Science
can be just what is, not what it could be.
Capitolo 16
Becky sbuffò
sonoramente,accarezzandosi con le mani le braccia scoperte,nel
tentativo di
riscaldarsi,mentre se ne stava seduta su una pietra al ciglio della
strada.
-Maledetto uccellaccio-
borbottò,alzando lo sguardo irritato verso i rami di un
albero da cui proveniva
il verso di una civetta.
Louis
ridacchiò,continuando
a tenere il pollice alzato,nella speranza che qualcuno si fermasse per
aiutarli.
La ragazza afferrò uno
dei
sassi che giacevano vicino ai suoi piedi,mirando all’uccello
che tanto lo
infastidiva.
Mentre si affrettava a
lanciare la pietra,qualcuno chiuse le mani
tra il suo pugno.
-E’ solo un povero
uccello-
la rimproverò divertito Louis,togliendole la pietra dalla
mano.
-Un povero uccello che sta
facendo crescere il mio mal di testa- specificò la
ragazza,sbuffando.
Il professore
rise,togliendosi la giacca di jeans.
La posò sulle spalle
della
sua alunna,spostandole i capelli su una spalla.
-Grazie- sorrise
Becky,stringendosi nella stoffa impregnata del dopobarba del ragazzo.
Louis le sorrise prima di
spostare lo sguardo sul suo orologio,notando che erano già
le otto di sera.
Alzò lo sguardo,vedendo
un
vecchio camioncino bianco, fermarglisi davanti.
Il finestrino si
abbassò,mostrando un trentenne barbuto che sorrideva con una
sigaretta tra le
labbra.
-Buonasera- salutò
Louis,osservando con sguardo disgustato la camicia a quadri
dell’uomo sporca di
ketchup,proveniente probabilmente dall’hotdog abbandonato sul
cruscotto del
camion.
-Potrebbe darci una
mano?L’auto non parte e i cellulari non hanno campo- chiese
gentilmente
l’insegnante indicando la sua auto abbandonata sul ciglio
della strada.
-D’accordo-
acconsentì
l’uomo,con la voce resa roca dal fumo.
Louis gli
sorrise,attraccando l’auto dietro al camion pieno di galline
e paglia.
Louis si avvicinò a
Brcky,porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi.
La ragazza si ripulì i
pantaloni,mentre il professore apriva lo sportello del camion.
Becky salì per
prima,ritrovandosi vicina a quell’uomo che puzzava di uova
marce.
L’uomo
partì,voltandosi e
sorridendo alla ragazza.
-Bill- disse,porgendo la
mano a Becky,che la osservò perplessa.
L’uomo la
ritirò,pulendosela
dal ketchup sulla camicia,prima di porge gliela di nuovo.
-Io sono Louis,e lei Becky-
rispose per lei Louis.
Bill annuì,voltandosi
verso
la strada.
-Allora dolcezza,quanti anni
hai?- domandò l’uomo osservando Becky dalla testa
ai piedi,con sguardo
famelico.
-Ehm..diciassette anni-
rispose Becky,spostandosi di più verso il suo professore.
Bill annuì,sorridendole.
-Sei molto carina,sai?-
continuò l’uomo,poggiandole una mano sulla
coscia,accarezzandola lentamente.
Il grugnito infastidito di
Louis risuonò nell’abitacolo.
-Tu
sai invece che sono un tipo molto geloso e
violento,ed è meglio non scherzare con la mia ragazza?-
domandò Louis,spostando
bruscamente la mano dell’uomo dal corpo di Becky.
La ragazza tossì,mentre
sentiva il sangue fluirle verso le guancie.
-Oh scusa,non si direbbe che
stante insieme- borbottò l’uomo.
-Strano,ci amiamo così
tanto- sorrise Louis,stringendo le spalle di Becky che annuiva con le
sopracciglia aggrottate.
-Va bene se vi lascio qui?-
chiese l’uomo,indicando un’aria di servizio deserta.
-Perfetto,grazie- disse
Louis,aprendo lo sportello.
-Se hai bisogno di
qualcosa,io ho una fattoria a cento metri da qui- disse Bill,sorridendo
a Becky
che annuì.
-Non avrà bisogno di
nulla,io sono tutto
ciò di cui ha
bisogno..vero amore?- chiese Louis,spuntando dal nulla,e aiutando Becky
a
scendere dall’auto.
-Vero- sussurrò
Becky,sorridendo incerta.
-Bene,addio Bill- tagliò
corto il professore,sbattendo lo sportello dell’auto e dando
un paio di
colpetti sulla carrozzeria impolverata,sorridendo mentre
l’uomo si allontanava.
-Finalmente- sospirò
Louis,voltandosi verso la stazione di servizio che comprendeva un
distributore
di carburante deserto,un officina meccanica,un ristorante mal ridotto e
un
motel per niente invitante -Io mi occupo dell’auto,lei si
occupi della cena-
continuò il ragazzo,consegnando a Becky delle banconote e indicandole il piccolo
ristorante.
-Pago io- disse la ragazza
restituendo i soldi al professore.
-Non sia sciocca e sia
svelta- sbuffò Louis ignorandola,continuando ad alzare il
suo cellulare,nella
speranza di trovare un po’ di campo.
-Non è giusto che paghi
sempre tutto lei- sbottò Becky,spostandosi i capelli dalla
fronte con un gesto
stizzito.
-Se non se ne va la
boccio,sul serio- sospirò Louis,arrendendosi e riponendo il
cellulare nella
tasca dei jeans.
Becky gonfiò le
guance,allontanandosi a passo svelto verso il ristorante.
Spinse la porta
cigolante,arricciando il naso mentre sentiva la campanella posta in
alto,suonare fastidiosamente.
-Buonasera- salutò
mentre osservava
il pavimento a scacchi giallo e rosso.
-Buonasera- ripetè
più
forte,cercando di attirare l’attenzione di qualcuno visto che
la stanza era
deserta.
-Ciao!- una voce squillante
fece sobbalzare la ragazza,che si voltò immediatamente verso
il bancone scuro.
Una ragazza dai lunghi
capelli biondi e lisci,le regalava un sorriso entusiasta,mentre gli
occhi verdi
scintillavano.
-Posso aiutarti?Dimmi
pure,sembri spaventata,ma non devi esserlo. Si è vero,questo
posto sembra una
città fantasma,ma in realtà sono tutti simpatici
come me. Oh,magari tu non mi
trovi simpatica,in quel caso,beh sono tutti non simpatici come me,ma io
non
credo che tu lo pensi,sembri una tipa in gamba,quanti anni hai?Da dove
vieni?Come ti senti?- la ragazza disse tutto d’un
fiato,fermandosi per
prendere un bel
respiro profondo.
-Vorrei qualcosa da
mangiare- disse soltanto Becky,intimorita.
-Certamente,abbiamo
ciambelle di tutti i tipi: ai mirtilli,lamponi,cioccolato bianco,al
latte,fondente,alla crema pasticcera,al pistacchio,al cocco. Abbiamo
hamburger,cheesburger,hot dog,nachos.Abbiamo frullati alla frutta,al
cioccolato,soda,cola,succhi di frutta alla pera,all’uva,alla
mel- elencò la
ragazza,contando sulle mani tutto ciò che nominava.
-Due hamburger e due
frullati alla ciliegia possono bastare- la interruppe Becky,facendo un
passo in
dietro.
-Arrivano subito- urlò
eccitata la ragazza,correndo verso i frullatori.
-Io sono Patricia,ma
chiamami Patty..sento già che diventeremo graaandi amiche-
disse
Patty,preparando i due frullati.
Becky annuì,alzando le
spalle e sedendosi su uno sgabello di pelle rossa.
-Ho diciotto anni,lavoro qui
da tanto.Mi piace la mia vita,ho un fidanzato stupendo,si chiama Conor
e fa il
meccanico all’officina di fianco.Mi piacciono i
bambini,voglio avere tanti
bambini,due gemelle magari,poi un bel
maschietto..ed un cane,assolutamente un cane. Magari un
cocker,oppure un
beagle.O i bulldog..che ne pensi?- domandò la
ragazza,sbattendo le lunghe
ciglia che le contornavano gli occhi color smeraldo.
-Non saprei..- borbottò
Becky,mordicchiandosi
il labbro inferiore.
-Ecco fatto,sono dieci
sterline. Metto tutto in un sacchetto,anche se i sacchetti sono
inquinanti,e
sarebbe bene non usarne troppi. Mi preoccupo molto per
l’ambiente. Ho anche il
pollice verde,coltivo rose,viole,tulipani..Woooh,è il tuo
ragazzo quello?-
Becky si voltò verso la porta,osservando il signor Tomlinson
appoggiato al
muro,mentre batteva un piede ritmicamente sull’asfalto.
-E’..un..amico-
balbettò la
mora,lasciando la banconota sul bancone e afferrando il sacchetto
–E’ stato un
piacere Patty- salutò,uscendo dal locale.
-Torna a trovarmi- sentì
urlare la
bionda,mentre usciva.
-Ecco la cena- sorrise
piazzandosi di fronte al professore.
-La macchina ha bisogno di
qualche giorno per essere aggiustata,con le ultime venti sterline
rimaste ho
pagato una stanza per la notte- Louis si rigirò le chiavi
tra le
mani,osservando Becky mentre strabuzzava gli occhi.
-Oh- sussurrò la ragazza.
Louis alzò le
spalle,incamminandosi verso la stanza numero 27.
-Ecco fatto-
sussurrò,mentre
spalancava la porta verde,riuscendo finalmente ad aprire la serratura
difettosa.
I due si guardarono
attorno,delusi.
Un letto a due piazze
ricoperto da un lenzuolo giallo canarino era posto in mezzo alla
stanza,una
lampada impolverata alla sua destra ed un tavolino di plastica bianca
alla sua
sinistra,mentre una poltroncina di velluto rosso affiancava il piccolo
armadio,anch’esso di plastica bianca.
-Pensavo
meglio- commentò deluso
Louis,chiudendosi la porta alle spalle.
-E’ molto…-
Becky aggrottò
la fronte,cercando un pregio di quella stanza -luminosa-
sorrise,alludendo alla
piccola finestra ricoperta da una tenda rossa.
Louis annuì,mentre si
toglieva le scarpe e si slacciava i primi bottoni della camicia, per
poi
tuffarsi sul letto.
Becky poggiò la cena sul
piccolo tavolo,sfilandosi a malincuore
la giacca del professore e sentendo le braccia di nuovo
coperte dalla
leggera maglia di cotone bianco.
La poggiò delicatamente
sulla poltrona rossa,sedendosi ad un estremità del letto.
Gli unici rumori udibili
nelle quattro mura della stanza,erano i loro respiri leggeri,ma
entrambi
trovavano quel silenzio estremamente pesante e imbarazzante.
-Mangiamo?- domandò
Louis,schiarendosi la voce.
Becky sobbalzò,annuendo
e
afferrando dal tavolo il sacchetto.
La ragazza consegnò al
professore il suo hamburger ed il suo frullato,cominciando a mangiare
entrambi
seduti sul letto ed in silenzio.
Louis finì in un attimo
il
suo panino ed il suo frullato,mentre la ragazza era ancora a
metà.
Quando anche lei aveva
finito di mangiare,bevve il suo frullato,causando con la cannuccia dei
rumori
buffi.
Louis osservò come
incantato
i movimenti delle labbra di lei umide di latte rosa.
Becky,sentendosi in
soggezione si alzò di scatto,raccattando le carte dal letto.
Si allungò sul
ragazzo,per
afferrare il suo bicchiere vuoto.
Louis percepì
distintamente
il respiro della ragazza,sentendo il calore
del suo corpo appoggiato parzialmente
al suo.
-V..vado a buttare le carte-
balbettò Becky,correndo fuori dalla stanza e chiudendosi la
porta alle spalle.
Louis sospirò
più
volte,cercando di calmarsi.
Stava impazzendo,stava
impazzendo davvero.
Era quella ragazza,con i
suoi modi impacciati che lo faceva
impazzire.
Quando sentì la
serratura
scattare,si alzò di istinto dal letto.
Senza indugiare
ulteriormente afferrò il viso diafano della
ragazza,appoggiando leggermente
le sue labbra sulle
sue,mentre un verso
di frustrazione,misto ad un lamento di consapevolezza e ad un gemito
gli
scappava.
Louis appoggiò la fronte
su
quella della ragazza,baciandole la punta del naso e guardandola negli
occhi.
Qualsiasi parola,in quel
momento sarebbe stata fuori luogo.
Louis si allontanò
lentamente da Becky sospirando,ma la ragazza gli
circondò le spalle baciandolo voracemente.
Louis fece un passo
avanti,schiacciandola contro la porta e sovrastandola con la sua
altezza
nettamente superiore.
Il ragazzo colpì il muro
con
i gomiti,lasciandoli
appoggiati al
muro,mentre la ragazza lasciò ricadere la testa
all’indietro,appoggiandosi e
trascinando con se le loro bocche ancora unite.
Non ci credeva,nessuno dei
due voleva e poteva crederci che quelle sensazioni stupende erano
tremendamente
sbagliate.
Mentre i loro
respiri mancavano,le loro lingue si
conoscevano a vicenda e il sapore del frullato alla ciliegia li
accompagnava,la
consapevolezza che stavano sbagliando tutto si faceva spazio in loro.
Ed entrambi si chiesero
perché.
Perché se era tutto
sbagliato,nessuno dei due riusciva a pentirsene?
Devo
scappareee!
Scusate per gli errori ma non ho tempo
di rileggere.
Perdonatemi per
il ritardo,ho il caricatore rotto ed ho rubato quello di mio fratello
per
aggiornare.
Grazie per le
recensioni,lasciatemene una anche qui per favore.
SI SONO BACIATI!
Fcdfjmbghunjcfvgb
Non so fra
quanto potrò aggiornare,spero il prima possibile.
Much love,
Anto.