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Autore: KPooh_    14/04/2013    2 recensioni
Questa è una storia vera (tranne che per le parti che non lo sono).
"Che figura avrebbe fatto ora con la ragazza per cui aveva una cotta, se lei avesse scoperto che il fratello della ragazzina a cui doveva badare era Louis Tomlinson, un diciassettenne che non sa guardare la propria sorella e che l’ultimo sabato di vacanza, sta a casa a guardare il Signore degli Anelli in tv, con un amico travestito da Gandalf il Grigio, invece di andare a spassarsela fra feste e discoteche?"
- La domanda è: Perché tu sei nella cucina del tuo migliore amico in mutande e con un cappello da mago in testa l’ultima sera di vacanze?-ribattè rivolta ad Harry.
Nerd.
-Sospesa.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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School Sweet School




Il lunedì successivo Louis si svegliò con il torcicollo.
Questo significava due cose: o che era diventato un vecchio rachitico con i dolori alle ossa tutto a un tratto o che doveva smetterla di cercare di imitare Goku nella sua mossa del cammello senza un’adeguata assistenza medica. Ma d’altra parte, Dragon Ball era uno dei pochi a riuscire a fargli passare il malumore pre ritorno a scuola. 
Non si era mai preoccupato quando arrivava il momento di rientrare in quel tetro, grigio, noioso, cupo edificio pullulato di insegnanti che non fanno altro che giudicare e bulletti che si credono attori di O.C. … Ok, forse un po’ si era preoccupato ogni tanto ma non come quel lunedì. Infatti non sapeva come si sarebbe dovuto comportare con Alex, se salutarla o ignorarla, insomma lei faceva parte di quel gruppo, lui invece era uno dei nerd. Il suo unico amico lì a scuola era Harry, come poteva pensare anche solo di guardare in faccia una del gruppo dei fighi?
Il torcicollo gli dava lo strazio e quindi decise di non prendere la bici come al solito, rischiava di lasciarci le penne se ad un incrocio non guardava da entrambi i lati della strada!
Si diresse a scuola a piedi, cercando di mantenere una andatura veloce, visto che si era svegliato piuttosto tardi.
Quando giunse a scuola, la campanella stava suonando e Louis tirò un sospiro di sollievo, perlomeno per la prima ora il dilemma “saluto” era archiviato. E poi Louis si ricordò di Harry.
Erano seduti accanto per l’ora di matematica e non aveva l’abitudine di ascoltare una sega, il professore era così imbecille da credere che i due discutessero della sua lezione durante le sue ore!
- Allora, Louis, so che sabato sono andato in tilt. Mi rendo conto che non avrei dovuto abusare del Signore degli Anelli né del latte al cioccolato, so quanto siano nocivi per me. . . quindi, non ricordo gran parte della serata, è come se il mio hard drive si fosse bruciato. Vedo degli sprazzi, ma... non ricordo per bene.- esordì il ricciolo appena il professore prese a parlare.
Louis si passò una mano sulla faccia -Te sei di fuori!- e si accasciò sul banco. – No bueno- commentò Harry dando una pacca sulla schiena dell’amico. – Andiamo, di sicuro non può essere peggio di quel famoso sabato 18 Luglio! Forza, raccontami! C’era davvero Alex Holmes a casa tua o me lo sono sognato?-
Louis tirò improvvisamente su la testa e mise una mano in fretta e furia sulla bocca dell’amico. Lo guardò dritto in faccia con gli occhi spalancati.
- Ragazzi, qualche problema?- domandò interdetto e anche un tantino preoccupato il professore. Louis fece spallucce, Harry fece ‘ok’ con la mano. – Nessun problema, professore, assolutamente nessuno! Scusi se l’abbiamo interrotta!- disse Louis accompagnando alle scuse una risatina nervosa ed impacciata.
Appena la lezione riprese, Louis e Harry ricominciarono a parlare sottovoce.
- Alex era effettivamente a casa mia sabato... Harry come fai a non ricordarti nemmeno l’inizio della serata?- domandò Louis, notando solo dopo l’espressione rimbambita del ricciolo.
- Lasciamo stare, comunque era a fare da babysitter a Lottie. Ma il punto è che non sono sicuro se dovremmo dirlo in giro, né se dovremmo salutarla oggi a scuola, insomma. . .
-... Lei è una gnocca e tu sei uno sfigato, lei fa parte del senato e tu sei un semplice jedi, tu sei Peter Parker e lei Mary Jane o se preferisci Gwen Stacey, io preferisco Gwen.- concluse la frase Harry. Louis continuò ad annuire. Sebbene sapesse di essere uno sfigato, essere definito tale non gli piaceva, solo lui poteva dirselo!
- Quindi? Harry non puoi solo aprire la bocca, dare aria ai pensieri e poi non trovarmi soluzioni efficaci! Ci deve essere qualcosa sotto tutti quei capelli!- esclamò Louis, sprofondando la faccia fra le mani ed emettendo un lamento sommesso.
- Louis, amico, tu ti fai troppe seghe mentali! Insomma, un ciao è solo un ciao! Mica le chiedi di uscire! Ah, quando lo farai ci voglio essere, chiaro? Io ci devo essere. Sarà uno spasso!- esclamò Harry, noncurante delle occhiatacce del professore. Louis lo guardò male. – Sei un vero amico, insomma, Harry, eh? Stronzo.-
- Andiamo! Non vorresti vederti, conoscendoti, mentre chiedi di uscire alla ragazza che ti piace da tipo. . . dalla seconda era?! Sarà un evento! Dovrò inventare una macchina che ti permetta di sdoppiarti… Oh si, lo farò! Così rideremo insieme quando ti vedrai balbettare e magari sbavare quando lei si sarà girata! - continuò Harry entusiasta.
- Si certo, sarà uno spettacolo... e io non ci voglio essere! Né il giorno del mai a chiederle di uscire, né oggi quando passerà e io non saprò che fare e sembrerò ancora più demente del solito!- protestò Louis, senza muovere la testa dal banco e spiaccicandosi i capelli davanti alla faccia con una mano.
- Ovvia, Louis! Mi fai venire una voglia di tirarti una Maledizione Cruciatus, ma non lo farò perché è illegale e non voglio che un qualche stupido auror inesperto del Ministero mi venga a prendere, anche perché con me non avrebbero alcuna chance! E poi non puoi vedere che reazione ha lei? Non ci vuole niente, e poi più demente di così mi pare impossibile. –commentò Harry, ricevendo come risposta un pugno sul braccio, proprio quando il professore si voltava a guardarli.
- Ragazzi, vi sopporto da tre anni, direi che per una volta vi posso pure mandare in punizione, che dite?- disse il professore con quella sua strana parlata. I ragazzi voltarono all’unisono le teste verso l’insegnante e trattennero a stento le risate. Aveva quella tipica passata di forfora sulle spalle, gli occhiali spessi come fondi di bottiglia e un mezzo sorriso.Osceno.
- Pensava di essere simpatico?- domandò sottovoce Harry, cercando di non muovere troppo le labbra. Il professore affilò lo sguardo.
- Direi che potete anche uscire dalla classe. Ci vediamo domani signor Tomlinson, signor Styles, spero di non rivederla mai più.- disse il professore indicando loro la porta.
 
- Perfetto! È il primo giorno di scuola del mio quarto anno di liceo e mi buttano fuori dalla prima classe e mi appioppano una punizione. Harry ti odio. Quasi quanto Anakin odi se stesso!- esclamò Louis fuori dalla classe. Harry si voltò verso l’amico, alzando le spalle e facendo una faccia del tipo “Sì, certo!”
- Louis, vecchio barbone, ammettilo! Essere mio amico ti rende la vita molto più divertente! E poi, insomma, le lezioni di matematica sono sempre insostenibili, il prof ci ha solo fatto un favore! E se fosse per me salterei tutte le sue lezioni per quest’anno! – disse Harry, senza farsi tanti problemi.
- Harry, ma non capisci? Ora ci detesterà per tutto l’anno e ci farà guerra aperta! E pensare che l’avevamo scampata per tre anni a fila. . . me lo sento, mi toccherà frequentare la scuola estiva! E tutto per colpa tua!- continuò a disperarsi Louis, accasciandosi addosso alla fila di armadietti.
- Senti, primo, non c’è niente di male a frequentare la scuola estiva,ogni tanto c’è qualcosa di divertente, come andare nei corridoi del terzo piano in skateboard quando non passa il bidello! Secondo, io mi tirerei su dal pavimento, la senatrice sta arrivando!- disse Harry borbottando la seconda parte e guardando verso il bagno delle ragazze. Louis si rimise in piedi il più in fretta possibile.
Alex stava camminando verso di loro con un’espressione ostile e un po’ preoccupata, facendo un piacevole rumore per via dei tacchi. Louis si imbambolò a guardarla, fino a che non si accorse che lei, così in fretta stava andando proprio loro incontro. Si guardò intorno, prima di rivolgersi a loro.
- Sentitemi bene, Sfigato uno e Sfigato due! Spero bene che non si sappia in giro che faccio la babysitter a casa Tomlinson. Esigo che manteniate il segreto! Giuratemelo!- sibilò, senza nemmeno salutarli. Louis impaurito dalla mascella leggermente in avanti della ragazza rimase in silenzio e annuì compulsivamente.
Harry invece la guardò spavaldo, - Senti, nanerottola, chi credi di spaventare? Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare, ti pare che tu adesso mi intimorisci? Tu e chi? Il tuo fiocchetto in testa?- le disse, guardandola dall’alto in basso in maniera ridicola. Lei lo fulminò con lo sguardo e tese le orecchie.
- Io non ti faccio paura? Voglio proprio vedere se Hanna invece te ne fa! Comunque io non rischierei tanto la sorte, tonto!- ribatté guardandolo dritto negli occhi. Harry iniziò a indietreggiare. Alzò le mani in segno di resa e in quel momento si sentirono dei passi provenire anch’essi dal bagno delle ragazze. Alex cambiò espressione e si voltò a vedere chi era. I suoi sospetti erano fondati, Hanna le stava venendo incontro con le sue lunghe gambe snelle e gli occhi socchiusi per guardare meglio.
Alex si puntò gli occhi con le dita e indicò gli occhi verdi di Harry e poi quelli di Louis, con aria minacciosa. Poi si voltò e andò incontro ad Hanna.
- Alex, che fai? Parli con la plebaglia adesso? Che è oggi? Il giorno della carita?- domandò la bionda. Harry la salutò con un braccio, - Hey bellezza! Guarda che le orecchie ce le ho anche io!- urlò in mezzo al corridoio.
- Sai, non l’avrei mai detto… Pensavo che voi sfigati aveste solo gli occhi per leggere i vostri stupidi fumetti e le mani per giocare a Dragon Master e a fare chissà cosa di sconcio!- - rispose lei roteando gli occhi. Harry la guardò male.
Louis si risvegliò in quel momento dalla sua trance. Si diresse dalle due ragazze che confabulavano in mezzo al corridoio e non sapendo bene come fare per attirare l’attenzione di Alex, provò a toccarle una spalla, ma evitò, poi il gomito, evitò anche quello, provò a dire il suo nome, ma alla fine fu Hanna che guardandolo oltre le spalle della moretta glielo indicò.
- Tommonerd vuole dire qualcosa, fai svelta, meglio che non ci vedano con questa... gente!- disse la bionda.
Alex si voltò e fissò i suoi occhi scuri in quelli chiari di Louis. Lo prese per un braccio e lo portò da parte.
- Senti, Louis, mi sembri un tipo apposto. Cioè per quanto apposto tu possa essere stando sempre con quell’altro stramboide. . . però ecco, non vorrei ti bulleggiassero più di quanto già non facciano, finiamo questa conversazione in fretta.- disse lei concisa. Louis la guardò un attimo boccheggiando, prese fiato e disse tutto senza respirare.
- Volevo solo dirti che devi stare tranquilla, io di sicuro non dirò niente a nessuno sul tuo lavoro e Harry, non lo ammetterà mai, ma è terrorizzato da Hanna, quindi starà zitto pure lui. Mi dispiace che ci abbia visti insieme, non ricapiterà.- disse tirando un sospiro dopo l’ultima parola. Ci fu un attimo di silenzio, poi Alex accennò un sorriso. Evitò il contatto fisico, ma mantenne quello visivo, e i suoi occhi trasmettevano una sincera gratitudine. – Ci vediamo sabato sera, Louis.- disse semplicemente, senza l’atteggiamento aggressivo di prima. Ma il ragazzo sapeva che era un ringraziamento celato il vero significato di quella frase e soprattutto di quel sorriso.
 
- Mia madre mi ha mandato un messaggio dicendomi che sono nei casini per la punizione del prof.- disse Louis chiudendo il cellulare e sedendosi accanto a Harry sull’autobus della scuola.
- Oh,  per la barba di Merlino! Louis, la vuoi smettere di rompere il cazzo? Sei una palla assurda con questa cosa! Non c’è niente di male! In tutta la tua vita sarai stato messo in punizione sì e no due volte! Andiamo! Goditi la vita! Tra un anno potresti non poterlo più fare! Potresti, che so, essere morto! È solo il primo giorno di scuola e stiamo andando al Seven-eleven a goderci un pomeriggio di Dragon Master, non puoi rovinarmelo!- protestò Harry corrugando la fronte. Louis era alquanto agitato ma decise che era meglio non far alterare l’amico..
In quel momento l’autobus si fermò e salì una ragazza minuta, con i capelli tagliati alle spalle e i naso davvero piccolo. Con i grandi occhi blu continuava a fissare Harry, che non la finiva più di blaterare.
Quando anche lui la vide, mentre si sedeva sul sedile dietro il suo, la salutò e si voltò verso di lei.
 
- Hey, Aubrey! Come va? Tuo fratello non si è fatto più sentire per avere la rivincita a Risiko!- le disse Harry sorridendo. Lei arrossì e guardò la mano di Harry poggiata sullo schienale del sedile. Scosse la testa.
- Ciao, Harry. . . non so che dirti su Niall, insomma è stato preso dalle chiacchiere di mamma sulla scelta del college e quindi si è messo a studiare in anticipo.- disse lei, mordendosi un labbro.
- Oh, come lo capisco, anche mia nonna non fa che rompermi le palle dicendomi che mi devo mettere a studiare davvero, che non posso più passare i pomeriggi davanti al computer o davanti ad uno schermo, che altrimenti non avrò mai una vita e che non mi ci vuole a vivere per sempre con lei! Come se non sapessi che mi adora e non mi lascerebbe mai! –concordò Harry, muovendo freneticamente la testa da destra a sinistra per guardare i due amici.
- Oh, comunque, Louis, questa è Aubrey, la sorella di Niall, probabilmente l’hai conosciuta. . . perlomeno Niall lo conosci.
- Ciao, Aubrey, molto piacere.- disse Louis stringendo le labbra e facendole un cenno con la mano. Lei alzòlo sguardo dalla mano di Harry e guarò Louis, sorridendogli timidamente.
- Ciao, Louis. Dimmi, Harry, che fate di bello oggi pomeriggio? Di sicuro non avrete compiti il primo giorno- si interessò, senza prestare ulteriori attenzioni a Louis. Harry arricciòle labbra.
- Effettivamente non abbiamo compiti. Ci andiamo a prendere una granita al Seven-eleven e giocheremo a Dragon master per, beh, per più o meno tutto il pomeriggio? Sì, direi di sì. Che dici, chiedi a tuo fratello se gli va di passare?- domandò Harry, smontando l’entusiasmo di Aubrey. La ragazza sbuffò mentre l'autobus frenava.
- Certo, come no. Questa è la mia fermata. Ciao Harry, ciao Louis.- disse e si dileguò oltre le porte del bus.
- Senti, ma che aveva Aubrey?- domandò Louis, che aveva notato il cambiamento di umore della ragazza.
- E che ne so? Da un anno a questa parte fa sempre così. . . robe da donne credo! Valle a capire.- rispose il ricciolo sollevando le spalle. Louis annuì poco convinto.
 
- “Lo odio. Lo odio, lo odio, lo odio”. - Che cazzo! Ti odio Harry Styles!- si ritrovò a urlare Aubrey a un povero piccione, percorrendo a piedi l’ultimo tratto di strada che separava la sua casa dalla fermata. Aveva avuto una mega cotta per lui per tipo due anni. Poi in prima superiore aveva deciso di darci un taglio. “Basta!” si era detta, e aveva cercato di ignorare Harry per quanto poteva, considerato che prendeva il suo stesso autobus tutti i giorni, tranne quando lui rimaneva a scuola in punizione.
La sua migliore amica Sally le aveva detto più e più volte che Harry era uno schizzato, un bambino che pensava solo a giocare ai videogiochi, a leggere di fantascienza e di fantasy e che alle ragazze non ci pensava nemmeno da lontano! Ma niente, Aubrey aveva continuato ad adorarlo come fosse un tempietto dedicato ad Atena Nike.
In prima superiore le cose erano cambiate. Aubrey aveva deciso di smettere di mangiare con gli occhi Harry e guardarsi intorno; effettivamente c’erano un sacco di ragazzi più carini di Harry e sicuramente più svegli di lui, che le facevano la corte. Era uscita in poco più di tre mesi con un terzo dei ragazzi del suo anno.
Era una cosa che lì per lì l’aveva gratificata molto, insomma, chi aveva bisogno di Harry Styles, per stare bene? Ma poi alla cena di Natale organizzata dai suoi genitori, aveva trovato Harry e Niall a giocare a Magic nel sottoscala. Harry le aveva detto “Che fai, ti unisci al lato oscuro?” e lei si era sciolta. D’altra parte, come si fa a non essere persuasi da una proposta del genere? In genere hanno anche i biscottini! Alla fine aveva trascorso tutta la serata con i ragazzi e la notte, quando casa si era liberata, guardandosi allo specchio con espressione affranta, si era detta “Davvero, Aubrey? Davvero ci sei cascata di nuovo?” e la risposta era stata un deciso sì, mentre il suo riflesso la guardava con disapprovazione attraverso lo specchio.
Non era possibile che un tale scemo potesse piacerle così tanto! Ma considerate tutte le cose che leggeva, tutte le stronzate che sapeva a memoria e tutti i corsi che aveva frequentato, un minimo di cervello Harry ce lo doveva pur avere da qualche parte! Magari sotto un’ascella, perso nel cassetto dei calzini…chissà.
E quando lei alla fine gli aveva chiesto cosa avrebbero fatto quel pomeriggio, aveva davvero sperato che la invitasse a bere con loro una granita, magari cacciando fuori dalle palle l’amico tonto -. . . Louis!- esclamò con disgusto Aubrey, tirando un calcio ad un sasso accanto al suo piede.
Persino quel Louis riusciva a passare del tempo da solo con Harry! Aubrey aveva gli occhi grandi e azzurri, aveva i capelli sempre puliti e si lavava i denti piuttosto spesso, perché lei no?! Tra l’altro era sempre gentile con lui e cercava di interessarsi alle cose che faceva Niall, così da sapere di che cosa blaterava Harry sull’autobus quando si sedeva accanto a lei. Sally diceva che le sue tette erano l’invidia di tutte le primine e il suo culo faceva sbavare perfino quelli dell’ultim’anno. Ma tutto ciò o non era abbastanza per Harry Styles, o non era il suo genere… “Magari è gay”- Ah! Questo spiega tutto! Non sono io, è lui!- sentenziò Aubrey aprendo il cancello di casa, dandosi poi dell’idiota per ciò che aveva appena detto. Fatto sta, gay o non gay, che era Harry quello con dei problemi, quello che non capiva la situazione, quello che non capiva che Aubrey era perfetta per lui, che era carina, spiritosa ed intelligente e che, al contrario di mezza città, era fra le poche persone che non lo consideravano un demente! -Vaffanculo, Harry Styles del cazzo! Vedrai che prima o poi. . .- disse Aubrey entrando in casa e muovendo un pugno in maniera minacciosa verso il vuoto.
- Prima o poi cosa? E chi? Aubrey, devi smetterla di parlare da sola, mi inquieti. Un sacco!- disse Niall, che passava di lì in quel momento con una banana in mano. Aubrey fece un salto e lo guardò con gli occhi sgranati e l’aria colpevole.
- Prima o poi saprò camminare sulle mani! Ovvio, fratellone, ovvio!- rispose lei con nonchalance dirigendosi in camera sua, lasciando Niall interdetto in mezzo all’ingresso.
 
Hanna aveva aspettato di tornare a casa per parlare con Alex di quello che era successo quella mattina. Non era cosa da discutere in luogo pubblico. Quel pomeriggio tra l’altro Alex doveva andare a casa sua per decidere cosa indossare alla festa di venerdì. Hanna chiuse la porta della stanza e si girò a fissare Alex, con le braccia incrociate sul petto.
- Che c’è?- le domandòla mora fissandola con i suoi grandi occhi scuri. Hanna la squadrò, - E me lo chiedi anche?- le rispose. Alex alzò le spalle e si sedette sul letto dell’amica a leggere una rivista di moda, poi sentì il materasso muoversi e Hanna si sdraiò accanto a lei, continuando a fissarla.
- Senti, Hanna, se non la smetti di fare l’inquietante, me ne torno a casa e non ti aiuto a scegliere proprio un cazzo, hai capito?- le disse scocciata Alex, chiudendo con forza la rivista.
- Allora arrivo subito al sodo. Come ti viene in mente di parlare con quei due stramboidi? Per fortuna che non c’era nessun altro nel corridoio e che io ti voglio un bene dell’anima e non lo dirò a nessuno, sennòin questo momento la tua reputazione sarebbe belle che andata a farsi fottere nel cesso! Non so se mi spiego.
Mentre la bionda la guardava con uno sguardo eloquente, Alex la fissava esterrefatta.
- Non posso credere che tu mi stia facendo questo discorso. Davvero credi che io potrei perdere tutto quello per cui ho lavorato in questi tre anni, nel tempo di un intervallo fra due ore?-
- Non dico che ne saresti capace, ma sai come sono gli altri del gruppo. Non ci mettono niente ad etichettarti come sfigata e a buttarti fuori dal giro.- le rispose più seriamente Hanna.
- Hanna, so gestire questa cosa! Voglio solamente i soldi per comprarmi la macchina! Quanto pensi possa volerci se i miei mettono nel conto la stessa somma che guadagno?- domandò Alex, tentando di fare un paio di calcoli. La matematica non era il suo forte.
- Io lo so che tu sei una in gamba, ma ti dico che non puoi permetterti di farti anche solo collegare a quei due sfigati.- ribatté Hanna, mettendosi a sedere a gambe incrociate.
- Han, tu non li conosci neanche! Posso capire che sembrano schizzati forte e completamente partiti di testa, ma sono persone! Tu più di tutti dovresti lasciarli in pace! –sbottò Alex, saltando in piedi arrabbiata.
- Alex, non provare a tirare fuori questa storia di nuovo! Non ne parleremo ancora! È una storia chiusa! E non provare a darmi dell’ipocrita! Non è proprio questo il caso!- gridò di rimando Hanna fissando furiosa l’amica.
- Tu mi hai costretta! Non puoi trattare così persone che non conosci! L’abbiamo deciso in prima superiore! Diventiamo fighe, hai detto, ma rimaniamo noi stesse e non trattiamo male chi non se lo merita, hai detto! E dove sono finiti tutti quei bei pensierini adesso? In quel fantomatico cesso dove potrebbe finire la mia reputazione?! E chi se ne frega!- gridò a sua volta Alex, stringendo le mani in due pugnetti e iniziando a raccogliere la sua roba.
- Bene! Non me ne frega niente nemmeno a me! Vattene pure, Alexis! Torna quando sarai pronta a scusarti, brutta ingrata!- esclamò Hanna, rimanendo sul letto e raccogliendo le ginocchia al petto.
- Non ci contare, spilungona del cazzo! A comunque, lo so che ti fai i colpi di sole e che non sei così bionda di tuo!- aggiunse Alex, facendo una linguaccia alla bionda e sbattendo con violenza la porta alle sue spalle.
La mora sentìil sospiro di stupore dell’amica anche con la porta chiusa. Fece uno sbuffo di rabbia e si precipitò fuori di casa senza salutare nessuno.
Voleva solo stare sola, pensare ai fatti suoi, alla sua futura macchina e al party di venerdì.




Heeelloo!
Questa volta a parlare è l'altra autrice della ff, Fearless13k! Tanto per chiarire, io sono quella seria, mentre Fran è quella simpatica, se vi mettete a ridere per qualcosa, state pure certe, che l'ha scritta lei, ma hey! Almeno ho avuto l'onore di scrivere questa ff e portare delle idee anche mie, soprattutto ho aiutato con l'editing delle immagini, che a Fran risultava un ostacolo, (Tanto loooove per Kekka!). Qui di seguito vi metto una sorta di 'book' con gli interpreti dei personaggi principali, che ci accompagneranno per tutta la storia e che spero piaceranno a voi quanto piacevano a noi, nel momento che li abbiamo scelti. Ma Fran ci teneva a dire che non ve li imponiamo, cioè se vi va di immaginarvi Aubrey in qualche altro modo, ben venga, anzi sarebbe carino sapere se condivedete la nostra visione delle cose! :) E quindi, bene, se vi va passate a leggere le mie altre ff, ma è uguale, l'importate è che leggiate questa e che la recensiate!! Sarebbe grandioso! Se  poi tante volte vi andasse di aggiungerci su #twittah io sono @AwsomeGirlL e Fran è @KPooh_ saremmo liete di followarvi tutti! Un saluto a tutti voi,

 

                

 

NIALL HIMSELF                                        AUBREY                                                  ALEX                                                       HANNA

 

Fearless13K

  
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