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Autore: Chocolate_senpai    20/04/2013    1 recensioni
Chi pensa che la vita di un dio sia facile, ha assolutamente torto. Figuriamoci se è facile quella di un dio con due figli! Tra problemi di parentela, di eredità e liti fra fratelli, vi presento la vita movimentata che si cela fra le mura del castello di Asgard!
...(dal terzo capitolo)
- Non conosci il mio passato? Ma Thor … noi siamo fratelli!-
- Veramente tu sei stato adottato-
Il mondo cadde addosso a Loki.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Odino, Thor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 Cap. 3: sei stato adottato
 

 

Erano le otto di sera nell’immenso palazzo di Asgard, abitato da un numero di servi che era dieci volte quello dei padroni.
Lungo i corridoi le luci soffuse riflettevano gli stupendi arazzi appesi alle pareti, e anche i disegni di Loki e gli squarci di Thor, che prontamente i bambini provvedevano ad inserire nelle composizioni altamente artistiche che la madre tentava di salvare dalle grinfie dei due piccoli mostri, ma invano.
Tuttavia quella sera le pareti non riflettevano solo luci, ma lungo i muri si estendevano i suoni di una battaglia violenta, senza esclusione di colpi, proveniente dalla sala del trono di Odino.
Un ultimo tonfo diede fine alla grandiosa lotta, declamando il vincitore.
- Ha! Ho vinto ancora io Loki! Non mi batterai mai!- esclamò il piccolo Thor, rivestito dalla corazza del padre che gli copriva anche la faccia, tanto che l’elmo lo doveva tenere a mano. Con, nell’altra mano, l’immancabile arma impropria, che agitava pericolosamente, indicò il suo nemico, steso a terra davanti a lui. Questo si alzò con un po’ di fatica, tenendosi la testa con una mano.
- Ahia Thor! Mi fai male se mi picchi con il martello!-
Le lamentele del fratellino Loki non impietosirono il bambino, che sbuffò e scese con un salto dal trono del padre, ora macchiato dalle impronte fangose di Thor, come tutto il resto della stanza.
- Insomma Loki, dovresti essere contento di essere stato sconfitto da un grande guerriero!-
Loki si guardò un po’ attorno.
- A sì? E dove sarebbe questo guerriero?- Aggiunse con sarcasmo.
- Ce l’hai davanti!- Esclamò il biondino indicando quella che doveva essere la sua faccia sorridente, nascosta però sotto la spessa armatura dorata che lo faceva sembrare quasi senza testa.
Loki sghignazzò nel pensare che sembrava di parlare ad un pezzo di metallo che camminava. Si alzò da terra e raccolse ciò che restava di un bastoncino di legno, ormai ridotto in schegge dal martello di Thor.
- Va bene, però la prossima volta non posso avere un’arma più efficiente?-
- No, i nemici devono avere qualche handicap, a parte quello di essere malvagi … -
- Preferirei fare finta di essere malvagio!-
- Non saresti abbastanza credibile Loki, e visto che un problema ce l’hai già, con due sei un cattivo perfetto!- Esclamò Thor alzando le braccia di scatto, gesto che gli fece sfuggire il martello di mano, che atterrò sullo scaffale dei trofei di Odino ammaccandoli uno ad uno e sfasciando lo stesso mobile.
Loki rimase perplesso.
- Come un problema ce l’ho già? E dove sarebbe il mio problema?-
Thor o meglio l’armatura, si avvicinò al fratello, andando dalla direzione opposta a causa della scarsa visibilità che dava la corazza e parlò ad un quadro raffigurante il padre sorridente con convinzione, mentre il fratello lo osservava sempre più stupito.
- Ma è ovvio! Non sapendo il tuo passato possiamo immaginare che tu sia vissuto in una famiglia di Troll e che … -
- Non conosci il mio passato? Ma Thor … noi siamo fratelli!-
- Veramente tu sei stato adottato-
Il mondo cadde addosso a Loki.
 Thor continuò a fare assurde congetture su un probabile allevamento di Troll di fiume al quale forse apparteneva anche il fratello, ma Loki non lo ascoltava.
- Io … adottato?-
Caso vuole che proprio in quel momento Odino facesse ritorno dal suo sopralluogo lungo il confine di Asgard; nonostante fosse un vecchietto si teneva ancora in forma.
- Ah, che giornata faticosa! Meno male che il lavoro è finito, ora potrò …. –
L’uomo si fermò all’entrata della sala, stupito di vedere il figlio più piccolo proprio lì impalato a guardare il nulla.
- Ma … Loki! Cosa stai facendo?-
Non l’avesse mai detto.
Quando il bambino si girò e vide il padre scoppiò improvvisamente a piangere a dirotto, correndo verso l’uomo e picchiandolo sullo stomaco con dei pungi abbastanza precisi da colpire proprio una delle ferite del dio, che si piegò in due dal male.
- No Loki … lì no ti prego … -
- Sei cattivo!! Perchè non me l’hai detto che sono stato adottato?! Sei un mostro, dovevi lasciarmi lì!! Cattivo! Cattivo!!-
Anche Odino cominciò a pensare che sarebbe stato meglio così, quando si trovò, per la seconda volta, messo ko da suo figlio.
E come al solito era tutta colpa di Thor.
Il giorno seguente volarono ceffoni un po’ per la questione del figlio adottato, un po’ per il fango sul trono e anche per il mobile sfasciato dall’arma improprio del figlio più grande. Tuttavia non fu Odino ad imprimere le manate sulle guance dei figli, ma la moglie che, piuttosto incazzata, se l’era presa anche con Loki perché Thor aveva detto che era stato lui a voler giocare alla guerra.
Loki era troppo depresso per ribattere, e la madre troppo preoccupata per lo scaffale per accorgersene.
Poco tempo dopo a palazzo si sparse la voce dell’adozione,e , come se non bastasse, Thor notò che quando il fratello provava un certo di tipo di emozione la sua pelle diventava blu.
Avanzava l’ipotesi della famiglia di Troll.

  
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