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Autore: dede    02/11/2007    0 recensioni
HARRY POTTER E NEVILLE PACIOK Cosa ne sarebbe stato di Harry se Voldemort non avesse scelto lui? La Profezia non era precisa, poteva riguardare anche un’altra persona… Neville Paciok. E se la scelta di Voldemort fosse stata diversa, le scelte di Harry sarebbero rimaste le stesse?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Weasley, potresti venire un attimo con me? Dovrei parlarti di una cosa…” chiese Potter, affacciandosi alla cabina del treno dove alloggiava Ron insieme a sua sorella, Paciok e la Granger. “Non fidarti, Ron, è un essere infido [… ehi! Mica lo violenta!!! Vero??! N.d.C. ] [stai tranky, Cloe! Non sono così pervertita! N.d.A.].” Lo apostrofò Hermione. “Grazie del giudizio, Granger. Lo terrò bene a mente. E ora, Weasley, ti spiace venire con me? È importante.” Sbuffando, il rosso si alzò e seguì il moretto in un altro scompartimento. “Allora, che devi dirmi, Potter?” “è molto difficile per me fare ciò che sto per fare, ma: ho bisogno di un favore…” “Fammi indovinare…” rispose pensoso Ron “tu non vuoi che, mentre trascorrerai le vacanze natalizie da me, mi sfugga per caso il fatto che te la fai con i serpeverde, giusto?”[cavolo!!! Ma da qnd è così intelligente?? Mi nasce 1 mito! N.d.C.] “Caspita, Weasley, non ti facevo così intelligente!” [mi sa che la pensa anche lui come te... N.d.A.] “Così non aiuti la situazione, Potter…” Harry sospirò. “Ok, hai ragione. Dimmi cosa posso fare perché tu acconsenta ad aiutarmi” “Assolutamente niente, Potter.” “Ah, sì? Meraviglioso!” “Sì, sarà meraviglioso vedere la faccia che faranno i tuoi quando gli racconterò la gente con cui te la fai…” e sorridendo compiaciuto dell’espressione di terrore mista a incredulità del compagno, il rosso lasciò la cabina. Mentre il gruppo di grifondoro scendeva dal treno per recuperare i bagagli, due voci ben conosciute alle loro spalle li fece girare. “Santo Dio, Potter, non è così grave!” “Non è così grave? È gravissimo invece! I miei potrebbero ritirarmi da scuola!” “Ah.” “ ‘Ah’ un cazzo, Malfoy!” “Hai qualche problema, Potter?” chiese Weasley, intromettendosi nella discussione. Il moretto lo fulminò con lo sguardo, come a dire: ‘sì, brutto stronzo, ed è tutta colpa tua!’. Invece fu Malfoy a gestire la situazione [il mio furettino dal massimo self control!!! N.d.C.]. “In effetti, Weasley, un problema ci sarebbe e suppongo anche che tu ne sia già al corrente.” “In effetti, Malfoy, è proprio così.” “Bene. Bene.” Ripeté il biondino. “Bene cosa?” chiese esasperato Harry. “Beh, vedi” rispose l’amico “gira voce che il nostro amico qui abbia una cotta per Pansy…” concluse guardando malizioso e di sottecchi il grifondoro. “Aah…” commentò l’altro grifondoro capendo dove l’amico stava andando a parare. “E quindi?” chiese, visibilmente rosso, Ron. “Quindi” continuò il biondino “io, diciamo, potrei intercedere per te con lei, e Potter potrebbe darmi una mano. Dopotutto Pansy ci accontenta in tutto…” rispose facendo capire che quel tutto non comprendeva soltanto la loro possibile richiesta di uscire con il rosso, ma anche molto altro…[l’ho già detto:troia? N.d.C.] Dopo qualche istante di silenzio in cui il serpeverde lo aveva fissato intensamente, l’altro sbottò: “e va bene! Terrò la bocca chiusa, siete contenti?!” “Non ancora.” “Che altro volete?” chiese guardandoli truci. “Voglio” aggiunse Draco “che nessun altro apra bocca, capito? In nessun modo qualcuno deve scoprire quali sono le preferenze di Potter in fatto di amicizie.” Concluse porgendogli la mano. “Andata.” Borbottò dandogliela in risposta. Sorrise. “Ora vieni, Potter, ti devo dare l’indirizzo dove mi puoi trovare durante le vacanze.” [merlino!!! Ke figo qnd fa il mafioso!!! N.d.A.] [mafioso?! Dio, ma come sei messa, bambina? E comunque lui è sempre figo! O mi sbaglio? N.d.A.] “Ron!” esclamò la signora Weasley vedendo il figlio attraversare il muro. “Ginny!” “Ciao, mamma” risposero in coro i due fratelli mentre la madre li abbracciava. “Com’è andata? Il viaggio?” “Tutto ok, non ti preoccupare.” Disse la figlia mentre il ragazzo si dirigeva a salutare suo padre che stava parlando con i signori Potter. “Ciao papà. Salve signori Potter.” “Non ti preoccupare, Ron. Chiamaci pure Lily e James.” Gli disse la madre di Harry. “Ah, d’accordo…” “Senti, dov’è Harry? Non eravate insieme sul treno?” chiese il padre. “Aah, si… ma era rimasto indietro a parlare con Hermione… li vado a chiamare!” In effetti, quella era più o meno la verità: Harry era si rimasto indietro con Hermione, ma non certo a parlare. Appena varcato il muro, Ron sentì subito le loro voci. “Senti un po’, mezzosangue del cazzo, gli accordi che ho con Weasley non sono affari tuoi! E se gli sei amica, fai quello che ti ha chiesto e stai zitta!” stava sbraitando il grifondoro mentre l’amico serpeverde guardava la scena divertito. “Come osi dirmi di stare zitta, brutto stronzo! Io dico quello che mi pare! E non azzardarti più a chiamarmi mezzosangue!” Il rosso si avvicinò scioccato a Draco. “E-ehi, ma che è successo?” “Oh, niente. La tua amichetta non vuole stare ai patti…” “E perché non li fermi?” “Nah, è troppo divertente…!” Proprio in quel momento Harry gridò: “MEZZOSANGUE!” e la ragazza gli si scagliò contro graffiandolo in faccia. “Oh, cazzo!” esclamarono i due spettatori, precipitandosi a dividere i due grifondoro. “Ehi, calma, Potter! Non c’è bisogno di scaldarsi tanto per lei! E ora respira e datti una calmata!”. Malfoy riprese il ragazzo tenendogli le braccia intorno alla vita per impedirgli di lanciarsi addosso alla ragazza, a sua volta trattenuta da Weasley. “E ora vai” gli disse “i tuoi ti staranno aspettando. Ci sentiamo.” E se ne andò dandogli un leggero coppino. “Ehi! Non sono mica un bambino!”[…!!! N.d.C.] [dai, in questa ff non è troppo stupido! ...o si? N.d.A.] gli urlò di rimando ricevendo in risposta solo un cenno della mano. “Bah!” commentò girandosi a valutare la situazione che lo aspettava dietro di lui. Ron era riuscito a calmare la ragazza, che però lo guardava ancora con odio profondo. “Bene” disse “ora che siete calmi andiamo di là. Non è successo niente, ok? Hermione, cerca di non dire niente sulla vita scolastica di Potter. E, Potter, trova una spiegazione convincente per quei graffi.” Si rivolse al grifondoro ricordandogli le tre strisce rosse che gli andavano da sotto l’occhio fino al collo, percorrendogli tutta la guancia. Harry si toccò e vide che le sue dita erano rosse del suo sangue. “Questa passa, ma non sperare che sia sempre così…” soffiò, mentre si avviava con gli altri due al passaggio. “Harry!” esclamò sua madre vedendolo “Ma cosa hai fatto alla guancia?” gli chiese preoccupata. “Ah, ehm… il gatto della Gr-di Hermione. Non è così, Herm?” “Sì, Harry. Non si preoccupi, signora Potter, non succederà più.” “Non c’è problema Hermione.” La rassicurò James. “Harry è un tipo robusto! Sono sicuro che chi ci ha rimesso è stato il gatto!” “Assolutamente, pa’…” replicò guardando di sottecchi la ragazza. “Harry, che piacere vederti, caro!” lo salutò la signora Weasley. “Si, anche per me…” “Ma dov’è Neville?” si domandò Ron, non vedendo arrivare l’amico. “Come dov’è Neville?” chiese preoccupato il moro. Per sfogarsi lo aveva chiuso nel bagno del treno sigillandolo e insonorizzandolo [H…ma sai ke qui mi stai quasi simpa??! N.d.C.] [dai, almeno, se non è intelligente, è simpatico! Cmq non è stupido: è semplice... N.d.A.]. “Deve venire anche lui con noi, non te l’ho detto Pot-Harry?” “No… e se lo andassi a cercare?” e senza aspettare una risposta si diresse di nuovo al treno. Tre ore dopo, la comitiva, composta da i signori Weasley e i suoi due figli più piccoli, i signori Potter con Harry, più Hermione e Neville, arrivò alla Tana. “Allora” disse la signora Weasley “direi che Hermione può stare in camera con Ginny e che Harry e Neville possono stare in camera con Ron… voi che ne dite?” chiese, rivolgendosi ai diretti interessati. Questi si scambiarono qualche occhiata di conferma lasciandone fuori il moretto; tanto per lui sarebbe stato comunque un inferno. “La cena è alle sette. Andate pure adesso!” disse la madre di Harry, dando il permesso ai ragazzi di dileguarsi. Quattro grifondoro decisero di giocare a Quiddich per sgranchirsi le articolazioni dopo il lungo viaggio, mentre l’altro decise di rifugiarsi in un boschetto a un centinaio di metri da loro a scrivere una lettera a Draco. Caro Malfoy… Dio, che schifo! Sembra una lettera gay! Meglio: ciao stronzo! Come te la passi? Non ti preoccupare, non sento già la tua mancanza! Mi sto solo annoiando a morte, e sono qui solo da mezz’ora… sai una news sulla mia permanenza in questo posto? C’è anche quello sfigato di Paciok, e io sono in camera con lui e Weasley! Non sei capace di fare un’avada kedavra a distanza, vero? Ne avrei un gran bisogno, ora come ora… Spero solo che il Bambino Sopravvissuto non interferisca con il nostro accordo con Weasley, altrimenti sono rovinato… sai che quell’idiota se l’è quasi lasciato sfuggire? È saltato su con: “strano, Potter, che ti abbassi a frequentare la nostra compagnia…” Cazzo, se lo sentivano i miei! Per fortuna Lenticchia gli ha tirato un coppino prima che potesse aggiungere altro… mi è venuto un colpo, cavolo! Adesso quei quattro stanno giocando a Quiddich a poca distanza da qui. Non ho la minima voglia di guardarli giocare, ammettendo che quello che fanno sia degno di questo nome… È la prima volta che ti scrivo durante le vacanze natalizie e devo proprio dire che è uno schifo! Se fossimo a scuola, a quest’ora, potremmo essere in compagnia della Matthews… ti ho detto che ci è stata? E mi è sembrata disponibile anche verso di te… che ne dici? È alla tua altezza? Mentre Harry era immerso nella sua lettera lo raggiunse la voce di Weasley: “Ehi, Potter! Alza quel culo e vieni a mangiare, sono quasi le sette!” Ora smetto di scrivere per un po’, Lenticchia dice che è pronta la cena. Spero di non vomitare… La cena quasi andò benissimo, e il moretto fortunatamente non sentì lo stimolo di rigettarla fuori. Quasi. Al dolce Paciok rovinò tutto. “Allora, Potter.” Cavolo si erano ignorati per tutta la sera, perché adesso doveva parlare? “Stavi scrivendo al tuo fidanzatino quando noi poveri mortali siamo venuti a disturbarti?” “Fidanzatino?” chiese sconcertato James. Harry mandò un’occhiata allarmata a Ron, che, intercettandola, cercò di cambiare discorso. “Senti, Neville, perché non vieni in camera mia? Ho delle nuove figurine da farti vedere…” “No, Ron, aspetta un attimo.” Disse il padre di Harry. “Neville, chi sarebbe il fidanzatino di mio figlio?” “Draco Malfoy, naturalmente.” “Draco Malfoy?!”[magari fosse il mio… N.d.C.] [non credo che tu sia l’unica a pensarlo... N.d.A.] “Oh, si. Non lo sapevate? Loro due sono inseparabili fin dal primo anno. Dove c’è uno c’è anche l’altro, uno inizia una frase e l’altro la finisce, e, di solito, si scambiano pure le ragazze, almeno che non vadano con loro contemporaneamente…” Silenzio. “E così te la fai con un serpeverde? Con Draco Malfoy?!” “Si, papà.” Rispose il moretto “è il mio migliore amico.” Dopo la rivelazione, il signor Potter aveva abbandonato la cena con la moglie al seguito dirigendosi in una stanza interna alla Tana per poter sfogare la sua rabbia al di fuori degli sguardi attoniti che avevano tutti i presenti. “Sta calmo, James.” “No, Lily! Vuoi dirmi come posso stare calmo?! Ho creduto per quasi sette anni, sette anni, che nostro figlio fosse un grifondoro…” “Ma lo è…” “Solo di nome, non di fatto! Secondo te come può essere cresciuto in mezzo a quella gente?!” “Benissimo, papà. Non te ne devi preoccupare.” Rispose il figlio entrando nella camera dove i suoi genitori stavano discutendo. “Benissimo, dici? Ma se da quel poco che ho potuto capire da Neville sei diventato uno stronzo di prima categoria!” “Tesoro!” lo riprese la moglie. “No, mamma, papà ha ragione.” La contraddisse. “Sono uno stronzo di prima categoria… e ne sono contento.” Affermò fissando suo padre negli occhi. “Ah, si?” “Si.” “Come puoi esserne contento, tesoro?” chiese Lily prima che il marito potesse dire altro. “Anche se non è moralmente corretto, per voi, quello che faccio mi rende popolare. Sono conosciuto, mamma. Sono qualcuno.”[tipico adolescente pieno di illusioni e manie egocentrike…in qst nn è cambiato, sigh! N.d.C.] [qualcosa della sua personalità dovevo mantenere, n.d.A.] “Ma, Harry, per essere qualcuno non è necessario che tu ti comporti in quel modo…” “Hai ragione: non è indispensabile.” “Allora perché lo fai?” “Perché è divertente!” “Divertente?!” esclamò James. “Come può essere divertente?” “Non hai idea delle ghigne che mi faccio, frequentando i serpeverde…” replicò sogghignando. “Ti proibisco di frequentare i serpeverde, allora.” “No.” “No? Allora ti ritiro seduta stante da quella scuola!” “Non puoi farlo. Ho diciassette anni e sono maggiorenne. Non hai nessun diritto su di me. E poi, volete spiegarmi perché non vi va bene che frequenti Malfoy?” “Malfoy?” chiese beffardo suo padre “Non siete già a Draco?” “No. E ti sarei grato se la smettessi di sfottere.” “Come, scusa?” chiese James. “Smettila di sfottere.” Ripeté perentorio, continuando a guardare suo padre negli occhi con aria di sfida. Nello stesso momento in cui Lily vide suo marito alzare il braccio scattò in piedi, ma senza riuscire a fermarlo: il moretto, pur prevedendo la mossa, non reagì e ricevette uno schiaffo che gli lasciò sulla guancia sinistra i cinque segni rossi delle dita di suo padre e che gli ruppe addirittura un labbro [e ben gli sta. N.d.C.] [che stronza! N.d.A.]. Non si mosse, se non per tergersi il sangue con la mano destra e spostare lo sguardo dalle sue dita a James. “Contento, adesso? Ti sei sfogato?” chiese glaciale. L’ex-grifondoro fece per scattare di nuovo sul figlio [H kiama il telefono azzurro!!! N.d.C.] ma Lily, questa volta, lo fermò in tempo. “Vai subito in camera di Ron e aspetta lì. Io e te dobbiamo fare una chiacchierata a quattr’occhi.” Disse quest’ultima rivolgendosi al figlio. “Da soli.” Aggiunse, lanciando un’occhiata di rimprovero a James. Senza replicare, Harry oltrepassò i genitori e uscì dalla stanza, non dirigendosi, però, nel luogo indicato. I Weasley e i loro ospiti erano tutti riuniti nel salotto. Avevano tutti visi stravolti dallo shock: segno che in quella casa (se così si poteva chiamare) i muri dovevano essere estremamente sottili e che gli occupanti non avevano niente da fare. Quando il moretto fece il suo ingresso la signora Weasley si alzò. “Harry caro…” esordì “ma non dovevi aspettare tua madre in camera di Ron?” ‘Ma quella donna non aveva qualche piatto da lavare?!’ pensò fissandola con odio. Li odiava tutti, nessuno escluso… con particolare intensità la Granger e Paciok, naturalmente. “Si.” Disse invece, senza dare voce ai suoi pensieri. “E allora perché…?” provò a chiedere, ma il grifondoro non le lasciò finire la domanda. “Non sono cazzi suoi.” Replicò sgarbatamente, lasciando la casa. Che se ne andassero tutti al diavolo! “Ehi, Potter!” lo richiamò la voce del rosso appena oltrepassato il cancelletto del giardino “Come osi rivolgerti a mai madre in quel modo?!” era a dir poco incazzato. Potter lo squadrò con aria di sufficienza e, semplicemente, rispose: “Ma andate tutti a farvi fottere.” E gli girò le spalle. Dopo neanche due passi, qualcuno lo tirò indietro facendolo girare tirandogli un cazzotto esattamente sul labbro spaccato. “Ma porca puttana!” esclamò portandosi di nuovo la mano alla bocca. Ritirandola vide che non c’era solo qualche goccia di sangue, come quando l’aveva colpito suo padre, ma era completamente rossa. “Weasley, sei un emerito deficiente!” urlò contro al colpevole, sentendo entrargli in bocca il sapore dolce e metallico del suo sangue che lo obbligò a riportarsi la mano alle labbra per cercare di fermare l’emorragia. Fino a che punto era ridotto male? Si chiese. “Oh, cazzo…” questa volta era stato Weasley a parlare. Anche lui si era accorto del danno apportato al compagno. “Vieni dentro” lo invitò “così ci diamo un’occhiata…” “No!” rifiutò il ferito “Lasciami stare e fatti i cazzi tuoi!” “Potter, sto solo cercando di aiutarti, datti una calmata!” lo rimproverò. Si guardarono con astio per qualche instante e, inaspettatamente, il moretto abbassò gli occhi tristemente. “Scusa…” disse con un filo di voce. “Cos’hai detto?” chiese shockato l’altro. “Te l’ho già detto una volta ed è stato abbastanza difficile: non farmelo ripetere!” “No, è solo che… cavolo, proprio non mi aspettavo delle scuse da te!” Potter lo guardò per un po’ cercando di capire se fosse sincero e, stabilito che lo era, abbassò la guardia. “Cazzo, mi hai fatto un male, Weasley!” “Non era mia intenzione… scusa.” “Niente, lascia stare. Sono abituato a danni peggiori.” “Si, ho presente le risse nei corridoi!” gli ricordò mettendosi a ridere. “Già!” concordò unendosi a lui. Dopo qualche minuto in cui il moretto riuscì a dimenticarsi della sua situazione, ci pensò Ron a fargliela tornare in mente. “Adesso” chiese “che farai?” “Lì dentro non ci torno, poco ma sicuro…” disse, indicando la Tana con un cenno del capo. “Credo che andrò da Malfoy. Mi ha dato il suo indirizzo, so dove trovarlo.” “Mmh… magari potrei mandarti le tue cose, che dici?” Harry lo guardò shockato. “Davvero lo faresti?” “Certo, così mi libero l’armadio!” rispose scherzando. “Bene, allora. Ci si vede.” Gli tese la mano che il rosso afferrò. “Ah!” aggiunse “non dire ai miei dove sono, ok?” vedendo l’altro annuire, Potter si voltò e si smaterializzò. NOTE: mezzosecolo:ciao!grazie per le recensioni e scusa il ritardo!sono un vero disastro…mi dispiace ma harry non parla il serpentese … è stato Neville a scontrarsi con voldy e di conseguenza harry non ha nessuna cicatrice sulla fronte e non parla il serpentese!cmq grazie ancora e baci!! Angelle:a te ti ho tutti i giorni in classe!!!ti rispondo durante filosofia, eh!?baci!!!
  
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