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Autore: xhelloidols    13/04/2013    3 recensioni
'Harry, che cosa c'è dopo la morte?'
'Non so dirti che cosa ci sia dopo la morte, piccola. A dire la verità non so nemmeno cosa ci riservi la vita. Ti va di scoprirlo con me?'
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Hope.

Avevo viaggiato per tutta la notte ed ora, l'alba stava per splendere lasciando che un debole sole illuminasse il grigiore pallido di Londra. Ricontrollai il display del cellulare e le chiamate perse di Harry erano salite a sessantadue. Ma le mani mi tremavano talmente che non riuscivo a chiamarlo, nemmeno a scrivergli un messaggio. Potevo solamente immaginare quanto fosse preoccupato per me, ma era accaduto tutto così velocemente, era come se fossi stata balzata da una parte all'altra del globo in pochi secondi.
Qualche minuto prima ero la ragazza più felice del mondo, qualche minuto dopo mi ero ritrovata a correre per le strade buie di New York, mentre il mondo si era trasformato in un enorme palla di ghiaccio pronta ad investirmi. Mentre il tassista guidava verso l'ospedale ripensavo alle parole di Harry prima di Little Things e una lacrima silenziosa sgorgava fuori dal mio occhio destro, per poi ricadere sul sedile in pelle nera. Proprio ora che tutto si stava evolvendo come in una meravigliosa favola, ecco che il lietofine si allontanava sempre di più, fino a svanire dietro all'orizzonte.
Proprio in quell'istante il cellulare squillò e la fotografia di Harry lampeggiava insistente sul display, per la sessantatreesima volta in sette ore.
Respirai a fondo, poi premetti il tasto di sblocco ed ecco che la voce di Harry m'investì come un tram?
'Hope, dove sei? Ti è successo qualcosa? Hope, parlami, ti prego, non ho chiuso occhio per tutta la notte, dove ti trovi?'
La sua parlantina lenta aveva lasciato il posto ad una voce isterica ed impregnata di paura ed ansia.
'Hei.' mi limitai a dire mentre le lacrime scorrevano silenziose sulle mie guance. Non riuscii a trattenere un singhiozzo, che rumorosamente, Harry notò.
'Hope, tesoro mio, perché piangi? Ti prego, dimmi dove sei, ho fatto qualcosa di sbagliato?' chiese lui lasciandosi trascinare in un pianto sommesso.
'No, tu sei perfetto.' dissi singhiozzando, parlare era diventato una fatica immensa, una capacità che sentivo di aver perso. 'Non dovevo andarmene così, è solo che..' scoppiai il lacrime, desideravo solo che lui fosse di fianco a me, ad abbracciarmi, a dirmi che tutto sarebbe andato per il meglio.
'Che è successo Hope?'
'Poco dopo la tua dedica il cellulare ha cominciato a vibrare e sul display è apparso un messaggio di mia madre.' le lacrime spezzavano le mie parole come lame affilate. 'C'era scritto che Emily stava morendo . Sono andata nel panico, sono corsa via e ho preso il primo aereo per Londra, ora mi trovo qui, sto andando in ospedale in taxi, mia madre non risponde alle mie chiamate, non so se Emily sia ancora viva, ho una paura fottuta.' lo dissi tutto d'un fiato.
Avevo paura, avevo una paura immensa. Quel tipo di paura che ti entra nelle vene e le blocca, fermando il sangue, fermando il cervello, mozzando il respiro.
Avevo la sensazione di avere il corpo dominato da brividi incontrollabili, pensavo che quando sarei dovuta scendere dal taxi sarei caduta per terra, immobile.
Poi la voce di Harry si presentò dall'altro capo del telefono e per un attimo pensai che sarebbe andato tutto bene, ma fu solo un attimo.
'Oddio, sii forte Hope. Non preoccuparti, dammi il tempo di mettere due vestiti in valigia e prendo il primo aereo per Londra.' disse sempre velocemente, il respiro mozzato dall'ansia.
'Non dire stupidaggini Harry, sei nel bel mezzo della tourneè, non puoi abbandonare i ragazzi ora, no, non te lo permetto.'
'Tu vieni prima di tutto,Hope. Tu ora hai bisogno di aiuto, ed io devo essere al tuo fianco. Promettimi di stare tranquilla qualunque cosa succeda, ok? Io sarò lì tra qualche ora.'
'Harry..?'
'Sì?'
'Ti amo. Ti amo con tutto il cuore.' dissi con la voce tremante.
'Anchio, principessa, anche io.' poi attaccò e qualche secondo dopo mi ritrovai di fronte all'ospedale.
Salii per le scale correndo, sentii il fiato annullarsi, ma non potevo fermarmi, dovevo correre sempre più veloce e così feci.
Sentii l'odore acre del disinfettante pungermi le narici e realizzai di essere nel reparto di oncologia quando vidi Michelle, in fondo al corridoio, compilare uno dei soliti moduli d'ospedale.
Era come se la principessa del castello, dopo aver vissuto in una favola senza precedenti, fosse ritornata alla cruda realtà.
'Michelle, come sta Emily?'  le dissi correndole in contro, avevo paura della risposta che poteva darmi.
'Ciao Hope, vedi..Emily sta peggiorando molto velocemente..' annunciò, mentre una lacrima fredda le corse sulla guancia.
'Quanto le rimane?' dissi in tono freddo, senza lasciar trasparire alcune emozioni.
'Non lo sappiamo...' disse Michelle, mentendo spudoratamente, lo lessi nei suoi occhi.
'Quanto le rimane?' ribattei scandendo meglio le parole.
'Giorni, forse ore..però devi prepararti Hope, siamo alla fine.'
Una lacrima non ebbe tempo di percorrere la mia guancia che dalla stanza di Emily uscì mia madre, aveva assunto le sembianze di un essere disumano.
Cominciò a battere le mani istericamente ed io la guardavo impietrita.
'Brava, eccola qui la nostra ragazzetta newyorchese che si è degnata di tornare indietro.. ti sei divertita con quella banda di ragazzetti mentre tua sorella soffriva come un cane?' lo disse con gli occhi fuori dalle orbite, leggevo solo odio nei miei confronti nelle sue iridi grigie.
'E tu ti sei divertita a scopare con quell'impiegato della banca mentre a tua figlia diagnosticavano un cancro?'
Non ebbi nemmeno il tempo di finire la frase che una sberla urtò la mia guancia destra. La pelle era rigida e bruciava, ma non sentivo il dolore, provavo solo odio.
Odio per quella donna che pur avendomi messo al mondo mi stava rovinando la vita.
Le diedi uno spintone ed entrai nella stanza di Emily, mia madre fu invece bloccata dalle forti braccia di Michelle.
La vidi nel solito letto d'ospedale, il viso immerso nel cuscino e gli occhi semichiusi.
Poi mi vide ed alzò lo sguardo sorridendo.
'Oddio che ci fai qui?' disse poi debolmente.
'La mamma mi ha mandato un messaggio, mi ha detto che non stavi tanto bene, allora mi sono fiondata qui.' le dissi accarezzandole la guancia.
'Sono arrabbiata con te, e anche con la mamma.' disse mettendo il broncio.
'Che abbiamo fatto?' le chiesi con aria interrogativa.
'Non dovevi tornare qui, ti stavi divertendo così tanto con Harry e i ragazzi.'
'Non dire stupidaggini, tu avevi bisogno di me ed eccomi qui.' le risposi sorridendo.
'Non è vero, io ti ho rovinato la vita, ti ho costretto a trascorrere le tue giornate chiusa qui dentro.'
'Non dire stupidaggini Emily, tu sei la mia sorellina, io ti adoro.'
'Puoi mostrarmi i monumenti della Grande Mela, ora?' chiese lei sorridendo.
'Certamente.' e cominciammo a sfogliare foto, video, di monumenti, teatri, statue, Harry..
Vidi un bagliore nei suoi occhi e quella fu la miglior vittoria per me.

  
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