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Autore: lete89    31/10/2007    13 recensioni
Suona il campanello e, come da copione, il mio “caro compagno di banco” schizza su e esce, prima che il prof. finisca la frase.
Devo migliorare i rapporti sociali.
Ma non certo con lui!
Quando esce il prof. tutti si voltano e assediano il mio banco, cercando di farsi capire a gesti.
Ridacchiamo ma poco dopo Mister Simpatia ritorna e deve aver detto qualcosa di poco carino vista la reazione di Mai.
Credo mi abbia presa in simpatia…
Bastardo!
Dillo almeno in una lingua che capisco!
Ti odio, Seto Kaiba!
MODIFICATI IL QUINTO, IL SESTO E IL SETTIMO CAPITOLO
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Seto Kaiba
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questo pavimento verdino sa di ospedale… ma che razza di piastrellista hanno in questo paese

PRIMO GIORNO

 

Mondo cicoria!

Questo pavimento verdino sa di ospedale… ma che razza di piastrellista hanno in questo paese?

Sono stanca di aspettare!

Quanto ci mette il professore?

E’ alquanto imbarazzante stare qui sul corridoio a rigirarsi i pollici mentre bidelli mutanti mi squadrano incuriositi!

Uff…

Che fastidio!

Queste calze poi fanno un prurito assurdo!

Ma perché ho dato ascolto alla mamma!?

Di solito nono lo faccio mai, proprio ieri dovevo trasformarmi in “figlia modello”?

Che nervi!

E certo non posso mettermi qui, in mezzo al corridoio di una scuola sconosciuta a grattarmi!

Coraggio, spirito di sopportazione!

Questa scuola sembra meno snob dell’altra.

Guardandomi intorno non vedo niente di anormale.

Un liceo come un altro.

Meno male.

Non resistevo quasi più a vedere lo stemma di istituto su ogni centimetro di parete libero!

Le pareti sono bianchicce… sarà minimo vent’anni che non le ridipingono!

Però, tutto sommato, credo che mi troverò bene…

Uff!

Forse non dovevo mettermi questa gonna.

Ho visto che tutti qui hanno una divisa.

Che razza di figura!

Devo sempre farmi riconoscere!

Siamo arrivati ieri e oggi già a scuola, grazie mille papà!

Per fortuna il preside ha detto che stamattina mi farà avere una divisa.

Perché devo sempre farmi riconoscere in ogni posto?!

Sarò ridicola vestita così?

Aspetta… lì c’è un armadio con vetro!

Mi incammino veloce verso l’improvvisato specchio.

Troppo veloce…

Ma proprio oggi dovevo passare la cera!?

Ancora un po’ e facevo un salto da mondiali!

Ma perché ho chiesto a Flare di prestarmi queste dannatissime scarpe?!

Certo, da fuori sono bellissime e il tacco da sei centimetri ispirava la mia “bassezza”… ma sono scomodissime!

Beh… come direbbe mia sorella… “chi bella vuole apparire un pochino deve soffrire!”

Passa l’ennesima volta quella bidella…

Sorrido imbarazzata, salutando con la mano…

 

-Ohayo gozaimazu!- [buongiorno]

 

Mi guarda storto e se ne va, sparendo dietro un angolo.

Ma non l’ho forse pronunciato giusto?!

Beh, ma cosa pretende!?

Sono in Giappone da meno di 48 ore!

Papà ha cercato di insegnarmi qualcosa in aereo, ma non sono mica un computer!

Ci metto un po’ a imparare una lingua straniera!

Uff…

Forse mi guardava male perché, per non cadere a terra prima, mi sono ritrovata abbracciata alla parete e non m isono più scollata?

Mi stacco e ridacchio sconsolata…

Ma perché devo sempre fare queste orribili figure?

Oh, ma non è che il prof. si è dimenticato di me?

Sospiro.

Certo che la mia immagine riflessa non è per niente rassicurante…

Le scarpe mi fanno un male assurdo, la gonna è lunga il doppio della divisa qui in uso, la maglia è tutta stiracchiata perché l’ho tirata fuori stamattina dalla valigia, ho due calamari profondi come fosse oceaniche perché, naturalmente, stanotte non ho dormito, come sempre il primo giorno di scuola… a dire il vero qui la scuola è iniziata già da un mesetto, ma per me è il primo giorno qui…

E come se non bastasse questi dannatissimi capelli vanno dove vogliono!

Li ho lavati stamattina e adesso sfidano la forza di gravità!

Giù!

State giù!

Spero che non mi veda nessuno…

Devo essere ridicola…

In fondo non si vede tutti i giorni una che si agita nel bel mezzo del corridoio litigando con i propri capelli!

Veloce, mi faccio una coda alta…

Uhm…

Mamma dice che sto meglio con i capelli sciolti…

Così ho troppo l’aria da suora…

Gli chignon mi piacciono, ma sono troppo seri per adesso…

Magari una treccia è più informale…

Oppure assomiglierei a Cappuccetto Rosso?

Che problemi!

Almeno la divisa mi toglierà dall’impiccio della domanda “cosa mi metto domani!?”

Mi avvicino un po’ al vetro, sistemandomi una ciocca…

Metto bene a fuoco cosa mi sta davanti…

Ma…

QUELLA E’ UNA RANA SOTTO ACETO!?

Faccio un salto indietro che mi porta proprio in mezzo al corridoio, ansante…

Che schifo!

 

-Misty cara, vieni pure!-

 

Mi volto veloce…

Sogno o son desta?

Quella lingua assomigliava vagamente a inglese.

Solo vagamente però è già qualcosa!

Il prof. ha aperto la porta e mi sorride gentile.

Ricambio, un po’ imbarazzata.

Che figura!

Corro vicino a lui, dandomi un’ultima lisciata ai capelli.

Sospiro.

Coraggio Misty!

Calma e sorriso.

Prova sorriso…

Ok... dovremmo esserci…

 

-Tutto bene?-

 

Ma non sanno cosa vuol dire farsi i cazzi proprio qui!?

 

-Hai! Hai!- [Sì! Sì!]

 

Ecco, ricomincia a biascicare qualcosa in una lingua che assomiglia di più ai versi di un gatto che soffoca che a inglese.

E’ da tutta la mattina che mi rintontisce con queste frasi senza capo né coda, ma chi glielo dice!?

E’ stato molto gentile con me…

E per fortuna che l’inglese è una lingua diffusa!

Sorriso di circostanza…

Sì…

Mondo cicoria si è fermato e mi guarda!

Ruoto la testa dietro di me…

No no!

Guarda proprio me!

Allora l’ultima cosa che ha detto era una domanda…

Sorridi Misty, sorridi!

E pensa, pensa!

Allora… certamente mi ha chiesto qualcosa…

Adesso il problema è capire COSA…

Beh, andando per esclusione…

Di certo non è una proposta indecente.

Forse mi ha chiesto se sono agitata.

 

-Hai…- [Sì…]

 

Sorride e mi dà una pacca sulle spalle.

Giù un altro sproloquio in un inglese che non conosco.

Ridacchio con lui.

E’ normale sentirmi scema…?

E adesso che fa?

Perché si avvicina?

Che diavolo vuole?

Ancora un millimetro e caccio un urlo da spaccargli i timpani!

Non so come urlano i giapponesi, ma credo che capiranno anche il mio urlo in inglese!

Oh…

Ha aperto la porta…

Allora devo entrare!

Perché sono così cretina!?

Era logico che volesse farmi entrare in classe!

Di certo non pretendeva che rimanessi tutto il giorno sul corridoio!

Mi sposto di lato…

Sorride quasi intenerito.

Credo che abbia frainteso…

Non mi sono certo spostata per far passare lui!

Semplicemente, preferisco che lui vada avanti!

Non voglio entrare per prima!

Tutti mi squadreranno come un’aliena!

Per fortuna il prof. ha la genialata che risolve tutto.

Mi domando solo come mai non sia ancora preside dopo dei colpi di genio così.

Mettendomi una mano sulla spalla, entriamo insieme.

Così la figura di merda è proprio completa.

La classe è luminosa… punto a suo favore!

La classe è TROPPO luminosa… punto a suo svantaggio!

Ma perché diavolo nessuno qui abbassa le tapparelle!?

Sono praticamente accecata!

Il prof., decisamente poco gentile, mi spinge un po’ in avanti, facendo forza con la mano.

All’improvviso, mi ritrovo a fissare incredula dei volti sconosciuti.

E loro il mio.

I ragazzi incominciano a parlare fitto fitto con il compagno di banco.

Chissà qual è l’argomento della discussione!?

Forse, ma dico, FORSE, sono io!?

Beh, a giudicare dagli sguardi fra il divertito e il curioso temo proprio di sì!

Beh?

Non avete mai visto una ragazza straniera?!

Sciò!

Guardata da un’altra parte!

Il prof. mi lascia finalmente la spalla….

Che sollievo!

Insomma, apprezzo l’intenzione, ma non esageriamo!

Me la stava stritolando!

Batte le mani per richiamare l’attenzione e i ragazzi si zittiscono quasi subito.

Dice qualcosa…

E io inizio a girovagare con lo sguardo attorno alla classe.

Sobria e pulita, mi piace!

 

-…Misty?-

 

Misty… che strana parola giapponese!

Sembra quasi il mio nome!

Chissà cosa vuol dire…

Mi volto incuriosita verso il prof., incontrando il suo sguardo interrogativo…

Ah, parlava con me?

Ah, stava CERCANDO di parlarmi in inglese?

Sorriso tirato.

Merda!

Non ho capito niente!

Allora calma…

Cosa posso inventarmi…!?

 

-…Ok…- [va bene]

 

Aspetto una sua reazione…

Se scoppia a ridere insieme a tutti i polli qui dentro vuol dire che cambierò scuola.

Sorride.

Sorride?

SORRIDE!

Merito il nobel!

Però non ho ancora capito cos’ha detto.

Inizia a parlare alla classe, almeno credo.

Guada loro.

Rimango un po’ inebetita a fissarlo.

Meglio accertarsi che parli davvero con la classe.

Sì.

Sembra di sì…

Bene!

Ricomincio la mia muta esplorazione.

In fondo ci sono degli attaccapanni con appesa qualche maglia.

I banchi sono bianchi e molto larghi, disposti in sei file e tre colonne.

Mondo cicoria!

Sono trentadue in classe!

Decisamente numerosa!

Anzi no…giù in fondo c’è un banco vuoto.

Deve essere il mio!

Signore e signori ecco a voi il numero trentadue!

Una biondina in seconda fila mi sorride da dietro gli occhialini.

Ricambio il saluto e sussurra veloce qualcosa alla sua vicina di banco, una ragazzina castana con gli occhi azzurri.

Mi sorride anche lei.

Ancora un po’ e mi verrà un crampo alla mandibola con tutti questi sorrisi.

 

-Joey!-

 

Più che un urlo è un ringhio.

Un biondino in terza fila alza la testa dal banco, trattenendo le risate.

Il suo vicino, un castano con l’acconciatura strana, invece, resta a testa bassa a ridere.

Il professore riprende lo sproloquio mentre il biondino mi guarda e cerca di dirmi qualcosa.

Alzo appena un sopracciglio.

Non capisco niente!

Devo aver fatto una faccia strana, visto che torna a ridere.

Certo, non deve essere molto intelligente.

Il prof. va verso la cattedra prende il registro.

Ecco, in tutte le scuole che ho frequentato quella è l’unica costante: il registro.

Insegnanti di tutti il mondo potrebbero convincere la gente a suicidarsi per quello!

Inizia a pronunciare parole strane…

I ragazzi si alzano a turno dai loro posti e mi salutano in un inglese stentato.

Ma qui le lingue straniere le imparano dai babbuini?

Muovo piano una mano.

E la mia faccia è contorta in un ghigno che vorrebbe assomigliare a un sorriso.

Con risultati un po’ scarsi temo.

Però questa fase delle presentazioni mi diverte…

A forza di viaggiare tanto ho capito che ci sono degli stereotipi in ogni classe.

Alcuni elementi che trovi sempre e li riconosci al primo sguardo!

La ragazza bionda di prima, ad esempio…

Ecco, si alza adesso…

 

- Hawkins Rebecca…-

 

Deve essere la solita ragazzina saccente e saputella, ma senza cattiveria e sempre con una visibilissima cotta per… uhm…

Vediamo…

Accidenti!

Ci sono tanti ragazzi in questa classe!

Chi potrebbe mai essere?

Trovato!

Quel ragazzino in prima fila!

Vicino a uno più alto…

Motou Yugi

O qualcosa del genere…

Ecco, lui è quello che io definisco “parassita”.

E’ molto simile al suo compagno di banco.

Il prof. non ha ancora detto il nome.

Però è impressionante come il nanerottolo cerchi di assomigliarci.

La moretta vicino a Rebecca, invece, il prof ha detto che si chiama Tea Gardner.

Ecco, lei sembra essere una che non si ammazza per lo studio, ma ci tiene a prendere bei voti.

Dallo stucchevole astuccio rosa shocking direi che è anche romantica, potrebbe aspirare al bel tenebroso in prima fila.

Quello con il sorriso ebete stampato sulle labbra, il vicino di Yugi

Uff!

E’ proprio destino che non sappia il suo nome.

Eccolo!

Atemu Yami.

Che fantasia questi giapponesi!

Poi…

 

MAMMA MIA CHE FRACASSO!

 

Mi volto, come tutti gli altri, verso l’ultimo banco in fondo a sinistra.

Una maggiorata bionda colorata si alza ridacchiando e tutti la seguono a ruota.

La deficiente è caduta dalla sedia.

 

-Valentine Mai!-

 

E giù un altro sproloquio al sapore di ramanzina per la bionda.

Che se ne frega altamente e rimette la sedia al suo posto, ricominciando a ruminare la gomma da masticare e nascondendo il cellulare sotto il banco.

Beh…

Non è un tipo difficile da classificare.

Divisa in disordine, capelli stile tigre, camicetta sbottonata all’inverosimile…

Ecco, lei è la “casinista”, quella che sa sempre tutto di tutti.

Credo che saprebbe dirmi anche il colore delle mutande del prof, ma di certo non la materia che insegna.

Lei è quella che fa casino casino e casino!

Senza tipi come lei la scuola sarebbe decisamente noiosa.

Ridacchiando si scambia qualche segnale con il biondo di prima, come per tranquillizzarlo.

 

-Wheeler Joey!-

 

Dal tono usato direi che il prof. lo strozzerebbe volentieri.

Ah, ecco come si chiama quel biondo!

Con un salto esagerato scatta in piedi e inizia a sparare parole inglesi di uso comune alla rinfusa, fra cui acquario e calzini.

Ma dove sono finita?

Deve aver detto qualcosa di simpatico perché tutti ridono e anche il prof sembra essersi rasserenato.

Ridacchio anch’io.

Anche se non l’ho capita.

Il moro vicino a lui si alza e lo costringe a risiedersi, spettacolo finito!

 

- Arigatòo gozaimas, Taylor Tristan…- [grazie Taylor Tristan…]

 

Il castano sorride, mi fa l’occhiolino e si risiede.

Contento lui.

Beh, finalmente ho conosciuto la spalla destra di Joey che, da qual che ho capito, anima le lezioni con Mai.

Bene.

Tanto fra qualche minuto so già che non ricorderò più i nomi.

E finalmente… rullo di tamburi….

Arriva lui.

Luci soffuse, tutti tacciono…

Finalmente conoscerò il figo della classe, quello bello e impossibile.

 

-Duke Devlin.-

 

Ecco, sarebbe figo del tutto se solo cambiasse nome.

Sfodera una pronuncia inglese decisamente accettabile e, stile “impara l’inglese in tre facili lezioni”, mi dà il benvenuto della classe.

Coro di sospiri e si risiede.

Cosa ci troveranno le ragazze in un tipo così.

Bene.

Dovrebbero essere finiti.

Credo che in un gregge ci siano meno nomi da ricordare.

Beh e… adesso?

Loro mi guardano…

Io li guardo…

Insomma, ci guardiamo.

Per carità, la reciproca contemplazione mi sembra mooolto interessante, però…

Guardo il prof.

Ecco, è proprio in momenti come questo che si apprezza la figura di un insegnante.

 

-Misty…-

 

Mi fa qualche cenno con le mani indicando sé e la classe.

Odio il gioco dei mimi.

Un piccolo campanellino mi fa capire che è venuto il mio turno di presentarmi.

 

-Hajimemashite! Watashi wa Misty Smith des….-[piacere io sono Misty Smith…]

 

Ecco, sono riuscita a terminare tutto il mio vocabolario di giapponese in meno di quattro secondi.

Un vero record.

Perché mi fissano stralunati!?

Ah!

Mondo cicoria!

L’inchino!

Papà ha detto che ci tengono tanto!

Ecco, fatto!

Ma la domanda è… e se uno soffre di mal di schiena!?

Il prof. interviene dicendo qualcosa alla classe.

All’improvviso, come bufali, tre o quattro ragazzi alzano la mano .

Che diavolo succede?!

La parola spetta a Joey che mi sommerge di punti interrogativi.

Che diavolo sta dicendo?!

Chiedo aiuto con gli occhi al prof che mi fissa stile “citrullo”.

Benisssssssimo…

 

-Nihondo wa hanasemasen…-[non parlo giapponese…]

 

Ecco, questa p la prima frase che bisogna imparare quando ci si trasferisce in uno stato estero!

Tutti ridono, professore compreso.

Uao

Che gioia…

 

-Eigo o hanasemasuka?- [parla inglese?]

 

Il prof. mi squadra scuotendo la testa…

Che giornataccia.

Joey si alza in piedi offrendosi volontario penso.

Inizia a biascicare qualcosa fra le risa dei compagni.

L’unica cosa che capisco è l’undestand? che dice alla fine.

Scuoto energeticamente la testa.

Altre risa e Joey si inabissa sul banco depresso.

A un certo punto però, la voce acuta di Tea supera le altre.

Pronuncia qualcosa che capisco a fatica ma tutti sembrano d’accordo con quello che dice.

Anche il prof. fa cenno di sì con la testa e Mai batte le mani divertita.

Pronuncia un nome.

Una…

Due…

Tre volte…

E finalmente dal fondo alla classe si alza una figura.

MAMMA MIA CHE FIGO!

AMO IL GIAPPONE!

AMO QUESTA SCUOLA!

Ma chi diavolo è?

E che diavolo vuole!?

Passo svogliato, mano nei pantaloni, colletto della divisa aperto, capelli un po’ disordinati e occhi blu profondo.

Che pezzo di figo.

Ecco, lui è il “figo per eccellenza”.

Non quello come Duke che se la tira e ci tiene al suo aspetto e fa di tutto per raggiungere lo stato puro dell’essere figo.

No!

Questo ragazzo come pochi altri eletti ce l’ha nel codice genetico!

E’ quello che è figo anche se non fa niente per esserlo.

Alza lo sguardo svogliato su di me.

Sorrido…

Devo avere una faccia da ebete da primato.

Sbuffa alzando gli occhi al cielo e si appoggia alla cattedra.

Il prof. gli dice qualcosa.

Ribatte.

Prof. minaccia.

Sbuffa di nuovo.

E mi guarda con fare assassino.

 

-Ciao…-

 

Beh, almeno questo lo capirà… almeno credo.

Gira la testa dall’altra, trattenendo uno scatto di insofferenza…

Da come si guardano credo proprio ce lui e il prof. proprio non si sopportino.

 

-Ti faranno delle domande, io traduco e tu rispondi, chiaro?-

 

Rimango lì, così…

Inebetita.

Certo una giraffa allo zoo ha uno sguardo più intelligente del mio in questo momento.

Mi viene da piangere!

 

-Conosci l’inglese!?-

 

Ha quasi un moto di stizza.

Sbuffo sonoramente, incrocia le mani sul petto e chiude gli occhi.

Che ho detto di male?

 

-Senti, sono qui solo perché Pegasus mi ha minacciato, non certo per piacere personale… quindi, se ci riesci, smettila di fare domande sceme e limitati a rispondere. In modo chiaro e conciso. Non ho voglia di perdere un’intera lezione solo per te.-

 

Devo ricordarmi di chiedere a papà come si dice VAFFANCULO in giapponese.

Ecco, altra caratteristica ce mi sono dimenticata di dire fra le altre del “figo per eccellenza” è “stronzo bastardo”.

Ecco perché il mio amore appena nato per il giappone è caduto in un attimo.

Ecco perché gente di questa categoria meglio ammirarla da lontano e non parlarci.

 

-Scusa… ma.. chi è Pegasus…?-

 

Beh, almeno posso dire di aver attirato la sua attenzione.

Mi guarda con disgusto e una smorfia che mi consiglia calorosamente di tacere.

 

-Il prof.-

 

Avrebbe anche una bella voce se il tono non fosse così scazzato.

 

-Scusa…-

 

… non volevo disturbare il tuo regale deretano e farlo muovere fino a questa cattedra, ma vedi, il caso…

Pezzo di imbecille.

Da come mi guarda sento già che non andremo d’accordo.

E’ una sensazione che sento proprio a livello di pelle.

 

-Wheeler prima ti ha chiesto da dove vieni e perchè sei qui…-

 

Che domanda intelligente…

Ma nessuno qui sa farsi i cazzi propri?

 

-Vengo dalla Russia. Ho studiato lì per…-

 

Ma… mondo cicoria!

Potevi almeno aspettare che finissi la frase prima di rispondere!

Lo fisso stralunata e con un enorme punto di domanda sulla testa…

 

-La sintesi in Russia non te l’hanno insegnata?-

-Né a te l’educazione in Giappone…-

 

D’accordo essere carini e sorridenti, ma se uno esagera esagera!

Mi fissa con odio.

 

-Senti, qui a nessuno gliene sbatte un cazzo da dove vieni o perché sei qui… tutto quello che vogliono è farci perdere l’ora di storia… Quindi sbrigati a rispondere!-

 

Razza di….

Pezzo di…

Mi mordo la lingua o gli mordo il braccio?!

Che nervi!

 

-E se volete perdere l’ora di storia perché mi fai rispondere in fretta?-

 

Si costa dalla sedia e si avvicina.

Per fortuna che i giapponesi non sono alti!

Allora questo qui è sui trampoli!

 

-Senti, quest’anno abbiamo la maturità… non possiamo perdere tempo con stupide ragazzine straniere… già ci farai ritardare con il programma perché non seguirai niente per via della lingua, se adesso poi ci fai perdere altro tempo con queste cazzate…-

-Non ho mai fatto perdere tempo a nessuno…! E per la lingua non sono affari che ti riguardano!-

 

Adesso gli salto al collo!

Brutto stronzo!

Il prof si avvicina minaccioso, squadrandolo da capo a piedi.

Forse non avrà capito una iota del discorso, ma dal tono di voce temo che tutta la classe abbia capito che è una litiga.

Chiede qualcosa e il ragazzo gli risponde…

Poi, entrambi guardano me.

Avrà chiesto se va tutto bene o cose del genere.

Sorrido e accenno di sì.

Non voglio avere grane fin dal primo giorno…

Continuano le domande e le mie risposte ben articolate, stroncate dalle sue traduzioni per monosillabi.

Mi sono trasferita in Giappone per via del lavoro di papà.

No, non sono di origine russa, ma ho la cittadinanza inglese.

No, non ha i capelli dipinti, sono rossi naturali.

Sì, suono il violino e mi piace praticare sport di qualsiasi tipo, soprattutto pallavolo, ma non a livello agonistico.

L’ora ormai giunge al termine.

Il prof mi sorride gentile e intima al ragazzo di sedersi.

Bene, più mi sta lontano meglio è.

Insomma, questa classe ha più di trenta persone, non dovrò mica familiarizzare proprio con lui!

Gli starò a debita distanza!

E sono certa che lui farà lo stesso…!

Ecco, ho deciso!

Il prof mi spinge in avanti dicendo qualcosa…

Tutti ammutoliscono e il mio interprete si gira allarmato… prima di raggiungere il suo posto torna indietro.

Che sta succedendo?

Torna indietro e litiga quasi con il prof.

La biondina in fondo…

Aspetta… come si chiamava… Maggio…no… Aprile... neanche… Mai!

Ecco… salta in piedi e si oppone.

Io mi guardo intorno allarmata.

Cosa sta succedendo!?

Rebecca mi sorride e Tea fa un cenno facendomi capire che non é niente.

Perchè allora non sono tranquilla?

E perché diavolo i due cretini al centro Tristano e Isotto o come diavolo si chiamano, stanno ridendo a crepa pelle!?

Il ragazzo mi si avvicina.

 

-Che sta succedendo?-

 

La risposta è un grugnito d’odio soffocato.

Ma che cosa ho fatto?!

 

-Vuole affibiarti come mia compagna di banco.-

-COSA!? NO!-

 

Il prof. adesso guarda male anche me.

Benissimo…

Sorrisino di circostanza.

Ma perché capitano tutte a me!?

NO!

Prof… pietà!

Tutti ma non lui!

 

-Ma perché proprio con te!?-

 

Beh, le ostilità avvicinano le persone!

Infatti entrambi per la prima volta andiamo d’accordo su qualcosa… non essere compagni di banco!

 

-Sono metà inglese e quindi sono l’unico che conosce bene la lingua in questa classe.-

 

Ah…

ALLORA C’ERA IL TRUCCO!

Ecco perché è così alto!

Non è un giapponese doc!

Ma… cosa vado a pensare!?

Adesso l’obiettivo è non finire in banco con lui!

 

-Beh, allora digli che per la lingua non c’è problema, me la so cavare da sola! Non ho bisogno di interpreti!-

-Ma se non capivi neanche una parola…-

-Beh, la capirò presto! Non ho bisogno del tuo aiuto!-

-Né io ho intenzione di dartelo.-

-Very good!-

 

Entrambi ci voltiamo verso quell’inglese stentato e quella risatina sarcastica.

In che senso molto bene?

Lo guardo allarmata…

Ok, come al solito toccherà fare tutto a me.

Dando INVOLONTARIAMENTE una gomitata al gentilissimo traduttore, cerco dispiegare con un inglese elementare e le poche parole giapponesi imparate fino a quel punto, che non voglio nessun aiuto e non voglio disturbare.

Nessun disturbo...?

Cosa vuol dire nessun disturbo?!

Prof cattivo!

Ed ecco che mi ritrovo a raggiungere quel posticino sperduto in fondo alla classe insieme a un imbronciatissimo cavaliere che mi ha apostrofata come “una seccatura in più”.

Grr!

Quanto lo odio!

E’ semplicemente insopportabile!

Ma… no!

Prende appunti con il computer!?

Certo, lui è il figo di turno…

Lo fisso imbambolata e un po’ scettica, per poi tornare sul mio block a quadretti.

Naturalmente la penna non scrive.

Naturalmente ho dimenticato a casa quella di riserva.

Merda!

No… a lui no!

Però il prof. ha iniziato a spiegare!

E anche se non capisco cosa, cercherò di decifrare almeno l’argomento.

Tanto prima il preside mi ha consegnato tutti i programmi di dove sono arrivati finora… per fortuna la scuola non è iniziata da tanto!

Studiare mi piace.

E andare bene a scuola è una costante che mi porto dietro in tutti i viaggi!

Uffa!

Devo prendere appunti, è un mio bisogno fisiologico!

A che se non capisco niente!

Almeno cercherò di imparare altre parole in giapponese!

Ma con cosa scrivo!?

Con il sangue!?

No, mi tocca proprio chiedere a lui…

 

-Scusa, non è che per caso hai una penna da prestarmi?-

-Sei in classe da poco più di mezz’ora e già mi hai seccato…-

-Ti ho solo chiesto una penna!-

-Portatela da casa e non rivolgermi la parola durante le lezioni.-

-Siete tutti così gentili da queste parti o è una tua peculiarità particolare?-

-Siete tutti così insopportabili voi stranieri o…-

 

Ecco, beccati!

Lo vedo da come mi guarda, mi odia.

E il sentimento è reciproco.

Però in questo momento, godo come non mai!

Sta rimproverando lui, non me!

E…

Oh!

Rullo di tamburi!

Si inabissa nella tracolla (firmata, ovviamente…) e mi passa una penna (che costa più dei vestiti che indosso, ovviamente…)!

Grazie mondo!

Sorrido riconoscente al prof, strappandogli quasi di mano la penna.

 

-Thank you very much dear teacher!-

 

Mi sorride.

Dubito che abbia capito cosa ho detto, ma ha capito che non era un’offesa.

Non mi guarda più.

Beh adesso capisco perché era in banco da solo!

E’ una tale seccatura!

 

-Non invadere il mio banco!-

 

E avevo appena capito una parola!

Dico, una parola!

La mia prima parola in una lingua fatta di versi sconosciuti!

E lui mi demolisce questo momento magico per un banco!?

Osservo il mio gomito… ma… brutto stronzo!

 

-Sono nella mia metà banco!-

-Prima che entrassi in questa classe il banco era tutto mio…-

-Che dovrei fare!? Scrivere per aria!?-

-Trasferirti!-

-Per qual che mi riguarda possiamo andare avanti a discutere quanto vogliamo, ma il prof. ci sta guardando e non sembra molto entusiasta della nostra chiacchierata… e indovina chi mai rimprovererà?-

 

Grugnisce qualcosa, ma poi si gira verso il suo computer e si rimette scrivere.

E io torno sui miei fogli.

Devo aver perso più di metà concetti ma quei due che ho capito mi hanno dato una grande soddisfazione!

Suona il campanello e, come da copione, il mio “caro compagno di banco” schizza su e esce, prima che il prof. finisca la frase.

Devo migliorare i rapporti sociali.

Ma non certo con lui!

Quando esce il prof. tutti si voltano e assediano il mio banco, cercando di farsi capire a gesti.

E’… buffo!

Soprattutto Joey!

Ridacchiamo ma poco dopo Mister Simpatia ritorna e deve aver detto qualcosa di poco carino vista la reazione di Mai…

Credo mi abbia presa in simpatia…

Bastardo!

Dillo almeno in una lingua che capisco!

Ti odio, Seto Kaiba!

 

 

CAPITOLO CORRETTO E MODIFICATO IL 4 GENNAIO 2010

 

   
 
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