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Autore: JulietAndRomeo    29/03/2013    12 recensioni
Questo è il prequel di 'Niente è più dolce della vendetta'.
Dalla storia:
Li percepii sedersi e, infatti, poco dopo attaccarono bottone: -Hey, bambola, da dove vieni?- chiese quello che sembrava il più grande dei tre.
Tutti gli occhi delle persone del locale erano puntate su di me e potevo sentirli perforarmi il collo con lo sguardo, ma non me ne curai più di tanto e, chiudendo lentamente il menù, alzai gli occhi per posarli sui tre tipi seduti di fronte a me: -Chiamami ancora 'bambola' e per venirti a prendere a calci dovrò farmi un viaggetto nell'aldilà. Tra l'altro, non sono cavoli tuoi le mie origini, bambolo- risposi con un sorrisetto sulle labbra.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Il binario 9 ¾



Quella mattina mi svegliai indolenzita e con la sensibilità presente in un solo braccio.
Aprii lentamente gli occhi e, tentando di localizzare la posizione esatta del braccio addormentato, mi guardai intorno.
Scoprii che Draco stava sbavando sulla camicia di Harry, che i piedi di Ron erano sulla schiena di Draco, che Ginny sostava bellamente sul mio arto, mentre io tenevo una gamba vicino al collo di Ron e una mano, quella facente parte del braccio sensibile, sul sedere di Draco.
Abbandonai la testa sul polpaccio di Ginny che evidentemente mi aveva fatto fa cuscino per tutta la notte e tentai di disdricarmi da quella matassa ingarbugliata di braccia e gambe.
Forse l’idea – l’intenzione – di rimanere svegli tutta la notte, non era stata così geniale come avevamo creduto all’inizio.
Quel giorno tre di noi avrebbero dovuto prendere l’Espresso per Hogwarts e io personalmente mi sentivo come appena uscita da sotto un rullo compressore.
Quando riuscii a mettermi in piedi, cominciai a muovere qualche passo verso la cucina di casa Weasley, per controllare se qualcuno fosse già sveglio.
L’infarto sopraggiunse quando notai, con la coda dell’occhio, l’orologio babbano posato vicino a quello magico che portava invece scritte le posizioni dei membri della famiglia.
Le dieci e un quarto.
In meno di due secondi valutai la situazione: tre quarti d’ora alla partenza del treno, sette persone che stavano ancora dormendo beatamente, due bagni.
“Siamo fregati” pensai.
-Sonorus- dissi puntandomi la bacchetta alla gola. –Sono le dieci e un quarto! Abbiamo tre quarti d’ora per prendere il treno! Svegliatevi!- urlai con quanto fiato avevo in gola, nonostante l’effetto amplificativo dell’incantesimo.
Vidi Draco, Harry, Ginny e Ron sobbalzare e riempirsi di pugni, tentando di sciogliere quel nodo di corpi umani, poi sentii Arthur e Molly precipitarsi giù dalle scale.
-Come è potuto succedere, quello stupida aggeggio babbano non ha suonato!- esclamò Molly in preda all’isteria. –Tutta colpa tua, Arthur, ti avevo detto che non ci si poteva fidare dei babbani! Ginny, Hermione, voi due nel bagno di sopra, correte; Draco, Harry, voi in quello di sotto; Ron, ti laverai con tuo padre. Non voglio sentire proteste, muovetevi, io preparo la colazione- continuò poi.
Io e Ginny schizzammo di sopra, come se avessimo Voldemort in persona alle calcagna, Draco ed Harry, invece, si guardarono e poi, dopo un’occhiata a Molly che non accennava a cambiare idea sulla formazione delle coppie, rassegnati cominciarono a salire le scale anche loro.
-Muovetevi voi due!- la voce di Molly li raggiunse come un fulmine a ciel sereno e, come scottati, cominciarono a correre verso il bagno.
Io e Ginny, chiudemmo la porta del bagno di sopra, nello stesso momento in cui loro chiusero quella del bagno di sotto.
Mentre Ginny si lavava la faccia, io tentavo di pettinarmi, mentre io mi lavavo, lei si pettinava.
In meno di due minuti passati in bagno, ci fiondammo in camera per prepararci.  Ne uscimmo meno di dieci minuti dopo, vestite e con le valigie che levitavano dietro di noi.
Incontrammo i Draco ed Harry lungo le scale, nella nostra stessa situazione, e Molly che invece andava a salire.
-Arthur, Ron ed io abbiamo già fatto colazione, stiamo andando a prepararci; le frittelle sono già pronte e sistemate nei piatti, avete due minuti scarsi per mangiare e poi andarvi a lavare i denti. Scattare!- disse riprendendo a salire.
In fretta ci fiondammo a tavola e cominciammo a trangugiare tutto quello che c’era nel piatto, in una perfetta imitazione di Ron.
Quando finimmo facemmo levitare i piatti fino al lavandino, dove una spugna e una pezza, stavano lavando ed asciugando i piatti volanti che da soli, si riponevano poi negli appositi scaffali.
Dividendoci come prima, io e Ginny ci fiondammo di sopra, cominciando a spazzolare i denti, con così tanta forza e velocità che avremmo dato a chiunque l’impressione di volerli consumare con lo spazzolino.
Quando tornammo di sotto, notammo che c’era più gente con il fiatone alla Tana, che al traguardo di una maratona.
I bauli vennero caricati nel cofano della Ford Anglia, e poi, ad uno ad uno, cominciammo a salire in macchina.
L’Incantesimo d’Estensione Irriconoscibile, funzionava perfettamente e riuscimmo ad entrarci tutti, in perfetta comodità.
Draco, posizionato tra me e il finestrino, si girò di scatto nella mia direzione, e mi baciò fugacemente per poi tornare come nulla fosse a guardare il terreno che sotto di noi, man mano, si allontanava.
-E questo per che cos’era?- chiesi dubbiosa.
-Stamattina, non ho avuto il tempo di farlo- disse alzando le spalle.
Non potei evitare che il mio sopracciglio scettico, arrivasse quasi a sfiorare l’attaccatura dei capelli e con perplessità domandai: -Ma esattamente, io e te, che cosa siamo?-.
Non posso farci niente, lo ero allora e lo sono anche adesso, con le relazioni sentimentali sono una frana e non potei evitare di chiederlo.
Il giorno del processo, infatti, quando gli ero saltata letteralmente addosso, non mi aveva respinta anzi, dopo che io, nel più totale imbarazzo, mi fui allontanata dalla sua bocca tentatrice, mi disse “Lo sapevo che avresti ceduto presto, Granger”; poi, senza darmi neanche il tempo di capire, mi aveva di nuovo afferrata per la testa e mi aveva baciata di nuovo, ma con meno impeto rispetto a me, per fortuna.
Alla vergogna provata per la scenetta sopracitata, si aggiunsero Ginny e George.
-Paga, fratello- aveva esclamato Ginny con un sorrisetto soddisfatto in volto. –Ti avevo detto che si sarebbero messi insieme-.
Vidi George uscire quindici galeoni d’oro scintillante e posarli con stizza nella mano di Ginny, borbottando qualcosa sottovoce.
Per la cronaca, quel giorno feci perdere a Ginny all’incirca due chili, rincorrendola per tutto il Ministero, per aver osato scommettere su una cosa come questa.
-Beh, sei ovviamente la mia ragazza, Granger, mi serve qualcuno che mi difenda una volta rientrati a scuola, visto che tutti mi daranno soprannomi come “Mangiamorte rinnegato”- disse, imitando una voce baritonale. –E tu dovrai dire “Lui è il mio ragazzo, ed è buonooo”- riprese, imitando, con una vocetta stridula da bambina cretina, quella che doveva essere la mia voce.
-E smettila!- risposi piantandogli un gomito in mezzo alle costole.
-Sul serio, Granger, adesso che hai trovato un sex simbol come me, non mi vuoi?- disse fingendosi offeso.
-Sei un inguaribile cretino-.
-Ragazzi, siamo quasi arrivati, state pronti a scendere- disse Arthur.
-Allora? Sei la mia ragazza?- chiese lui, ancora.
La macchina atterrò con un piccolo tonfo e quando Arthur ebbe rimosso l’Invisibilità, tutti cominciammo a scendere.
Prima che lui mettesse piede fuori, lo trattenni per un braccio.
-Sono la tua ragazza, ma smettila di fare quella faccia da idiota decerebrato-.
-Grazie per il complimento, Granger- continuò scendendo.
Correndo e schivando babbani a destra e manca, riuscimmo a raggiungere i binari 9 e 10 della Stazione di King’s Cross.
Per primi passarono Ginny, accompagnata da Harry, poi Molly insieme a Ron, Arthur ed infine io e Draco.
Quest’ultimo, appena passata la barriera, cominciò a guardarsi in giro, alla ricerca di qualcosa… o di qualcuno.
Quel qualcuno che rende le mie giornate un inferno in terra, quel qualcuno che ha tentato di assassinarmi più volte di quante Voldemort non ci abbia provato con Harry.
E la trovò.
Draco si diresse verso sua madre, compostamente ferma in mezzo al via vai di gente frenetica.
Se avessi saputo che un giorno il mio regalo di Natale sarebbe stata una pianta carnivora addestrata ad uccidere, l’avrei buttata sui binari del treno… peccato che io non fossi la Cooman e peccato che lei quel giorno si finse un tantino più amichevole di come si sarebbe dimostrata in futuro.
Semplicemente quel giorno mi ignorò. E tutte le notti prego ancora Merlino che Narcissa Malfoy si svegli la mattina e decida di ignorarmi, di far finta che io non esista. Sono però convinta di tre possibilità:
1.      Merlino mi odia o gli piace vedermi soffrire.
2.      Merlino a causa degli anni, è sordo o porta l’apparecchio acustico fermo al volume minimo.
3.      Merlino non esiste.
-Madre- disse Draco.
-Vieni qui, tesoro della mamma, mi sei mancato così tanto, mi dispiace per tutto quello che è successo, amore, e… ma hai mangiato in questi mesi?- chiese con sguardo indagatore.
-Beh, si io…-.
-Non ti hanno fatto mangiare, non tentare di coprirli, Draco, si vede che sei più magro del solito e assolutamente deperito. Quando a Natale tornerai a casa, ti assicuro che dirò agli elfi di preparare cibo per un esercito- disse la donna.
-Ma io in realtà… vabbé lasciamo perdere. Mamma, lei è Hermione Granger, la mia ragazza- disse lui, tirandomi per la manica, poco prima che riuscissi a defilarmi.
La donna nonostante questo, non mi degnò neanche di uno sguardo e poi disse: -Devi andare, tesoro, il treno sta partendo. Ci vediamo a Natale- poi si Smaterializzò.
-Mi ha ignorata. Mi. Ha. Ignorata- dissi infuriata per la poca considerazione.
Mi diedi della stupida per quella mia uscita indignata per mille volte in almeno cinquecento lingue e dialetti magici diversi (si, se ve lo steste chiedendo, anche in lingue morte).
-Non preoccuparti, le piaci. Adesso andiamo-.
Arrivammo vicino all’intero gruppo e cominciai a salutare Molly, poi Arthur ed infine Harry e Ron, che non sarebbero tornati a scuola con noi.
-Mi mancherete tanto, ragazzi. Mi raccomando, non combinate disastri al corso di addestramento Auror, soprattutto tu Ron, che sei sbadato e distratto- dissi quasi con le lacrime agli occhi.
Loro due mi abbracciarono in sincrono e poi si staccarono allo stesso modo.
Come fossero una mente in due corpi separati, alzarono contemporaneamente gli occhi su Draco e lo minacciarono di trattarmi bene o gli avrebbero spezzato le gambe in più punti.
Draco, da bravo vigliacco Serpeverde, si defilò alla svelta, con la scusa di andare a cercare uno scompartimento libero e di occupare i posti.
Infine, dopo i saluti, io e Ginny salimmo sul treno che ci avrebbe condotte ad Hogwarts, per un nuovo anno. Per un ultimo nuovo anno.












Buon giorno :DD 
questo capitolo è corto, lo so, ma è l'ultimo e spero che si possa apprezzare lo stesso.
Come avrete potuto notare, il personaggio di Narcissa come per l'altra storia è l'emblema degli OOC. Questa Narcissa è così tanto OOC che se zia Jo dovesse leggere questa storia, correrebbe a bruciare i libri, o a cambiare nome a Narcissa, quella originale.
Come alla fine di ogni storia, ringrazio tutti voi, per avermi accompagnata in questo meraviglioso viaggio che è stata questa storia, che per me è stata più un calvario che altro, dati i tempi di aggiornamento e in primis di stesura.
Un bacio a tutti e alla prossima storia,
Juliet :DD
   
 
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