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Autore: YouLiveInMe_Hp    31/03/2013    0 recensioni
Hermione cambia. Un "uragano di emozioni" riesce a scombussolare il suo stomaco, il suo cuore. I suoi errori verranno perdonati? Ron la perdonerà? E i suoi figli?
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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2 capitolo: More and more complicated.
 
Le luci di casa Potter si accesero con il Lumos Maxima pronunciato allegramente da Ginny. Hermione ricordò il Deluminatore di Ron, che poteva magicamente accendere e spegnere le luci con uno scatto.
La Granger si sentì come in un uragano. Aveva voglia di ritornare da Ron, raccontargli ogni cosa, fargli capire che lui è un pezzo importante della sua vita.
I suoi pensieri si persero alle parole di Harry.
«Ti ho mandata in magazzino per il succo di zucca, non ti ho chiesto di ucciderti con i tuoi pensieri.» disse tra un sorriso ed un’espressione seria.
«Harry, devo andare. Devo raccontare tutto a Ron.» disse Hermione sconsolata.
«Non sei obbligata a farlo.» disse dolcemente Harry.
«Ma ho bisogno. Gli scriverò una lettera. Mi fermerò a cena da voi, poi tornerò a casa.» disse Hermione.
In realtà non avrebbe mai fatto ritorno a casa. Raccontò una frottola ad Harry, solo per non preoccuparlo. Perché è così difficile dire la verità? Accettare la verità… perché? Hermione strinse i pugni. L’orlo della sua camicetta si ritrovò dentro il pugno serrato. La stava per strappare. Era in preda al panico. “Calma, Hermione. Ron ti ama. Non può dirti nulla. Calma.” pensava tra se. La camicetta si strappò.
«Reparo. » disse frettolosa, e la camicia ritornò come prima.
Harry stava ancora lì, a fissarla in silenzio da dietro gli occhiali di corno.
Hermione si alzò, agitò la bacchetta e spuntarono pergamena e piuma. Prese a scrivere:
Ron,
non farò ritorno per un breve periodo. Ho commesso un errore, sto cercando di ripararlo con tutte le mie forze. Ho paura di non farcela.
Da quando ti guardai per la prima volta, capii che tu saresti divenuto una persona importante. Ma ti sto perdendo… tu mi hai persa… ed è colpa mia. La vita è questa, Ron. Io sono molto confusa. Draco Malfoy è piombato in un momento estenuante della mia vita, e l’ha capovolta. Sì, mi ha baciata. Ed io ho ricambiato. E mi sento una stupida, Ronald.
Alzò la testa. Prese la pergamena e la strappò… avrebbe fatto la fifona, non avrebbe fatto ritorno a casa, avrebbe scritto un’inutile lettera. Per paura. Hermione strappò anche i più piccoli pezzi. Harry si alzò, le bloccò le braccia. Lei pianse, pianse come una bambina. Cadde in ginocchio, sul letto di coriandoli di pergamena, che non le misero allegria come i veri coriandoli. Avvolse le braccia al collo di Harry. Lui le carezzò i capelli cespugliosi. Poi si allontanò.
«Non ce la faccio. Un errore mi sta consumando, Harry. » disse singhiozzando.
«Invitiamo Ron a cena. Gli racconterai ogni cosa a tavola, così avremo modo di difenderti. » disse Harry.
Hermione non fu così convinta. Pensò a come avrebbe capovolto la serata ai Potter. Rifiutò alla buona idea di Harry.
«Creerei troppa confusione. No. » disse decisa.
«Oh no. I bambini hanno già mangiato, quindi è tutto apposto. Davvero! » ribadì Harry, ancor più convinto.
Lui si alzò, tese la mano ad Hermione che, sorridendo debolmente, l’afferrò. Riuscì a sentire il calore della mano di Harry, che dolcemente teneva stretta a quella di Hermione. Si diressero in cucina, dai bambini a tavola e da Ginny, che se prima dell’arrivo di Hermione sorrideva, dopo si rattristì.
«Ginny, possiamo invitare Ron? Così potremmo spiegargli. » chiese Harry sussurrando.
«Ma certo! Nessun problema! » disse Ginny, ricordando Molly Weasley.
Ma d’un tratto, una sagoma raggiante si materializzò in salotto. Entrò con cura in cucina, rallegrandosi alla vista di Hermione.
«Herm, sei qui? » chiese Ron.
«R-ron… sì, sono arrivata da poco…» mentì Hermione.
Ella sentì il cuore frantumarsi. Ron stava lì, a pochi passi da lei, dal suo corpo snello.
«Hai il naso rosso… hai pianto? » chiese Ronald.
«N-no…» balbettò Hermione immobile.
Il rosso si diresse a braccia aperte verso Hermione, stringendola forte a se. Lei si ritrovò nelle sue braccia. Formarono un tutt’uno. Due anime in un unico corpo. Hermione si allontanò dalla presa, il volto stanco e pallido.
«Su, ragazzi, salutate lo zio e poi a nanna! » disse Ginny.
Hermione si accorse di Hugo e Rose, che ignorarono lo sguardo triste della madre e si diressero su per le scale, in compagnia degli altri tre bambini.
Ginny mosse la bacchetta e di corsa piatti, bicchieri, tovaglioli, forchette e coltelli si posarono dolci sul tavolo. Ginny ed Harry non perdevano di vista Hermione, sconvolta. Ron era felice. I suoi capelli rossi erano ancora più belli. Quegli occhi azzurri dissero ad Hermione che lui l’amava, l’ha sempre amata, è la cosa più bella che gli sia capitata nella vita.
Erano serviti cosce di pollo al forno, il piatto preferito di Ron. Lui sorrideva sempre di più, guardando Hermione con occhi amorevoli.
«Ron, perché sei così felice? » chiese Ginny, sorridendo.
«Oh, vedrai…» disse aprendo un sorriso a trentasei denti.
«Hai letto la Gazzetta del Profeta stamattina? La Umbridge è stata colta in fragrante durante un furto di una strana collana, non di certo una qualunque per essere sotto il mirino della Umbridge. Si svolgerà un’udienza fra due mesi. Per adesso è tenuta sotto controllo da alcuni Auror apprendisti. » raccontò Harry, tra un boccone e un altro.
Ron diventò serio. Hermione si rizzò a sedere. Elaborò di nuovo le parole di Harry, che parvero diventare gelate.
«Harry, Rose mi ha raccontato che Hagrid le raccontò che la Umbridge è morta! » esclamò Hermione, ormai seria.
Harry poggiò la schiena allo schienale rigido. Il mondo gli cadde addosso. Ancora misteri si celano ad Hogwarts. Se la Umbridge fosse morta, non avrebbero pubblicato un articolo così delicato. E poi perché s’interessò ad una semplice collana? Ron ruppe il silenzio misterioso.
«Okay, quindi la Umbridge è stranamente risuscitata per una stupida collana? » disse.
«E se non fosse una semplice collana? Ehi, Harry, la pietra della risurrezione rimase nella foresta. Se fosse la responsabile? » chiese Ginny, aggrottando la fronte.
«La pietra non può far risorgere materialmente le persone, si può solo realizzare un ricordo di esse. » disse Harry.
Hermione pensò a lungo, e finalmente, dopo tanto tempo, a qualcosa che non riguardasse se stessa, la sua storia con Ron, il suo errore. La Umbridge è stranamente tornata in vita… aspetta, e se Hagrid avesse raccontato una frottola? Dopotutto Rose aveva solo 11 anni quando le venne comunicato, avrebbe abboccato troppo facilmente.
«Hagrid ha mentito! Molto probabilmente, sotto la maledizione imperius! Harry, chi sono i ricercati per le maledizioni imperius? Prendi la Gazzetta! » esclamò Hermione, che ricevette d’un tratto la Gazzetta del Profeta.
La studiò con molta attenzione. Prigionieri di Azkaban si muovevano implorando dalla pergamena. Hermione trovò la lista di ricercati per utilizzazione di maledizione imperius.
«C-cornelius Caramell…» Hermione era sconvolta.
«Vi prego, basta! Non ho voglia di parlare di queste cose, adesso. Voglio fare una proposta. » disse Ron.
«Va bene Ron, dicci. »
Ron si alzò, sorridendo inebetito. Prese il suo deluminatore, un click e le luci si raccolsero tutte dentro la piccola sfera. Poi prese la bacchetta, facendo apparire tante candele sparse in tutta la sala da pranzo, fluttuando soavemente. Ron fece un gesto e le candele si accesero, il fuoco diede vita a tutte quelle belle candele. Prese di nuovo la bacchetta, e petali di rose fuoriuscirono da essa. Hermione deglutì. Non riusciva ad immaginare ciò che Ron stava per fare. Il rosso prese ancora una volta la bacchetta da cui, con un semplice gesto, uscì della musica soft, che si disperse per tutta la stanza. E poi, di nuovo prese la bacchetta. Estrasse qualcosa dalla tasca, poggiandola sul suo palmo, visibile a tutti. Era un anello. Un anello d’argento, con diamanti incredibilmente belli.
«Wingardium Leviosa. » e l’anello fluttuò verso Hermione, che ormai capì tutto.
«Hermione, vedi questi diamanti? Splendi esattamente come essi, forse anche di più! Sei un angelo, Hermione. Ho aspettato diciannove anni, e anche più, ma… che dici, ti va di sposarmi? »
 
  
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