare biscotti tenendolo d'occhio dalla cucina.
Dobbiamo
comprare un sacco di roba: pannolini, biberon, un lettino, una
carrozzina e altre millecinquecento cose. Per non parlare
dell'operazione riempimento-frigo-di-Harry.
Alla
fine abbiamo preso la macchina. Siamo due pigri cronici, quindi
abbiamo optato per la comodità, e così ci
è venuto in mente che
dobbiamo prendere anche un seggiolino da auto per Nathan.
Io
invece mi sento sempre più in colpa per tutti i soldi che
devo far
spendere ad Harry, non avevo messo in conto che avrei dovuto fare
tutte queste spese, ma lui non sembra curarsene, anzi, sembra quasi
entusiasta. Bah, chi lo capisce è bravo.
Entriamo
tutti e tre nel supermercato e, con Harry ben
camuffato –
banali occhiali da sole e cappello – per non farsi
riconoscere, ci
dirigiamo verso il reparto per bambini.
-
Bene, eccoci qua – nota Harry – da dove cominciamo?
-
Emm, non ne ho idea, pannolini? Salviettine? Latte in polvere? -
comincio ad elencare cose a caso.
-
Okay, pannolini. Magari lì troviamo anche i biberon
– mi asseconda
Harry indicando un reparto un po' più avanti, dove ci
dirigiamo. -
Wow – esclama lui sconsolato appena raggiungiamo la
fantomatica
corsia. E in effetti non ha tutti i torti. Ci cono decine e decine di
tipi di pannolini diversi, di tutte le forme e i colori.
-
Beh, quali...quali prendiamo? - chiedo io incerta.
Lui
ci pensa per mezzo minuto e poi indica un pacco di pannolini, con
sicurezza. - Questi! - esclama deciso.
-
Perché proprio quelli? - chiedo io non capendo il suo
“criterio di
scelta”.
-
Perché, guarda, è troppo tenero l'orsetto che
c'è disegnato! -
sorride lui come un deficiente – E sono sicuro che piacciano
anche
a Nathan, vero piccolino? - si rivolge a mio figlio, prendendo la
scatola di pannolini e sventolandogliela davanti agli occhi per poi
far parlare l'orso disegnato. - Si, Nathan, sono l'orso Boo e
tu
vuoi comprarmi – dice cercando di imitare la voce
di un pupazzo
dei cartoni animati.
In
tutta risposta mio figlio lo guarda con gli occhi spalancati,
curioso. - Harry, per favore, smettila di fare l'idiota e pensiamo a
quali prendere – lo rimprovero io scherzosamente,
strappandogli la
confezione dalle mani e rimettendola al suo posto.
-
Uffa sei cattiva – sorride, poi continua –
prendiamo quelli che
costano di più, così andiamo sul sicuro
– propone lui.
-
Harry, sii serio, non mi va di farti spendere sterline su sterline
per dei cavolo di pannolini.
-
SI! - esclama invece lui - Quelli con l'orsetto Boo
sono anche
quelli che costano di più! Sono perfetti! - urla lui al
settimo
cielo, attirando gli sguardi sorpresi della gente attorno a noi e
senza badare alla mia precedente protesta. Prende così
quattro
confezioni enormi e le butta nel carrello senza tante cerimonie e
senza ascoltare minimamente le mie continue lamentele. Dopo un po'
decido di arrendermi, è testardo come un mulo questo ragazzo.
-
Ecco i biberon! - esclama lui poco dopo.
-
Harry, perché sei così entusiasta? - chiedo io,
notando il suo
umore - Stiamo facendo la spesa – gli faccio notare.
-
Non lo so, è troppo figo avere un bambino! - esclama lui
sorridendo.
-
Harry – comincio sorpresa – tu non hai un bambino
– dico
incerta.
Lui
non si scompone. - Beh, non proprio – conferma – ma
perché non
dovrei essere emozionato?
-
Perché Harry, tu non sei suo padre, ci conosciamo da un
giorno! -
esclamo.
-
E allora? C'è tutto il tempo per conoscersi –
afferma.
Forse
non si è accorto che la sua frase potrebbe risultare un po'
ambigua?
Che cavolo di intenzioni ha? Ho sicuramente frainteso io. Si, per
forza.
-
Visto che tu hai scelto i pannolini, il biberon e il latte in polvere
li scelgo io – decido di cambiare discorso.
Lui
sbuffa ma accetta il mio “quasi ordine” seguendomi
mentre prendo
le due cose quasi a caso.
-
Bene, adesso...ci manca una culla, una carrozzina, un seggiolino per
la macchina e...? - chiede lui.
-
E dobbiamo riempire il tuo frigo deserto – sorrido.
La
carrozzina e il seggiolino li abbiamo presi senza alcun tipo di
intoppo perché non c'era molta scelta. Anche se, indovinate
un po'?
Harry ha scelto i più cari. È un idiota quel
ragazzo, spendere
tutti quei soldi per qualcosa che tra qualche mese andrà
sostituito
perché troppo piccolo.
Mentre
ci dirigiamo verso il reparto dedicato ai lettini e alle culle,
passiamo davanti a quello dei vestiti per bambini e...catastrofe.
No, seriamente, ma siamo sicuri che Harry sia un ragazzo normale?
Perché non è possibile che si metta ad urlare
davanti ad una tutina
pelosa a forma di leopardo. Che poi è orribile!
-
Sunday, se non gli compriamo questa tutina io non mi scollo da questo
supermercato! - urla. Ma sa cosa vuol dire parlare con un tono di
voce normale? A quando pare no.
-
Harry, dai, è orribile! - esclamo io di rimando –
e poi credo sia
da bambina.
-
Non è da bambina, l'interno del cappuccio è
azzurro, ergo, è da
maschio – specifica lui prendendo in mano l'orribile capo di
abbigliamento ed esaminandolo nei suoi minimi particolari.
-
È perfetta. Andiamo – dice buttando la tutina nel
carrello ormai
pieno di tutte le scemenze che ha voluto comprare a tutti i costi.
Sospiro
rassegnata, e comincio a spingere il carrello verso il reparto che
dobbiamo raggiungere, ma al quale probabilmente non arriveremo mai,
viste le continue interruzioni da pare di Harry.
Ora
Nathan è in braccio a lui, che lo tiene in modo innaturale
con un
braccio solo, mentre con l'altro tocca tutti i vestitini e i
giocattoli esposti. Spero solo che non gli cada per terra mio figlio,
o lo riempio di botte.
Finalmente
siamo arrivati al reparto tanto ricercato. Ormai ho smesso di oppormi
al volere di Harry e il carrello che mi trovo a spingere per questo
dannato supermercato è completamente pieno. Io non so come
faremo a
fare anche la spesa per lui. Scoppierà la macchina.
-
Eccoci qua – esclama lui continuando a sorridere. Sono quasi
tre
ore che siamo chiusi qua dentro e io mi sto annoiando come una
dannata, come fa lui ad essere così su di giri? Si
sarà fatto di
qualcosa prima di entrare.
-
Questa volta scelgo io – dico con un tono che non ammette
repliche.
Ma questa volta la tattica di dettare legge non funziona
perché
Harry si oppone.
-
Col cavolo! Al massimo puoi decidere se vuoi una culla o un lettino
con le sbarre – ribatte deciso.
-
Cosa? Harry, dai, smettila – lo prego, stufa di tutte le sue
proteste. Ma lui non si fa ingannare dal mio tono supplichevole.
-
Okay, allora deciderò tutto io: vada per una culla
– decreta senza
badare (per la millesima volta) alle mie proteste.
-
No! - urlo – voglio un lettino.
-
Uffa, okay, lettino sia – acconsente – ma lo scelgo
io.
-
No Harry.
-
Si Sunday.
-
Enne. O. Harry.
-
Esse. I. Sunny.
Trasalisco.
- Come mi hai chiamata?
-
Sunny, perché? - chiede lui confuso.
-
No, niente, è che nessuno mi ha mai chiamata
così, mia piace – ma
che cazzo c'entra questa confessione adesso?! Lui mi guarda e mi
sorride. Che imbarazzo.
-
Comunque non lo scegli tu quel fottuto lettino – cambio
argomento.
-
Si!
-
No!
-
Si!
-
No!
-
Si!
-
No!
-
No!
-
SI!
-
Ha! Hai detto si! - urla quel deficiente che mi ritrovo davanti.
-
Vaffanculo Harry, cosa c'entra? - ma ormai è partito in
quarta e si
fionda verso il lettino più costoso, con le sbarre color
verde
acqua. È molto carino in effetti. - Come fai a dire che
quello è
più comodo di questo? - chiedo indicando un lettino un po'
meno
costoso.
-
Perché se costa di più ci sarà un
motivo valido: è più comodo.
-
Non è detto che sia così, come fai a saperlo?
Harry
sbuffa per le mie proteste e fa una cosa che mai e poi mai
mi
sarei aspettata da una persona definita normale. Mi
porge
Nathan – che ha iniziato a piangere per la fame da un paio di
minuti – e, incredibile ma vero, si toglie le scarpe e si
siede nel
lettino con le sbarre turchesi. Cambia posizione un paio di volte e
poi decreta con nonchalance, - Mmm, è comodissimo
– poi fa per
alzarsi ma...
-
Ehi, ragazzo, ma cosa credi di fare? - una commessa sbuca da dietro
un angolo mentre io sono ancora sconvolta per quello che ha appena
fatto Harry.
-
Ops – lo sento mormorare per poi vederlo saltare fuori dal
lettino,
prendere in mano le scarpe e il carrello e darsela a gambe –
Corri
Sunday, corri! - mi urla ridendo come un pazzo. Così mi
trovo a
correre assieme a lui, con Nathan in braccio, e a rifugiarci nel
reparto peluches. Una volta appurato che la commessa non ci avrebbe
trovati, ci guardiamo e scoppiamo a ridere come due idioti.
-
Tu sei pazzo! - dico tra una risata e l'altra.
-
Lo so – conferma lui senza smettere di ridere con quella sua
voce
roca e (ahimè) dannatamente sexy. È un dato di
fatto, ormai, non
posso negarlo. Questo ragazzo è bellissimo. Non so cosa
c'entri
questo pensiero con questa situazione ma non posso controllare la mia
mente quindi chissene frega. Se uno è bello, è
bello e basta. E poi
era da un secolo che non mi divertivo e che non ridevo così
tanto.
Alla
fine indovinate un po' quale lettino abbiamo preso? Quello verde
acqua ovviamente. Ormai mi sono abituata a non avere voce in
capitolo, quindi Harry ha deciso di comprare anche uno di quegli
aggeggi che ti attacchi alla pancia per portare i bambini. Bah, non
ne capisco l'utilità visto che esistono le carrozzine. E,
dopo aver
fatto anche la spesa per riempire il frigo, ha insistito per mettersi
quell'intrico di stoffa addosso e di far indossare l'orribile tutina
al povero Nathan.
Inutile
dire che ci abbiamo messo mezz'ora per infilargli quell'indumento
peloso e altrettanto tempo è stato sprecato per mettere ad
Harry
quella specie di porta-bimbo
o come diavolo si chiama. Come se non bastasse, il risultato
finale
è inguardabile, anche se da un lato tenero.
Harry
insiste che gli scatti una foto col suo IPhone, così,
malvolentieri,
lo accontento.
Perdiamo
poi un'altra mezzora per togliergli di dosso quel coso
ma, a sentire lui (parole testuali) “ne
è valsa la pena”.
***
Harry
POV
È
quasi ora di cena quando arriviamo a casa, stanchi morti ma –
almeno per me – felici.
Sunday,
dopo aver allattato il piccolo Nathan, si mette subito ai fornelli
mentre io tolgo dagli scatoloni tutte le cose che abbiamo comprato.
Forse ho un po' esagerato con il numero di vestiti ma vabbè,
erano
belli, quindi ne è valsa la pena.
La
cena che mi ha preparato Sunday è buonissima, ma mi porta a
pensare
tutta sera: sono solo io che mi faccio mille teghe mentali, o
sembriamo una vecchia coppia dove lei prepara la cenetta perfetta per
il marito che torna dal lavoro?
Okay,
probabilmente sono io che mi creo strani pensieri, ma la nostra in
effetti è una situazione un po' ambigua.
Siamo
qui che parliamo di quanto zucchero mettere nella torta che abbiamo
deciso di fare dopo cena, quando sentiamo suonare il campanello.
Sunday mi guarda con un'espressione interrogativa, ma io scuoto la
testa: non aspetto visite. Così mi avvicino alla porta e la
apro.
-
Ragazzi, cosa ci fate qui? - esclamo per la piacevole sorpresa di
ritrovarmi i miei migliori amici – Zayn, Liam, Josh, Niall e
Louis
(evidentemente tornato da Doncaster) – davanti.
-
Louis era troppo curioso di sapere qualcosa in più di questa
tua
nuova situazione,
Harry, così abbiamo deciso di fare un'improvvisata
– sorride Liam.
-
Beh, entrate, Sunny ed io stavamo facendo un dolce, possiamo
mangiarne una fetta tutti insieme – propongo facendo entrare
i
ragazzi – Fate piano, però, che finalmente Nathan
si è
addormentato – sussurro indicando il bambino accoccolato
nella
carrozzina (il lettino l'avevo già montato in camera di
Sunday).
-
OMMIODDIO MA È BELLISSIMO! - urla invece Louis, beccandosi
un'occhiata di fuoco da parte di Sunday. Nathan, infatti, turbato da
quel chiasso improvviso, si sveglia e comincia a piangere.
-
Lui è Louis – mi rivolgo alla ragazza con aria
sconsolata.
-
Grazie Louis – comincia Sunday sarcastica – ora ci
metterò
un'ora per farlo riaddormentare, comunque io sono Sunday –
gli
porge la mano sorridendo per poi andare a recuperare Nathan.
-
Harry, metti quel cazzo di zucchero, mescola l'impasto, e poi inforna
la torta – mi ordina – torno appena Nathan si
riaddormenta.
La
vedo scomparire su per le scale e decido di seguire i suoi ordini,
dirigendomi verso la cucina. - Decisa, la ragazza – constata
Zayn.
Subito
Louis mi si avvicina e pretende che io gli racconti ogni minimo
particolare. Nel frattempo Niall ha acceso la televisione su Mtv e si
è stravaccato sul divano assieme a Josh e Liam.
Quando
Sunday comincia a scendere le scale è passato poco
più di un quarto
d'ora e io e Louis abbiamo chiacchierato abbastanza e infornato la
torta. Lei fa per sorridermi ma, ancora prima di arrivare in fondo
alle scale si blocca, e guarda verso la TV che sta riproducendo
Skinny
Love di
Birdy. Poi torna a guardare me, terrorizzata.
-
Niall – chiamo il mio amico in possesso del telecomando.
-
Potresti spegnere la TV o cambiare canale? - chiede Sunday con
urgenza, tremando. Perché fa così? Continuo a non
capire.
-
No, è figa questa canzone – lo sento grugnire come
se niente
fosse, abbuffandosi di patatine.
-
Niall... - provo di nuovo.
-
Dai, Hazza, non rompere i coglioni – scherza. Ma Sunday no.
-
Vaffanculo, guardatela da solo la tua Mtv, stronzo – Sunday
lo
fulmina. Glaciale. Poi gira i tacchi e torna al piano di sopra,
lasciando tutti i ragazzi senza parole.
-
Cosa...cosa ho fatto? - chiede Niall incredulo. Anche i ragazzi
attendono una mia spiegazione, mi stanno fissando tutti, increduli.
-
Non...non lo so Niall – comincio – Sunday non
riesce ad ascoltare
la musica. Non ce la fa proprio e non so il perché
– spiego i tutta onestà.
-
C'è qualcosa sotto, per forza.
Zayn
ha ragione, c'è qualcosa che non va.
***
Eee
bentornate fanciulle caVe!
Come state? Io
bene. E si, ve lo dico anche se non me l'avete chiesto e quindi anche
se non ve ne frega niente. Perdonate gli eventuali errori ma non ho
avuto tempo di rileggerla, cosa che farò appena
avrò un po' di
tempo.
Ragazze
mie, nel secondo capitolo le recensioni si sono rammollite(?)! Per
favore fatemi sapere cosa ne pensate,
così so
se continuare questa storia o se abbandonarla al
suo
destino crudele(?). In poche parole: fatevi sentire! Anche
per
messaggio privato se non per recensione, mi farebbe molto piacere!
Comunque
come vedete in questo capitolo Sunday ha di nuovo questi suoi
comportamenti che saltano dalle stelle alle stalle (oggi ce l'ho con
i termini strani), si scoprirà perchè, abbiate
fede(?) e vedrete.
Un'altra
cosa: durante la storia ci sarà la necessità di
descrivere
tematiche un po' particolari, e per questo motivo ho deciso che
scriverò qualche Missing
Moment rosso.
Per chi non lo potrà leggere non
sarà un problema perché
gli stessi fatti verranno comunque raccontati nella storia originale
anche se un po' meno esplicitamente.
Ma
passiamo ai ringraziamenti!
Grazie
alle ragazze che hanno recensito; a fedrica218,
Frannie
e Spinning_Top_Hope
per aver messo la storia tra le preferite e a incrediniall,
Bebix
e jas_
per averla messa tra le seguite! Grazie infinite anche ad Annarita98
che mi ha messa tra i suoi autori preferiti! Non me lo sarei mai
aspettato, ti ringrazio tantissimo!
Come
sempre ecco qui l'abbigliamento: Nathan,
Harry e Sunday.
Detto
ciò, vi saluto, vi ringrazio per aver sopportato questo
delirio e mi
ritiro nella mia grotta (?).
Adieu,
Lucia.