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Autore: lady hawke    02/04/2013    1 recensioni
Breve (?) raccolta di flashfic a tema storico, con personaggi e prompt deliberatamente suggeriti da amiche bastarde che non sanno a cosa vanno incontro. Piccoli brani creati nella speranza che gli storicissimi e mortissimi protagonisti non mi odino troppo!
Cristoforo Colombo e Galileo Galilei
Lucrezia Borgia
Oscar Wilde e Anna Bolena
Giovanna d'Arco e Caravaggio
Girolamo Savonarola e Enrico V
Giovanna d'Arco e Elisabetta I/Giovanni dalle Bande Nere
Jane Austen, Matilde di Canossa e Pier Maria Rossi
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Note: Drabble pasquali in arrivo! Pacchetto Eolo Targaryen! Giovanna D’Arco e la citazione: A volte tocchi contemporaneamente il punto dove provo dolore e piacere. Che tu sia per me il coltello. (David Grossman). Parole: 130.


Fendente


Giovanna non dovrebbe amare la battaglia. Non è lì per sete di gloria. Giovanna è lì perché ha una missione, per salvare il suo paese dalla guerra che lo consuma e che gli uomini non sanno fermare. La piccola ragazza ha un cuore di un leone, è guidata dalla fede, è la vergine giusta del signore. Eppure, qualcosa la colpisce nel fragore della battaglia; non il terrore quando disarciona un nemico, non l’umanissima paura di morire quando una spada arriva vicina al suo viso. E’ il dolore di quando la carica di cavalleria che le si avventa addosso, perché lei è un simbolo e i simboli sono pericolosi. È il piacere della battaglia che infuria, la gioia selvaggia dell’abbattere i nemici. È spaventoso e splendido, e Giovanna ne è ebbra.


Note: Drabble pasquali in arrivo! Pacchetto Mammolo Baratheon. Caravaggio. Prompt: sapore. Parole: 214.


Sapore di pittura


C’è una domanda che i ricchi cardinali di Roma non gli hanno mai fatto. Una domanda senza senso, di quelle che solo uno come lui può concepire. Uno che, si dice, viene pagato troppo per il lavoro che fa, che spesso non lo porta a termine, che spesso dimentica le commesse, che implora soldi per buttarli nel gioco e non nel colore.
Nessuno ha mai chiesto a Caravaggio che sapore abbia la pittura. Un quadro non è solo questione di colore, di luce, di occhi. E’ questione di carne, è questione di gusto. Quando Michelangelo cancella dalla mente i suoi istinti, le sue voglie, quando diventa pittore, la sua bocca si riempie di sapore, mentre dipinge. Il sapore morbido del legno del pennello che tiene tra i denti, quello acido della pittura che a volte gli cola sulla faccia. Quello del ferro che sopraggiunge quando la stanchezza lo consuma. Quello del sangue che sente in bocca dopo che si è preso a pugni con qualcuno.
Nessuno chiede mai a Caravaggio quello che interessa a lui, ed è per questo che alla fine, lui finisce per fare quello che vuole. Perché i suoi quadri non sono belle immagini dipinte, sono i suoi figli. E quei figli meritano qualcosa di più del misero appagamento degli occhi.
  
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