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Autore: Saecchan    12/10/2007    0 recensioni
E' la mia prima vera e propria fanfic. Ho deciso di farla un po' particolare, non sempre la stessa pappa xD Nella ficcia, miyavi si è suicidato. E tutto gira intorno all'intervista di una sua groupie. "Gli occhi rossi grondavano di lacrime brillanti, il suo viso, in tutta la tristezza, era bellissimo.”
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: miyavi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Quindi Miyavi sarebbe un vigliacco?”
“No, non proprio. Diciamo, che era come un bambino spaventato.”
“Un bambino spaventato?”
“Sì, tanto piccolo quanto grande con molte aspettative addosso. Voleva semplicemente scappare da una realtà che non sopportava più. A volte anche ‘sballandosi’.”
“Intende la droga?”
“Beh, quando si è nel campo della musica, del successo, la droga è una cosa abituale.”
“Ma era dipendente?”
“No, che io sappia no. Mi è capitato di vederlo farsi qualche striscia di cocaina, o aver fumato erba. Ma solo rare volte. Quando era in cerca di relax o in compagnia di altri amici..”
“Se non le dispiace, mi potrebbe parlare di quella notte?”
“Dell’ultima notte.”
“Sì quella.”
“Uhmm..io e Ayumi eravamo tornate da un giro per Shibuya. Sa, era sabato. Avevamo fatto un po’ di shopping.”
“Miyavi era in albergo?”
“No. Quando siamo tornate eravamo sole, nelle nostre stanze. Ci stavamo provando i vestiti nuovi. Quando…”
“Quando…?”
“Quando, Ayumi decise di coricarsi, e io, non so bene il perché, di fare una visitina a Miyavi. Da un po’ di giorni avevamo deciso di non andare più a rompergli le scatole, non volevamo che ricominciasse ad avercela con noi. Però, quella sera mi sentii un presentimento.”
“Un presentimento? Che tipo di presentimento?”
“Sinceramente, non lo so. Ma qualcosa mi diceva di andare in camera sua. La porta era stranamente socchiusa. Pensai ‘sarà di nuovo ubriaco’ tanto da aver lasciato la porta aperta. Quando entrai, era lì, per terra. Stringendo a se un cuscino, con le ginocchia al petto, buttato per terra ai piedi del letto, con gli occhi lucidi, le guance rosse e lo sguardo nel vuoto. Come dopo aver pianto per ore.”
“…”
“Non si accorse neanche che io fossi lì, davanti a lui, che lo fissavo. Credo che in quel momento piansi.”
“Continui la prego.”
“Aveva accanto la chitarra. La sua amata chitarra. Per sbaglio urtai un bicchiere, che cadde e si frantumò in mille pezzi. Al sua cadere, però, Miyavi alzò gli occhi, mi vide. Fu un attimo profondissimo. Io ero mezza curva intenta a racimolare i cocci del bicchiere. ‘S-scusa! P-pagherò quello che devo pagare’ dissi balbettando. Ma lui non si mosse, mi guardava intensamente negli occhi, non gli importava del bicchiere. Stringeva fortissimo il cuscino e teneva le ginocchia al petto. Gli occhi rossi grondavano di lacrime brillanti, il suo viso, in tutta la tristezza, era bellissimo.”
“E poi?”
“Poi…poi, si alzo lentamente. Con lo sguardo basso. Eravamo faccia a faccia. Sentivo il suo respiro che singhiozzava ancora per il pianto. Alzò gli occhi. Mi guardo. Mi sorrise, come mai fece, e disse ‘Oyasumi’. Sorridendo, si voltò, aprì la porta del bagno, e sparì. Crollando in un sonno eterno.”
“Perché lei non lo fermò?”
“Non lo so. In quel sorriso capì più di quanto dovessi capire. Non potevo fermarlo. Rimasi quindi immobile. Poi, in presa a una crisi di panico, mi gettai con le spalle al muro, seduta per terra, con le ginocchia al petto e la testa poggiata tra le mani. Piansi tutta la notte, quando, stremata e senza più forze, mi addormentai.”
  
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