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Autore: anqis    20/04/2013    5 recensioni
Quando vieni travolto da un momento di ispirazione incontrollato ed improvviso, e l'unica cosa che può darti un poco di sollievo è scrivere, lasciare scorrere la penna e tatuare la carta di inchiostro, fino a perdere la sensibilità delle dita, ecco cosa ottieni. Raccolta di missing moments (drabble/flashfic/one shot) su Larry Stylinson (Harry e Louis), per chiunque ci crede davvero e non riesce a reprimere l'impulso di immaginare cosa accada dietro le quinte, dietro ogni singolo e semplice gesto che raccoglie significati più profondi, difficile da nascondere anche per loro. Siete tutte benvenute, spero solo di non ricevere recensioni negative per l'argomento (Larry) trattato. Buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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He couldn't refuse him.

 

VMA - Mtv Video Music Awards, 6 Settembre 2012.

Kesha, nel vestito succinto fece scivolare lo sguardo sulla busta aperta, mentre il mio cuore palpitava nella gabbia toracica, quasi cercasse di aprirsi un varco. 

Avevamo appena vinto il premio per il miglior video pop dell’anno, eppure quella forte e incontrollabile sensazione di ansia e adrenalina allo stato puro continuava a scorrermi nelle vene. Deglutii e mi accorsi solo in quel momento della mano di Louis appoggiata alla mia coscia, le dita strette tra le pieghe dei jeans stretti che mi stavano togliendo il fiato.  Lo guardai di sottecchi: i capelli castani erano sistemati con eleganza con il gel. Mi sarebbe tanto piaciuto passare le dita per potergli rovinare l’acconciatura per la quale aveva impiegato quasi un’ora, giusto per vedere la sua reazione come sempre esagerata. 

«One Direction!» gridò la voce della cantante. «Con What Makes You Beautiful!», la mano di Louis scivolò dai miei pantaloni per alzarsi in un agile salto. 

Strinsi le mani in un pugno e chiusi gli occhi. Sapevo perfettamente come sarebbe apparso quel gesto al pubblico, agli altri cantanti, alle fans a casa: un semplicissimo modo di esultare, di festeggiare l'ennesima vittoria. Tuttavia, non sapevano invece che stavo cercando di trattenere le lacrime che da tempo ormai mi corrodevano dentro, represse nell’angolo più buio di me. Il tocco di Louis mi era mancato, cazzo se mi era mancato e mi aveva fatto male sentire il suo calore scomparire così, di colpo. Anche se ero perfettamente conscio del fatto che probabilmente non l’aveva neanche fatto apposta, che si era aggrappato a me per scaricare la tensione, non per darmi forza o fiducia. Eppure, continuavo a ricascarci, come uno stupido.

«Harry» avrei riconosciuto quella voce tra mille. Ed infatti sovrastata dalla confusione dello stadio, degli applausi, fui l’unico a sentirlo. Alzai gli occhi verso di lui e fu un colpo al cuore, incrociare nuovamente quelle familiari iridi azzurre, che da tempo sfuggivano dalla mia vista ogni qual volta cercassi il suo sguardo. Mi alzai annuendo, mi costrinsi a sorridere. Non ero da solo in quel momento. 

«Harry» mi chiamò di nuovo e mi chiesi ancora una volta come facesse quella voce a risultare così familiare e chiara pur essendo coperta dalla nostra stessa canzone rimbombata dalle casse. 
Cosa voleva ancora da me? Perchè proprio in quel momento? Si divertiva a vedermi soffrire, a vedere la maschera che dovevo ogni giorno costruirmi per nascondere i sentimenti che solo lui sapeva suscitare in me e che lui riusciva a scheggiare, frantumare solamente pronunciando il mio nome? Lo guardai in cerca di una risposta. 
Mi stava sorridendo, le braccia aperte verso di me con un invito, chiaro.
E pur sapendo che me ne sarei pentito, che avrei agognato per quel momento ogni singolo minuto della mia vita fino ad un’altra opportunità del genere, che mi avrebbe tenuto sveglio notti insonne la sola idea, feci un passo verso di lui e mi lasciai circondare da quelle braccia confortanti e forti, smilze un tempo lontano. 

«Non piangere, sei un uomo» rise al mio orecchio.
Affondai il viso nella sua morbida giacca, già profumata del suo odore di sapone. «Non ti facevo così sentimentale.»

«Louis» mormorai, “Piango perché mi manchi, ogni singolo momento di questa fottuta vita”, ma anche questa volta le parole mi si bloccarono in gola.
«Idiota» fu quello che dissi, mentre sentivo le sue guance alzarsi in un sorriso estraneo.


 

     




___________

12 febbraio 2012.
570 parole.
La prima foto, fonte di ispirazione e motivo di questa one shot.
L'espressione di Harry nella seconda foto, dice tutto: gli era mancato.
Per tutte quelle che non si sono lasciate sfuggire quell'abbraccio.


 

   
 
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