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Autore: LoveNotes    16/04/2013    1 recensioni
Pietro e Lia, sono due ragazzi italiani, lui ha 20 anni e lei 19 anni. La loro storia è la più stravagante e strana che ci possa essere, ad iniziare dal loro incontro; la cosa che li accomuna è lo Skateboarding, uno sport al quanto bello, ma bizzarro e pericoloso.
La storia è un insieme di dialoghi fra i due, riguardo il loro passato.
Non sono la migliore scrittrice, lo assicuro, ma la loro è una storia da leggere! (:
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La sera a telefono
-Non riuscivo proprio a dormire!
-Davvero, perché?
-Semplice, ero troppo curioso di sapere il continuo della tua storia!
-Non fare lo stupido! Tu la conosci bene!
-Lo so! Ma mi mette ansia e sono troppo curioso! Me ne racconti un altro po’?
-Ma è tardi!
-Dai un pochino?
-Va bene! A che eravamo arrivati?
-Se non sbaglio Pietro e Lia si erano separati perché era troppo tardi e perché Lia doveva uscire!
-Ah già! Allora, vediamo un po’… La sera Lia uscì con i suoi amici, nella loro piccola città e non riuscì mai ad incontrare il suo fidanzato. Ma mentre stava passando per un locale affollato, vide Pietro mentre mangiava un gelato con dei suoi amici. Inizialmente non pensava fosse lui, ma poi guardò meglio nella sua direzione e allora si rese conto del ragazzo. Quest’ultimo, forse, si sentiva un po’ osservato, così si girò e si ritrovò quella meravigliosa ragazza davanti…
-Sei modesta!
-Dico solo la verità! Quella sera ero bellissima, ero molto carina, caso mai avessi visto il mio ragazzo!
-Lo so che eri bella! Ma devo ammettere che sei migliorata, molto!
-Oh, hai ragione da vendere!
-Io ho sempre ragione!
-Come sei modesto!
-Sempre! Però ora continua, ci stiamo perdendo in chiacchiere!
-Ok! Allora… Pietro si girò e si ritrovò Lia che lo guardava sorridente, poi lei alzò il braccio e lo saluto. Lui la guardò a lungo e poi le sorrise. Però, poi lei andò via, per continuare quella pazza serata con i suoi meravigliosi amici. Mentre camminava a braccetto con la sua amica, vide da lontano il suo fidanzato baciare un’altra ragazza. Quella ragazza la conosceva molto bene, era una sua compagna di classe. Quella era LA compagna di classe. LA ragazza più troia che ci potesse essere. Lia lasciò il braccio della sua amica, per andare dritta verso il fidanzato. L’unica cosa che riuscì a dire fu: “Sei un bastardo. È finita!” e andò via. Non pianse. Non pianse una lacrima per lui. Sapeva che quella era, in fondo, solo una cotta. Tornò dalla sua amica che l’abbracciò e che le chiese come si sentisse, ma lei rispose di sentirsi più leggera. Poi le raccontò di Pietro. La sua amica le ripeteva in continuazione che quello che era successo era un segno del destino, ma Lia pensava fossero tutte stupidaggini. Lia non aveva mai creduto nel destino, ma anche a lei sembrava tutto molto strano. Era parecchio confusa!
-Davvero?
-Davvero! Ora posso continuare?
-Perché eri confusa?
-Perché io avevo sempre avuto una cotta per lui ed era strano sapere che anche lui era innamorato di me; poi sei arrivato tu e mi hai reso tutto ancor di più complicato. Anche se avevamo passato un unico pomeriggio insieme, io non facevo che pensarti. Poi Baam! Il mio ragazzo mi tradisce e lo lascio ed io cosa faccio? Parlo unicamente di te alla mia amica!
-Wow!
-Già! Ora continuo?
-Vai!
-Allora… la serata di Lia finì alle 11.30, quando suo padre la venne a prendere nella piazza della città. Tornata a casa, mentre si stava mettendo il pigiama arrivò la chiamata…
-Si la chiamata a diventare suora!
-Ahahah! No scemo, la chiamata inaspettata di Pietro.
-Ora voglio raccontare io! Parlo in prima persona perché la terza persona non è da me! Allora, ero uscito con i miei amici, ti avevo incontrato e da quel momento avevano iniziato a fare domande: ‘Chi è?’ ‘Quanti anni ha?’ ‘E come la conosci?’ ‘Ti piace?’ ‘Se a te non piace me la presenti, così ci provo io!’ Era una cosa estenuante, non ce la facevo, così dopo aver risposto, prima di dargli la possibilità di farmi delle nuove domande li salutai e scappai via. Non avevo voglia di tornare a casa, ma dovevo fare qualcosa. Mi conosci, sono uno di quelli che non riesce a stare in un posto senza fare niente, però non potevo nemmeno girare all’infinito per quella cittadina alcolizzata.
-Che poesia!
-Sempre… Comunque, allora decisi di chiamarti e di parlare con te! Però non mi ricordo cosa ci dicemmo.
-Hai voglia di botte stasera?
-Dai, scherzo, ma non ricordo le precise parole, tu sei sempre stata più precisa, racconta tu!
-Ahahah! Va beh! Allora...:
‘Pronto?’
‘Ciao, sono Pietro!’
‘Ehi, ciao!’
‘Tutto bene?’
‘Si, te?’
‘Bene!’
‘È successo qualcosa?’
‘No, perché?’
‘Sono le 11.30 e mi hai chiamato! Mi sono preoccupata!’
‘No, è solo che sto girovagando per la città e ti stavo pensando, così ti ho chiamato! Sai, stavo pensando a come perfezionare il tuo Ollie!”  
‘Come?’
‘Potresti far scivolare più velocemente il piede, così andrebbe tutto molto meglio!’
‘Perfetto, domani ci proverò! Poi ti faccio sapere!’
‘Stasera ti ho vista!’
‘Anche io! Ti ho anche salutato!’
‘Esci sempre con quei ragazzi?’
‘Sempre, sono i miei compagni delle medie, sono diventati con il tempo dei fratelli e delle sorelle! Penso di amarli tutti! Tu, invece ti ingozzi sempre di yogurt?’
‘Sempre!’
‘Io preferisco le graffe!’
‘Sono gusti!’
‘Piuttosto, ti piace la cioccolata?’
‘A chi non piace?’
‘Ci sono persone allergiche, quindi non possono assaggiarla o ingozzarsi!’
‘Quanto mi dispiace per loro, non sanno cosa si perdono. Però guarda il lato positivo: più cioccolata per noi!’
‘Ma non stavamo parlando di Ollie? Come siamo arrivati a “più cioccolata per noi”?’
‘Sinceramente non ne ho idea!’
‘Bene!’
‘Ti va di andare allo skatepark domani?’
‘Se mi dici l’ora ti posso dire se si o no!’
‘Verso le 10?’
‘Tu ti svegli per le 10?’
‘Io sono un bravo ragazzo!’
‘Ah, allora ti avverto: ti porterò sulla cattiva strada!’
‘Ne sono più che convinto! Infatti, basta guardarti che mi vengono i brividi!’
-Comunque mi venivano i brividi sul serio!
-Perché?
-Perché ero felice di vederti, ma avevo anche paura di fare o dire cazzate!
-Tu dici o fai sempre cazzate!
-Non è vero, ricorda che sono un bravo ragazzo, io. Sei tu quella che mi porta sulla cattiva strada!
-Come no!
-Vuoi che ti picchi o vuoi continuare?
-Stai calmo, scherzavo! Comunque continuo!
-Io sono calmissimo!
-Ok! Continuo:
‘Oh, quindi ti faccio venire i brividi?’
‘Si, sempre!’
‘Ed è una cosa negativa, giusto?’
‘Dipende!’
‘Va bene!’
‘Comunque domani ci vediamo allo skatepark alle 10 oppure no?’
‘Facciamo alle 10.30?’
‘Va bene!’
‘Perfetto!’
‘Allora a domani!’
‘Va bene! Ciao!’
‘Ciao!’
Appena attaccò il telefono, Lia, iniziò a saltare dalla gioia sul letto. Era così felice che non riusciva a non sorridere. Però dopo un po’ andò a dormire nel letto e si addormentò con il sorriso sulla faccia.
Ok! Continuiamo domani?
-Perché? Hai sonno?
-Certo che si, sono le due di notte!
-Davvero?
-Si! Abbiamo iniziato a parlare, a raccontare e a litigare e  il tempo ha iniziato a correre!
-Va bene, amore ti lascio dormire!
-Da dove viene tutta questa dolcezza?
-Dal mio cuore!
-Va bene, prima che mi catapulti lì per baciarti e abbracciarti, ti lascio per andare con il mio letto!
-No, non lasciarmi!
-Tanto staremo tutto domani insieme e continueremo la nostra storia!
-Va bene! Notte!
-Buona notte!
-Ti amo!


Spazio autrice:
Salve a tutti! Scusate l'enorme ritardo, ma ho due importanti scuse: 1. Ho studiato parecchio perchè sta per finire la scuola. 2. Non riuscivo a prendere tempo per finire questo capitolo perchè appena avevo tempo o andavo nel mio giardino a 'Skatare' o mia mamma mi rompeva e mi faceva fare qualcosa per lei.
Basta scuse, mi farebbe piacere che tutte quelle ragazze che leggono questa FF mi dicessero cosa ne pensano, anche se non vi piace. Però è solo un desiderio!
Ciao Tsue (: 
  
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