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Autore: CatcatKhad    19/04/2013    6 recensioni
Alice e Bella hanno 17 anni e sono sorelle. Classiche sfigatelle, si vestono male e hanno una popolarità e una compagnia pari a zero.
Menomale che c'è Emmett, loro fratello maggiore, che se le porta appresso sotto preghiera dei genitori.
Emmett è tutto il contrario. Il bello della scuola, ammirato da tutti, ma chissà che anche lui non abbia avuto problemi in passato..
L'arrivo di una ragazza sconvolgerà la vita di tutti, ma fra le (dis)avventure dei ragazzi, che non si nasconda qualcosa di più grande.
Tratto dalla storia:
'Il luccichio di quel pezzo di metallo, spuntato dalla sua tasca all'improvviso, e la follia omicida che si leggeva nei suoi occhi, iniettati di sangue e pieni di un odio sadico, la fecero impallidire e, sfortunatamente, rendere consapevole del guaio in cui erano finiti. Cercò di divincolarsi dalla presa che la immobilizzava, in un ultimo, disperato, gesto d'amore.'
Genere: Erotico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, J.Jenks, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, PWP, Violenza | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Capitolo tredici Salve a tutti, ragazzi! Pasqua è passata, e Pasquetta l'ha seguita (e ora tutti mi diranno, 'Ma va?' xD), e siamo già tornati a scuola :( Voglia zero, ma infondo non manca molto all'estate! (Magari...)
Allora, passando al capitolo... Abbiamo lasciato i nostri amici nel negozio, assieme al caro cuginetto figo Viktor, ma... le sorelle Cullen ancora non l'hanno conosciuto :3 E lui, che ne penserà? Questa sarà la prova vivente che loro sono veramente cambiate? Infondo non le ha mai viste prima d'ora...
So che non è molto lungo, ma contiene un elemento molto importante della storia, speriamo possiate coglierlo!
Buona lettura carissimi!


- Ehi Rose, allora quando fai conoscere tuo cugino? - Bella stava osservando la taglia scritta sul reggiseno, e non si accorse di averlo di fronte, in effetti.
- E' proprio qui. - Allora alzò lo sguardo, e si ritrovò davanti un paio di pettorali da urlo, un colletto bianco accompagnato da un papillon in contrasto, nero, e un sorriso mozzafiato.
Era il più bello che avesse mai visto, dopo quello di Edward ovviamente. - Oh... - Sussurrò, spalancando gli occhi e osservandolo con molta curiosità, e provocandogli una risata contagiosa. Almeno, da parte della cugina.
- Bella, hai preso tu il mio cellula... - Alice stava camminando tranquillamente con un paio di slip fra le mani, quando si fermò di colpo per osservare il fondoschiena quasi perfetto del ragazzo di fronte a lei.
Vide che il braccio di quest'ultimo era appoggiato alle spalle di Rosalie, e quando entrambi di girarono, le rivelarono davanti l'immagine di sua sorella praticamente sconvolta, da cotanta bellezza.
- Oh mio Dio. - Disse, e lo ripetè ben quattro volte, scatenando altre risate da parte dei due russi.
- Ecco ragazze, questo è mio cugino, Viktor Borisovich Pavlov. - Annunciò Rose, presentandolo ufficialmente sia alle ragazze che al loro fratello, basito.
Come faceva quel ragazzo ad essere più grande di lui, se lui stesso lo superava di minimo cinque centimetri ed era almeno grosso il doppio?
- E' un vero piacere conoscervi, ragazze. - Disse il russo, afferrando galantemente la mano di entrambe e posandovi un lievissimo bacio, facendo dunque arrossire entrambe.
- Non cominciare a fare il galletto, Vitjusha! Lo vedi il ragazzone qui dietro di me? E' il fratello maggiore, e come vedi potrebbe romperti la faccia solo con un'occhiataccia!* - Viktor lo squadrò per un attimo, assieme alla cugina, ed entrambi si osservarono, un attimo dopo, comprendendosi all'istante.
- Io però direi che lui preferirebbe fare altro, con una persona che conosciamo entrambi molto bene, sai tesorino mio?* - Sussurrò così piano che Dmitrij, fortunatamente, non potè sentire, ma Rose finse di non averlo sentito e lanciò al ragazzone un'altra occhiatina. Infondo lui non avrebbe mai fatto un incesto con una delle sue sorelle, no?
Emmett li guardò confuso, che aveva fatto ancora? Si osservò un attimo, magari aveva qualcosa addosso di strano o... No, nemmeno. Alzò le spalle e si osservò attorno, notando quante belle ragazze dotate di gambe fantastiche vagassero nello stesso negozio in cui si trovava l'oggetto del suo desiderio più nascosto.
Non gli davano nessun effetto, non più ormai; se le avesse viste qualche giorno prima, forse si sarebbe avvicinato e avrebbe flirtato come sempre, rimediando decine di numeri di telefono da sfruttare con gioia, ma in quel preciso momento lui non stava pensando a loro, non stava fantasticando su una meravigliosa uscita a sei, con lui come unico membro di sesso opposto a tutte le altre, cercava solo di non dare troppo a vedere il suo essere felice di stare con lei.
Possibile che in così pochi giorni l'avesse preso così tanto, quella ragazza? Cosa aveva di così tanto speciale, da farlo capitombolare ai suoi piedi con una facilità così estremamente fastidiosa? Infondo, aveva centinaia di ragazze che avrebbero venduto un rene per stare con lui, e invece di esserne contento e approfittarne, lui continuava a torturarsi nel volere quella ragazza.
- Cosa stiamo aspettando? I camerini aspettano noi, ragazze! - Rosalie afferrò le ragazze per mano, e insieme a tutti i completi che aveva preso in quei due minuti le trascinò con sè verso la zona di prova, e i ragazzi le seguirono, accomodandosi sulle tre poltrone di fronte ad un tappeto rosso su cui chi provava dell'intimo si sarebbe mostrato.
- Ehi, amico, non sarebbe il caso di mettere una maglietta? - Emmett, seduto sulla poltrona centrale, osservò per un attimo il vicino, Viktor, e alzò un sopracciglio; era tale e quale al cugino, un po' esibizionista, infondo i geni di famiglia si ritrovavano ovunque.
- Giusto, non ci faccio più molto caso ormai. - Disse, e si fece passare una T-Shirt bianca da una commessa che stava passando di lì proprio in quel momento, sorridendole e facendole l'occhiolino.
- Alice, puoi aiutarmi per favore? - Rose si affacciò nel camerino dell'amica, già con indosso il primo completino, tenendosi la parte davanti del reggiseno attaccata al petto per non doverlo perdere, non riuscendo ad allacciarlo e quindi alla ricerca di aiuto.
- Certo Rose, lo vuoi stretto o largo? - Alice le sorrise e si mise dietro di lei, chiudendo i gancetti nell'ultimo posto, come chiesto dalla diretta interessata.
- Non ti strizza un po', cara? - Le disse, dopo che la russa si fu girata per chiederle un parere.
- No, non tanto. - Disse lei, sorridendole e uscendo dal camerino per dirigersi in quello di Bella, tutta allegra. - Sei pronta, Bella? - Spuntò con la testa, trovando la ragazza intenta ad osservarsi, incerta, davanti allo specchio che rivelava la sua figura.
- Non lo so, mi sento così... strana. - Sussurrò, come sconsolata, e si girò verso la sorella e l'amica, indicando la propria pancia e le gambe, magre al punto giusto.
- Perchè, Bells? - Alice la osservò incuriosita, spostando tutto il suo peso dalla gamba destra a quella sinistra e incrociando le braccia al petto.
- Sai com'è, Al, non ho mai indossato completi del genere, e non sono nemmeno così sicura che mi stia bene. Anzi. - Si guardò di nuovo allo specchio e scosse la testa sconsolata, con un'espressione intristita sul volto.
Rose incrociò le braccia al petto, chiuse gli occhi e fece un lungo respiro, prima di risponderle, per non risultare troppo volgare.
- Non conosco molte cose brutte in inglese, ma potrei dirtele in russo, anche se non è molto carino! - Disse, scuotendo l'indice verso di lei e inclinando appena la testa, mentre Bella aveva iniziato a ridere nel vedere il buffo comportamento della nuova amica.
- Guarda Rose, se invece di insultarmi mi dessi un po' delle tue tette sarebbe fantastico, non carino! - Esclamò, e Alice concordò in pieno con le parole della sorella.
- Oh, magari! Sembra che ti stiano strizzando come un pulcino Rose, come fai ad avere quasi diciassette anni e due tette da venticinquenne incinta? - Alice la fissò negli occhi incuriosita, mentre lei si mise a ridere come una matta, con le lacrime agli occhi.
- Dmitrij, perchè tua sorella è una tettona assurda, e io ne ho metà, se non meno, delle sue? - Bella uscì dal camerino e si sporse con la testa per scorgere i ragazzi, che stavano chiacchierando tranquillamente: a quelle parole, i tre ammutolirono e per poco Viktor non cadde a terra per le risate, mentre Dima la guardò sgranando gli occhi ed Emmett si girò dall'altra parte e accavallò le gambe, per tenere a freno i suoi bollori.
- Ehi, mia cugina non è tettona, peggio! Ha due bombe atomiche che rischiano di esplodere da un secondo all'altro! Quando l'abbraccio ho sempre paura che mi scoppino addosso! - Viktor, fra le lacrime per il troppo ridere, riuscì a pronunciare quella frase, e allora anche Rose raggiunse Bella e, coprendosi il petto con una mano, spuntò appoggiando il fianco esterno contro il muro, fissando il fratello.
- Scusate... Cos'è una tettona? - Emmett nascose il viso fra le mani, e avrebbe voluto sprofondare sulla poltrona per non guardarla, il discorso che era cominciato lo stava facendo uscire dal seminario, ma non sapeva come fare a darsi una calmata. Se non...
- Vado al bagno, scusate. - Disse, con voce strozzata, e Bella subito comprese quale fosse stato il suo problema: tornò al camerino, mentre Dmitrij rabbrividiva per la reazione di Emmett e Viktor cercava di spiegarle cosa fosse una tettona.
- Allora... Beh... Ecco vedi Rose, tu hai molte tette, no? Quindi sei una tettona, cioè... - Scosse la testa, racchiuse le dita a coppa e se le appoggiò al petto, in un chiarissimo gesto che implicava nient'altro che...
Rose arrossì e si chiuse nel camerino, osservandosi attentamente e accarezzando con l'indice l'elastico degli slip.
Si stava sfilando il reggiseno, aveva capito che l'unica maniera era prima togliere le braccia dalle spalline e poi girarlo, per slacciarlo in maniera più confortevole senza doversi incriccare in una strana posizione con le braccia, quando una voce familiarissima le giunse fino ai timpani, facendola immobilizzare sul colpo.
- Ci conosciamo?* - La voce vellutata di quella donna, che per mesi l'aveva accolta calorosamente a casa propria e che in quel momento avrebbe evitato di gran lunga di vedere, era rivolta in realtà al fratello, che effettivamente la stava osservando come se l'avesse già vista, da qualche parte.
Allora prese alla rinfusa un altro completino, se lo infilò velocemente e si sedette sul mini sgabello dentro al camerino, tirando su le gambe e tenendo le ginocchia attaccate al petto, per non farsi vedere da quella donna.
Un paio di piedi, qualche minuto dopo, percorsero lentamente il corridoio con i camerini, fermandosi qualche istante davanti ad ognuno di quelli, come se fossero stati sul punto di entrare.
Ma fortunatamente procedettero per il loro cammino, e lei tirò un sospiro di sollievo.

- Ehi, amico, va tutto bene? - Fra le strade di Port Angeles, i sei ragazzi stavano procedendo tranquillamente sotto il sole ancora caldo di fine estate, le tre fanciulle di fronte stavano chiacchierando allegramente e le loro risate mettevano di buon umore chi passava loro accanto, sebbene non durasse nemmeno un istante.
Dmitrij era al telefono con il padre, la solita chiamata intercontinentale con la lontana Russia, mentre Viktor stava scrutando confuso Emmett, che camminava con le mani in tasca, che spingeva in avanti, e la testa bassa, a tirare calci ai piccoli sassolini che incrociava nel suo cammino.
- Oh. - Tirò su il viso, e lo rimise immediatamente giù, dopo un'occhiata velocissima al russo che gli aveva appena rivolto la parola, e alle gambe scoperte della bellissima cugina.
- Sì, tutto bene. - Si stava rendendo conto, da quando aveva messo piede in quel negozio assieme a tutti gli altri, che la sua fissa per le ragazze era quasi una malattia, e Rosaliya ne era una prova. Non riusciva a smettere di immaginarsi insieme a lei, a fare cose che mai aveva fatto con nessuna, torture e quant'altro, e si tormentava per questo.
- Sicuro? - Viktor gli mise un braccio davanti e lo costrinse a fermarsi, facendogli cenno di fare silenzio: i quattro davanti non se ne accorsero nemmeno, e proseguirono per la loro strada come se nulla fosse accaduto.
- Da quello che posso notare, con la mia esperienza da ragazzo di ventitrè anni, hai lo sguardo un po' troppo fisso su mia cugina... - Emmett scrollò le spalle e cambiò espressione, da bugiardo cronico.
- No, sarà solo una tua impressione, sicuramente. - Infilò le mani in tasca e tentò di proseguire, ma il russo rimase imperterrito di fronte a lui.
- Guarda che non ti accuso di niente, e non ti sto nemmeno dicendo che fai male, se intendi questo. Nel senso, so perfettamente l'effetto che lei provoca sugli uomini, ne ho avuto conferma fin troppe volte, io penso che se lei non fosse mia parente me la sarei già sposata, probabilmente. Hai gli occhi lucidi e stralunati, cerchi di nascondere il tuo disagio nelle maniere più incredibili che ci siano, beh direi che sei attratto da lei in maniera quasi... - Gesticolò, cercando di non farsi notare troppo dagli altri, e proseguì.
- Quasi maniacale, direi. - Emmett scosse la testa e ricominciò a camminare, superandolo a passi lunghi, e lui si rimise al suo fianco nel giro di due falcate, ostinato nel suo discorso.
- Sono cose che non facevo da tempo, non c'è nulla di strano mi pare, no? - Il moro lanciò un'occhiata al russo accanto a sè, poi volse lo sguardo verso le ragazze che procedevano intente a scambiarsi il numero di telefono. Vorresti averlo anche tu, non è così mattacchione? Pensi che lei voglia dartelo, spero solo che non lo faccia o per te sarà la fine! Per poco non si tirò un pugno in pieno viso da solo, tanta era la voglia di far star zitta quella vocina maledetta che aveva in testa.
- No, non credo ci sia nulla di male... Ma ti avverto, sai? Se io fossi Dmitrij, tu saresti a posto, ma visto che lui è ben peggio di me, se tu provi ad avvicinarti con delle intenzioni poco eleganti, te la fa pagare con gli interessi. - Un brivido di freddo corse sulla schiena di Emmett, e il russo dopo aver alzato le sopracciglia lo superò, lasciandolo ai suoi pensieri.
- Mi sono ricordata di cambiarlo, vi chiamo così lo salvate! - Rose fece un paio di squilli ad entrambe, che memorizzarono il suo numero immediatamente, e venne raggiunta subito dal cugino: aveva appena finito di scambiarsi un cenno d'intesa con Dmitrij, e ora dovevano mettere in pratica il tutto, quindi mentre Dima aveva fatto capire alle sue migliori amiche di raggiungerlo, Viktor stava intrattenendo la bionda.
- Tesoro, a proposito... Sei riuscita a superare quel problema, no? - Le appoggiò una mano sulla spalla, mentre lei lo guardò confusa e i quattro dietro confabulavano.
- Dovete aiutarmi ragazzi, mia madre mi ha appena parlato di un problema e non so cosa fare. Insomma, non ho mai avuto a che fare con persone così... -
Alice scosse la testa, dopo aver sentito la richiesta dell'amico.
- Insomma Dima, non fate conclusioni affrettate... A me sembra che stia bene, eccome! Guardala, ha le forme messe bene e al posto giusto, quindi... -
Bella alzò le spalle e si attaccò al braccio del fratello, per poterla osservare meglio senza essere vista e trarre le sue conclusioni soggettive.
- Sono d'accordo con mia sorella, non credo che sia... Cioè, si vedrebbe con il tempo, dopo un po' è ovvio che si cominci a notare dai segni, ne ho viste un paio della sua età e se lei fosse così, beh diciamo che si comporterebbe in maniera strana. -
Emmett strinse appena a sè la sorella, facendola sorridere dolcemente, e diede un buffetto sulla guancia di Alice, provocandole una buffa smorfia che fece ridacchiare il russo.
- Magari è solo un'impressione, amico, aspetta un po' e se noti dei cambiamenti comincia a prendere dei provvedimenti, ma prima... - Dmitrij li guardò e si sentì felice di ritrovarsi con loro, di ricevere consigli su quel dilemma che lo stava torturando da mesi e che avrebbe potuto confermare finalmente, dopo tanto tempo.
- Sì, Vik, perchè? - Rose aveva intuito che i quattro dietro di loro erano intenti a scambiarsi opinioni che, per un attimo, temeva potessero ferirla in qualche modo.
Ma tesoro, come potrebbe il tuo caro fratellone cercare di farti del male in alcun modo? Non pensare certe cose, avanti! Aveva ragione, che le era venuto in mente?
- Ti vedo... Diversa, Rose, ecco tutto. - E alla fine, lei capì a cosa stessero alludendo tutti: appoggiò la mano sinistra sul fianco, scostò i capelli sulla schiena e si sfiorò la pancia con le dita della mano libera, sospirando appena. Lo avrebbero mai capito?






   
 
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