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Autore: kyuukai    09/04/2013    3 recensioni
Corri e vai, fogliolina,
Danza e vola intorno al fuoco
Troppo vicina, troppo avventata.
Ti spingi troppo oltre per le fiamme scure,
affascinata, ostinata, tanto che
i lapilli sospinti arderanno le tue punte.
Sai che prima o poi la tua freschezza
verrà rubata da cotanta avventatezza
ed arderà fino in cenere
di fronte al fuoco implacabile.
Perché dunque continui? Per quale ragione non indugi?
Desideri così tanto morire per quella fiamma mortale,
O fogliolina avventata, innamorata ed ossessionata?
[Incompiuta]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hashirama Senju, Izuna Uchiha, Madara Uchiha, Tobi, Tobirama Senju
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Prima dell'inizio
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Prologo:

Hashirama aveva solo cercato un aiuto, una fonte di calore che lo potesse salvare da un mondo gelido ed ostile che voleva rubargli ogni briciolo di umanità e giovinezza. E l'amore che tanto avrebbe voluto diffondere nei cuori delle persone.
E lo avrebbe trovato, un'anima ardente e ribelle più di lui. Ma non avrebbe mai pensato di rimanervi bruciato.

- V -

Attenzione: l'intera storia contiene spoilers riguardanti il manga, dal capitolo 620 in poi. Se quindi non state seguendo il manga o non siete arrivati a quel punto, sarebbe meglio evitare di leggere.
La storia comunque riporta alcuni eventi non in ordine cronologico del manga, o leggermente diversi. Leggete sapendo questo.

Ed ora cominciamo.


Capitolo 1 - Un mondo di ghiaccio e gelo


Il primo ricordo che Hashirama aveva di aver ricevuto un bacio fu da sua madre, dopo aver superato la sua prima missione ed essere tornato indenne.

Ovvero vivo.

Aveva avuto otto anni all'epoca, e non riusciva a richiamare alla mente un'altra occasione del genere. È molto probabile che fosse stata quella la prima volta.

Gli aveva schioccato un bacio inatteso sui capelli corti, abbastanza duraturo per sentire il suo respiro caldo tra i ciuffi. Poteva ricordare ancora il suo imbarazzo di fronte al gesto e quanto i fratelli lo avevano preso in giro per essere arrossito a quel modo, anche a giorni di differenza.

Era naturale però una reazione del genere.

Hashirama aveva avuto la sfortuna di essere nato in un mondo freddo, ghiacciato, dove l'unico modo con cui le persone hanno contatto è attraverso la guerra, e le innumerevoli battaglie. Con le armi ben salde fra le mani, e l'odio gelido emanato dalle urla disumane e dalla voglia bestiale di uccidere il proprio contendente, e gioire solo dopo averlo brutalmente terminato.

Il freddo poi prendeva possesso del corpo dello shinobi più avventato, togliendogli il respiro vitale per sempre. Ed allora non era solo la sua anima a diventare ancora più gelida, ma anche le membra. Poi era la fine.

Il concetto di morte non era estraneo al ragazzino, nonostante a giovane età. In un mondo come il suo fin da piccoli si comprende il significato di vita e morte. D'altronde erano costretti a combattere contro l'una e preservare l'altra ogni giorno.

Hashirama non voleva quel tipo di contatto. Avrebbe preferito avere altre carezze dalla madre, o sorrisi dal padre, parole di consenso, complimenti, e non colpi, contusioni e tagli provocati dai combattimenti, e da persone che probabilmente, come lui, erano state costrette a lanciarsi in una guerra di cui non sapevano neppure la ragione. Spinti ad uccidere persone sconosciute, ed odiarli per aver tentato di aver provato a difendere la loro vita con tutto ciò che avevano.

Non c'era nulla di male nel rendere effettivo e reale l'affetto che si prova per gli altri, tradurli in gesti amorevoli con cui curarsi delle persone più importanti della loro vita. Il bambino aveva apprezzato tanto il bacio, si era sentito la testa riscaldarsi per un attimo, appena la madre aveva posato le labbra. Il suo amore era passato attraverso quelle a lui, togliendo il freddo che lo scontro di poche ore prima aveva fatto calare sul piccolo. Si era sentito così vivo e felice per un attimo, tanto tanto caldo...

Ne desiderava altri.

Ma le sue speranze furono vane. Di ritorno dalla missione successiva la madre non lo aveva degnato neppure di uno sguardo. Hashirama si era sentito gelare il cuore quando addirittura lo rimproverò per essere rimasto fermo a grondare sangue sul pavimento della cucina.

Primo di una famiglia di quattro fratelli, era stato lui a prendesi cura dei più piccoli mentre i genitori erano al fronte. Lui a difendere la casa in loro assenza, cucinare, aiutarli a lavarsi, ed insegnargli i primi rudimenti di autodifesa.

Non aveva vissuto una gioventù spensierata, non ricordava neppure di aver mai giocato come adorava fare suo fratello Itama nel tempo libero. Lo avevano sempre ricoperto di tanta responsabilità, troppa per un bambino.

Ma erano in guerra, doveva capirlo, e sacrificare la sua giovinezza in cambio della sopravvivenza e prestigio del suo clan. Così almeno gli avevano insegnato fin dalla nascita.

Eppure invece di chiudersi a riccio in sé stesso, e diventare un gelido adulto o una pallida prematura imitazione, era rimasto solare e gioioso. Come un bambino cresciuto lontano dalla guerra.

Custodì con cura la memoria del primo bacio donatogli dalla madre, e passò l'esperienza e l'appagamento ricevuto ai fratelli, per insegnarli qualcosa di positivo e bello.

Non voleva che loro avessero il suo stesso destino. Che, come lui, fin dalla tenera età di otto anni era stato portato sul campo di battaglia, ed aveva visto i suoi stessi compagni essere sgozzati brutalmente sotto i propri occhi, pugnalati alle spalle e cadere uno dopo l'altro, come tanti pezzi di legno freddi e senza vita.

Hashirama aveva testimoniato tutto, memorizzato, e chiuso in una parte della sua mente che non amava aprire, eppure vitalmente utile una volta spinto a combattere.

Solo allora. Poi tornava al ricordo gentile che amava, e vi ci si aggrappava con tutte le sue forze. Vi ci si scaldava l'animo accanto.

La sua luce gioviale salvò anche l'animo dei suoi fratelli, che crebbero amandolo ed abituati alle sue battute a volte infantili, alle sue carezze e gentilezze. Festeggiava ogni fine di missione, vittoriosa o meno, posando le labbra sulle guance dei fratelli appena tornavano a casa, tra le risate e i sorrisi. O i bronci messi da Tobirama, che sollevavano ancora più risa.

Erano quattro fratelli caldi, tiepidi e pieni di energie, e di sogni per un futuro luminoso. Chi più chi meno.

Sarebbe stato così bello rimanere assieme, vicini, per sempre, e diffondere il loro calore al mondo intero. O semplicemente ai loro frigidi genitori.

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Kawarama fu il primo a cadere sotto i colpi della guerra. Il fratello era venuto a mancare a soli sette anni. Il primo che Hashirama aveva mai visto sorridere con il cuore, pur vestendo un'armatura grondante di sangue di altri...

Un giorno non tornò più a casa. Il fratello maggiore era rimasto stato tutto il mattino lì ad aspettarlo.

Fu il padre, con la sua usuale voce monocorde, a rivelargli che era stato ucciso durante un agguato.

E il suo cuore andò in frantumi. Era come se qualcuno gli avesse appena tolto una parte importante di lui.

Era perso.

Il fratello avrebbe custodito il ricordo dei suoi sorrisi e carezze come un tesoro, e provato ad emularlo quando l'occasione lo avrebbe richiesto per tranquillizzare i fratelli minori, proprio come gli aveva insegnato l'anima gentile di Kawarama.

Suo padre, alla vista del suo cadavere durante la veloce funzione funebre, non versò neppure una lacrima. Il giovane Senju provò a fare altrettanto, non davanti alla salma del fratello amato racchiusa in un telo di lino. Era tutto così gelido, tremendamente freddo per lui.

Quando fallì, e scoppiò a piangere in silenzio, venne percosso violentemente dal genitore.

-Questo è un mondo non adatto ai sentimenti ed alle emozioni, Hashirama- aveva sentenziato con freddezza, trafiggendolo con gli occhi vuoti -Se vuoi sopravvivere, farai bene a sbarazzartene-

Lo lasciò a gemere faccia a terra, immerso nel gelo delle sue parole, i fratelli minori ugualmente scossi alle sue spalle, avvolti da un silenzio timoroso.

Era un mondo freddissimo, ed Hashirama non sapeva quanto ancora sarebbe stato capace di sopportare quel gelo mortale.

 

… Prima di quanto avrebbe sperato sarebbe arrivata un'altra persona ad infiammare la sua voglia di calore e scuotere la sua umanità dal freddo che voleva insinuarsi sin dalla sua gioventù.

Colui che avrebbe rappresentato il suo salvatore e persecutore.

- V -

Vi dirò, sono più che eccitata all'idea di continuare questa storia. È un po' diversa da come sono abituata a scrivere, questa è una sorta di esperimento.

Inoltre, avrete notato il raiting arancione, ve n'è una ragione ben precisa, ma riguarda capitoli futuri. Sappiate comunque che potrei anche alzare gli avvertimenti fino al rosso, dipende da cosa vi possa piacere di più. Lemon e lime possono essere inserite volendo, ma non sono necessarie.

Allora, cosa ne pensare? Se potete, lasciatemi una recensione e fatemelo sapere. Alla prossima.

  
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