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Autore: Malecsis    03/04/2013    6 recensioni
Frammenti di Malec qui e lì... Alec e Magnus attraverso i libri di Cassie Clare, nei momenti che lei non ci ha mostrato. (Ovviamente, spoilers da tutto ciò che ha scritto Cassandra Clare, scene inedite o cancellate incluse)
Genere: Angst, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Alec swallowed. "We're going," he said. He spoke the words like an apology. "Jace—a request from the Seelie Court—it would be stupid to ignore it. Besides, Isabelle's probably already told them we're coming."

"There is no chance I'm going to let you do this, Alec," Jace said in a dangerous voice. "I'll wrestle you to the ground if I have to."

"While that does sound tempting," said Magnus, flipping his long silk sleeves back, "there is another way."

"What other way? This is a directive from the Clave. I can't just weasel out of it."

"But I can." Magnus grinned. "Never doubt my weaseling abilities, Shadowhunter, for they are epic and memorable in their scope. I specifically enchanted the contract with the Inquisitor so that I could let you go for a short time if I desired, as long as another of the Nephilim was willing to take your place."

"Where are we going to find another—Oh," Alec said meekly. "You mean me."

Jace's eyebrows shot up. "Oh, now you don't want to go to the Seelie Court?"

Alec flushed. "I think it's more important for you to go than me. You're Valentine's son, I'm sure you're the one the Queen really wants to see. Besides, you're charming." Jace glared at him. "Maybe not at the moment," Alec amended. "But you're usually charming. And faeries are very susceptible to charm."

"Plus, if you stay here, I've got the whole first season of Gilligan's Island on DVD," Magnus said.

"No one could turn that down," said Jace.

[City of Ashes, Cassandra Clare]

 

~*~

 

 

-on ha convinto il Segretario di Stato Holden, che dopo un colloquio con l’ambasciatore libanese…

 

Il Presidente Miao soffiò in direzione del televisore, con la stessa felina rapidità con cui Alec sollevò di scatto la testa, interrompendo il bacio e causando un mugolio di protesta da parte di Magnus. Il gatto ignorò tranquillamente l’occhiataccia del suo padrone. Non era certo colpa sua se il telecomando dell’enorme tv aveva avuto la malcapitata idea di finirgli sotto le zampe.

 

“Che diavolo sto facendo…”

 

“Interrompi senza un motivo una magnifica sessione di pomiciaggio,” Magnus si appoggiò sui gomiti, ancora sdraiato sul divano, una smorfia scontenta a piegargli le labbra mentre schioccando le dita riportava il silenzio nella stanza. “Andiamo, non ti starai sconvolgendo per un telegiornale mondano?”

 

Alec gli lanciò un’occhiata esasperata, mentre si riabbottonava alla meglio la camicia. “Non sono ancora tornati”

 

“E quindi?” Magnus fece un sorrisetto odiosamente divertito, accompagnato da un occhiolino. “Paura di dover restare mio prigioniero a vita?”

 

Proprio non ti entra in testa, eh?

 

“Se così fosse, saresti nei guai anche tu… quindi non mi esalterei così tanto alla prospettiva”

 

Magnus si alzò con i suoi soliti movimenti felini, i capelli cosparsi di glitter ancora in disordine per la felice attività di poco prima. “Alexander, quando imparerai che io non lavoro per voi ragazzi? Io faccio delle cortesie, tutte dietro compenso, sicchè non sono mai nei guai”

 

Alec gli rivolse un’occhiata imbronciata, cercando di evitare di guardarlo. A differenza sua, Magnus non si era minimamente preoccupato di darsi una sistemata, ed era in piedi con i soli jeans verdi. Sbottonati, per di più.

 

“Suvvia, non sono nemmeno due ore. Non ci metteranno poco, che senso ha farsi venire gli attacchi d’ansia?”

 

Già, perché tu non lo conosci.

Non sai come ragiona, quell’imbecille.

Ma a cosa diavolo stavo pensando quando ho accettato?

…eh.

 

Quasi senza accorgersene, Alec si massaggiò assentemente la spalla sinistra proprio nel punto in cui aveva la runa da parabatai. Magnus si limitò ad inarcare le sopracciglia, incrociando le braccia al petto. Decisamente gliela stava rendendo difficile.

 

“Non mi fido di Jace”

 

“Mh, in fondo è solo il tuo parabatai, perché dovresti”

 

“Non è questo il punto,” Alec sospirò, appoggiandosi di schiena alla parete. Infilò le mani nelle tasche dei jeans, cercando lo sguardo felino di Magnus. “Jace è… incasinato. Non solo per la questione di suo padre, lo hai visto anche tu. Quando c’è Clary di mezzo, non è lucido. E’ per questo che volevo andare al posto suo, farà di sicuro qualche cazzata”

 

Magnus non disse nulla, si limitò a incrociare le braccia al petto, inarcando le sopracciglia. Ma ormai Alec aveva imparato a conoscerlo abbastanza da sapere che c’era irritazione, dietro quello sguardo apparentemente distaccato.

 

Perché ogni volta che salta fuori questo argomento, ti girano?

 

“Si può sapere perché fai quella faccia?”

 

“Quale faccia?”

 

“Quella che hai appena fatto,” Alec accennò col mento nella sua direzione, arricciando a sua volta il viso in una smorfia infastidita. “Come se stessi dicendo qualcosa di male”

 

“Non è quello che dici, è quello che pensi. Ti comporti come se fosse tuo compito assicurarti che nemmeno l’aria faccia soffrire Jace”

 

Alec lo fissò indignato. “E’ il mio parabatai, forse non sai cosa vuol dire, ma è proprio-”

 

Non venire a dire a me che non so cosa significa il legame che unisce due parabatai, Alexander” Magnus strinse appena gli occhi, per un attimo attraversati da un’insieme di emozioni inclassificabili. Avanzò di un paio di passi, finchè non fu a pochi centimetri dal viso di Alec. “Ne ho conosciuti di talmente legati, da smettere di essere due entità per diventarne una sola. So perfettamente cosa diventa uno di voi quando l’altro soffre, o è in pericolo. Ed è proprio per questo che mi da fastidio che ti ripari dietro una scusa, perché questa è una scusa”

 

“Quale scusa, stai scherzan-”

 

“Non è per il vostro legame che non riesci a stare lontano da Jace,” Magnus inclinò appena il capo, senza smettere di fissarlo. “E’ perché ne sei ancora innamorato. E sei geloso di Clary, questa è la verità” Alec aprì la bocca per replicare, ma Magnus inarcò le sopracciglia con una smorfia, quasi sfidandolo a dire il contrario. “Ti prego, correggimi se sbaglio”

 

“E se anche fosse?” Alec serrò i pugni. “Non si smette di amare una persona dalla sera alla mattina, maledizione, e non solo nel senso che intendi tu! Si, è vero sono geloso di Clary. Ma non perché Jace può stare con lei e non con me, perché ti ho sempre detto che non mi aspetto proprio niente da lui. Non gli direi mai niente. Ma nessuno lo conosce come lo conosco io, e so che di Clary si è innamorato… sapendo che non può combinarci niente perché è sua sorella. E se già non fosse sufficiente la solita dose di autolesionismo che si infligge, adesso ha una scusa in più per odiarsi, per mettersi in pericolo mentre ci ride su. Normalmente ci sono io a guardargli le spalle, ora chi c’è al mio posto?”

 

“Quindi tu più che il parabatai, sei la badante di Jace?”

 

“Ma ti stai ascoltando?!” Alec scosse la testa, indiavolato. “Non hai sentito una sola parola di quello che ti ho detto?”

 

“Ho sentito perfettamente, Alexander, ma a questo punto te la faccio io una domanda: hai cambiato idea?”

 

“…come?”

 

“Quando sei venuto qui, quando abbiamo iniziato a uscire insieme, mi hai detto che volevi imparare a lasciarti alle spalle quello che provi per lui. Ora, perché mi sembra che tu abbia cambiato idea?”

 

“Perché non stai ragionando, ecco perché!” replicò duro Alec, scuotendo la testa. “Sono preoccupato per lui-”

 

“Tu sei SEMPRE preoccupato per lui!”

 

Sarebbe stato interessante fare una classifica di chi fosse il più sorpreso da quell’urlo, se Magnus stesso, Alec, o il Presidente Miao, che fu comunque l’unico a reagire con un miagolio infastidito. Alec rimase immobile, gli occhi di un blu più scuro del solito, incapace di decifrare l’espressione di Magnus. E forse neppure lo stregone si aspettava di avere una reazione simile, perché scosse la testa, facendo un passo indietro.

 

“Sapresti dirmi che cosa sta succedendo fra noi, Alexander?”

 

Alec inghiottì, colpito da quel tono come un pugno allo stomaco. Non era un rimprovero, non era duro come fino a un attimo prima. Sembrava… vulnerabile. Una domanda onesta, come se davvero proprio lui, uno stregone centenario, non riuscisse a trovare la strada giusta con un cacciatore adolescente.

 

Ti sto facendo del male?

Ma soprattutto, hai ragione tu… io qui che ci faccio?

 

Magnus reagì a quel silenzio con una piccola smorfia amareggiata, voltandosi e avviandosi in direzione della sua camera da letto.

 

“Se hai intenzione di guardare la televisione, non sopporto il volume troppo alto”

 

Alec non battè ciglio, neppure quando la porta della camera si chiuse con una certa violenza, accompagnata da una spruzzata di scintille blu. Inspirò a fondo, ignorando l’occhiata seccata del Presidente, cercando di rielaborare tutto quello che era appena successo. E soprattutto, cercando di capire perché lo sguardo ferito di Magnus fosse stato così devastante, da fargli dimenticare per un momento qualsiasi altra cosa fuori da quelle mura.

 

 

~*~*~

 

Quando bussò leggermente alla porta, Alec sapeva già che non avrebbe ricevuto alcuna risposta. Ma non provò di nuovo, per quanto sarebbe stato più corretto. Socchiuse la porta della stanza da letto, sporgendo appena il capo per dare a Magnus tutto il tempo di sbattergliela magicamente in faccia, se avesse voluto. Ma la botta non arrivò, e dunque potè entrare. Magnus se ne stava in piedi davanti alla parete in vetro, le braccia incrociate al petto, perfettamente immobile a fissare le luci di una Brooklyn avvolta dal buio della sera ormai iniziata. Non poteva vederne il viso o cogliere il suo sguardo, ma Alec non potè impedirsi di accarezzare con gli occhi ogni singolo muscolo di quella schiena ancora nuda, visibilmente irrigidita.

 

“Non mi pare di averti detto di entrare”

 

Alec inghiottì, tornando coi piedi per terra. Il tono asciutto e palesemente infastidito di Magnus era stato una sveglia sufficiente. “Lo so,” mormorò, facendo un paio di passi nella stanza. Infilò le mani nelle tasche dei jeans, un gesto tipico di quando si sentiva a disagio. “Mi sono… preso da solo il permesso. Non mi piace lasciare le discussioni irrisolte”

 

Magnus non replicò, ma dal modo in cui aveva allargato le scapole, non sembrava essersi rilassato proprio per niente.

 

Ha ragione lui. In parte.

 

“Ok, uhm…” Alec si morse le labbra, ciondolando i piedi finchè non fu accanto al letto. Si sedette sul bordo, strofinandosi le mani umidicce, come se fissarsele e non dover guardare la schiena di Magnus fosse una buona soluzione. “Non serve che tu risponda, mi accontento che mi ascolti, va bene? Poi sarai anche libero di sbattermi fuori a calci nel sedere”

 

“Ti ricordo che non posso farlo”

 

“Si, beh, il concetto l’hai capito” Alec storse le labbra, evitando di commentare.

 

Razza di testa dura…

 

“Hai ragione quando dici che provo ancora qualcosa per Jace, anche se non porterà mai a nulla. Ci mancherebbe, per quanto mi riguarda lui non deve sapere niente, quindi…” Alec si grattò il sopracciglio, mordendosi di nuovo le labbra. Non si era preparato un discorso prima di entrare, aveva passato un’ora a cercare di capire cosa gli stesse capitando… e la soluzione che aveva trovato era proprio parlarne con l’unica persona con cui gli riusciva di essere onesto fino al midollo. L’unico che lo conoscesse senza il minimo muro. “E hai ragione a darmi dello stronzo se prima non sono stato in grado di rispondere alla tua domanda”

 

Magnus non si voltò, ma fece una sonora smorfia ironica. Alec si ostinò ad ignorare la provocazione.

 

“Non lo so,” mormorò il ragazzo, continuando a fissarsi le mani. “Non lo so come si fa a smettere di amare qualcuno che non puoi avere, e non so cosa sta succedendo fra me e te”

 

“Sei decisamente uno con le idee chiare, complimenti”

 

“Non ho mai detto di esserlo,” Alec si alzò in piedi, affiancando Magnus e cercando inutilmente di incrociare il suo sguardo d’ambra. “E mi rendo conto di aver fatto un casino, perché avrei dovuto prima sbarazzarmi completamente di qualsiasi emozione sbagliata verso Jace, e solo dopo avvicinarmi a te. Forse sarei in tempo a frenare questa cosa… qualsiasi nome abbia… che c’è fra noi, ma la verità è che non voglio frenarla. Ok?”

 

Magnus finalmente staccò gli occhi dal panorama, avvertendo il fremito nella voce di Alec, e lo guardò dritto negli occhi.

 

“Sono un egoista, hai ragione a pensarlo,” Alec si massaggiò la nuca, facendo una smorfia mortificata, ma ebbe il coraggio di sostenere quello sguardo con tutta l’onestà di cui era capace. “Perché non ti so dire che cosa siamo, ma so cosa sei tu per me. So che sei l’unico che mi conosce completamente, che ha visto anche il peggio di me, le mie paure, i miei difetti, e ancora non mi ha defenestrato. Sei quello che… a cui penso quando-uhm, quando… insomma, ti è chiaro che intendo,” borbottò, col solito broncio e un vago rossore sulle guance. “Credevo che fossi solo una cotta, ma ci deve essere dell’altro se mi arrivi fin qui,” Alec si portò una mano sul petto, all’altezza del cuore. Inspirò leggermente, prima di scuotere la testa. “Perciò, ecco la tua risposta. No, non voglio continuare ad amare Jace se non come un fratello, e non smetterò di avere paura che la sua fottuta vena masochista gli incasini la vita. No, non è corretto chiederti di aspettare che la mia testa del cavolo si riordini, e al tempo stesso se penso a te fuori dalla mia vita, mi sembra di ricominciare un altro incubo, solo con un nome diverso. Quindi in realtà… devi essere tu a decidere che cosa vuoi fare, perché… io non ho tipo alcun diritto di importi proprio un accidente”

 

Magnus si prese un lungo momento prima di rispondere, e quando lo fece, le labbra erano curvate in qualcosa di molto simile a un sorrisetto malcelato.

 

“Non credo di averti mai sentito parlare tanto, da che ti conosco”

 

“Fatti un po’ due domande…” Alec alzò gli occhi al cielo, dando un colpetto di reni alla parete a cui si era appoggiato. Tornò a sedersi sul bordo del letto, mettendosi a giocherellare con un filo della camicia fra le dita, come se servisse a sciogliere la tensione che ora sentiva alla bocca dello stomaco. Non era abituato ad aprirsi, ma Magnus rompeva tutti gli schemi ogni santa volta. Non si mosse quando sentì il materasso piegarsi leggermente sotto il peso dell’altro, che a quanto pare era scivolato a sedergli accanto con i suoi soliti movimenti felini e silenziosi.

 

“Non mi è mai capitato di dover dividere le attenzioni di chi mi piace,” mormorò Magnus con calma, appoggiandosi con i gomiti alle ginocchia e guardando avanti. “Non sono mai stato geloso di qualcuno, perché non ne avevo bisogno. Ho sempre avuto accanto compagni che non avevano occhi che per me,” un sorriso gli sciolse la smorfietta pensierosa in una quasi divertita, mentre si voltava a incrociare lo sguardo di Alec. “Ma poi giustamente arrivi tu, che ti disperi per un amore impossibile, che vorresti fare il palo al culo e struggerti correttamente al balcone di Giulietta, piuttosto che fra le mie braccia…”

 

Non che sapesse dove stesse andando il discorso, ma Alec ridacchiò, abbassando gli occhi.

 

“…e non riesco a pensare ad altro che al giorno in cui sarò io, l’unico viso nel tuo cuore”

 

Per un momento gli sembrò che il cuore si fosse fermato. Alec guardò Magnus dritto negli occhi, perché non c’era bisogno di aggiungere altro a quello sguardo. Nessuno gli aveva mai detto qualcosa del genere. Nessuno gli aveva mai fatto provare quella sensazione. E per la prima volta nella sua vita, la stella abituata a risplendere di luce riflessa, osava sentirsi una vera e propria supernova.

 

“Credo che tu valga la mia attesa,” Magnus sorrise appena. “Quindi puoi smetterla di sentirti un egoista, perché è una mia scelta aspettarti. Manterrò il segreto su di noi fintanto che non avrai messo ordine in quella zucca vuota che ti ritrovi, e se riesci a stringere i tempi, ti assicuro che stappo un dannato champagne” aggiunse, con una impagabile faccia da schiaffi.

 

Probabilmente, ripensandoci, sarebbe stato giusto dargli una risposta. Ma in quel momento, l’unica risposta di Alec fu sporgersi e baciarlo, e non certo con grazia e delicatezza. Si avvinghiò con la mano a quei capelli assurdi, baciandolo come se un domani non fosse garantito a nessuno dei due, e Magnus fece altrettanto, accarezzandogli il collo con la mano. Non si interruppero, perché per un momento non c’erano i mille problemi della vita reale in quella stanza, ma solo due persone travolte dalle proprie emozioni. E fu proprio Alec che per primo lasciò scivolare le labbra lungo il corpo di Magnus, assaporandone ogni millimetro quasi con devozione, rabbrividendo ai suoi brividi, provando una miriade di sensazioni speculari alle sue, quando lo ricoprì di attenzioni. Traendo piacere semplicemente dal piacere del ragazzo dai capelli assurdi, che sussurrava il suo nome come nessuno aveva mai fatto. E Jace, i casini, le emozioni difficili da gestire, tutta quella situazione contorta… almeno per qualche ora, svanirono in una nuvola di fumo, lasciandoli finalmente in pace.

 

 

 

 

Innanzitutto scusate l’assenza, al trasloco si sono aggiunti un po’ di casini vari, poi metteteci studio e lavoro, non si ha mai un istante libero @_@ poi ci sono stati tutti i Clockwork Princess feelings XD e quindi ho rimandato un po’. La prossima volta cercherò di essere più puntuale :D ma voglio ringraziarvi tutti per le bellissime recensioni *___*

Odlisny: grazie mille! Eh si, le traduzioni in italiano hanno davvero tempi troooooppo lunghi -.-“ baci baci!

Chibikitsune: grazie davvero per tutti i complimenti *_* si, io sono fortemente convinta che per quanto paziente, Magnus abbia avuto il suo momento di “sbrocco” da geloso, ed è giusto… poveretto insomma, all’inizio Jace è un “avversario” duro da battere :D bacioni!

Mizar: *____* sono ufficialmente onorata, grazie per ogni parola! Adoro Magnus, sarà che siamo schizzati in due XD un bacissimo!

Adamantina: ne sono contentissima! Spero ti piaccia anche questo! Un bacione!

Melon: *-* le tue parole mi hanno proprio scaldato il cuore… speriamo di non deluderti, né con questo capitoletto, né coi prossimi! Un bacissimo!

Faffina: e io mi commuovo di fronte alla tua recensione :D grazie ancora tantissimo, un bacione! 

 

 

 

 

 

 

  
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