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Autore: RedHair    12/04/2013    9 recensioni
ecco a voi la vita di Naruto, Sakura e company alle prese con la dura vita universitaria, tra vecchi e nuovi amici, ex amori che ritornano dal passato e nuove conoscenze che scombussolano i cuori, mentre l'adolescenza tramonta per lasciare il posto ad una maturità e consapevolezza più adulta
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Karin, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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“Ino, non puoi chiamarlo adesso!”
“Ma io DEVO chiamarlo adesso!”
“Sei ubriaca…”
“Non è vero!”
“Ma se lo chiami a quest’ora gli farai venire un colpo! Si spaventerà e verrà qui di corsa in macchina…potrebbe rischiare di avere un incidente.”
“Karin, tu non lo conosci. Non alzerebbe il culo dal letto neanche se ci fosse un terremoto.”
“Lo sai che non è così quando si tratta di te…”
“Sciocchezze!”
“Ino-san…perché non aspetti un po’, fino a domani mattina? Sai…per fare tutto con più calma…”
“Non posso aspettare, Hinata. Devo farlo adesso perché entro domani  potrei aver già cambiato idea!”
 
Quattro giovani donne se ne stavano sedute attorno ad un tavolo, nel piccolo soggiorno del civico 89 di Kitsune Street, con altrettante tazze di tè davanti a loro.
Il resto della superficie era occupato da sacchetti di patatine mezzi vuoti, un pacco di biscotti al miele e dagli avanzi di una pizza cotta al microonde.
 
Erano quasi le quattro del mattino.
 
Ino appoggiò la fronte sopra il tavolo e sospirò.
“Io non vi capisco, ragazze…avete rotto per giorni, cercando di convincermi a parlare con Shikamaru e ora che mi sono finalmente decisa fate un mucchio di storie!”
“Ehi, guarda che noi siamo contente della decisione che hai preso.” Spiegò Sakura.
“Solo che ora non mi sembra il momento adatto! Prima di tutto sono le quattro del mattino e tu sei sconvolta; seconda cosa, mi sembra una questione un po’ troppo delicata per essere discussa al telefono.
Se ora lo chiami, Shikamaru verrà di corsa qui e, come ha detto Karin, guidare nel cuore della notte, mezzo assonato e mezzo scioccato, potrebbe essere pericoloso.”
Ino rimase in silenzio, pensando a quelle parole.
“ Potresti mandargli un messaggio, dicendogli che ti sei schiarita le idee e chiedendogli se in giornata può venire qui così potrai parlargli. In questo modo, non potrai più cambiare idea e accampare scuse per evitarlo.” Suggerì Hinata.
La bionda si portò una mano al mento, soppesando le parole della ragazza.
“Sì, mi sembra un buon compromesso.” Ammise alla fine.
Le altre tirarono un silenzioso sospiro di sollievo.
 
“Ed ora occupiamoci del problema secondario…” esclamò Sakura assumendo un tono duro “…è con immenso onore che do inizio alla prima riunione del Club `Puniamo Kiba e Naruto per le loro Malefatte´ abbreviato con P.K.N.M.”
“Che nome di merda…” commentò Ino con la sua solita grazia “…che ne dite invece del Club `si Fotta Uzumaki Con Kiba´? Abbreviato verrebbe fuori F.U.C.K.”
“Io voto questo!” Karin alzò la mano con entusiasmo.
“S-sì, anche io.” Hinata si aggiunse alla rossa stendendo timidamente il braccio.
“Oh, va bene, tanto non ha importanza il nome! Anche se `si Fotta Uzumaki Con Kiba´ non mi pare abbia molto senso.”
La rosa prese un pezzo di pizza ormai fredda e le diede un morso.
“Allora, come procediamo?”
Gli occhi di Karin brillarono malefici.
“Prima di uscire dal Vogue, nel guardaroba, ho fatto accidentalmente scivolare le chiavi di casa di Naruto dalla sua giacca alla mia.”
Fece dondolare il mazzo davanti agli occhi entusiasti delle amiche.
“Fantastico, così ora è praticamente chiuso fuori!” Sakura lanciò un gridolino.
“I-io, prima di venire qui, sono passata a casa e ho rubato il telecomando della tv. Ora Kiba può solo accenderla ma non cambiare canale…”
“Wow, Hinata! Ma che cosa crudele!” Commentò sarcastica Karin.
Ino annuì. “Dovrai impegnarti di più tesoro, se vuoi continuare a far parte del gruppo.”
La ragazza abbassò lo sguardo e arrossì mortificata.
“M-ma domani ci sono le partite alla tv…questo lo farà arrabbiare.” Bisbigliò.
 
Sakura si portò una mano alla bocca, sopprimendo uno sbadiglio.
“Propongo di proseguire domani la nostra riunione. È parecchio tardi e io sono stanca morta…”
Le altre furono d’accordo e così andarono tutte a prepararsi per la notte.
Quando ad Hinata fu proposto di dormire nel letto di Naruto per poco non si sentì male, così nella camera del ragazzo ci andò Sakura, Ino in quella della rosa ed Hinata si prese il divano in salotto.
 
Sakura stava quasi per addormentarsi quando le parve di sentire un rumore di colpi.
Convinta che fosse stata solo la sua immaginazione, si girò dall’altra parte e chiuse di nuovo gli occhi.
Ma Karin piombò in camera.
“Sakura! Svegliati subito!” La chiamò a bassa voce.
“Mmmmh…” Mugugnò la ragazza.
“Ci sono Kiba e Naruto fuori dalla porta!”
 
In un attimo, Sakura era in piedi, completamente sveglia.
Lei e Karin si recarono furtive verso l’ingresso, dove trovarono Ino e Hinata con le orecchie protese verso la porta.
 
“Avanti, ragazze! Lo so che siete in casa.” Implorò Naruto dall’altra parte.
“Apritemi, ho perso le chiavi!”
Karin emise un basso ringhio.
“Non le hai perse, razza di stupido, te le ho prese io!”
“Karin? Ma perché diavolo lo hai fatto?”
“Per punirti per aver rovinato la nostra serata! E puoi star certo che questo è solo l’inizio!” Intervenne Sakura.
“Sakura-chan…ti prego! Mi dispiace molto. Fammi entrare così ne parliamo!”
“Te lo puoi scordare!”
“Karin! Tu sei mia cugina, dovresti stare dalla mia parte.”
La rossa sbuffò. “Sì, sarò anche tua cugina, ma Sakura è una mia amica…e tu sei un coglione!”
“Ino, almeno tu! Che ti ho fatto di male? Dopo che ti ho ospitato in casa mia!”
“Tanto per cominciare, questa è anche casa di Sakura e Karin…” sibilò la bionda “…secondo, per colpa vostra ho perso la gara! La vittoria sarebbe stata mia e di Karin se non fosse stato per voi due idioti!”
“Basta Naruto, lascia fare a me.” Sentirono Kiba agitarsi dall’altra parte del portoncino.
“Hinata, so che sei lì…”
La mora sussultò.
“…non dar retta a quelle pazze isteriche, ti stanno solo facendo il lavaggio del cervello! Io lo so che tu sei una ragazza dolce e comprensiva…perciò apri questa porta, così Naruto può rientrare e io e te ce ne possiamo tornare a casa.”
Tre teste femminili si voltarono a fissare Hinata.
La ragazza chiuse gli occhi e prese un profondo respiro.
“No, Kiba-kun, questa volta avete esagerato! Tornaci tu a casa e portati dietro anche Naruto! Visto che siete una così bella coppia e che tra un po’ andrete anche a godervi un fine settimana alle terme insieme, non dovrebbe essere un problema per voi condividere lo stesso letto!”
Guardò le amiche in cerca di approvazione e queste alzarono i pollici sorridendole.
 
“Hinata-chan…” Kiba non poteva credere alle proprie orecchie.
 
“E allora, la vogliamo finire con questa confusione?!? Sono quasi le cinque del mattino, santo cielo!!” Sentirono sbraitare la vecchia signora del piano di sotto.
 
“Forza Naruto, andiamocene…” Esclamò Kiba badando bene di farsi sentire dalle ragazze
“…vedrai, ce la spasseremo! Passeremo tutta la giornata a guardare le partite alla TV e a bere birra con i piedi sul tavolino!”
Li sentirono allontanarsi giù per le scale.
 
“Ve l’avevo detto che era una buona idea rubare il telecomando.” Bisbigliò Hinata.
 
Soddisfatte della loro impresa, le quattro giovani tornarono a dormire.
 
 
 
Sakura questa volta fece molta fatica a prendere sonno, nonostante la stanchezza.
Continuava a ripensare a Naruto e alla cavolata che aveva fatto, questo la rendeva parecchio nervosa.
 
Perché finivano sempre per litigare?
Cosa l’aveva spinta fra le braccia di quell’idiota, casinista e immaturo?
Era praticamente l’esatto opposto del suo uomo ideale!
 
Sasuke non l’avrebbe mai fatta irritare così tanto…
“Se è per quello, se avessi proposto a Sasuke di andare ad una festa in maschera e vestirsi da Milord, ti avrebbe elegantemente mandato a cagare…” le sussurrò una vocina nella sua testa.
 
Sapeva che era stupido fare paragoni tra i due ragazzi, ma le veniva quasi spontaneo a volte.
 
Sasuke era il classico principe azzurro, almeno per lei, quello che pensava sarebbe stato il suo ragazzo per la vita.
Naruto invece era…beh, l’esatto opposto!
Ma allora perché si sentiva così attaccata a lui?
 
Probabilmente perché era stato il primo ragazzo che l’aveva fatta sentire bene, dopo Sasuke.
La faceva ridere, la faceva sentire al sicuro, era dolce e comprensivo, aveva sempre una parola gentile per lei, credeva nelle sue capacità e la stimava.
 
Perché la persona che più di tutte riusciva a farla stare bene, quella che era riuscita a riportare l’allegria nella sua vita, era anche quella che più di tutte riusciva a farla incazzare come una belva?
Avrebbe voluto strangolarlo con le sue mani!
Ma stringendo forte il cuscino fra le braccia, il suo cuscino, poteva sentire il suo odore, quello che lei aveva imparato a conoscere ed amare, e un po’ la rabbia le passava…
 
Decise di lasciare da parte quei pensieri e finalmente, quando ormai il sole aveva fatto capolino all’orizzonte, riuscì ad addormentarsi.
 
 
 
 
 
 
“Che cos’è questa puzza di bruciato?” Chiese Sakura ancora semi addormentata entrando in cucina.
“Era ora che ti svegliassi, dormigliona! Lo sai che ore sono? Le due del pomeriggio!”
Ino, con un grembiule legato intorno alla vita, le rivolse un sorriso raggiante, prima di ritornare a trafficare con i fornelli.
“Ma senti chi parla! Quella che prima di mezzogiorno non mette fuori piede dal letto…piuttosto, te lo chiedo di nuovo, cos’è questa puzza?”
Ino le lanciò un’occhiataccia offesa. “Non è puzza! Ho preparato i brownies!”
Indicò un vassoio sopra il tavolo ricolmo di dolcetti.
“Sono bruciati.” Constatò Karin, seduta a tavola, esaminandone uno da vicino.
“Non sono bruciati…sono così scuri solo perché ci ho messo un sacco di cioccolata!”
Hinata ne prese uno e gli diede un morso.
“Mmmm…sono davvero buoni Ino-san.” Ma la smorfia sul suo volto e gli occhi lucidi di lacrime dicevano tutt’altro.
 
Sakura sbuffò e si precipitò a fianco della Hyuga.
“Dammi qua, Hinata!” Esclamò strappandole il dolce dalle mani.
“Morirai avvelenata se mangi questa roba!”
 
“Ehi! Bel ringraziamento dopo tutto il lavoro che ho fatto!” Protestò Ino indignata.
“Almeno assaggiate  i muffin e la torta allo yogurt!”
Tirò fuori dal forno dei dolcetti piatti e pesanti come dischi da hockey e una torta dal colore e odore vagamente simili al vomito.
 
“Tesoro…” Sakura guardò le discutibili cibarie con aria disgustata “…quand’è che ti sei alzata per preparare queste, hem, cose?”
“Alzata?” La bionda sospirò e divenne improvvisamente seria, sedendosi al tavolo.
“Diciamo che non sono proprio andata a dormire. Shikamaru ha risposto al mio messaggio questa mattina…dice che arriverà qui verso sera.”
Calò un silenzio carico di tensione.
“Che cosa gli dirò? Come reagirà? Cosa farò se mi molla? Oddio…devo assolutamente tenere la mente occupata in qualche modo, o finirò per impazzire!” Gemette.
 
Sakura le passò un braccio attorno alle spalle.
“Ehi ragazze, che ne dite di andare a mangiare qualcosa fuori e riprendere la riunione del F.U.C.K. da dove l’avevamo lasciata?”
Gli occhi delle altre ragazze si illuminarono e accettarono la proposta senza esitazioni.
 
 
 
 
Sakura, Hinata e Karin si impegnarono a tenere occupata Ino per tutto il giorno: dopo pranzo, andarono un po’ per negozi e poi a farsi coccolare in un centro estetico.
 
Ma quando tornarono a casa, all’ora di cena, Ino ricevette un messaggio da Shikamaru, in cui diceva che avrebbe ritardato un po’ per via del traffico, così la ragazza ricominciò ad agitarsi.
Karin allora propose di fare un gioco:
Verità o penitenza? È un classico! Si sceglie se rispondere ad una domanda dicendo la verità, oppure si subisce una penitenza, ovvero bersi uno shot di tequila!
Ino invece, che non può bere alcolici, dovrà mangiarsi uno dei suoi merdosi brownies.”
“I miei brownies non sono merdosi!” Protestò la bionda.
“Sì, certo! Tu però non li hai neppure assaggiati…chiedilo ad Hinata! È quasi morta!”
“I-io…io non bevo tequila.” Disse la Hyuga spaventata.
Karin la fulminò con lo sguardo, facendola tremare.
“Tu fai parte del nostro gruppo ora! Perciò, berrai eccome!”
“Suvvia ragazze, non litigate!” Intervenne Sakura. “Facciamo questo gioco e basta.”
Ino si sedette al tavolo con un sorriso. “Comincio io allora! Vediamo un po’…ah, ci sono! Chi è il vostro sogno erotico? Comincia tu Karin.”
 
La rossa fece un sorriso malizioso e arrossì leggermente.
“Beh, a dir la verità, è da un po’ che fantasticavo su Deidara…e finalmente la scorsa sera me lo sono fatto!”
“Ma Karin! Dopo che ha fatto ubriacare Ino ancora gli sbavi dietro?”
“Mica me lo voglio sposare! Lo so bene che è un deficiente. Però fa certe cose con quelle mani…Sakura, non sai cosa ti sei persa!”
La rosa fece una smorfia di disgusto, prima di voltarsi verso la mora.
“Hinata, tocca a te.”
“Io…ecco…” Era diventata rossa come un peperone e le tre amiche si avvicinarono per poter sentire meglio ciò che stava per dire.
“…io penso solo a Kiba, non c’è nessun altro.”
“Eh, no! I fidanzati non valgono!” Protestò Ino riempendo un bicchierino di tequila fino all’orlo. “O ci dici chi è il tuo sogno erotico oppure bevi.”
Hinata tremò leggermente, chiuse gli occhi ed esclamò tutto d’un fiato:
“OgnitantopensoaNejinudo!”
Dopodiché, prese lo shot e lo buttò giù in un sorso.
“Tesoro, non serviva che lo bevessi. È solo per quando non vuoi rispondere alla domanda.” Spiegò Sakura.
“Lo so, ma ne avevo bisogno. Ho sentito dire che l’alcol aiuta a dimenticare.”
Karin era a metà fra il divertito e lo sconvolto. “Non posso crederci, Hinata! Neji è tuo cugino.”
“Ma davvero?” Ino rivolse alla povera Hinata un sorriso complice. “Un bel incesto! E bravo il nostro piccolo angioletto! Sakura, tocca a te.”
La rosa chinò il capo un po’ in imbarazzo.
“Ecco…io al liceo ho un po’ fantasticato sul nostro professore di matematica.” Ammise.
“Chi? Il professor Kakashi? Ci credo, era un tale figo!” Concordò Ino. “Facciamo che è anche il mio sogno erotico.”
“Non vale, Ino-pig! L’ho detto prima io!”
“Mica hai l’esclusiva! E poi io, volendolo, me lo sarei potuto anche fare! Per un po’ sono andata a ripetizioni da lui.”
“Anche io  avrei preso ripetizioni da lui se fossi stata una schiappa come te in matematica. Peccato però che a differenza tua sono intelligente…”
“Non atteggiarti tanto a secchiona, fronte-spaziosa!”
Karin sospirò stizzita. “Tocca a me adesso fare una domanda. Allora: ditemi una vostra fantasia a luci rosse! Ino, comincia tu.”
“Certo!” Esclamò la bionda pimpante, scostandosi un lungo ciuffo di capelli dal viso.
“Uno dei miei sogni erotici è quello di fare sesso dentro ad un ascensore. Devo riuscire a farlo, prima o poi!”
“Che schifo! Gli ascensori sono sempre così sporchi e puzzolenti.” Commentò Sakura storcendo il naso.
“Taci fronte-spaziosa! Sentiamo un po’ la tua, visto che parli tanto.”
La rosa prese un lungo respiro e gonfiò il petto.
“A me piacerebbe farlo dentro ad un ufficio! Avete presente quei palazzoni moderni tutti di vetro? Ecco, all’ultimo piano di uno di quelli, completamente nuda e spiaccicata contro una vetrata…con il rischio che qualcuno da fuori mi possa vedere.”
Le altre ragazze la fissarono a bocca aperta, tranne Hinata che pareva persa nel suo mondo e faceva finta di nulla.
“Cavoli fronte-spaziosa…ti faccio i miei complimenti!”
“G-Grazie.” Rispose la rosa arrossendo.
Fu poi il turno di Karin.
“Sarò un po’ banale, ma mi ha sempre affascinato il sado-maso. Manette, tute in latex, frustini, cose così…” deglutì a disagio e si tormentò le mani “…beh, Hinata tocca a te!”
 
La mora avrebbe preferito buttarsi dal balcone piuttosto che continuare quel gioco.
“N-non ho mai pensato a queste…cose.” Balbettò.
Ino non disse nulla, ma riempì il bicchiere della mora con aria minacciosa, tenendole gli occhi puntati addosso.
Hinata deglutì. Non voleva bere di nuovo quella cosa disgustosa.
“E va bene…” sospirò “…io…una volta h-ho sognato…di me, Kiba e Neji tutti insieme.”
A Sakura sembrava quasi di veder uscire del fumo dalle sue orecchie.
Le altre ragazze parvero soddisfatte di quella risposta, con sollievo di Hinata.
 
Il gioco andò avanti ancora per un’ora.
Alla domanda “Avete mai usato un vibratore?” Hinata scelse di bersi lo shot piuttosto che dire la verità, il che in pratica equivaleva ad ammettere che la risposta era affermativa.
 
Stavano ridendo tutte di gusto, quando il cellulare di Ino prese a squillare smorzando di colpo tutta l’atmosfera di ilarità che si era creata.
Ino l’afferrò e lesse il messaggio, mentre le altre ragazze la guardavano tese e in silenzio.
“È arrivato…è qui fuori.” Disse sbarrando gli occhi.
Sakura si alzò in piedi.
“Ino, comunque vadano le cose, sappi che io ci sarò. Sempre.”
La bionda accennò un debole sorriso di gratitudine.
 
 
 
Fecero salire in casa Shikamaru.
Salutò freddamente Sakura e le altre per poi rivolgere a Ino un’occhiata gelida.
“Ehilà!” lo salutò lei, con tono poco convincente.
“Ehilà?” il ragazzo aggrottò la fronte.
“Sparisci senza dire niente a nessuno, te ne stai via una settimana senza farti vedere e tutto quello che sai dire è ehilà?”
Sakura diede un lieve colpetto di tosse.
“Ragazze, forse è meglio andare in camera mia a farci una partitina a carte.”
Hinata e Karin annuirono.
 
Passando di fianco ad Ino, Sakura le diede una breve stretta al braccio ed un sorriso rassicurante.
Se si sentiva così agitata lei, figuriamoci la bionda.
 
Le tre giovani uscirono dalla cucina e si chiusero la porta alle spalle.
 
“Sakura! Ma dove vai? Non mi dire che parlavi sul serio quando hai detto di voler giocare a carte!” Karin la bloccò a metà corridoio.
“Beh, non è mica una cattiva idea. Tu che proponi?”
“Origliare! Ovvio no?”
Sakura si portò le mani ai fianchi, minacciosa.
“Uzumaki Karin, non parlerai sul serio, vero?”
La rossa alzò le spalle.
“Non ci pensare nemmeno! Avanti ora: in camera mia!”
Ma né la sua coinquilina, né Hinata si mossero, anzi, si voltarono di colpo verso la porta chiusa del soggiorno quando sentirono Shikamaru urlare “COSAAA?!”
“Ragazze, mi meraviglio di voi. Soprattutto di te, Hinata!” Le rimproverò.
La mora chinò il capo affranta.
“Questo è un momento delicato per Ino. Dobbiamo rispettarla.”
Le due amiche cedettero e si diressero deluse verso la camera di Sakura.
“Fai tanto la moralista solo perché Ino è la tua migliore amica e sai che dopo ti dirà tutto.” Brontolò Karin.
 
 
Ma non fu necessario origliare di nascosto.
Dato che Shikamaru e Ino non si preoccupavano molto di tenere il tono di voce basso, ogni tanto potevano sentire sprazzi di conversazione.
Cose come: “Perché non me l’hai detto subito?!” “La dovrai smettere di spendere soldi per cose come rifarti le unghie!” “Non fumare davanti a me, sconsiderato!” “Femmina?! Oddio, col cavolo che sarà una femmina!”
 
Dopo venti minuti fu silenzio totale.
Ino fece capolino nella camera di Sakura con un’espressione sconvolta.
“Fronte-spaziosa, puoi venire con me?”
 
Sakura la seguì senza fare domande e le due amiche tornarono in salotto.
 
Shikamaru aveva aperto la porta che dava sul terrazzo e se ne stava lì, fermo sulla soglia in silenzio, mentre fumava una sigaretta e scrutava il cielo con aria assorta.
 
“Beh, allora? Vuole tenere il bambino?” Bisbigliò Sakura all’orecchio della bionda.
“Non lo so, non ho capito molto delle sue intenzioni. Ha cominciato a delirare subito dopo che gli ho dato la notizia, ti giuro, non l’ho mai visto così. Poi è uscito a fumare e da allora non ha più detto niente.”
 
Il ragazzo interruppe il silenzio improvvisamente.
“Tuo padre mi ucciderà.” Commentò piatto senza distogliere gli occhi dalle nuvole.
“Oh, non credo. Sarebbe troppo facile. Credo piuttosto che farà qualcosa come amputarti gli arti e lasciarti storpio per il resto della vita…oppure castrarti.”
“Ino! Così non sei d’aiuto!” La rimproverò Sakura.
“Ma è la verità! Mio padre mi crede ancora illibata! Sono la sua unica bambina…pensa un po’, è convinto che io e Shikamaru nel nostro appartamento dormiamo in due camere separate!”
 
Shikamaru non diede retta al loro discorso, gettò via il mozzicone e tornò dentro, sbuffando seccato.
“Forza, prepara le tue cose, ce ne torniamo subito a casa. Avremo un sacco da fare nei prossimi giorni: dirlo ai nostri genitori, prenderti appuntamento per quelle cavolo di visite mediche, cercare una casa più grande…che palle.”
Ino lo fissò a bocca aperta.
“Vuoi dire che…sei d’accordo sul tenere il bambino?”
“Certo che sono d’accordo!”
“E non intendi mollarmi?”
Shikamaru sospirò, si avvicinò alla sua ragazza  e le posò le mani sulle spalle.
“Ino, tu sei una gran seccatura…e io odio le seccature. Ma questa volta è diverso: me lo sono autoimposto da solo questo supplizio, dio solo sa il perché, e non mi tirerò indietro proprio ora.
In qualche modo, insieme, tireremo su questo bambino e vedrai che andrà tutto bene.”
Ino annuì lievemente.
“Non ho capito se è una cosa bella o se mi stai insultando, ma va bene. Sarai un pessimo padre.”
“E tu una madre snaturata. Chissà quanti mesi dureremo prima che i servizi sociali arrivino a portarci via il bambino.”
La bionda sbuffò.
“Vado a prendere la mia roba. Torniamo a casa.”
“Aspetta!” Shikamaru la fermò afferrandola per un braccio, un po’ a disagio.
“Non puoi trasportare pesi! Insomma…non nelle tue condizioni. Ci penso io.”
Ino sorrise, il primo sorriso sincero e divertito da quando Shikamaru era arrivato.
 
 
 
 
Quando Ino era giunta ad Akatsuki, aveva portato con sé solo un trolley.
Ma durante il suo soggiorno aveva fatto un po’ di quelle che lei definì “piccole spese indispensabili”, così ora alla valigia si erano aggiunte anche una ventina circa di borse piene di cose inutili.
Shikamaru si rifiutò di portarle giù, costringendo Hinata, Karin e Sakura a caricare tutta quella roba in macchina.
 
 
 
 
“Beh, ragazze, non so che dirvi…grazie mille di tutto.”
Le quattro ragazze si trovavano ora lungo il marciapiede davanti all’appartamento, mentre Shikamaru tentava di chiudere la portiera del bagagliaio stracolmo a suon di imprecazioni.
Karin sorrise.
“Ma figurati, Ino! È stato un piacere conoscerti e averti con noi per un po’.”
“Torna di nuovo a trovarci con il tuo bambino Ino-san.”
“Oddio…” Gli occhi della bionda si fecero lucidi di lacrime.
Hinata cominciò ad agitarsi. “C-che cosa c’è?! Stai male?! Ho detto qualcosa di sbagliato?”
Ma Ino stava sorridendo, fra le lacrime.
“Non posso crederci” singhiozzò. “Sarò madre! Ma vi rendete conto? Io! Una mamma!”
“Oh, Ino-pig.” Sakura l’abbracciò forte.
“Sarai una madre meravigliosa. Un po’ stramba, ma meravigliosa.”
Sentì l’amica sussultare contro di lei.
“Grazie fronte-spaziosa. Sono così contenta di averti rivisto. Ma soprattutto sono contenta di averti trovata così felice e serena, dopo tanto tempo.”
Sakura sciolse l’abbraccio e guardò l’altra sorridendo.
“Lo sono, finalmente.”
“Allora ringrazia tanto Naruto da parte mia e non tenergli il broncio ancora per molto. Credo che il tuo cambiamento sia un po’ merito suo.”
“In parte sì. Ma è anche merito di Karin, di questa città, dell’università…e anche merito tuo, Pig. Mi sei sempre stata vicina, anche nei momenti peggiori. E io ho intenzione di fare lo stesso con te, perciò non esitare a chiamarmi se hai bisogno di qualcosa.”
Ino annuì, tirando su con il naso e asciugandosi gli occhi.
“Cazzo, questi maledetti ormoni…mi fanno frignare come una ragazzina!”
“Dai seccatura, sbrigati! Vorrei tornare a casa ad un orario decente, se è possibile.”
La bionda andò verso il suo ragazzo sbuffando.
“Mamma mia, che palloso che sei!”
“Senti chi parla.”
“Non provarci neppure ad accendere quella cazzo di sigaretta quando ci sono anch’io in macchina!”
“Ma tengo i finestrini abbassati!”
“Me ne frego…e poi vuoi che mi becchi una polmonite?”
La coppia salì nella vettura, insultandosi a vicenda, e partirono in direzione di casa.
 
 
 
“Secondo voi se la caveranno?” Chiese dubbiosa Karin osservando l’auto sparire dietro l’angolo.
Sakura sorrise. “Certo che se la caveranno! Quel bambino sarà il marmocchio più fortunato del mondo.”
 
 
 
 
 
 
Il giorno seguente Sakura, terminate le lezioni del mattino, decise di fermarsi in un nuovo negozio di musica che avevano aperto vicino alla sua facoltà.
 
“Ti piace Billy Joel? Mio padre dovrebbe avere qualche CD a casa.”
La ragazza si voltò di scatto al suono di quella voce famigliare.
“Ah, sei tu.” Disse freddamente, tornando poi a frugare fra i CD.
 
Naruto si grattò il capo nervosamente.
“Sakura-chan…sei ancora arrabbiata con me, vero?”
“Certo che sono ancora arrabbiata! Sei proprio uno stupido.”
“Mi dispiace così tanto. Non so che altro fare se non scusarmi.”
Sakura si girò di nuovo, posando gli occhi su quelli del ragazzo.
“Avresti dovuto pensarci prima. Ma ti rendi conto della cazzata che avete fatto tu e Kiba?”
Naruto sembrava parecchio affranto.
“ Lo so di aver sbagliato. Se solo potessi tornare indietro…”
“Già, peccato che non si può. Tu lo sai perché sono tanto arrabbiata?”
La guardò un po’ confuso.
“Beh…perché non sono venuto alla festa con te vestito da Milord.”
Sakura sospirò.
“Non è solo per quello…perché non mi hai detto che non volevi vestirti da Milord? Perché mi hai detto che saresti venuto alla festa e che avresti partecipato alla gara con me, per poi presentarti lì a fine serata con Kiba? Ho passato tutto il tempo a cercarti quando mi sarei potuta divertire con le mie amiche!”
“Io…non volevo che tu ti arrabbiassi con me Sakura-chan!”
“Ah, certo. Ci sei riuscito alla grande! Ma non capisci, Naruto? Io non voglio che tu faccia delle cose che non ti piacciono solo per farmi contenta! Se mi avessi detto che il costume da Milord non ti piaceva, chissene, avremmo cercato qualcos’altro. Qualcosa che potesse piacere ad entrambi.
Se tu mi avessi detto che avevi in programma di venire alla festa con Kiba, me ne sarei fatta una ragione e basta.
Ma quello che hai fatto tu…mi sono sentita presa in giro.”
Il biondo annuì serio.
“Io sarei voluto venire con te…ma Kiba ha insistito tanto, mi ha convinto e…”
“Non dare la colpa a Kiba, Naruto. Non cercare giustificazioni.”
“No, non voglio giustificarmi. È solo che io e lui ci siamo un po’ fatti prendere la mano dalle nostre idee strampalate e non abbiamo pensato a voi ragazze. Mi dispiace davvero, sono stato proprio uno stupido. Avrei dovuto essere sincero con te…”
“Ok. L’importante è che tu l’abbia capito.”
“Allora non sei più arrabbiata con me?” I suoi occhi azzurri si illuminarono speranzosi.
Sakura sorrise avvolgendogli le braccia intorno al collo.
“Un po’ sì. Ma forse ti ho punito abbastanza.”
Gli posò un lieve bacio sulle labbra.
Naruto ridacchiò felice afferrandole delicatamente i fianchi e posando la fronte sulla sua.
“Ti adoro Sakura-chan. Mi sei mancata tanto.”
La ragazza lo zittì con un altro bacio, questa volta più profondo.
In realtà anche a lei era mancato molto, nonostante non si vedessero da appena due giorni.
Si rese conto di essere ormai sempre più dipendente da Naruto e dalle sue attenzioni.
Anche se era un po’ sciocco, la faceva sentire bene come nessun altro.
 
“Pensi che anche Hinata sia disposta a perdonare Kiba?” Le chiese accarezzandole un braccio.
“Credo che non aspetti altro. Oggi l’ho vista un po’ giù di morale.”
“Oh bene! Perché Kiba ormai non ce la fa più, non riesce neppure a prepararsi un toast da solo. Quella ragazza è proprio una santa…”
Sakura ridacchiò stringendosi più forte a lui.
 
 
 
Uscirono dal negozio mano nella mano.
“Che programmi hai ora?”
Sakura scrollò le spalle.
“Pensavo di andare a fare la spesa e poi a casa. Non ho lezione oggi pomeriggio.”
“Ti va allora di accompagnarmi in facoltà?”
“Volentieri!”
 
 
 
 
Quando giunsero di fronte all’edificio, videro Karin correre loro incontro tutta esaltata.
“Oddio ragazzi, proprio voi cercavo! Non sapete che casino sta succedendo!”
Cacciò fra le mani di Naruto un volantino.
“Cosa diavolo è?” Chiese guardandolo curioso.
L’orrore puro comparve sul suo viso.
“Karin, dove diavolo hai trovato questa roba?”
La rossa sghignazzò.
“Sono affissi su ogni bacheca dell’edificio e, da quello che ho sentito, non solo in questa facoltà.”
“Fa vedere!” Sakura strappò il foglio dalle mani del biondo.
“Santo cielo!” Si portò una mano alla bocca, sconvolta. “Chi può essere stato a fare questo scempio?”
Sul volantino era stampata una foto in bianco e nero.
Raffigurava Kiba e Naruto, in quelle che parevano essere le docce di uno spogliatoio maschile, completamente nudi e intenti a lanciarsi dietro una saponetta con aria giocosa.
“Non lo so, ma chiunque sia stato la pagherà cara!” Esclamò Naruto furioso.
Prese il foglio e lo accartocciò bene, prima di tirargli un calcio.
“Aspettate un momento” Karin li guardò in cagnesco. “Voi due…insieme…non mi dite che avete fatto pace?!”
La rosa sorrise. “Sì, più o meno.”
“Ma Sakura! E la nostra causa?!”
“Si fotta la causa! Chiunque abbia appeso in giro quei volantini gli ha puniti a dovere al posto nostro.”
“Ma io so chi è stato” disse Karin con un ghigno compiaciuto “Ho incontrato Kiba prima. Il poveraccio stava scappando a casa pieno di vergogna. Da quello che ho capito, la foto è stata scattata da un vostro compagno della squadra di basket ai tempi del liceo, giusto?”
Naruto annuì. “Cazzo, è successo secoli fa! Pensavo che quella stupida foto fosse stata cancellata!”
“A quanto pare no, invece. Kiba ne teneva una copia sul computer a casa sua. E, indovinate un po’? C’è una sola persona oltre a lui che conosce la sua password e che possiede le chiavi di casa.”
 
Naruto e Sakura si scambiarono una rapida occhiata confusa.
“No…no, no può essere.” Il biondo scoppiò in una risatina forzata, ma Sakura rimase seria, rivolgendo la sua attenzione alla coinquilina.
“Karin, non starai mica suggerendo che è stata Hinata, vero?”
“Io non sto suggerendo proprio niente…è stata Hinata.
 







Ciao!
Dopo un mese, finalmente aggiorno.
Capitolo incentrato principalmente sulle ragazze, spero sia piaciuto.
Mi rattrista che Ino sia tornata a casa, adoravo scrivere sul quartetto Sakura-Ino-Karin-Hinata :(
Però vabbé...prima o poi doveva succedere.

So che non c'è molto NaruSaku in questo capitolo, ma mi annoia un po' incentrare tutto sempre e solo su una coppia, mi piace parlare anche di altre situazioni e personaggi.
Ma nei prossimi capitoli potrebbero esserci delle sorprese :)

Grazie a tutti quanti! :)

RedHair
  
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