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Autore: Miele_    04/04/2013    5 recensioni
[ 17 Capitoli ]
[ Pairings varie ] [ AU // Carcere minorile ] [ Arancione ]
[ Lemon | Violenza | Het | OOC | Slash ]

Dal Capitolo 00:
“Cheryll Madlenne Everdeen, secondo la sua fedina penale, lei è incolpata per i seguenti reati: prostituzione, triplice omicidio, furto in un appartamento, incendio doloso, possesso di documenti falsi, spaccio di sostante stupefacenti e uso proprio di esse, falsa testimonianza, impiego di beni di provenienza illecita, corruzione, oltraggio a pubblico ufficiale, violazione di domicilio…” iniziò a leggere, corrugando le sopracciglia man mano che andava avanti a leggere.
“Non è che se faccio un furto in un appartamento busso e chiedo ai proprietari: Scusi, posso entrare a derubarla?” la interruppe ironica la ragazza, trafficando con la mano nella tasca destra del giubbotto.
“Dicevo, violazione di domicilio, stalking, possesso e uso di un’arma da fuoco, persuasione per un suicidio, mancato pagamento di 32 multe mentre guidava un'automobile all'età di 15 anni, tentato omicidio, rissa in una… farmacia?” concluse, mezza divertita la donna.

[ Presenza di 2 miei OC ]
[ Ispirato al film “Mary per sempre” ] 
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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 { Chapter 01 :: First day. }

 

Appena i due uomini tutto muscoli la lasciarono come un baccalà davanti a quella che sarebbe stata la sua futura camera, la ragazza sospirò amaramente, spingendo poi la porta dal pomello argentato, senza stupirsi che ancora prima di poter vedere la camera, inciampò in una delle sue borse che dovevano aver lasciato proprio lì oltre all’uscio della porta.
 
Sospirò nuovamente.
 
Successivamente, il suo sguardo si spostò più in alto, e seguì il terzo sospiro quando scoprì che purtroppo non avrebbe avuto una camera singola.
 
C’erano sei letti, quattro dei quali già occupati da quattro ragazzi che appena sentita la sua entrata in scena si erano alzati per vedere meglio.
 
Solo in quel momento, ricordò che fossero le 3 di mattina.
 
“Allora, tu devi essere la famosa nuova arrivata” sbadigliò uno di essi: aveva i capelli grigi e lunghi fino alle spalle, leggermente scompigliati, e un paio di occhi dell’omonimo colore.
 
“A quanto pare” rispose la bionda annoiata, tirando un calcio ad una piccola borsa ai suoi piedi, che volò dritta in faccia ad uno sdraiato nel letto in basso di un letto a castello.
 
“Ahia” mormorò quello, e quando si sollevò la prima cosa che notò la ragazza furono una massa informe di capelli rossi e un paio di occhi gialli.
 
…pur conciato così, le sembrava quasi sexy.
 
“Abbassa la voce, deficiente” ringhiò un altro dai capelli più lunghi e quasi bianchi, che erano l’unica cosa distinta nella figura sotterrata tra le miriadi di coperte.
 
“Oh, finalmente una ragazza, non ne potevo più!” si udì un gridolino dall’altra parte della stanza, e Cheryll fu lieta di aver incontrato almeno un soggetto di sesso femminile lì dentro. Non che però sembrasse così normale, quella ragazza.
 
Aveva i capelli lunghi e turchesi e la pelle color cappuccino, e in quel momento indossava una larga felpa con il cappuccio… e un paio di mutande.
 
Uhm… beh, perlomeno era coerente.
 
Stava per aprirsi in un sorriso quando la porta dietro di lei si aprì, spingendola da dietro e facendola inciampare nelle sue borse. Di nuovo.
 
Stava quasi per sparare una bestemmia, che quando si girò incontrò gli stessi occhi di meno di un’ora prima, le parole le morirono in bocca.
 
No, non si era innamorata, solo non poteva credere di dover convivere con un ragazzo che già a prima vista si fosse messo a sfotterla.
 
“Oh, ma buongiorno riccioli d’oro! Posso chiamarti riccioli d’oro?” domandò lui ammiccante – probabilmente, solo per prenderla un po’ per il culo – estraendo dalla tasca posteriore dei suoi jeans una sigaretta, porgendogliela, e accendendosene un’altra.
 
“Uno, sono le tre e venti di notte, due sognatelo, e tre… ma perché no? Grazie” afferrò la sigaretta la sedicenne, prendendo poi dalle mani l’accendino al ragazzo e accendendosela, buttando poi su quello che aveva capito essere il letto del tipo dagli occhi rossi l’oggetto – per inciso, su di esso c’erano anche un paio di boxer azzurri e delle calze un po’ più scure.
 
“Comunque io sono James, loro sono Rika, Haruya, Shirou e Fuusuke” presentò tutti il ragazzo dai capelli bianchi, indicando uno ad uno tutti gli altri ragazzi.
 
“Sentite, io vado a letto, le borse le svuoto domani” sbadigliò la riccia, arrampicandosi nella parte alta del proprio letto a castello e permettendo anche a Rika di sedersi in quella più in basso.
 
“E comunque, io sono Cheryll Madlenne Everdeen. Se volete Cher Maddie”.
 
La cosa che più Cheryll Madlenne amava di sé stessa – nonché l’unica – erano i suoi occhi: un agglomerato di colori in cui dalle diverse angolature riuscivano a distinguersi tutti, anche se in alcuni momenti sembravano prevalere più le sfumature di uno rispetto a quelle di un altro.
 
Fu con quel pensiero, che la sedicenne pluriomicida si addormentò, con un leggero sorriso sulle labbra.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ovviamente, come sveglia la Everdeen poteva aspettarsi tutto, eccetto che un suono che pareva l’esplosione di una bomba – prolungato per una decina di secondi, e solo leggermente più soft – che raggiungesse le orecchie di tutti i ragazzi dell’istituto, facendoli svegliare più o meno di soprassalto. Ad esempio, Fuusuke rimase fermo per una ventina di secondi almeno, mentre Haruya si alzò così in fretta che sbatté persino la testa contro il letto di sopra.
 
“Vi conviene vestirvi, che fra mezz’ora iniziano le lezioni” mormorò James, alzandosi e raggiungendo l’armadio con passo strascicato.
 
“A proposito, tu Cher in che classe devi andare?” domandò Shirou. Bella domanda.
 
La ragazza stava per rispondere che no, non ne sapeva niente, ma Haruya la precedette, prendendo una busta beige che la sera prima doveva essere caduta dalle sue borse da terra, e leggendone il contenuto sorvolando sulle fasi meno importanti.
 
“Sei con noi” disse solamente, lasciando sul proprio comodino la lettera e iniziando a vestirsi. Sì, ognuno davanti all’altro, senza pudore.
 
Cheryll deglutì.
 
“Io… credo… uhm… che andrò in bagno a cambiarmi, eh?” disse velocemente, e senza neanche aspettare la risposta entrò nel piccolo bagno di pochi metri quadrati, abbandonando la borsa sopra al lavandino e iniziando a spogliarsi.
 
Poco meno di un quarto d’ora dopo, la bionda uscì dal bagno. Indossava un paio di scarpe col tacco e dei jeans attillati blu; sopra, una camicetta bianca e azzurra coperta da una giacca di pelle.
 
I capelli erano legati in uno chignon, ma due ciocche lisce le ricadevano davanti alle orecchie. Il viso da bambolina era coperto dal trucco, anche se esso non era per niente pesante, solo una passata di lucidalabbra e del mascara.
 
“Possiamo andare” disse Fuusuke, aprendo la porta e uscendo prima di tutti da quella angusta stanza – la Everdeen, tra l’altro, non si era neanche accorta che fossero tutti pronti tranne lei.
 
Dopo giri tra quei corridoi che sembravano non finire mai, finalmente i sei arrivarono dinnanzi ad una porta, che gentilmente Haruya aprì con un calcio neanche troppo forte.
 
Subito gli occhi si posarono su di loro, e Cheryll alzò gli occhi al cielo: perfetto, il primo giorno già erano arrivati in ritardo, e perlopiù quelli che stavano con lei non avevano esitato a scardinare quasi la porta.
 
Cheryll Madlenne Everdeen, sei ufficialmente una sfigata.
 
Il professore aveva un’aria strana, con un’espressione talmente ferma e risoluta che Cheryll non riuscì neanche a capire se stesse scherzando oppure no.
 
Infondo, era pur sempre un carcere, quale uomo così determinato sarebbe caduto così in basso?
 
“Vi pregherei gentilmente di sedervi ai vostri posti” sussurrò l’uomo, quasi senza muovere le labbra, indicando con un gesto del capo i banchi in fondo all’aula.
 
“Non tu, signorina, lei si deve presentare alla classe” aggiunse in falso tono mellifluo, alzandosi e indicando alla ragazza di avvicinarsi alla cattedra.
 
La Everdeenin risposta non batté ciglio, si apprestò solamente ad avvicinarsi come richiesto al professore, sorridendo anche lei tanto falsamente e girandosi verso i suoi compagni. Saranno stati su per giù in quindici. Massimo diciotto.
 
Avranno avuto tutti la sua età, forse qualcuno arrivava ai diciassette anni, ma non ce n’era nessuno più piccolo di lei.
 
“Buongiorno a tutti, io sono Cheryll Madlenne Everdeen e vengo dal centro di New York. Ho sedici anni…” non fece in tempo a finire, che subito un ragazzo dalla seconda fila, con i capelli rasati a lato e un ciuffo castano in mezzo, si alzò, chiedendole senza tatto se fosse vero che lei avesse assassinato tre persone.
 
Cheryll sorrise.
 
“Così dicono” e senza dubbio, voleva dire sì.
 
“E anche che ti prostituivi?” chiese un altro dalla prima fila con i capelli rosa. Sembrava leggermente pazzo, ma forse era solo una sua impressione.
 
“Naah” smentì lei, e gli occhi di diversi di loro si spalancarono.
 
“No?” chiese sospettoso un altro, con i capelli rasta legati in una coda e un paio di occhialini a coprirgli gli occhi.


“No” rispose ancora, con il viso più contratto e serio di prima. Sembrava che nessuno le credesse, nonostante non le avessero mai parlato.
 
“Ok… beh, può sedersi al suo posto, lì accanto ad Haruya”.
 
Sorrise. Perlomeno con lui si sarebbe divertita, e solo lei sapeva che genere di giochetti avesse in mente per quel ragazzo dai capelli rossi. Si morse il labbro.
 
Dopo una manciata di secondi in cui avevano fatto in tempo lei a sedersi e il professore a ricominciare a spiegare, un altro rosso davanti a lei si girò, appoggiando la schiena contro il muro e il gomito sul tavolo della Everdeen.
 
“Sul serio hai ucciso qualcuno?” sussurrò concitato, sorridendo in un misto di sorpresa e allegria, facendo girare così altri tre o quattro ragazzi accanto a loro.
 
“Sì, ma solo la metà sono stati davvero entusiasmanti” rispose lei, sorridendo beata al ricordo della sua vita libera.
 
“La metà? Ma non c’è la metà se hai ucciso tre persone!” si girò ancora il ragazzo dagli occhialini, squadrandola in modo forse un po’ critico.
 
“Ops” ridacchiò lei, alzandosi un millisecondo dopo il suono della campanella e uscendo dalla classe, evitando le ulteriori domande del rasta.
 
“Allora, bellezza, per quanto starai qui?” domandò il rosso con gli occhi azzurri, circondandole i fianchi con un braccio e avvicinandola a sé.
 
“Il più possibile” sussurrò lei al suo orecchio.
 
Che i giochi abbiano inizio.
 
 
 
Angolino veloce.
Buongiorno. Farò in fretta.
Probabilmente Cher sarà sembrata una troia/Mary Sue ma vi assicuro che vi farò cambiare idea.
Spero che i quattro che hanno recensito l’altra volta spendano ancora del tempo per lasciarmi un commentino, anche se dubito (i secondi capitoli non li recensisce mai nessuno(?)).
Comunque ora vi saluto, vivibbì AHAHAHAH
Miele.
 

 

  
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