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Autore: itsakoala    29/03/2013    1 recensioni
[SOSPESA]
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Poppy, ragazza di età compresa tra i sedici ed i diciassette anni, si ritroverà davanti alla morte; stringerà i pugni o si lascerà andare alla consapevolezza di non riuscire a dimenticare?
Nata da un sogno, questa storia seguirà il corso che dovrà seguire. Non chiedetemi spoiler perché non lo so nemmeno io. Sarà già un miracolo se l'aggiornerò.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nessun rumore.
Solo silenzio, niente luce, solo buio, stanza fredda, niente dolce tepore delle coperte.
Un movimento lento e mi tirai su col busto, appoggiandomi con le mani al materasso per mantenermi sollevata.
Uno sguardo a destra, uno a sinistra.
Un colpo di tosse, niente eco.
Spostai i piedi, uno alla volta, a terra, e mi guardai, a fatica.
Ero nuda, solo l'intimo addosso, intimo non mio.
Mi appoggiai la mano alla fronte, nel farlo sfiorai un cerotto sulla mascella, una garza, e lì capii tutto; davanti agli occhi mi passò l'incidente, la lotta dei miei per l'affidamento, i miei atti distruttivi verso tutto ciò che avevo davanti.
Josh, i suoi genitori, le lettere della scuola, le lacrime, tutto.

Mi tirai su del tutto, in piedi, ed infilai un paio di pantaloni comodi della tuta, che trovai nell'angolo, ed una maglia che nascosi sotto ad un maglione.
Afferrai la stampella appoggiata al muro e mi aiutai per uscire dalla stanza, stando attenta a non sforzare la gamba che avevo visto ingessata.
Mi ritrovai in un corridoio ed aggrottai le sopracciglia, cercando di abituarmi alla luce che mi colpì gli occhi, dandomi una situazione di disagio.

-Mary Anne..

Mormorai mentre mi appoggiavo al muro con la schiena, aiutandomi a zoppicare fino in cucina.
Non trovai nessuno.

-Merda.

Dissi ancora, piano, arrivando a sedermi su una seggiola di quelle attorno al tavolo.
Presi l'acqua e ne bevvi un sorso, per poi zoppicare fino in bagno.
Volevo togliermi quello stupido cerotto, strapparmelo, vedere quel segno che mi avrebbe segnata per sempre.
Allo specchio sembrai orribile. Occhi rossi e gonfi, labbra screpolate, quest'enorme garza che mi copriva metà volto.
La strappai velocemente, mentre gli occhi diventavano lucidi e mi guardai inorridita.
Con le dita percorsi quel piccolo, lungo, solco e singhiozzai.
Sembrava che avessi scritto "Josh" a vita sul volto, sarebbe stata quella cicatrice a tenermi per sempre incatenata a lui.

Perché non ero morta con lui?
Perché dovevo svegliarmi ogni giorno con un'amnesia e ricevere la verità a schiaffo?
Perché dovevo soffrire nella consapevolezza di averlo perso?
..perché dovevo vivere?

   
 
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