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Autore: emmevic    03/04/2013    2 recensioni
Prendete Minato e Kushina, poi Naruto ed infine Karin, ora metteteli sotto lo stesso tetto: avrete la famiglia perfetta.
No, forse non sarà così perfetta.
• Uzumaki family riunita!
Cit. IV cap/: Perché Naruto non si limitava ad abbandonare in giro i propri effetti personali, la sua era una vera e propria semina degli orrori che avveniva quotidianamente e a niente, proprio a nulla, erano valse le lavate di capo di Kushina. Quel pezzo di baka continuava imperterrito a lasciare dietro di sè una scia di indumenti sporchi e quant'altro. Ma a Karin, a Karin quella volta - dopo aver lanciato un improperio a causa del disgusto ed essersi alzata dal divano - gli occhi si illuminarono di una luce sinistra.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Karin, Kushina Uzumaki, Minato Namikaze, Naruto Uzumaki
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessun contesto
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manuale famiglia 3
Manuale della famiglia perfetta
Principi per una convivenza sana e pacifica


Terzo principio vigente.
• Nella famiglia perfetta, quando si è chiamati, si risponde o le possibilità che notevoli problemi insorgano sono estremamente elevate.

«I can tell, not by the way that you smell, but by the way you move your tongue, my loooove!» stonò Karin sull'ultima nota, nel vano tentativo di imitare il cantante.
Non era molto portata per il canto, Suigetsu  - il suo adorabile neofidanzato - glielo faceva pesare ogni qual volta in macchina lei avesse la mirabolante idea di esibirsi in una performance sonora, trascinata dall'entusiasmo della radio.
«Somebody shake me, what can I doooo?» stonò nuovamente,  notando con un sorriso che la vasca era già colma d'acqua e di schiuma.
«Am I in love with the night? Am I in love with you? Will you take what I’ve got? Will we die on the spot?» e si tolse gli occhiali, riponendoli accanto alla crema idratante sul lavandino; per poi svestirsi completamente e, con ancora le cuffie a tutto volume nelle orecchie, immergersi nell'acqua bollente.
Sospirò di piacere, mentre il suo corpo scivolava nella vasca.

[ Trentasette minuti più tardi ]

Toc toc
Naruto fissava la porta del bagno con discreto interesse, era la seconda volta che picchiava il pugno contro quella superficie liscia e dura, ma nessuna risposta gli era ancora giunta.
Bussò una terza volta, nella speranza che una maledettisima voce lo rassicurasse e gli dicesse «sí, libero subito il bagno», poi spinto dalla disperazione - quando natura chiama, c'è poco da fare! - provò a scassinare la porta.
Richiuse le dita attorno alla maniglia dorata e diede forti strattoni, ma niente da fare: era ben chiusa.
«Ehiiiiii!» gridò quindi, sentendo un leggero rumore provenire da oltre la porta. C'era sicuramente qualcuno chiuso lí dentro!
Sbuffò, quando nessuno rispose alla sua chiamata.
Odiava essere ignorato a quel modo.
«Eeeehiiiii!» prese a strillare nuovamente, frustrato. Iniziava a prendere in considerazione l'idea di abbattere la porta.
«Naruto, cosa stai fac-» e il ragazzo lanciò un urlo, questa volta per lo spavento, e sobbalzò, dal momento che proprio non si era accorto che Minato gli fosse giunto alle spalle.
«Papà, non ti ho sentito arrivare» mugugnò risentito il giovane, tentando d'assumere un'aria più seria, almeno composta; sfigurare innanzi a suo padre non era certo la sua massima aspirazione.
Minato lo guardò con fare incerto. Quando il figlio prendeva a strillare a quel modo, - cosa che, a pensarci bene, accadeva considerevolmente spesso - non era mai un buon segno.
«Cosa c'è?»
«Qualcuno ha preso in ostaggio il bagno» dichiarò serio il giovane, incrociando le braccia al petto e annuendo con forza, dando enfasi alla frase.
Suo padre scosse la testa, rassegnato, e «sono le persone ad essere prese in ostaggio, non i luoghi» mormorò.
Naruto alzò le spalle.
«Ci dev'essere dentro Karin, perché tua madre è ancora a letto. E forse sarebbe meglio se smettessi di urlare così, è domenica e - come ben sai - lei adora dormire...» Minato fece presente a Naruto con voce pacata, portandosi le mani ai fianchi.
Era una persona estremamente paziente a differenza della moglie e del figlio, entrambi capaci di perdere la calma e il senno in meno di tre minuti.
L'uomo stava dunque per girarsi e tornare nella propria camera matrimoniale, considerando la questione conclusa, quando l'ennesimo grido del figlio lo bloccò.
«E se Karin fosse morta? Rimasta vittima della vasca da bagno scivolosa o di un improvviso giramento?» lo incalzò il ventenne, concitato.
Drammaticità estrema, qualità straordinariamente legata al gene degli Uzumaki.
«Non credo. Starà semplicemente facendo le cose con calma» concluse.
Un improvviso ciabattare risuonò nelle stanze della casa e «cosa succede qui?» borbottò una voce di donna, con tono non troppo gentile.
E questo significava solo una cosa: l'allegra combriccola aveva raggiunto il numero massimo, ergo erano tutti svegli ed arzilli.
«Kushina, tesoro, torniamo a lett-» tentò Minato, ma fu subito bloccato da uno sguardo omicida della moglie. La sua dolce metà era decisamente di cattivo umore, constatò e si portò una mano alla fronte, presagendo il peggio.
«Naruto Namikaze, ingrato d'un figlio, ti rendi conto d'avermi svegliato?»
La minaccia era palese, chiunque con un poco di sale in zucca se ne sarebbe reso conto e avrebbe battuto in ritirata, si tranquillizzò l'uomo, convincendosi che suo figlio non fosse tanto idiota da irritare Kushina appena sveglia: perché Kushina Uzumaki appena sveglia sapeva essere davvero perfida - malvagia.
«Non importa, quello che è di fondamentale importanza ora è salvare Karin dal bagno», ma - appunto - Naruto troppo sveglio non era e, invece di evitare il pericolo, ci si buttava a capofitto.
«Di cosa stai parlando?» sibilò la donna.    
«Karin è chiusa lí dentro da ore e non risponde» esagerò Naruto e il panico si scatenò. La donna, in vestaglia e ciabatte, prese a picchiare la porta con forza, gridando a pieni polmoni il nome della nipote.
«Kushina, Naruto, la conoscete: starà ascoltando della musica» disse poi Minato, in un momento di improvviso silenzio, ma nessuno diede lui molta importanza.
Tant'è che la moglie - cara, adorabile, dolcissima moglie - corse in camera e, afferrato il cellulare, compose un numero con gran foga.
«Vigili del fuoco?» domandò, «Bene, ho bisogno del vostro aiuto. Mia nipote è rimasta chiusa nel bagno e non risponde più, temiamo per la sua salute. Dovete venire a buttare giù la porta: subito!» e Naruto, accanto a lei, annuì ad ogni singola parola.
Poi, poi successe tutto troppo velocemente e Karin, asciugamano stretto in vita, aprì la porta, varcando la soglia con calma, e Kushina mollò il
cellulare in terra e cacciò un grido di quelli che Minato tanto odiava.
«Io ti uccido! Sei una sconsiderata! Cosa ci facevi chiusa lì dentro senza rispondere?!» prese a strillare e la ragazza divenne terribilmente rossa in viso.
«Cosa diavolo..?» provò a domandare, ma la ciabatta verde pistacchio della zia le sfiorò il mento a velocità sorprendente e la ragazza - non senza ragione - decise di battere sdegnosamente in ritirata. Del resto aveva addosso solamente un asciugamano striminzito e sì, si sarebbe fatta valere più tardi, preferibilmente vestita.
Minato, frattanto, scosse la testa e, raccolto il cellulare, «siete ancora in linea? Ecco, non è più necessario il vostro intervento. Ad ogni modo mille grazie per la disponibilità e buona domenica.»
L'uomo sospirò, mentre una Kushina urlante sfogava le proprie ire contro un incauto Naruto: quella si preannunciava una lunga giornata.


[ La canzone citata nel testo è I see you di Jutty Ranx. ]

   
 
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