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Autore: Lost on Mars    20/04/2013    7 recensioni
Ci sono quegli amori che nascono a prima vista, uno sguardo, una carezza fatta per sbaglio, e improvvisamente tutto acquista quel senso che sembrava perduto.
Ci sono quegli amori che nascono dopo aver passato il tempo ad odiarsi, ad insultarsi, a disprezzarsi a vicenda, perché troppo codardi e intimoriti da quella sensazione strana.
Ci sono quegli amori genuini, che nascono per caso, dalla pura attrazione di due persone che impareranno a conoscersi, a diventare amici e successivamente ad amarsi.
Poi ci sono quegli amori che nascono da affetti fraterni, da un’infanzia passata a tirarsi i capelli, conoscendosi meglio dei palmi delle proprie mani, imparando ad accettare i difetti dell’altro e a tirare fuori i miglior pregi.
Si dice che quest’ultimi, siano gli amori più impensabili, illogici che possano esistere ma sono quelli più veri, quelli in cui l’amore vero si mescola ad amicizia e a fratellanza.
Infondo innamorarsi della persona con cui si è cresciuti per dodici anni non è una tragedia, no?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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 Due settimane dopo quell’assolato giorno di giugno, passate tra i convenevoli di Anne e Roger, che quell’estate si sarebbe tolto dai piedi una volta per tutte, andando da suo padre in Irlanda, io, mio padre e sfortunatamente anche la mia matrigna nevrotica, andammo alla Tana per passare un giorno con i Weasley.
Non vedevo i gemelli da tre settimane ormai, da quando se ne erano andati da scuola, alla stazione non c’erano e li capivo: avevano aperto il loro negozio, dovevano essere impegnatissimi.
Il loro negozio di scherzi, il Tiri Vispi Wesley, quello che sognavano da anni.
Sapevo che sarebbero stati capaci di mandare Zonko in bancarotta con le loro idee geniali, e anche se eravamo in tempo di guerra, cosa importava?
La gente aveva estremamente bisogno di ridere sull’orlo di una cosa così grande.
Io me ne stavo tranquillamente dietro Anne e mio padre che ti tenevano teneramente – schifosamente, oserei dire –  per mano, e ciò mi faceva ricordare che io e Fred eravamo ancora in clandestinità, ma avrei dovuto parlare con lui prima di fare qualche passo importante, non mi ero certo dimenticata di quello che era successo a Natale.
Molly ci venne ad aprire, ben felice di vederci – forse un po’ meno felice di vedere Anne, ma come biasimarla?
«Vi aspettavamo! Mancate solo voi» e così dicendo ci invitò ad entrare in casa, ed era vero: mancavamo solamente noi.
Notai immediatamente una sedia vuota tra Fred e George e non esitai a sedermi, quasi ignorando i saluti di tutti.
«Finalmente, pasticcino» Esordì George.
«Ci stavi facendo preoccupare» Mi disse Fred sorridendo dolcemente.
«Oggi non si lavora?» Chiesi io.
«È domenica, e la mamma vuole tutta la famiglia, di domenica» Disse George, guardò la sedia vuota al di là del tavolo, quella che di solito occupava Percy, poi cominciò a mangiare la coscia di pollo in silenzio.
Decisi di imitarlo, e senza troppi complimenti finii la mia porzione in men che non si dica, in fondo la cucina di Molly era unica ed inimitabile.
«Come sono andati i M.A.G.O. cara?» Mi chiese Molly ad un tratto, lanciando sguardi assassini ai suoi due figli seduti rispettivamente alla mia destra e alla mia sinistra.
«Bene, credo, spero. Ho fatto un po’ di confusione in Trasfigurazione pratica, ma nulla di grave» Risposi sorridendo, per un attimo mi sembrò di cogliere il solito tic all’occhio di Anne, sapevo che Roger era categoricamente andato meglio di me, ma non potevo farci nulla: lui aveva il cervello e io la discrezione, cosa che Roger, come avevo imparato a mie spese, non conosceva affatto.
«Allora gente, un po’ d’attenzione!» George si alzò in piedi, colpendo il bicchiere con la forchetta, stava facendo un rumore assurdo, e avevo la netta impressione che quel bicchiere non avrebbe fatto una bella fine.
«Grazie» Poggiò di nuovo il bicchiere sul tavolo «Dunque, come immagino voi tutti sappiate, gli affari per me e il mio fratellino vanno alla grande»
«Già» Approvò Fred.
«Ma, appunto per questo, ci riesce un po’ difficile gestire le cose da soli, perciò volevamo chiedere a qualcuno di voi se mai avesse pensato di darci una mano» Continuò.
«No, Ron, tu sei troppo giovane ed inesperto» Precisò Fred sbuffando.
Ci fu subito un silenzio di tomba, e a me veniva da ridere.
«Ally?» Mi chiese Geor «vuoi lavorare con  noi?»
«Cosa? Davvero? Insomma, sarebbe fantastico, ma è il “Tiri Vispi Weasley” no? Io non sono nemmeno una Weasley» Dissi, dubitavo che si fosse capito qualcosa per quando avevo parlato velocemente.
«Oh, ma a questo di può rimediare, vero Fred?»
«Verissimo George»
Ora sì che ero confusa.
«Vedi, Ally, tu hai un bellissimo nome – complimenti William – ma io sono dell’idea che “Alison Charlotte Clardk non sia…come dire? Completo» Iniziò Fred, aveva cominciato ad arrossire e succedeva difficilmente, ma io adoravo quando succedeva; lo incitai a continuare.
«Infatti, mi stavo dicendo che, magari, tra qualche anno, in un futuro molto lontayo, tu potresti diventare “Alison Charlotte Clark …in Weasley»
In un attimo Ginny lanciò un urletto tappandosi immediatamente la bocca, George guardava Fred che guardava me che  mi stavo prendendo un po’ di tempo per riflettere su ciò che avevo appena sentito.
«Un momento, quando abbiamo deciso di adottare Ally?» Chiese Ron.
«Nessuno adotterò Ally, idiota» Gli disse Ginny dandogli un schiaffetto sul braccio.
«Oh»
«Beh, io…sì!» Esclamai «Sì, sì, sì, certo!» E così abbracciai Fred, lanciandomi a peso morto tra le sue braccia.
«Ehy, vacci piano, io intendevo tra qualche anno! Sono troppo giovane e bello per sposarmi!» E allora, penso che  per chiunque non avesse ancora capito, fosse tutto chiaro.
«E il mio sì era per il negozio, ma se vuoi considerarlo anche per l’altra cosa non ci sono problemi per me» Gli dissi guardandolo negli occhi.
Allora, senza curarmi di nulla, ignorando Ginny che ci guardava con aria sognante, Ron che sembrava a metà tra il geloso e il disgustato, Molly che era sull’orlo di delle lacrime, mio padre che si stava strozzando con l’acqua, Arthur che lo aiutava e George che per la prima volta non sghignazzava sotto i baffi, lo baciai.



Spazio Autrice:
E' FINITA ç_ç *piange e si dispera*
In quanto a epilogo è molto corto, ma considerando che è stato scritto a scuola durante un ora di pseudo-cazzeggio (?) non pretendo grandi risultati.
Devo ricordarmi di strappare le pagine dal quaderno di storia çç
Anyway, allora, veniamo ai convenevoli: ci terrei a ringraziare tutti quelli che hanno letto questa storia, sopportato i miei scleri post-scuola, e stati testimoni delle mie grandi, non eccitanti avventure della mia vita da asociale *^* tutti quelli che hanno recensito e che letto silenziosamente senza mai farsi avanti.
Sono certa che non mi fermerò a scrivere, infatti ho in corso altre due storie, in mente alcune OS e altre long, ma ho deciso che darò tempo al tempo ^^"
Chissà, magari mi verrà in mente un missing-moment di questa storia e lo pubblicherò sotto forma di one-shot, non ne ho idea, comunque tutte le storie che ho pubblicato/pubblicherò le potrete trovare sul mio profilo :3
Non posso dire "Alla prossima" per salutare perchè non ci sarà un prossimo capitolo çç perciò, statemi bene e_e fra otto giorni la storia avrebbe compiuto cinque mesi *^*
Un bacio,
Marianne



 

   
 
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