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Autore: mikaru99    29/03/2013    1 recensioni
Gaara è un principe che, dopo la morte della madre, si trova a vivere con un padre che lo odia e i fratelli così presi dagli impegni con il regno da non aver tempo da dedicargli...tanto che imparerà troppo presto cosa è l'odio e che l'amore è solo un'illusione temporanea...ma qualcuno gli dimostrerà il contrario...
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Matsuri, Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara , Temari | Coppie: Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Per tutto il resto della settimana durante la quale c'erano stati cerimonie e ricevimenti per l'arrivo del re, Gaara rimase confinato nella sua stanza.

L’unica persona che vedeva era il maggiordomo, che regolarmente, due volte al giorno, gli portava del cibo.

Ma, per il resto, viveva in completa solitudine, con le sue angosce e i suoi pensieri.

Dormiva poco e quando ci riusciva era tormentato da atroci incubi.

Il suo sistema nervoso, fortemente provato, rischiava di sgretolarsi innanzi a quella solitudine.

Abbandonato a sé stesso e ai suoi incubi, il principe soffriva terribilmente. Oramai non aveva più lacrime da versare.

Ne aveva piante troppe i primi due giorni.

Quindi attendeva rassegnato l’arrivo del maggiordomo.

Puntuale come sempre questi si presentò a mezzogiorno, ma questa volta non portava cibo.

“Il re vuole vedervi” disse, scrutandolo in volto.

Il cuore di Gaara accelerò i battiti.

A quanto pareva era arrivato il momento di fronteggiare suo padre

Dopo un paio di minuti arrivarono in una grossa stanza circolare, completamente spoglia, dove li attendeva il re.

Adesso vattene” disse freddamente al maggiordomo.

Gaara avvertì la porta chiudersi alle sue spalle, ma non si voltò.

I suoi occhi erano fissi sul volto dell'uomo che aveva di fronte.

Il volto cinico e gli occhi neri gelidi e insondabili non lasciavano spazio alla speranza.

Con uno sforzo, non indifferente, il piccolo ricacciò indietro le lacrime. Sentiva d’istinto che lui le avrebbe detestate.

Il sovrano lo stavo studiando, lo sguardo attento non trascurò nulla dell’aspetto del marmocchio, soprattutto si soffermò sul volto stanco.

Il maggiordomo lo aveva informato che aveva sempre mangiato e che l’aveva sempre trovato vigile e attento.

Bene, aveva superato la prima prova del suo lungo addestramento.

Aveva messo a prova i suoi nervi ora avrebbe messo alla prova la sua resistenza fisica.

Ti sottoporrò a un addestramento. Fin’ora ti ho concesso di mangiare…d’ora in avanti dovrai guadagnartelo. Se riuscirai a concludere in piedi all’allenamento mangerai, in caso contrario digiunerai” disse freddamente, studiando la sua reazione.

Gaara abbassò la testa, oppresso dal peso di quella pretesa e ancora non sapeva quanto sarebbe stato tremendo il suo allenamento.

Tornando a fissare il suo volto, provò un istintivo brivido di paura.

Rassegnato, comprese che quel giorno avrebbe saltato pranzo e cena.

Per prima cosa ti insegnerò a controllare il tuo chackra” esordì il sovrano e così fu.

Ogni volta che Gaara non obbediva, o meglio non riusciva a fare quello che il re gli imponeva, veniva punito.

Al terzo tentennamento si ritrovò disteso a terra con un violento dolore al petto, a causa di un calcio rude e spietato.

Il terrore di essere colpito ancora lo spinse a inghiottire le lacrime.

Se solo avesse osato piangere, l’avrebbe picchiato ancora, ne era certo. L’addestramento proseguì per tutto il pomeriggio, finché il re non ritenne sufficiente la lezione impartita.

Il maggiordomo prese in braccio il piccolo, svenuto, lo ricondusse nella sua stanza e lo depose sulle lenzuola.

Il giorno seguente, la tortura riprese con lo stesso, snervante, rituale.

Alle ferite del giorno precedente se ne assommarono delle altre, mentre, il suo corpo indebolito dal dolore e dalla fame, faceva sempre più fatica a reggere i ritmi imposti dal padre.

Il terzo giorno, stremato, svenne a metà dell’addestramento e nulla valsero i calci del re…non era più in grado di rialzarsi.

Le lacrime sgorgarono dagli occhi.

Acqua…ti prego” sussurrò disperato, cercando il suo sguardo.

Per tutta risposta ricevette un’altra dose di calci e schiaffi.

Conosci i patti. Avrai cibo e acqua solo se obbedirai e visto quanto sei pietoso, non credo proprio che li vedrai, nemmeno oggi”

Puro istinto, nient’altro, ma Gaara scovò in se la forza per rialzarsi.

Gli occhi del piccolo, velati di sofferenza e rancore, si levarono sul volto del padre.

Un lampo di soddisfazione attraversò gli occhi del re. Quel marmocchio aveva un potenziale di tutto rispetto.

Ne avrebbe ricavato un’eccellente ninja.

Per oggi può bastare. Ora vattene, ti farò portare acqua e cibo. Questa volta sono soddisfatto”

Quell’affermazione fu tutto quello che gli concesse, ma per Gaara, assetato di considerazione e affetto, era il primo cenno di stima in un mese.

 

Angolo della ritardataria:

E rieccomi di nuovo qui...sono mancata così tanto tempo che non mi sorprenderebbe se mi avete ritenuta morta o se volete impiccarmi per questo ritardo che per giustificazioni ha solo la mancanza di tempo e soprattutto la grandissima mancanza d'ispirazione.

Per ora posso dare solo questo capitolo ridotto e anonimo...ma vedrò di migliorare anche grazie hai vostri consigli.

Quindi lasciatemi qualche commento se il capitolo vi piace o se avete suggerimenti per migliorarlo

Ciao a tutti! Al prossimo capitolo!

  
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