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Autore: ale146    15/10/2007    3 recensioni
Harry se ne va da Privet Drive, va alla tana al matrimonio di Bill. Rivede Ginny, non riesce a stare lontano da lei. Resiste. Dopo il matrimonio il trio parte alla ricerca degli Horcrux. Tornano un'anno dopo, hanno distrutto tutti gli Horcrux e Harry è pronto ad affrontare Voldemort. Pronto ad avere un futuro migliore. Senza morte, dolore. Nel frattempo Ginny l'ha aspettato o ha trovato un'altro? Ron e Hermione? Sono finiti insieme? Che fine ha fatto Draco Malfoy? Vuoi scoprire tutto questo? Leggi la mia storia. è la prima Ron/Hermione che scrivo, di solito non scrivo su questa coppia ma ho voluto provare. Spoiler del sesto libro. Metto rating R solo per precauzione.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Alla ricerca di una vita migliore'
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CAPITOLO 3

CAPITOLO 3

Uscire dalla Tana senza sapere se sarebbero tornati era come iniziare una nuova vita. Una nuova vita all’insegna del pericolo.

I tre ragazzi si smaterializzarono nel paesino di Godric’s Hallow, apparvero nella piazza e si guardarono intorno senza sapere cosa fare.

“Harry, qual è la casa dei tuoi genitori?” chiese Hermione in un sussurro.

Harry non rispose subito, stava pensando che lì a pochi passi c’erano le tombe dei suoi genitori, c’era la sua casa, c’era la camera dove lui aveva vissuto fino a quel terribile 31 ottobre, quando Voldemort aveva ucciso i suoi genitori.

“Non lo so Hermione, so solo che la casa è un po’ in rovina e, che era abbastanza grande, non so altro”

“Non ti preoccupare Harry, la troveremo, non sarà difficile, almeno spero” disse Ron.

Non dovettero cercare molto, la casa si affacciava sulla piazza del paesino e in bella mostra vi era una foto di Harry con i suoi genitori, e sotto di essa una scritta:

A James Potter, a Lily Potter

Affinché il vostro sacrificio

Possa portare la pace

Nel mondo magico

E alla distruzione

Delle tenebre

A Harry James Potter

Buona fortuna, nella speranza

Che un giorno,

Tu possa tornare tra noi

E liberarci del male che ci opprime.

Harry e Ron rimasero ammutoliti, mentre Hermione singhiozzava, Ron le passò un braccio attorno alle spalle e lei appoggiò il viso sul suo petto.

Rimasero così per alcuni minuti, poi Harry si avvicinò alla casa, spinse il cancello ed entrò nel giardino seguito dai due amici, infilò la chiave nella toppa e aprì la porta cigolante.

Entrarono in casa con la bacchetta alzata per fare luce e videro che era piena di polvere. Accesero le luci e visitarono la casa. Al piano terra trovarono la cucina, era in legno con l’isola centrale, nella stanza accanto si trovava la sala da pranzo, una sala molto grande; appesi ai muri i ritratti dei nonni di Harry, Robert e Mathilda Potter e di una persona che Harry non conosceva, ma che Hermione disse essere Godric Grifondoro, antenato della sua famiglia. Proseguirono lungo il corridoio e trovarono il soggiorno, un bagno e la lavanderia. Videro due rampe di scale, una che andava al primo piano e una che andava nel sotterraneo. Andarono al primo piano, dove trovarono la camera di Harry che era stata rimessa a posto e oltre ad una culla contava anche un letto ancora incelofanato, ci volle un po’ di tempo per portare via Harry, perché lì era dove sua madre era morta e dove Voldemort era caduto. Nello stesso piano, oltre alla camera dei suoi genitori, vi erano altre due camere, due bagni e un piccolo studio. Harry decise di aprire l’armadio nella camera dei genitori e trovò la divisa da auror del padre e quella da medimago della madre. Sopra il letto dei genitori c’era una busta indirizzata proprio a lui, Harry Potter. Il ragazzo la prese e decise di terminare il giro della casa prima di leggerla. Scesero le scale e andarono nei sotterranei, trovarono 5 porte, aprirono la prima e si trovarono in una stanza enorme, polverosa e illuminata, una biblioteca. Era enorme, Hermione rimase con gli occhi e la bocca spalancata dallo stupore, si notava facilmente che aveva intenzione di sfogliare tutti quei libri, ne prese uno a caso: I segreti dei fondatori di Hogwarts, la ragazza rimase senza parole, era un libro che aveva cercato ovunque, perfino a Hogwarts, ma non l’aveva trovato.

“Hermione, adesso continuiamo ad esplorare la casa, ti prometto che più tardi potrai venire a leggere tutto quello che vuoi” disse Harry.

Sembrava però che Hermione non lo avesse neanche ascoltato, perché come se lui non avesse pronunciato una sola parola la ragazza disse:

“Ti rendi conto Harry che magari qui possiamo trovare materiale sugli Horcrux, sulle arti oscure. Possiamo trovare incantesimi che ci potranno servire in battaglia…”

Non riuscì a terminare il discorso perché Ron la interruppe: “Abbiamo capito Hermione che ti sei innamorata di questa stanza, ma ora se non ti dispiace finiamo di visitare la casa”

La ragazza non rispose e uscì dalla biblioteca scoccando un’occhiataccia a Ron: “Ma cosa ho fatto?”

Harry preferì non rispondere all’amico che ancora non si rendeva conto che la loro migliore amica era innamorata di lui e ci restava male per le sue parole.

“Finiamo di visitare la casa” disse Harry, e uscì dalla stanza seguito da Ron.

Aprì la seconda porta e si trovarono in una taverna, dove c’era una piccola cucina e un tavolo lungo, tutto in legno. Questo doveva essere il posto dove i suoi genitori davano delle feste con gli amici.

La terza porta rivelò un doppio garage, con dentro un’automobile, una Peugeot 307 blu. Peccato che nessuno di loro avesse la patente. Harry e Hermione presero mentalmente nota di procurarsi la patente e soprattutto di imparare a guidare.

Dietro la quarta porta si trovava la più grande aula per le pozioni che i ragazzi avessero mai visto. Era il doppio di quella di Piton a scuola. I tre ragazzi esplorarono minuziosamente l’aula e trovarono alcuni calderoni ancora nuovi e dentro un armadio trovarono alcuni ingredienti ritenuti proibiti a scuola. Trovarono gli ingredienti per la Polisucco, Mosche Crisopa, sanguisughe, erba fondente, centinodia, corno di Bicorno, pelle tritata di Girilacco. Oltre a tanti altri ingredienti per molteplici pozioni.

“Accio zaino Potter” urlò Hermione, dopo un paio di secondi si ritrovò lo zaino di Harry in mano, lo aprì e cominciò a riporre tutti gli ingredienti delle pozioni nell’armadio.

“Qui potremo provare tutte le pozioni che potranno servirci. In biblioteca ho visto molti libri di pozioni, ci possiamo esercitare” disse Hermione

“E se poi finiamo gli ingredienti?” chiese stupidamente Ron

“Andremo a comprarli zuccone” rispose piccata Hermione

“Ti sei forse dimenticata che non possiamo uscire? Si dà il caso che siamo ricercati da un pazzo assassino”

“Lo so anche io sapientone. Si dà il caso però, che abbiamo qui gli ingredienti della polisucco, basta prenderla e ci trasformiamo in altre persone”

“E i pezzetti delle persone dove li troviamo”

“Ron, smettila di fare il bambino, ci ho già pensato. Prima di venire alla Tana mi sono procurata alcuni capelli da vari babbani. Una volta a Diagon Alley nessuno saprà che siamo noi e nessuno saprà che siamo babbani” poi si rivolse a Harry “Vediamo l’ultima stanza?” il tono era leggermente minaccioso e il moretto non osò contraddirla, anzi, le aprì la porta e la seguì nell’ultima stanza con un Ron impegnato a commentare “Miseriaccia se fa paura quando è arrabbiata”

“E allora vedi di non farla arrabbiare, abbiamo bisogno di lei, è l’unica dotata di abbastanza intelligenza da risolvere le situazioni di logica. Non mi va di far da paciere ogni volta che litigate, siamo d’accordo?”

“È lei che mi provoca” provò a dire Ron subito interrotto da Harry “Su questo ho i miei dubbi, in ogni caso se lo fa vedi di stare zitto”.

Dopodichè si voltò per vedere dov’era Hermione e la vide immobile, guardava a bocca aperta dentro la stanza. “Hermione, che succede?” chiese Harry raggiungendola.

Lei indicò con un dito l’interno della stanza e pochi istanti dopo Harry era nella stessa situazione della ragazza. La stanza era in realtà una palestra enorme. Sicuramente era stata allargata con la magia. C’era di tutto, dagli attrezzi per fare gli esercizi ai manichini per gli incantesimi. Trovarono anche i cuscini per gli schiantesimi. Hermione stava già preparando mentalmente un programma di allenamento, vista anche la possibilità di usare le macchine e i pesi.

Tornarono al piano terra e uscirono dalla porta posteriore per andare a vedere il giardino. C’era una rampa che sicuramente portava al garage. Proseguirono lungo il vialetto e si trovarono ad un bivio, presero la stradina di destra e poco più avanti trovarono una costruzione, entrarono e trovarono una piscina, non era enorme ma neanche tanto piccola.

Ritornarono fuori e sulla destra videro l’orto.

“Hermione, come può un orto, che sta in una casa abbandonata da anni, essere in perfette condizioni?” chiese Harry stupito dal vedere melanzane, peperoni e altri ortaggi.

“Magia Harry, qualcuno ha fatto un incantesimo perciò le verdure si mantengono in perfetto stato!”

“Possiamo raccogliere qualcosa in modo da poter mangiare qualcosa stasera?” chiese Ron

“Ma tu pensi sempre e solo a mangiare?” chiese Hermione e senza aspettare risposta fece apparire un cesto e si inginocchio. La ragazza subito aiutata dai due amici raccolse melanzane, peperoni, zucchine, alcuni pomodori, un po’ di cipolle e un po’ d’insalata.

Ripercorsero il vialetto e presero la parte sinistra del bivio. Non fu necessario andare molto avanti per capire dove stavano andando. Trovarono subito una grotta, chiusa con un cancello. Harry prese la chiave che i suoi zii gli avevano dato, la inserì e provò a girarla. Il cancello si aprì, i ragazzi entrarono e videro le tombe di Lily e James Potter, dei nonni di Harry e altre tombe con alcuni parenti del ragazzo. Stettero in silenzio per qualche minuto e dopo aver richiuso il cancello tornarono in casa.

“Chi cucina?” chiese Harry

“Io non so cucinare, mi dispiace” disse Hermione arrossendo.

“Cucino io” disse Ron ridacchiando per l’imbarazzo dell’amica.

Prese il cesto e si chiuse in cucina. Un’ora dopo chiamò i due amici che intanto si erano fatti una doccia.

Ron aveva preparato delle penne con le verdure saltate e delle polpette al sugo con le patate arrosto e insalata con i pomodori. Per dessert invece aveva preparato delle semplici ma gustose crepes al cioccolato.

Dopo aver pranzato e fatto i complimenti a Ron, che era davvero un ottimo cuoco, decisero che da quel momento avrebbe cucinato sempre lui.

Si spostarono in salotto dove cominciarono a preparare il loro programma.

“Ragazzi, io stavo pensando che vista l’opportunità dovremo approfittare della palestra per allenarci, soprattutto a sopportare sforzi. Io avrei già abbozzato un programmino che se a voi va bene dovremo cominciare da domani” disse Hermione abbozzando un sorriso, passò un foglio a Harry che lo lesse ad alta voce.

“Sveglia alle 5.30”

“Miseriaccia Hermione, perché così presto?”

Prevedendo una rispostaccia da parte della ragazza, Harry riprese a leggere “ Colazione e corsa alle 6. Palestra dalle 7 alle 9. Esercitazione in incantesimi dalle 9 alle 12. Pranzo. Dalle 13 alle 16 esercitazione in pozioni. Dalle 16 fino all’ora di cena ricerca degli Horcrux e di tutte le informazioni che possono esserci utili. Dopo cena piscina per un paio d’ore”

“Ma è un programma durissimo”

“Lo so Ron, però vedrai che un po’ alla volta ci abitueremo”

Decisero di passare il pomeriggio ognuno per conto proprio. Harry andò in piscina per rilassarsi, Hermione fece un salto in biblioteca e dopo aver preso qualche libro si ritirò in camera. Ron decise di andare in cucina per preparare qualcosa di speciale per la sera.

Preparò un bis di primi con Crespelle ai funghi e Gnocchi al gorgonzola, come secondo Braciole di Maiale al vino bianco con insalata mista, e come dolce una torta con marmellata d’arancia, una vera delizia per il palato.

Harry era uscito dalla piscina e nel sedersi aveva notato una busta che usciva dalla tasca e poi si ricordò, la lettera trovata nella camera dei suoi genitori.

L’aprì e andò a leggere il mittente.

Albus Silente.

Caro Harry,

Se leggi questa lettera significa che io non ci sono più. Non preoccuparti per me, se me ne sono andato è perché il mio momento è arrivato. Ho messo questa lettera nella camera dei tuoi genitori perché sapevo saresti passato.

Mi dispiace di non averti mai detto dov’erano le loro tombe e la loro casa. L’ho fatto per te, per proteggerti. Sapevo ti saresti sentito in colpa e poi avresti voluto partecipare alle missioni dell’ordine. Non potevo permettere accadesse.

Ora Harry vorrei darti un paio di consigli per la ricerca degli Horcrux, pensa bene ai ricordi di Voldemort e ai posti per lui importanti. Come hai già notato, il diario si collegava a un posto per lui importantissimo, la camera dei segreti, e si trovava in mano a uno dei suoi fedeli. L’anello è stato ritrovato tra le macerie di casa Gaunt, la casa dei suoi avi. Il medaglione invece si trovava nella grotta dove lui fu portato quando era piccolo. Li aveva imparato a spaventare gli altri con le sue capacità e quindi era un luogo importante per lui.

Rifletti bene, chiedi aiuto ai tuoi amici, la signorina Hermione Granger e il signor Ronald Weasley.

Con affetto

Albus Silente

Finalmente quella giornata era arrivata al termine. Da un mese a quella parte i tre ragazzi non facevano altro che studiare e allenarsi. Non erano mai usciti oltre il giardino della casa, fino a quel momento avevano vissuto come reclusi. Questa reclusione aveva fatto bene, però, dopo varie ricerche avevano definito i luoghi dove potevano trovarsi gli Horcrux.

Si erano fatti un idea di quali fossero gli Horcrux mancanti:

La coppa di Tassorosso, il ritratto di Cosetta Corvonero, Nagini, Voldemort e poi volevano lo stesso trovare il medaglione, in modo da poter verificare se fosse stato realmente distrutto.

Ormai erano troppo stanchi per pensare oltre e decisero di andare a dormire senza cena. Di sicuro una notte di sonno avrebbe giovato e tutti e tre.

*******************************************************************************

Era ormai passata un’ora da quando Draco Malfoy si era smaterializzato nel cortile della Tana, e ancora non era uscito nessuno.

Draco era stanco morto, aveva freddo e fame, con passi lenti si avvicinò al capanno degli attrezzi, lo aprì e si sedette sopra una cassa di legno. Appoggiò la testa al muro e si addormentò.

Non vide perciò il trio che usciva da casa e si smaterializzava.

Nella cucina di casa Weasley l’atmosfera era molto triste, Molly piangeva ancora per i ragazzi e Ginny si era ritirata nella sua camera per scrivere a Luna.

Cara Luna,

Harry, Ron e Hermione sono partiti per la loro missione e mi hanno lasciata sola. Mia madre rischia di finire in depressione e papà non vuole ammettere che già gli mancano.

Ho chiesto ai miei genitori se potevi passare il resto delle vacanze da noi. Oddio, ho detto vacanze? Beh, diciamo piuttosto che puoi stare con noi tutto il tempo che vuoi, magari finché non tornano.

Tu che dici? Vieni? Ti prego, non mi va di stare da sola.

Attendo una tua risposta.

Ginny

Dopo aver legato la lettera ad Edvige, l’unico ricordo che aveva di lui, scese in cucina. Salutò il padre che stava andando a lavoro e si sedette a leggere un libro.

Per Arthur era arrivato il momento di andare al lavoro. Per smaterializzarsi doveva allontanarsi un po’ dalla casa. Accelerò il passo, il suo sguardo attento notò subito che la porta del capanno era leggermente aperta. Strano la sera prima l’aveva chiusa lui. Tirò fuori la bacchetta e la puntò verso la porta, si avvicinò con cautela cercando di non fare rumore. Spinse leggermente la porta, tanto quanto bastava per guardare dentro, vide il corpo di una persona, un uomo a giudicare dalla corporatura, all’apparenza svenuto. Aprì di scatto la porta e vide l’ultima persona che si aspettava di vedere, Draco Malfoy. Si accorse che il ragazzo stava tremando ed era più pallido del solito.

Cercando di non svegliarlo lo sollevò e lo portò dentro casa. Molly riuscì a trattenere un urlo quando vide chi stava in braccio al marito.

Arthur appoggiò il ragazzo sul divano vicino alla figlia Ginny. Anche la ragazza lo guardava stupita e in parte spaventata. Molly avvolse il ragazzo in una coperta e, mentre preparava del the il marito provò a svegliarlo.

Il risultato fu soddisfacente perché Draco aprì gli occhi, dapprima spaventato e poi visto il proprietario della voce con sollievo.

“Cosa ci facevi nel nostro capanno ragazzo?” chiese Arthur con un tono di voce che assomigliava tanto a quello di Vernon Dursley.

“Arthur, lascialo in pace per un attimo, non vedi che sta male. Bevi un po’ di the Draco, vedrai che ti scaldi” disse Molly. Draco sorseggiò la bevanda calda e appena si fu ripreso iniziò a parlare.

“Signor Weasley, mi dispiace essermi intrufolato nel Vostro capanno. Non avevo altro posto dove andare”

“Perché? Ti ha mandato tu-sai-chi?”

“No, non sono stato mandato da voi-sapete-chi. Sono scappato. Ero in viaggio con Piton, stavamo cercando di raggiungere il covo di voi-sapete-chi. Io non volevo raggiungerlo, non ho mai voluto diventare un mangiamorte, sono stato costretto per salvare mia madre. Non volevo uccidere Silente. Sono venuto qua perché sapevo che facevate parte dell’ordine della Fenice, l’associazione di Silente e speravo in un vostro aiuto. Lo so che mi sono sempre comportato da bastardo e arrogante nei vostri confronti, mi dispiace, era una maschera che dovevo portare, per far piacere alla mia famiglia. Ho agito per paura. Vi prego, aiutatemi, non voglio tornare da Lui, e non posso tornare a casa.”

“Certo che ti aiutiamo, povero caro” singhiozzò Molly avvicinandosi a Draco e abbracciandolo. Il ragazzo rimase prima stupito per il gesto, poi ricambiò la donna.

Voltò lo sguardo in direzione di Arthur e Ginny, in attesa.

“Certo che ti aiutiamo Draco, benvenuto nell’ordine della fenice. Convocheremo una riunione con i membri dell’ordine e spiegheremo la tua situazione”

“Grazie, signori Weasley, vorrei chiedervi se potete aiutarmi a trovare un posto dove stare”

“Ma che posto e posto, tu resti qua, abbiamo tante camere libere ora che i ragazzi sono partiti. Dormirai nella camera di Ron. Draco, sei così magro e pallido, quando hai fatto un pasto decente l’ultima volta?”

“La sera della morte di Silente. È stata l’ultima volta che ho mangiato qualcosa di decente, da quella sera il massimo che ho mangiato è stato un panino al giorno. Avrei bisogno inoltre di fare una doccia, è un mese che non la faccio”

“Certo caro, vai a fare una doccia che io ti preparo da mangiare, devi riprendere peso” rivolgendosi poi alla figlia “Ginny, accompagnalo di sopra, fagli vedere la camera di Ron e dov’è il bagno”

“Si mamma”.

Salirono le scale in silenzio, arrivati davanti la porta della camera di Ron, Draco si voltò verso Ginny: “Mi dispiace, per come ti ho trattata, per come ho trattato i tuoi amici, mi dispiace per tutto. Puoi perdonarmi?”

“È difficile Malf.. Draco, però possiamo provare a diventare amici. Magari possiamo ricominciare tutto dall’inizio”

“Hai ragione, piacere io sono Draco Malfoy, settimo anno, Serpeverde”

“Piacere, Ginevra Weasley, detta Ginny, sesto anno, Grifondoro”

Scoppiarono a ridere entrambi. Dopo essersi calmati, Draco andò a fare una doccia mentre Ginny, scese ad aspettarlo per la cena. Dopo aver cenato e aver parlato del più e del meno i due ragazzi andarono a dormire. Quello sarebbe stato l’inizio di una nuova amicizia.

Volevo scusarmi con tutti per il ritardo. Un virus mi ha cancellato i capitoli già scritti e adesso sto riscrivendo tutto. Volevo ringraziare chi ha recensito: GUFO, HARRYELY E CRESSIDA.
  
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