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Autore: aurara    31/03/2013    2 recensioni
[Questa fan fiction partecipa al contest "Parallel times" indetto da Flame_Fairy e _Nyarlathotep_.]
[SaruFei] [GillisMeia accenata che più accennata non si può] [Drammatico, storico] [Notte tra il 18 e il 19 luglio 64 d.C.]
E te pareva che scrivevo su questa coppia :'D
La storia di Roma mi ha sempre affascinato; perché allora non basare la mia one shot su uno dei fatti più importanti mai accaduti in questa città?
°°
Dopo essersi vestiti uscirono in strada, e percorsero qualche isolato verso l'odore del fumo, che si faceva via via più pungente. Subito capirono che la situazione non era assolutamente cosa da poco.
°°
Buona lettura~
Genere: Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fey Rune, Meia, Saryuu Evan - Saru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Autore: _Aurara
Titolo: ~Ignis.
Prompt (se c'è): //
Epoca: Roma imperiale -più precisamente sotto l'impero di Nerone-, notte tra il 18 e il 19 luglio 64 d.C.
Parole: 2274, secondo il mio amico OpenOffice (senza contare queste note e quelle a fondo pagina)
Pairing: SaruFei (accenni alla GillisMeia)
Note (potete anche scriverle alla fine): Beh, ne scrivo un pezzettino qui lol.
Vi dico che inizialmente volevo scrivere sulla MarcoGianluca (insomma, sono italiani), ma alla fine ho optato per questi due. Forse perchè potrei caratterizzarli meglio.
Comunque, qui hanno circa tra i 19-20 anni. Sono mercanti, ma abitano da qualche mese stabilmente a Roma.
Le frasi a destra sono prese dagli Annales di Tacito, libro XV. Ah, il titolo, ignis, significa 'fuoco' in latino.
Ci vediamo giù per il resto c:

________________________________________




{a.d. XV Kalendas Augustas, anno DCCCXVII A.U.C.} ˹¹˺

 

~Ignis.

 

 

Quella notte d'estate, afosa come non mai, Roma era stranamente tranquilla. Solo il vento, più forte del solito, emetteva striduli fischi mentre passava indisturbato tra le case.
Fei non poteva ancora crederci. Si trovava nella capitale dell'impero.
Ovviamente fare tappa in città importanti per lui ed il suo compagno era quasi un'abitudine, ma non si poteva resistere a lei.
Caput mundi. Ed ora lui capiva bene perchè Roma veniva chiamata in quel modo.
Girò la testa verso l'altra parte del letto, incontrando il viso del suo socio in affari.
...sì, era più di un socio in affari.
Fei non potè fare a meno di lasciarsi sfuggire un sorriso.
Sarà stato per i suoi capelli bianchi leggermente scompigliati, o la bocca semiaperta, o il fatto che avesse il lenzuolo tirato su fino al collo.
In effetti il vento era davvero forte quella notte, e per quanto luglio potesse scaldare la zona, faceva leggermente freddo.
-Se penso che meno di un'ora fa eri tutto il contrario di come sei adesso...- sospirò il verde.
La mano che gli cingeva i fianchi ebbe un leggero sussulto.
-...mi hai sfinito questa sera. È ovvio che io sia stanco.- mugugnò l'altro.
-Sa-Saru?-
L'interpellato aprì lentamente gli occhi, rivelando le sue iridi violacee. Si notavano benissimo, con la luce della luna.
-Non... non stai dormendo?- continuò Fei, arrossendo.
-Non ci riesco. C'è troppo vento. E fa rumore.- rispose Saru stringendo ancora di più a sè il suo compagno, che infilò la testa nell'incavo del suo collo.
Nessuno dei due parlò per un bel po', entrambi si accontentavano soltanto del calore dei loro corpi. E questo bastava.

 


"Sequitur clades, forte an dolo principis incertum, sed omnibus quae huic urbi per violentiam ignium acciderunt grauior atque atrocior. Initium in ea parte circi ortum quae Palatino Caelioque montibus contigua est, ubi per tabernas, quibus id mercimonium inerat quo flamma alitur, simul coeptus ignis et statim validus ac vento citus longitudinem circi corripuit."

°°

"Si verificò poi un disastro, non si sa se accidentale o per dolo dell'imperatore, comunque il più grave ed atroce toccato alla città a causa di un incendio. Iniziò nella parte del circo contigua ai colli Palatino e Celio, dove il fuoco, scoppiato nelle botteghe piene di merci infiammabili, subito divampò, alimentato dal vento, e avvolse il circo in tutta la sua lunghezza."

 


L'aria pian piano cominciò a farsi più calda, cosa che costrinse Saru ad abbassarsi il lenzuolo.
La calma che regnava incontrastata fino a pochi minuti fa, ora era stata rimpiazzata da urla, sebbene lontane.
-...che puzza.- esclamò Fei.
Puzza.
Puzza di fumo.
Il verde si alzò di scatto, mettendosi seduto. Ma subito Saru afferrò il suo braccio e lo spinse giù, di nuovo accanto a lui.
-Fei, è normale che si creino incendi in questo periodo dell'anno. Sarà una cosa da poco come l'altra sera, e ci saranno sicuramente i vigilantes˹²˺ che metteranno al sicuro tutti.-
L'altro non si mosse, ma mantenne un'espressione seria. Sicuramente centinaia di ipotesi si stavano ammassando nel suo cervello. Dopo qualche minuto, riuscì a dire finalmente qualcosa.
-Le urla sono troppo vicine. E poi l'odore del fumo sta diventando insopportabile.-
Saru si girò a pancia in su, e constatò che il suo compagno aveva effettivamente ragione.
-Va bene, andiamo a vedere. Ma solo perchè me lo chiedi tu, sia chiaro.- disse, palesemente scocciato.
Dopo essersi vestiti uscirono in strada, e percorsero qualche isolato verso l'odore del fumo, che si faceva via via più pungente. Subito capirono che la situazione non era assolutamente cosa da poco.
L'incendio questa volta era tutt'altro che facile da domare; le fiamme avevano già invaso mezza regione XI, il Circo Massimo. E adesso si stava velocemente propagando verso la X, il Palatino.
Gente in preda al panico sgusciava da tutte le parti con la speranza di potersi salvare, ma nella maggior parte senza risultati. Il calore ormai si era fatto insopportabile, ma ancora peggio era il fumo, che minacciava di soffocare tutti in un momento. O forse lo aveva già fatto?
Donne, uomini, bambini si accasciavano a terra, ormai inermi e quasi esanimi.
Altri, invece, avevano riservata per loro una morte ancora peggiore.
Chi non stava al passo con gli altri, chi barcollava o non ce la faceva più, chi rimaneva bloccato nella sua piccola casa fatta per la maggior parte di legno, veniva divorato dal fuoco. Il dolore lancinante di quelle lingue rosse e arancioni danzanti a contatto con la pelle mandava letterelmente fuori di testa.
Le urla ormai erano semre più vicine, e a quelle dovute al terrore si aggiungevano quelle di dolore. Urla disumane, strazianti, che facevano rivoltare lo stomaco solo a sentirle.
Saru strinse istintivamente più forte la sua mano a quella di Fei, strattonandolo verso l'unica direzione che in quel momento avrebbero potuto prendere.
-Andiamocene, forza.- sentenziò, la voce ferma e sicura.
Fei non se lo fece ripetere due volte, e cominciarono a correre, il più lontano possibile da quell'orrendo spettacolo, ora non più una cosa da poco.
Il problema stava nel semplice fatto che avrebbero potuto direttamente correre lontano invece di andare a curiosare, qualche minuto prima. 
Decine di persone, ammassate come una mandria di pecore, cercavano senza sosta una via d'uscita, tra i cunicoli del quartiere. Troppo stretti per i loro gusti. E questo ovviamente non andava a loro vantaggio.

 


"Saepe dum in tergum respectant lateribus aut fronte circumueniebantur, vel si in proxima euaserant, illis quoque igni correptis, etiam quae longinqua crediderant in eodem casu reperiebant."

°°

"Spesso, mentre si guardavano alle spalle, erano investiti dal fuoco sui fianchi e di fronte, o, se alcuno riusciva a scampare in luoghi vicini, li trovava anch'essi in preda alle fiamme, e anche i posti che credevano lontani risultavano immersi nella stessa rovina."

 


 

Più andavano avanti, più si accorgevano che scappare in quel modo era inutile. Tutto attorno a loro era invaso dalle fiamme. Anche se avessero camminato per chilometri, probabilmente si sarebbero ritrovati nella stessa situazione.
Una trave ardente cadde rovinosamente poco più indietro da dove si trovavano, scatenando ancora di più il panico tra la folla, oltre ad altri morti da aggiungere alla lista che già pareva infinita.
-Diamine, se andremo avanti così finiremo tutti arrostiti!- urlò Fei, i capelli ormai non più verdi, coperti a tratti dalla cenere.
-Smettila, ce la faremo.- gli rinfacciò Saru -e poi torneremo alla nostra vita normale.-
-Esatto, intanto la casa è un cumulo di macerie ormai!-
-Non penso sia la nostra priorità, al momento!- gli rispose, schivando dei trucioli infuocati che scendavano a terra, pronti a dar fuoco a qualche cosa, o persona.
Sicuramente la preoccupazione che aveva avuto Fei era fondata. E la sicurezza di Saru, per quanto il carattere potesse permetterglielo, ora cominciava seriamente a vacillare.
Ma non abbastanza da permettergli di non andare avanti, e sperare di uscire da quell'incubo con a fianco il suo Fei.
Se ne uscì con un -Ti amo.-, mentre ancora correvano.
Il verde lo guardò in viso, e diventò ancora più rosso di quanto non lo fosse prima.
-T-ti sembra questo il momento di essere romantico?- urlò, incredulo.
-Beh, volevo solo che tu lo sapessi nel caso le cose non andassero per il verso giusto.- rispose, sorridendo.
-Saru!- urlò l'altro, esasperato. Per un attimo riflettè sulle ultime parole che aveva detto il suo compagno.
Perché? Perché dire qusto?
Forse per scherzare? O per mettere realmente in chiaro come sarebbero andate a finire le cose?
...no, Saru pessimista? Neanche fra duemila anni.
-Ti amo anche io.- ribattè un improvvisamente raddolcito Fei, che schioccò un leggero e bollente bacio a fior di labbra al suo compagno.
-Perfetto, le dichiarazioni le abbiamo fatte.- riprese Saru -Ora, cerchiamo di uscire da ques-
Un violento strattone lo fece cadere a terra, e un colpo altrettanto violento alla testa fece si che le ultime immagini che vide, erano quelle di una mano che abbandonava la sua.

 

°°


Saru aprì lentamente gli occhi, e subito tossì per le notevoli quantità di cenere che aveva inalato respirando.
Si aspettava di vedere ben altro; si aspettava un Fei avvinghiato al suo braccio, al sorgere del sole che pian piano riscaldava -anche troppo- l'aria.
Invece vide sfocatamente una giovane donna, con un piccolo bambino dai capelli biondissimi -praticamente quasi come i suoi- in braccio, che nascondeva il visino nell'incavo tra spalla e collo. Lei aveva dei lunghi capelli color lavanda, ma molto più corti nella parte sinistra (probabilmente andati in fumo per via del fuoco). Gli occhi erano di un verde intenso, gonfi e rossi. Doveva aver pianto. Ma in quel momento erano decisi, e stavano fissando proprio lui.
-Su, sbrigati! Alzati!- urlò lei, tendendogli la mano.
Saru sulle prime esitò, ma poi con l'aiuto della giovane riuscì ad alzarsi. Emise un gemito strozzato, e si accorse che il suo polpaccio sinistro era notevolmente ustionato. Il calore soffocante non aiutava di certo il dolore che le vesciche su di esso gli procuravano. Guardando verso il basso poi, notò dell'altro.
Una grossa trave di legno, ormai nera, si trovava proprio di fianco a lui. Probabilmente era troppo vicina alla sua gamba, per questo era così ustionata. Ma quello che lo colpì maggiormente non era la trave; bensì la schiena sulla quale stava poggiata. La schiena di un corpo ormai senza vita.
Saru spalancò gli occhi, e sussurrò un nome. Poi lo urlò, mentre le lacrime irruppero senza preavviso dai suoi occhi, quegli occhi violacei che mai più avrebbero potuto rivedere la felicità.

 


"Postremo, quidam amissis omnibus fortunis, diumi quoque uictus, alii caritate suorum, quos eripere nequiuerant, quamuis patente effugio interiere."

°°

"Alcuni, per aver perso tutti i beni, senza più nulla per campare neanche un giorno, altri, per amore dei loro cari rimasti intrappolati nel fuoco, pur potendo salvarsi, preferirono morire."

 

 


I due, più il piccolo che la giovane -Meia, aveva detto di chiamarsi- portava in braccio, correvano il più lontano possibile da quel luogo orribile.
Correvano verso il Campo Marzio, dove lei aveva sentito che si stava allestendo un grande rifugio per i senzatetto aperto dal loro grande imperatore Nerone.
Ma i guai per i due non erano ancora finiti. Un altro edificio, alla loro destra, crollò verso la strada.
Meia, per lo spavento, fece scivolare il bimbo dalle sue esili braccia. Urlò.
Le travi di legno, ancora cosparse di fuoco, si precipitavano verso il piccolo.
Saru vide quella scena. E per non voler mai avere il tempo di realizzare appieno quello che era successo poco fa, fece un gesto puramente egoistico, ma al contempo altruista. E avrebbe potuto alleviare per sempre le sue sofferenze.
La sua schienà bruciò come non mai, e il carico che sosteneva pesava moltissimo, troppo.
Il bimbo, che stava tra il suo petto e la strada, era salvo. Per la prima volta si girò verso di lui, mostrando il visino che Saru non aveva ancora visto. E li vide.
Dei grandi occhi acquamarina. Gli stessi di Fei, lo stesso colore.
E non ce la fece più.
-Prendilo, e scappa. Muoviti!- urlò a Meia. Quell'urlo ormai era poco più che un sussurro, grazie ai polmoni e alla gola che bruciavano terribilmente.
La giovane prese in fretta il bambino tra le sue braccia, esitando, per cercare di salvare di nuovo quello strano ragazzo. Ma lui, come se le avesse letto nel pensiero, le urlò di nuovo l'ordine che le aveva dato pochi secondi prima.
Meia lo guardò, le lacrime agli occhi. E scappò, con un lieve "grazie", verso la salvezza.


Saru ormai era troppo stanco per urlare dal dolore, quel dolore atroce che ormai si era totalmente impossessato di lui. E mentre bruciava, ripensò a come quel semplice "Ti amo" che aveva lasciato a Fei poco prima potesse averlo sollevato, mentre esalava il suo ultimo respiro.

 

°°


-Mamma, chi era quel signore?- chiese il piccolo, stretto tra le braccia di sua madre.
-Quel signore ti ha salvato la vita, tesoro mio.- rispose lei, mentre gli accarezzava la schiena, seduta in mezzo ad altri sfollati in attesa di soccorso. Il suo volto era totalmente stanco, provato da quella corsa e dalle persone che in quell'ultima ora aveva visto morire davanti ai suoi occhi.
-E papà? Papà quando arriva?- riprese ingenuamente il bimbo.
Una lacrima sfuggì al controllo di Meia, cercando di rispondergli con più calma possibile.
-Non tornerà, tesoro.- rispose di nuovo, con la voce incrinata dal dolore.
Anche se era sfuggita al pericolo, niente poteva causarle un dolore peggiore di quello che provava al momento. E per un attimo volle essere stata lei, quella a morire sotto le macerie.

 

 

 

 

 

__________________________________________

Note -part 2-

Sì, perchè questa è la seconda parte delle note.
Sì, lo so. La Sarufei è la mia quasi otp e li ho uccisi tutti e due. E ho ucciso anche Gillis. E aveva un bimbo, con Meia. Non mi sarei mai aspettata di scrivere una cosa drammatica, ma diciamo che per me questa è stata una sorta di sfida, e un modo quindi per poter migliorare come scrittrice.
Spero che comunque vi sia piaciuta, e spero vivamente di non essere incappata nella banalità, scrivendo sull'impero romano e sull'incendio del 64.
Anyway, ecco le cosette contrassegnate dai numerini in alto che tanto vi affannate a cercare (?)

˹¹˺ 18 Luglio 64, data latina (riferita all'anno dalla fondazione di Roma).

˹²˺ Corpo militare addetto alla sicurezza della città, e soprattutto all'intervento in caso di incendi.

Le regioni che avete letto (Palatino e Circo Massimo) sono le varie zone della città di Roma, quindi i suoi quartieri.
Non ho fatto riferimenti a incendi appiccati da Nerone/Cristiani, perchè dalle mie fonti (libro di storia love you) l'incendio è stato casuale, propagatosi in seguito grazie alle case costruite per la maggior parte in legno, alla loro vicinanza e al vento forte. E in parte ci credo.
Infine, ci tengo ad affermare che l'omosessualità durante l'impero romano non era considerata una cosa scandalosa; diciamo che erano tolleranti verso qualsiasi tipo di orientamento sessuale.

Beh, penso di aver finito con le note owo
Ringrazio ancora Fay e Zael per avermi fatto partecipare al mio primo contest. Grazie, yay
~
Arrivederci!
Aurara

  
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