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Autore: _brilliam    28/03/2013    3 recensioni
Elisabeth è una studentessa alle prese con l'ultimo anno di liceo. Non è una ragazza qualunque. E' una diciottenne cheerlader che rompe gli schemi delle classiche cheerlader alla moda e desiderate da tutti. Lei forse è l'unica ragazza che non viene quasi calcolata... Tranne dai suoi 2 migliori amici, Niall e Louis, e il suo vicino di casa rompiscatole, Harry. Elisabeth ha una malattia. E' malata di qualcosa di incurabile che si porterà per sempre. Ma Beth ha anche un altro tipo di malattia: l'amore nei confronti del puttaniere dal cuore di pietra: Liam James Payne. Quello che non sa, è che quando passa, da qualcuno viene notata.. Qualcuno che prova per lei un amore malato, quasi sadico.
Beth si ritroverà ad essere combattuta da 2 cuori, uno dei quali, è anche uno dei suoi carnefici che le rendono la vita, un'inferno, ogni giorno sempre di più.
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Spero di avervi incuriosito almeno un pò, se volete dateci un'occhiata :)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo sempre odiato il bianco.
Per diversi motivi.
Bianca, era la cocaina che stava uccidendo mio fratello.
Bianche, erano le mura del bagno in cui tante volte mi ero chiusa per difendermi da Zayn.
Bianco era il colore della malattia che aveva ucciso mio padre, la leucemia.
E bianche erano quelle pareti. Le pareti della piccola sala d'attesa del medico.

L'infermiera di guarda mi aveva detto di aspettare lì i risultati dei miei prelievi e delle mie diverse visite, e io stavo aspettando, ogni secondo sempre più in ansia. A meno che non abbiate mai provato la sensazione di avere una malattia incurabile e degenerativa, allora non credo che voi possiate capire.
Osservavo le raffigurazioni dei muscoli del corpo umano, appese alle pareti con i rispettivi nomi di ogni muscolo, organo e nervo. Due signore al mio fianco stavano aspettando il proprio turno. Una signora era anziana e la pelle pallida e malata, indicava una qualche brutta malattia. La signora più giovane al suo fianco, era evidentemente sua figlia che teneva stretta la mano di sua mamma. I suoi occhi erano lucidi, come se avesse capito che ormai non c'era quasi più nulla da fare per la donna che l'aveva cresciuta. La vita le stava scorrendo tra le dita insieme ai sogni, ai ricordi e la morte si avvicinava, buia e lugubre.
E pensare che per alcuni poteva essere addirittura una liberazione...

Il rumore della porta che si apriva, mi distrasse dai miei pensieri e mi girai di scatto verso il rumore che avevo sentito.
Il medico, il dottor Thompson, l'uomo che fin dai miei primi passi aveva controllato l'avanzamento della mia malattia, mi guardava. Triste.  
Quasi sconsolato. 
Mi fecee cenno di entrare nel suo studio e io mi alzai stirandomi i jeans sui fianchi, prima di entrare diedi un ultimo sguardo alle due signore.
E pensare che erano mamma e figlia. Una volta era stata la mamma a prendersi cura della figlia, ora era costretta a sottostare alle cure di quest'ultima.
Ironico il destino no?

Il dottor Thompson chiuse la porta alle nostre spalle e mi indicò una sedia davanti a una scrivania, mi accomadai lì.
Appena il dottore si sedette, incrociò le mani sotto il mento appoggiando i gomiti alla scrivania. -Fino a qualche mese fa sembrava stesse guarendo..-.
Non era un buon inizio, per niente. -Ma...?- lo incitai. Gli occhi blu del dottore mi osservarono da dietro le lenti che indossava. -Ma invece è peggiorata-. Annuii lievamente con la testa, infondo mi aspettavo una cosa del genere, l'avevo già capito per il bisogno estremo che ora avevo dei farmaci.
-Non c'è nessuno modo per attutire le conseguenze della malattia?- mi costrinsi a chiedere benchè ormai mi fossi arresa.
Il dottore sembrò preso alla sprovvista. -Intendi dire per alleviare i dolori alle ossa e le emorragie?- mi chiese. Annuii semplicemente.
-L'unica cosa che posso farti è aumentare il dosaggio dei farmaci, sperando che tu possa trarne qualche beneficio-.

Un silenzio doloroso piombò su di noi.
Non era il classico silenzio tra innamorati che non sanno che dirsi.
Quello era il silenzio di parole non dette.
Di parole che non si voleva dire.

-Morirò-.
Il dottor Thompson alzò la testa di scatto come se gli avessi tirato uno schiaffo in pieno viso. 
-Non dire così- sussurrò lui. -Ma è quello che volevate dire e non avevate il coraggio di dirmi vero?- mi beffeggiai di lui. Il dottore abbassò di nuovo lo sguardo.
-Può essere combattuta- fu l'unica cosa che riuscì a dire. -Ma se non sapete nemmeno voi come!- alzai di qualche tono la mia voce. Cominciavo ad alterarmi. 
Era della mia vita che stavamo parlando!
-Fay te l'ho già detto. I farmaci sono l'unica soluzione ma per fare più effetto non devi fare sforzi fisici.. e tu sai di che parlo- insistette lui.
Risi istericamente scuotendo la testa. -Io continuerò a fare la mia vita, compreso gli allenamenti delle cheerleader. Non mi faccio mettere KO da una fottuta malattia e non lascerò che la mia vita venga condizionata da questa. Se proprio devo morire, voglio sapere di aver continuato la mia vita come ogni singolo essere umano-.
Il dottor Thompson mi guardò, probabilmente non sapendo che dire. Ma lo anticipai sul tempo.
-Mi prescriva i farmaci, vado a ordinarli in farmacia e per oggi, la nostra seduta finisce qui-.


***


Il suono della campanella mi perforava i timpani mentre annunciava l'arrivo di un nuova ora scolastica.
Sospirai, scocciata di dover alzarmi di nuovo dal banco per andare in un'altra classe. Mi misi lo zaino su una spalla e uscii da là dentro, dirigendomi nei corridoi affollati in cui a stento riuscivi a trovare un pò di spazio per camminare. Sembravano le strade a Natale, quando la folla riempe ogni singolo pezzo di cemento non lasciando intravedere una via per camminare senza ostacoli. Mi diressi al mio armadietto cambiando i libri per l'ora successiva e quando chiusi l'armadietto con un violento scatto, una testa riccioluta comparve nella mia visuale. Sobbalazai sul posto.
 
-Ma trovate tutti gusto nel farmi venire degli infarti vero?!- chiesi ironica al ragazzo dagli occhi verdi più belli che avessi mai visto.
-Bhè sei tu che non senti arrivare le persone- scherzò Harry passandosi una mano tra le ciocche di ricci che gli ricadevano sulla fronte. Sospirai. -Harry non basta già averti come vicino di casa ma devo sopportarti anche qua giusto?- domandai con un mezzo sorriso strafottente. 
Harry mi face l'occhiolino. -Sono Harry Styles piccola Fay, ti ho vista crescere e muovere i primi passi, sei come una sorella minore quindi è normale che debba vedere ogni tua mossa anche qui al liceo- scherzò lui a sua volta. Risi. 
-Certo...- cominciai voltandomi verso di lui strongendogli una guancia e ridendo -fratello maggiore-.
Harry allontanò la mia mano che gli stringeva la guancia e si massaggiò quest'ultima mentre diventava rossa per colpa della pressione delle mie dita.
-Sai Harry, il rosso ti dona con quegli occhi verdi- gli feci un occhiolino ottenendo come risultato solo un suo grugnito. Risi.

-Dai- gli diedi un bacio sulla guancia arrossata -andiamo a lezione-.
Harry si aprì in un sorriso luminoso facendo sorridere anche me. Insieme ci dirigemmo nella classe di storia, mentre tutti, già accomodati, aspettavano l'arrivo della professoressa che non era ancora arrivata per nostra fortuna.
Mi accomadoi in un banchetto all'ultima fila, sotto la finestra, dove mi piaceva sedermi. Harry era esattamente dal lato opposto che chiacchierava animatamente con una ragazza dall'aria timida, o forse solo intimidita da Harry. Scossi la testa, tornando a guardare le nuvole di quel cielo plumbeo.
Harry non si era ancora reso conto dell'effetto che aveva sulle ragazze. Da certi punti di vista, Harry era ingenuo, ma sapeva dove puntare quando aveva bisogno di qualcosa. Sapeva fare buon uso del suo sguardo e del suo sorriso, scuotendo gli ormoni della povera sventurata che gli serviva.
Risi sommessamente per non farmi sentire dalla classe e non farmi prendere per una pazza che rideva da sola.

La professoressa entrò in quell'esatto momento, accomodandosi alla cattedra.
Ero troppo persa tra i pensieri, da non accorgermi che nel banchetto alla mia destra, non c'era il solito ragazzo di sempre ma questa volta era occupato da qualcuno che attirava molto di più l'attenzione. Sbarrai gli occhi, arrossendo probabilmente fino alla punta dei capelli.
-Che ci fai qui?- cercai di darmi il miglior tono infastidito col risultato di diventare solo più rossa.
Lui mi guardò, stringendo gli occhi e sfoderando uno dei classici sorrisi con cui si era portato a letto mezza scuola. -Ti avevo promesso che ti tenevo sotto controllo, e lo farò. Se c'è qualcosa che di Liam Payne non si possa proprio dire è che non mantiene le promesse- detto questo tornò a interessarsi della lezione, guardando la professoressa con aria interessata o forse solo fintamente interessata.
-Io non ti ho chiesto niente- insistetti, questa volta riuscendo ad essere per davvero seria.
Liam non si interessò minimamente alla mia presenza, come se fossi invisibile. -Ehi mi stai ascoltando?!- sibilai. 
Una delle cose che odiavo di più al mondo era proprio essere ignorata.
Questa volta Liam si girò e quasi sobbalzai per il veloce cambio d'umore che l'aveva colpito, ora era infuriato. -Sentimi bene Miller, non farmi pentire della scelta che ho fatto o posso abbandonare la mia buona azione quotidiana cioè salvarti il culo da quel cazzone di Malik, e lasciarti nelle sue grinfie. Chiaro?- chiese retorico con un'alzata di sopracciglio.
Lo guardai aggrottando le sopracciglia, contrariata e infuriata dal tono di voce che aveva usato.
-Come ho già detto, non ti ho chiesto nulla-.
Lui si girò fissandomi, non infuriato nè felice, apatico. Senza espressione. E per un buon quarto d'ora andò avanti così.
Quasi mi stava spaventando. Poi a un certo punto spostò la sua attenzione sulla lezione e non mi degnò più di uno sguardo.
Sospirai.


***


Appena la campanella segnò la fine della lezione di storia, mi alzai dal banco raccogliendo la mia roba e buttandola a caso nello zaino per andarmene il più in fretta possibile.
Harry era già uscito, probabilmente per vedersi con Niall e Louis. Più tardi li avrei raggiunti anch'io.
Feci un veloce slalom tra i banchi per dirigermi fuori, ma una voce dietro di me mi chiamò. Mi girai scocciata. -Che vuoi?-.
Liam appena sentì il mio tono di voce, cambiò faccia, diventando di nuovo arrabbiato.
Si avvicinò con tutta calma a me, lo zaino in spalla e passo felpato, quasi da predatore. Mi incollai al muro, per stargli più alla larga possibile, ma questo lo avvantaggiò poichè si piazzò davanti a me, poggiando le due braccia ai lati della mia testa, non permettendomi alcuna via di fuga.
Mi guardò negli occhi. I suoi erano così profondi che ti ci potevi perdere eppure quelle rare screziature dorate e ambrate, mi facevano sperare che del buono ci fosse anche in lui.
-Ti ho già detto che voglio tenerti al sicuro e non voglio ripetertelo ancora- esordì. 
Eravamo così vicini che respiravamo ognuno l'aria dell'altro.
-Perchè lo fai?- gli domandai con lo sguardo basso e il fiato corto. I battiti del mio cuore erano aumentati vertiginosamente.
Liam inclinò la testa su di un lato, socchiudendo gli occhi per mettermi a fuoco meglio.
Sembrò tentennare sulla risposta, sembrando quasi innocente ma poi prese un profondo respiro e tornò il Liam spavaldo di sempre. -Non mi va che ti tratti così e non mi chiedere perchè e fatti i cazzi tuoi. La curiosità va messa a bada te l'hanno mai detto?- prese il mio mento tra le dita della sua mano sinistra e alzò il mio viso per far incontrare i suoi occhi con i miei. Mi sentii cedere le ginocchia e ringrazai mentalmente Dio che non stessi parlando o avrei balbettato.
Annuii solamente. Fu allora che Liam mi lasciò andare, allontanandosi e uscendo fuori dalla classe, lasciandomi lì come una stupida.


***


Durante il viaggio nei corridoi non avevo visto nessuno o meglio, Zayn, che potesse mettere a rischio la mia incolumità e mi ero diretta spedita e a testa bassa verso la mensa.
Ero ancora sconvolta dal contatto ravvicinato e quasi intimo che avevo avuto con Liam in classe.
Mi sentivo andare a fuoco. Mi sentivo la testa come un grande casino affollato di pensieri sconclusionati. Tutti rivolti verso quell'unica persona.
Eppure ripensavo al motivo per cui Liam faceva tutto questo e l'unica frase che mi girava in testa è "Nessuno fa niente per niente".
Mi accorsi di aver raggiunto il tavolo dove di solito ci siedevamo io, Louis, Niall ed Harry. E loro erano già lì.
-Ragazzi- esordii io con un accenno di sorriso, giusto per far vedere che andava tutto bene.
-Bellissima- mi sorrise dolce Niall tirandomi per una mano e facendomi sedere tra lui ed Harry, Louis era vicino ad Harry alla sua sinistra.
-Come va?- chiesi io molto apertamente. -Bhè.. bene, tralasciando che Angela Phipot mi ha chiesto di uscire- disse Haarry grattandosi la nuca in ansia con un sorriso tentennante. -Ma scusa non è quella che ti piaceva ?- domandò Niall aggrottando le sue sopracciglia sui suoi splendidi occhi azzurri. -Mi hai letta nel pensiero biondo- gli arruffai i capelli mentre lui mi sorrideva imbarazzato.

-Si ma è da tempo che non mi piace più e non so se uscirci o meno- tentennò Harry.
-Non mi sembri tanto convinto Hazza- lo prese in giro Louis dandolo a gomitate. -Che gli hai risposto allora?- gli domandai io. Harry prestava attenzione a Louis che continuava a prenderlo in giro e a darlo a gomitate. Si spostò un pochino giusto per rispondermi. -Le ho detto di si-.
-E allora ci devi andare assolutamente, non vorrai mica dargli il palo? Non è da gentiluomini- alzai le spalle dandogli qualche consiglio.
-Harry non è un gentiluomo, è risaputo- continuò a prenderlo in giro Lou. Sospirai arrendendomi. Era peggio di un bambino ma un sorriso mi comparve comunque sulle labbra.
-Ci andrai vero?- gli chiese serio Niall.
-Si si ci andrò.. ma non voglio- sbuffò Harry addentando la sua mela.
-Ormai hai detto si- dissi seria a mia volta.
 -Io lo so perchè il caro vecchio Styles non vorrebbe andarci...- lasciò in sospeso la frase Lou. -Permettiti di dirlo e sei morto Tomlinson- non avevo mai visto Harry con quell'espressione a metà tra il colpevole, l'imbarazzato e l'infuriato.

-Spara- lo incitò Niall appoggiando un gomito sulla tavola.
-Non osare- lo avvisò ancora Harry.
-Siamo tre contro uno Harry, ormai hai perso- gli feci un occhiolino provocandolo.
-Parla Louis- incitai quest'ultimo. Lui rise e poi si aggiustò i capelli castano scuro. -Il nostro caro Styles ha lasciato entrare qualcuno nel suo cuore- lo prese in giro per l'ennesima volta Louis. Sbarrai gli occhi. -Harry ti sei innamorato?- sbottai sorpresa.
Le guance di Harry erano diventate più rosse della sua stessa felpa. -Allora i miracoli esistono- sussurrò Niall facendomi ridere. Harry lo fulminò.
-Si mi sono innamorato..- si grattò di nuovo la nuca, come ogni volta che era in imbarazzo.
-Come si chiama la fortunata?- lo incitai a parlare appoggiando i gomiti al tavolo reggendosi la testa.
-Non lo so.. So solo che fa il nostro stesso corso di storia, è bionda e bellissima- disse come in estasi.
-Quindi fa il nostro stesso corso di storia eh? Scoprirò come si chiama. Ma allora come fai a non sapere il suo nome?- gli chiesi perplessa. Harry rise.
-Ti ricordo che in quell'ora io dormo sempre- aggiunse imbarazzato. -Sei un caso perso Styles- disse Louis con un mezzo sorrisino.
Ridemmo tutti e per un pò riuscii a dimenticarmi i miei problemi.


***


Attraversai i corridoi silenziosi e vuoti. L'orario scolastico era finito ed ora, alle 3 inoltrate del pomeriggio, noi ci riunivamo.
Il club di cui facevo parte, si riuniva una volta a settimana ma in occasioni importanti anche di più, in una sala dedicata solo ed esclusivamente a noi.
La scuola ci aveva riservato una classe vuota nell'ala est dell'Istituto e noi avevamo avuto il libero lascia passare di poterla arredare come volevamo.
Il nostro club non aveva un nome, nella scuola ci conoscevano semplicemente con il nome di "I Vip" per il fatto che nel club ci fossero le persone più infulenti della scuola, per un  motivo o per un altro. A volte ci sceglievano solo in base a nostri doti particolari, come la media scolastica più alta della scuola, quella di Michael, che infatti si trovava all'interno del nostro club. Io ero stata scelta poichè ero a capo delle cheerlader.
A volte non ci conoscevamo nemmeno tra di noi, tanto era che ci sceglievano a caso ma con il tempo, eravamo riusciti a conoscerci. Ormai era da anni che stavo in quel club e ci conoscevamo l'uno con l'altro.
Entrai nella piccola saletta in cui noi del club ci riunivamo.
L'ambiente era in stile '800. Grandi pareti in legno e decori in oro abbellivano ogni angolo. Le poltrone erano rosa cipria con gli stessi decori in oro e un tavolino sempre in legno con un grande mazzo di fiori colorari era centrato nel mezzo della stanza. Grandi librerie erano appoggiate ad ogni parete. In effetti poteva sembrare un salottino francese dell'epoca del Re Sole. Mi sedetti su una delle poltroncine attorno al basso tavolino e mi osservai in giro, riconoscendo i visi familiari che ormai vedevo ad ogni riunione.

-Penso che tutti sappiate dell'ultimo scoop di questa scuola...- cominciò Cassie, la pallida ragazza dagli occhi neri e i capelli rossi e mossi. Era la ragazza più famosa della nostra scuola, la più desiderata, la più bramata.
Era ritenuta il capo del club anche se c'erano ancora disaccordi. Tutti annuirono con un cenno di testa. Lei continuò ad andare avanti e indietro per la stanza.
-Bene.. Liam Payne- continuò lei. Ci guardò ad uno ad uno e io cercai di non far trasparire le mie emozioni forti quando i suoi occhietti scrutatori si posarono su di me.
-Sta facendo una strage di cuori...- aggiunse un ragazzo del nostro club -lo odio- concluse.
Kat, forse l'unica ragazza bionda con un cervello, rise ironica. -Oh Josh, come si vede che sei così invidioso ma sappi una cosa.. Con o senza Liam in questa scuola, non riusciresti comunque a far arrapare una qualsiasi ragazza- sospirò ironica.

Josh ribbollì dalla rabbia mentre io trattenevo qualche risatina che però non passò inosservata da Kat che mi fece un occhiolino.
Notai a quel punto che non l'avevo mai notata, nonostante fosse di una bellezza surreale.
Pallida come la luna, capelli biondi che si potevano confondere con la sua stessa pelle e occhi color dei ghiacciai. Meravigliosa.
Nonostante ciò non sembrava credersela minimamente.

-Statti zitta! Nessuno ha chiesto il tuo parere!- urlò Josh.
-Ehi stai soft. Sei in astinenza da sesso? Vai a scoparti qualcuna, sempre che ci sia qualcuna che abbia abbastanza coraggio da venire a letto con te e non rompere- gli rispose lei di getto. Cielo aveva tutta la mia stima.
Josh si alzò indignato mentre usciva dalla sala. -Josh torna subito qua o sei ufficialmente fuori dal club!- lo richiamò Cassie indignata.
Josh si fermò a metà corridoio, voltandosi infuriato. Tornò al suo posto lanciando un'occhiata di disprezzo a Kat che gli fece una linguaccia in risposta.

-Basta con queste bambinate- li rimproverò Cassie. -L'argomento è alquanto importante-.
Il silenzio calò su di noi, in attesa che tornasse a parlare.
-Dicevo- ricominciò Cassie, sedendosi su una poltrona di fronte a noi.

-Come sapete tutti, è uno stronzo che se la fa con chiunque abbia due tette e una vagina e scusate il mio modo scurrile- alzò una mano spostandosi i capelli dietro la schiena.
-Ma- riprese a parlare dandosi un contegno -può essere un punto a nostro favore-.
La guardammo tutti perplessa, io in particolare, avevo già capito cosa stava per dire e speravo con tutta me stessa che mi stessi sbagliando.
-Fuori da questo club, Liam potrebbe essere un punto debole per molte di noi. Sapete benissimo che tra noi di questo club non possono esserci rapporti al di fuori dell'amicizia. Liam, fuori da questo club, potrebbe tentarci in molte e sapete tutti che, lui, è nella nostra lista nera e che chiunque abbia a che fare con lui, uscirebbe da nostro "gruppo"... quindi- sospirò e si aprì in un sorriso trionfante.

-Quindi ho deciso che Payne entrerà a far parte di questo club in modo che non possa avere a che fare con nessuna di noi e così facendo, io non sarò costretta ad escludere qualcuna di voi che a che fare con lui- si alzò in piedi, guardando tutti dall'alto in basso.
-Naruralmente la regola di non avere niente a che fare oltre l'amicizia, tra di noi, è ancora valida- s
i fermò ancora, al  centro della stanza, dietro il tavolino di legno, avendoci tutti di fronte a lei. -Liam Payne non dovrà essere frequentato da nessuna di voi o potete star certi che non solo lascerete questo club ma renderemo tutti, la vita della traditrice, un inferno- a queste ultime parole, Cassie sogghignò.

-Non voglio invidia- si voltò verso Josh che abbassò la testa.
-Nè litigi- fulminò Kat. -Questo è un club esclusivo, i più infulenti della scuola sono fra di noi e avere Liam con noi è un grande onore anche se per la nomina che si è fatto, sarà un vero peso e una vera tentazione non cedere alle sue lusinghe- concluse. 

-Domani daremo il benvenuto al nuovo arrivato, dò per scontato che Liam dirà di si. Tutti vorrebbero avere l'onore di far parte di questo club, ora andate- mosse le mani in alto  indicandoci la via d'uscita.
Ci alzammo tutti in piedi mentre sentivo brusii contro la proposta di Cassie e affermazioni in sua appoggio. Gallinette arrapate.

Nella mia testa una sola domanda vagava..


"E ora come farò?"








I'M BAAAAAAAAAACK !

So che probabilmente mi avrete data per dispersa ma invece no, ci sono ancora lol
Spero che ci sia qualcuna che continua a leggere questa FF anche se non credo...
Non so se vi piacerà questo capitolo, però vorrei che mi lasciaste una recensione, bella, brutta. Un vostro qualsiasi pensiero mi sarebbe d'aiuto c:
Prendetemi in considerazione per favore t.t

Aggiornerò molto presto questa volta, promesso <3

Un bacio enorme e un caloroso abbraccio,
Sara <3


Elisabeth Fay Miller è interpretata da Crystal Reed <3



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Kat Collins *ricordatevela sarà importante* è interpretata da Taylor Momsen <3


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 P.S Lo trovo così intraprendente Liam in questo capitolo xjfjhbxh **


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