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Autore: autrice bassotto    31/03/2013    8 recensioni
Aileen nascondeva tante cose, ma nessuno cercava di scoprirle.
Perché?
Lei aveva alzato muri troppo forti che la dividevano dagli altri.
Ma lei doveva, Aileen aveva sofferto già troppo.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter two. (part 2)


‘I can’t believe it.’


Guess I like the way you smile
With your eyes, other guys, see it but don't realize
That it's my, my lovin'
There's somethin' about your laugh
That makes me wanna have something to
Till there is nothing funny
So we laugh at no-no-nothing.


Se fossi rimasta a leggere quel fottutissimo libro, magari sarebbe stato meglio.
Nel salone di casa c’era mia madre, in vestaglia, sul divano.
Il problema non era questo, insomma, cosa ci sarebbe di strano nel vedere la propria madre in vestaglia?
Il problema era che si, c’era mia madre in vestaglia sul divano, ma era sdraiata addosso ad un corpo maschile che non era sicuramente quello di mio padre.
Colta sul fatto mamy.
Non appena videro Aileen i due si ricomposero, e fu li che la ragazza ebbe quasi un mancamento seguito poi dalla voglia di spaccare tutto.
Sua madre. In vestaglia. Sul divano. Sdraiata su un uomo. Il suo professore di storia dell’arte.
Si chiese cosa fare:
cominciare a sbraitare contro la madre;
prendere a calci in culo il suo odiato professore;
chiedere spiegazioni;
parlarne col padre;

«Aileen, tesoro, non è come sembra posso spiegar..»
…scelse l’opzione che più riteneva opportuna.
Non lasciò finire la madre, si girò di scatto uscendo nuovamente dalla porta e sbattendola in maniera più che forte. Si domandava come quella porta fosse ancora in piedi.
Cominciò a correre tra la miriade di gente che era in strada a quell’ora, per lo più ragazzi, senza sapere dove andare Abitare al centro di Londra non era esattamente a suo favore in quel momento.
Le capitava di urtare persone qua e là, che prontamente facevano scattare il loro ‘sta più attenta ragazzina’.
Correva a perdifiato mentre pensava a ciò che aveva appena visto e capito.
Sua madre aveva un amante, il suo professore di storia dell’arte.
Si fermò di scatto notando un cancello nero alla sua destra, un parco. Quale posto migliore?
Vi entrò e, nonostante le numerose panchine lì presenti, si stese sull’erba fresca.
Aveva bisogno di trovare un contatto con la realtà, perché quello che aveva visto era ancora inammissibile per lei.
Chiuse gli occhi, e ancora una volta, fece il punto della situazione.
Perché sua madre aveva fatto una cosa simile? E’ vero che suo padre era sempre fuori, ma non le aveva mai fatto mancare nulla.
Perché proprio il suo professore? E come lo aveva conosciuto?
Ma soprattutto… da quanto tempo questa storia andava avanti?
Avrebbe continuato a farsi mille domande se non avesse improvvisamente sentito il bisogno di vomitare.
Si alzò di scatto e corse dietro un cespuglio. Rigettò tutto ciò che aveva in corpo, non avendo pranzato, rendendosi poi conto di sentirsi uno schifo.
Uno schifo fisicamente, sentendosi debole.
Uno schifo moralmente, sentendosi presa in giro, in tutti i sensi.
Sua madre era quella che avrebbe tranquillamente detto ‘Il nome della nostra famiglia è anche più importante di te, Aileen’ e poi? Poi era la prima a farsela con qualcuno che non fosse suo padre.
Si sentiva uno schifo perché si era sempre sentita giudicata da quella donna, che era sua madre, vedendola come un essere perfetto, ed ora lei non riusciva a giudicarla, riusciva solo ad odiarla incondizionatamente dandole forse anche troppa importanza.
Cominciò a capire, più di prima, che mai e poi mai avrebbe voluto diventare come sua madre. Con questa aveva chiuso con lei. Aveva chiuso con Aileen.

Le cominciò a girare la testa e quasi si sentì mancare la terra sotto i piedi.
Era sola, non c’era nessuno, e probabilmente a distanza di pochi secondi sarebbe anche svenuta.
Probabilmente per la tensione, per lo shock, per non aver mangiato e forse, anche per Zayn.
Notò poco lontana da lei una piccola fontana, vi andò vicino ed immerse i suoi polsi nell’acqua fredda cominciando a fissarli. Il suo nuovo fondotinta faceva pena perché a contatto con l’acqua era subito scivolato via dai suoi polsi. C’erano cose che non avrebbe mai detto a nessuno e che nessuno avrebbe mai scoperto, come quelle piccole cicatrici in quel momento visibili. Mai ne avrebbe riparlato.
Sembrò sentirsi meglio perciò tolse i polsi dall’acqua lasciandoli però ancora bagnati e si avviò su una panchina. Le sue gambe non avrebbero retto una lunga camminata e di ritornare a casa non se ne parlava.
Avrebbe potuto chiamare qualc…no, chi avrebbe chiamato? Lei era la ragazza solitaria.
La verità era che ad avere fiducia negli altri si rischiava troppo e secondo lei non ne valeva la pena.
Con questo cominciò a perdersi nei suoi pensieri, tra le varie strade dei suoi ricordi.
Il suo sguardo sembrava vuoto, quasi assente e fermo in un punto indefinito del prato verde.
Ad osservare la scena c’era di nuovo Malik, ma stavolta non era da solo.

Mentre era in biblioteca sul punto di baciare Aileen aveva ricevuto una telefonata da Harry, lui e gli altri sarebbero andati al loro parco per parlare un po’ in tranquillità perché doveva presentargli un suo amico appena trasferitosi a Londra.
Era il solito parco frequentato da nessuno, abbandonato a se stesso. Nonostante questo poteva essere considerato un piccolo paradiso terrestre, lo si doveva solo guardare con più attenzione. E se c’era una cosa che Zayn amava fare, era proprio osservare.
Zayn aveva incontrato Harry, Louis, Niall e un tipo ancora sconosciuto proprio fuori dal parco…solo quando ebbero oltrepassato il grande cancello nero che era all’entrata del parco, dopo uno scambio di saluti, tutti e cinque si fermarono ad osservare la ragazza.
«Ma quella non è Alin..no, mi sembra si chiami Aileen?» domandò Liam, che da poco si era presentato.
«Si, è lei. La conosci?» chiese a sua volta Louis, sorpreso.
«Mi sembra una tipa piuttosto strana, l’ho conosciuta all’ora di ginnastica. Credo faccia anche lei Taekwondo come me.» a quell’ultima affermazione tre ragazzi si girarono a fissarlo, chi con gli occhi fuori dalle orbite, chi con in volto un’espressione smarrita e chi invece, come Zayn, non gli aveva prestato la minima attenzione, anzi, era lì che fissava Aileen da quando erano entrati in quel parco. Sembrava la stesse analizzando in ogni suo piccolo particolare. Sembrò ritornare nel mondo dei vivi quando disse «Ragazzi, vengo subito, devo fare una cosa.» e prese ad avvicinarsi ad Aileen quasi correndo.
Come aveva già notato, lo sguardo della ragazza era assolutamente assente ed aveva un viso estremamente pallido, sembrava morta. Non si muoveva, le sue mani erano gocciolanti e rivolte con i polsi verso l’alto, e aveva i gomiti poggiati sulle sue gambe snelle. Nonostante la piccola distanza che intercorreva tra il gruppo di ragazzi ed Aileen, lo sguardo aguzzo di Zayn era riuscito a notare un piccolo, piccolissimo particolare. Doveva sapere se ciò che aveva visto era giusto, ma sperava vivamente che non fosse così.
Si ritrovò di fronte alla ragazza sotto lo sguardo dei suoi compagni. Si piegò dinanzi a lei poggiando le mani sulla panchina, ai lati delle gambe di Aileen, per reggersi trovandosi quindi ad una spanna di distanza dagli occhi di lei, che spaventata era sobbalzata.
«C-che cosa ci fai tu qui?» chiese la ragazza, ancora sotto shock, per l’ennesima volta in quella giornata.
Era la seconda volta che vedeva Zayn, ed era la seconda volta che se lo ritrovava così vicino.
«No, cosa ci fai tu qui Aileen? Perché sei bianca come un cadavere? Perché sembra quasi che tu sia una statua? E soprattutto…cos’è successo ai tuoi fottutissimi polsi?» il ragazzo aveva fatto quelle domande con un’aria tutt’altro che calma, fissando Aileen negli occhi, ma tenendo un tono abbastanza basso.
Aileen quasi si spaventò, ma non fu quella la cosa preoccupante. Tutte quelle domande l’avevano scombussolata e tutto ciò che le stava intorno cominciò a ruotare.
«Zayn..» sussurrò flebilmente prima di perdere il controllo di se stessa e svenire.
Il ragazzo si ritrovò con Aileen priva di sensi addosso.
Preoccupandosi cominciò a scuoterla leggermente, ma non si svegliava. Non poteva lasciarla lì, doveva fare qualcosa. Le cinse spalle e gambe con le sue braccia, in modo da riuscire a prenderla a mò(modo) di principessa e si riavvicinò agli amici.
«Cosa diamine le è successo?» chiesero Niall ed Harry a Zayn.
«Io..devo risolvere questa faccenda, ci sentiamo più tardi ragazzi e..piacere di averti quasi conosciuto Liam.» sorrise a tutti e quattro e si avviò verso casa sua.
Sua madre lavorava in ospedale, avrebbe potuto aiutare Aileen.

Una marea di domanda ronzavano nella testa del ragazzo in quel momento, ma per trovare delle risposte avrebbe dovuto aspettare il risveglio di lei.




 

I’m back bitcheeeees.

Ok, potete anche uccidermi, prendermi a parole o tutto quello che volete perché,
come al solito, c’ho messo tempo ad aggiornare.
Scusatemi, davvero.
Ho la vaga impressione che questo capitolo faccia cagare,
quindi ho assolutamente bisogno dei vostri pareri.
Dovete essere sinceri,
ok?
Magari me lo scrivete in una recensione. Lol
Grazie se seguite ancora la storia e scusate l’autrice di popò.
(che sono io) cwc
Su twitter sono @mymoonlightyou quindi..
per qualunque cosa sapete dove trovarmi, lol.
Al prossimo capitolo! c:
Byeeee.

  
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