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Autore: skina    29/03/2013    91 recensioni
Vera & Giovanni, Giovanni & Vera. Può un'amicizia di dodici lunghi anni essere messa in discussione dall'arrivo di un ragazzino d'oltre Manica?
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-Si chiama Hans.. no aspetta.. Haral... Harold! Ecco, Harold!-
-Harold? mi sa di uno in ciabatte che gioca a scacchi!- disse asciugandosi una lacrima per il troppo ridere.
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-Hi! I’m Harold.. but you can call me just Harry!- la sua bocca dai denti perfetti e bianchi si allargò in un sorriso, che ai margini diede vita a due fossette ben definite, la sua voce era roca ma calda.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo finale
è stato deciso esattamente alla scrittura del penultimo capitolo.

 Epilogo

Avendo previsto come sarebbe finita la nostra 'ultima notte', mi ero premurata di puntare la sveglia ad un orario decente.
Non solo per non farci beccare dai miei genitori e ma anche per non rischiare di fargli perdere il fatidico volo per Londra.
Venni svegliata da quel suono fastidioso, oggi ancora di più perchè non segnava l'inizio di una nuova giornata di studio, bensì la partenza di Harry.
Una volta presa coscienza della perfezione di colui che mi dormiva accanto, mi voltai beandomi della sua visione.
Come quella volta al mare, o se era possibile, più bella.
Forse perchè consapevole della realtà della cosa, della concretezza di averlo avuto unito a me, di essere stata legata a lui.
Non era un sogno, ne fantasia.
Era veramente stato così.
Già lo pensavo al passato.
-Harry.. Harry.. svegliati..- bisbigliai spostandogli i capelli dalla fronte.
-Mmmm.. -mormorò nel sonno.
Sorrisi -Devi andartene...-
Sbarrò di botto gli occhi -Ah grazie!- si mise seduto sul letto assumendo un finto broncio.
Oddio come stava attento alle parole!
-'Devi' perchè c'è un volo, giò pagato da tua mamma, che ti aspetta.. scemo!- e gli scompigliai i capelli.
Come farò senza scompigliare i suoi capelli?
Lo pensai a voce alta visto che rispose ridendo -Lo farai col pensiero.. Anch'io ti bacerò col pensiero.- lasciò un bacio sulle mie labbra-riderò con te col pensiero.. guarderò un film con te sul divano col pensiero..- un’altro sulla guancia -dormirò con te col pensiero.. ti spoglierò col pensiero..- uno languido sotto l’orecchio-finchè non ci rivedremo!- disse con la semplicità con cui si racconta un giro in bici.
Si alzò per andare a farsi una doccia, lasciandomi ancora a letto.
Il suo pc segnava una videochiamata in arrivo --Cara-- .
Era uno degli ostacoli che dovevo affrontare.
-Hi-dissi senza troppo entusiasmo.
La ragazza mi fissò -Hi!- aprendosi poi in un sorriso educato -Harry?-
-He’s having a shower- in un inglese base improvviso.
Credo fosse l'agitazione.
-Oh.. ok. I'm Cara- si presentò.
Ma dai? Come se non avessi sentito parlare di te.. fin troppo direi.
-Vera- senza scompormi ma educatamente.
-I know.. nice to meet you! ehm.. I have to go. Bye.-
Come mi dispiace che tu debba andare via.
-Bye-
Chiusi la video.
Il sangue mi ribolliva, un senso di frustrazione mi contorceva dentro... non sarei stata capace di sopportare questa sensazione per un tempo prolungato.
-Tranquilla, sta tornando da te..- mormorai gettandomi di peso con la schiena sul letto.
Avrei resistito a saperlo lontano?.. chissà con chi, chissà dove?
Se già avendo Harry nella stanza accanto avevo provato rabbia verso quella biondina.. si prevedeva una lotta con me stessa.
Un gocciolante Harold fece capolino in camera con mezzo sorriso in faccia.
Si poggiò delicatamente accanto a me, facendomi beare del suo odore e della sua perfezione a quello stretto contatto.
-Non torno da lei: fisicamente si.. ma cuore e testa rimangono qui, in questa casa..- continuò smorzando quella tensione -e nella tua macchina, e al mare, insomma .. con te.- concluse dando vita alle fossette sul suo volto.
Non ricambiai il sorriso, non ricambiai lo sguardo.
-Babe..hai capito?-
Mi presi silenziosamente un suo bacio, e credo che una lacrima ci sia finita dentro.
-Non piangere, non adesso.. please-
Lo guardai rivestirsi, chiudere in valigia le ultime cose, cercare disperatamente una cintura.
Non riuscii a resistere impotente davanti a quei preparativi, così raggiunsi i miei che se ne stavano silenziosamente in cucina, consapevoli del momento.
Mamma guardando il pavimento, papà battendo il piede nervosamente.
-Ok.. ready- sentenziò lui rompendo il silenzio della cucina.
Mi alzai, presi le chiavi della macchina.
Distante.
Mamma scoppiò finalmente nel suo pianto abbracciando il riccio a cui si era tanto affezionata.
-Oh no..- cercava di rassicurarla partecipando all’abbraccio.
Un 19enne che rassicura una 50enne.
-E' che. che. sentiremo la tua mancanza..- singhiozzò.
-Oh ma anch'io sentirò la vostra mancanza! Le tue lasagne, il detersivo delle lenzuola, le scarpe all'ingresso!..- sottolineò sorridendo quanto gli avesse dato fastidio questa nostra abitudine -Ma vi scriverò sempre, vi chiamerò sempre... e poi..- guardò me, tornò su mia mamma -Magari ci vediamo! Londra è bella sai?-
Boom.
Poi passò a papà.
Si strinsero la mano, ma poi cedettero in un abbraccio silenzioso da uomini. Conoscendoli entrambi avrebbero voluto piangere.
-Mia mamma vi ringrazia per l'ospitalità.. si dispiace di non aver chiamato ma non trovavamo mai una coincidenza tra qui e li! Spera di ospitarvi da noi- concluse avviandosi.
Una bella riunione di famiglia quindi.
Gettai gli occhi al cielo.
-Mamma basta- replicai quando mia madre si appese ancora al suo collo.
Harry sorrise carezzandole la schiena.
-Vai piano.. e se non te la sentissi di guidare quando.. si insomma dopo che lui.. va bè chiama!- propose mio padre.
Annuii.
Il tragitto casa-aeroporto lo passammo mano nella mano, o meglio con la sua mano sopra la mia sul cambio.
Significativa come scena.
Fissavo la strada incapace di guardare il passeggero.
Sapevo che più l’avrei guardato, più non sarei stata capace.. dopo.
Come se lo volessi allontanare di già, per non affrontare il vero distacco.
-Babe.. stai bene?-
-Si-
NO.
Col borsone in spalla e la mano stretta alla mia, l'addetta controllò il suo biglietto, caricò il bagaglio sul nastro, gli ridiede i documenti per continuare l'iter.
Poggiò il bagaglio sul pavimento, mi tirò avanti a sè.
-Pensavo di essere pronto a questo momento, mi sbagliavo-ammise Harry intrecciando le mani con le mie e accarezzadone il dorso con i pollici -Ti avevo chiesto di farmi partire con una risposta a quella domanda.. per non impazzire. So.. stai con me?-
Notte e giorno avevo pensato alla risposta da dare.
Voleva dire iniziare concretamente qualcosa, rischiarci il cuore, arrovellarsi il cervello non vedendolo, litigare per cazzate, essere gelosa, controllare i suoi movimenti, stare in ansia non sentendolo per più di un ora, essere l'oggetto preferito dei suoi sguardi virtuali, fare il conto alla rovescia dei giorni di un fatidico incontro chissà dove chissà quando.
MA SONO STATA UNA CODARDA.
-Sto soffrendo maledettamente in questo momento. Non credo di poter sopportare queste fitte al cuore ad ogni partenza. Harry.. è meglio separarci così una volta per tutte.- confessai senza riuscire a fissare i suoi occhi.
Sentii la sua presa alla mia vita farsi sempre più leggera.
Aveva smesso di stringermi a lui.
E UNA VIGLIACCA.
-Nessuno mi ha mai fatta sentire come hai fatto tu.. davvero. Harry cerca di capire.. è meglio per tutti-
-E' meglio per te-
Lasciò le mie mani.
-Quando torni a casa controlla sotto il cuscino del tuo letto-
Scrollò i ricci e scomparve dietro le porte automatiche.
Lo avevo deluso.
Rimasi da sola al centro della sala.
O forse c'era gente, ma non sentivo nulla.
Lo avevo fatto andare via così, dandogli l'ultima risposta che si sarebbe aspettato di ricevere... l'ultima che mi sarei aspettata io stessa di dovergli dare.
Me ne sarei pentita? Sicuramente.
Era tutto perso? Si.
Mi stava odiando? Probabilmente.
Tirai su col naso e mi avviai alla macchina.
Ero arrabbiata per una cosa che avevo scelto io, solo io, consapevolmente e liberamente io.
Il cellulare vibrò nella mia tasca.
Harry voleva dimostrarmi tutto il suo disprezzo con una bella telefonata?
No, Giovanni.
-Dove siete?-
-All’aeroporto. Sono sola.-
-10 minuti e mio padre mi lascia li. Non ti muovere-
Dove voleva che andassi in quello stato?
Verso un cassonetto dell'immondizia per scaraventarmici dentro?..si,perchè questo mi meritavo.
Lo sapevo che sarebbe andata così, ma siamo andati avanti lo stesso, incoscienti.
-Hey..- sussurrò.
Mi abbracciò senza che io gliel'avessi chiesto, ma tanto Giovanni sapeva che ne avevo bisogno.
-E' finita-
-Ma no dai.. vi sentirete.. ci sono i pc, i telefoni, i voli lowcost...- cercò di ricomporre i pezzi.
Scossi la testa.
-No Giova, è finita perchè l'ho lasciato- sputai mentre un singhiozzo mi stroncava le parole.
-Che cosa??? L'hai lasciato tu? sei impazzita!- strabuzzando gli occhi .
Ma il mio silenzio confermò quello che aveva sentito.
-E allora perchè stai piangendo?- mi chiese.
Già.. perchè piangevo se era stata una scelta mia?
Perchè come sempre mi pentivo. Io mi pento sempre.
Mi strinsi nelle spalle senza saper dare una risposta.
Mise il suo braccio intorno a me e io poggiai semplicemente la testa su di lui.
In silenzio.
Me l'immaginavo, seduto al suo posto vicino al finestrino per guardare le nuvole, magari con le cuffiette alle orecchie ascoltando le canzoni che gli avevo caricato nell'mp3.. o magari quelle canzoni proprio le saltava perchè non ne voleva più sapere di me.
E io in lacrime, ancora a qualche metro da lui.
Se stavo così me lo meritavo.
-Portami a casa- dissi interrompendo quel silenzio.
-Non è meglio se per ora non ci vai?.. forse ci sono troppi ricordi..-
Lo fissai -Ma tu da che parte stai?- chiesi sempre più stupita dalle sue parole.
Sorrise guardando per terra.
Poi guardò me -Sto dalla tua parte. O meglio.. non posso fare altro che sottostare alla tua pazza testa-
 
Arrivati sotto casa lo invitai a salire.
Giovanni lo sapeva, sapeva che lo avrei ricercato alla fine.
Nonostante tutto, per un motivo o per un altro, Giovanni era li.
-Ho bisogno di un supporto fisico perchè sotto il mio cuscino c'è qualcosa che mi ha lasciato Harry. E non ho idea di cosa sia. Potrei infartarmi e tu dovrai chiamare un'ambulanza-
Fece un espressione stranita.. non era una cosa quotidiana dover controllare sotto un cuscino.
Il letto era perfettamente rifatto come l'avevo lasciato.
-E che sarà mai! mica una pistola o una testa mozzata! dai, controlla sotto quel cazzo di cuscino!- sospirò -Stai facendo venire l'ansia anche a me!- disse sedendosi sulla sedia girevole.
Feci un respiro profondo e tolsi il cuscino.
UNA LUNGA BUSTA DA LETTERA.
Fui sorpresa, lo ammetto.
Ma non sollevata. Le lettere includono parole.. e le parole che mi può aver scritto prima di partire sarebbero state sicuramente letali per il mio cuore.
Mi voltai verso Giovanni con occhi supplichevoli.
-Non guardarmi così perchè io non aprirò quella busta al posto tuo!- alzò le mani al cielo.
-Sei di aiuto eh!- lo rimproverai.
Lui scrollò le spalle.
La sorpresa si raddoppiò quando le righe di scrittura in quella busta furono davvero poche

-- ''Ti porterò nel cuore''
è una frase che penso dal.. secondo giorno che ci siamo conosciuti.
Credo che te lo dirò anche al momento della mia partenza..
Se la nostra storia dovesse continuare 'Ti porterò nel cuore'
perchè anche distanti il mio pensiero sarà sempre e solo a te;
Se invece sarò costretto a dimenticarti.. lo farò
ma 'Ti porterò nel cuore'' comunque,
Harry, xx —

 
Mi dovetti sedere.
Il cuore credo non stesse più reggendo.
E io lo avevo fatto partire dicendogli addio?
Ero un mostro, ecco cos’ero.

* * *

Da: Vera
A: Harry 
Sinceramente non so perchè ti scrivo. Forse perchè tutto qui ricorda te.
La tua camicia a quadri è ancora nell’armadio, la boccetta del tuo profumo quasi finito sul mobile, ho cercato di non far lavare le tue lenzuola per non perdere il tuo odore.. sai? 
Sono una stupida, non credo di meritare le belle parole che mi hai lasciato.
Scusami,

Da: Harry
A: Vera
Nemmeno io so se le meriti quelle parole.
Hai pensato a te, solo a te.
Ti avevo intenzionalmente lasciato tante cose mie.. speravo ti potessero diminuire la nostalgia.
Ma visto come hai voluto far andare le cose.. ora goditele.
E no, non ti scuso.
Non cercarmi mai più.

 

*E’ finita!*
Volevo il lieto fine.. ma.. non finiscono sempre bene le cose.
 
Non è venuta bene come volevo, speravo,
come la prima storia.
I numeri parlano chiaro,
GRAZIE
per esservi appassionate,
per avermi criticata, per i complimenti,
per esservi schierate con Giovanni o con Harry,
per aver sostenuto Vera ed esserle andate contro.
 
Nel caso voleste leggere ancora quello che la mia testolina produce,
bè, fresca fresca c’è
 'Tu non sai di noi.


 
@imsoeffective

  
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