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Autore: syderalcollision    21/04/2013    1 recensioni
C’è un momento, un momento preciso, in cui si dice che un bambino ‘cresce’.
Nello stesso esatto momento nasce un nuovo e preimpostato adulto, già formato dalla società e tante grazie.
Ma nello stesso esatto momento succede anche un’altra cosa, poco notata.
Anzi, totalmente dimenticata.
Il vero fattore che fa scattare il cambiamento nel bambino.
Controlli Neurologici Avanzati. CNA.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap. 2
Let's spend the night together


Let’s spend the night together

Now I need you more than ever

Let’s spend the night together now

Rolling Stones - Let’s spend the night together

 

‹‹Quindi siamo corsi via per colpa di questi ‘uomini in nero’ che sono apparsi in sogno.

E credevi che saresti di nuovo caduto in un sogno? Non ti seguo.

Questo non è un sogno.››

‹‹Ma è come se...lo sarebbe diventato. Una volta che quelli mi avessero notato. Avrei visto tutto come un sogno.››

Elizabeth tacque.

‹‹Sai una cosa? Tre anni fa mi succedeva lo stesso. Ora non accade più.

A dire la verità faccio fatica a ricordare qualsiasi cosa prima di tre anni fa.››

‹‹Non mi prendi per pazzo?››

‹‹Si. Ma è comunque più interessante di tornare a scuola.››

Sorrisero entrambi e smisero di pensare a quello che stava succedendo.

James, però, non potè fare a meno di provare a ricordare quello che gli era accaduto quella stessa mattina.

Stavano tornando a galla frammenti di ricordi non suoi.

Sconnessi.

Una siringa, uno studio celeste, un medico vestito di nero, il che è strano, per un medico.

Poi un forte mal di testa, talmente forte che finì per diventare reale.

‹‹Che cos’hai?››

Era sbiancato improvvisamente.

Un logo bianco gli si impresse nel cervello, probabilmente era l’ultimo di quella serie di ricordi. 

‹‹CNA.››

‹‹Cosa?››

‹‹CNA. Medici e...siringhe...uomini in nero...Mio dio, Elizabeth.››

Per caso, se pensi a prima di tre anni fa, quando ancora vedevi gli uomini in nero, ricordi qualcosa? Nel senso. Qualche particolare.

Elizabeth s’impegnò al massimo, cercando di far riemergere ricordi particolari.

Ma nulla.

‹‹No. Ho come un vuoto.››

Forse sono davvero malato. Forse dovrei andare davvero dallo psicologo.

‹‹Tu cosa ricordi?››

Quella domanda lo spaventò.

Lei gli credeva.

‹‹Un logo, CNA. Una scritta bianca, anche se non so esattamente dove si possa trovare, ma senza dubbio in un posto buio.››

Poi ricordo alcune siringhe, dei medici, medici in nero.

E basta. 

Elizabeth si portò le ginocchia al petto.

‹‹CNA...›› mormorò la ragazza toccandosi le labbra con le dita.

‹‹Ci serve un computer.››

‹‹Un computer? ››

‹‹Oh, andiamo. Come hai intenzione di fare delle ricerche? Vuoi stare qui per sempre?››

Onestamente si.

‹‹Andare a casa mia sarebbe un suicidio. ››

‹‹Anche a casa mia.››

‹‹Conosci qualche Internet Point, o cose simili?››

‹‹Conosco qualcosa, o meglio qualcuno, che ci può aiutare.››

 

 

Stavano di nuovo correndo e James stava di nuovo ansimando.

‹‹Ci siamo quasi, non moririre prima.››

Avevano percorso strada su strada, incrociando due Internet Point molto più accessibili del punto in cui Elizabeth voleva fermarsi a tutti i costi.

‹‹Help-Nerd›› lesse James a voce alta.

‹‹Che nome è?››

‹‹Oh, il nome adatto, te lo assicuro.››

Detto questo salì le piccole scale bianche che portavano a una porta rovinata color indaco.

James si mise a osservare la casa, giallognola e piena di crepe.

Non si sarebbe stupito se un pezzo del piccolo terrazzo fosse caduto sulla testa di uno dei due.

Le case affianco erano totalmente diverse, tirate a lucido con tendine perfettamente ricamate.

Continuava a preoccuparsi per il terrazzo.

Elizabeth bussò tre volte rapidamente e due più lente.

Un suono a metà tra un ruggito e un ‘sto arrivando’ si levò dall’interno della casa.

Poco dopo la porta venne socchiusa, ma nessuno era dietro a tenerla, il proprietario evidentemente non era interessato ad accertarsi chi fosse il suo nuovo ospite.

O forse lo sapeva già.

Entrarono entrambi silenziosamente e furono inondati da un forte profumo di dopobarba e un’altrettando forte canzone proveniente da qualche stanza oltre il corridoio d’accesso.

James iniziò a canticchiare, adorava quella canzone, un pezzo dei Clash che ascoltava in continuazione.

Forse non è poi così male.

La casa non si presentava accogliente, però.

Il corridoio iniziale era buio, James non ne vedeva la fine, ma a lato spiccava una porta aperta, dalla quale usciva una forte luce bianca.

Entrarono entrambi, Elizabeth avanzando sicura, James continuando a canticchiare.

Davanti a loro si presentò una piccola stanza, totalmente sottosopra, con cartoni di pizza, vestiti, videogame e cavi ovunque.

Sopra una scrivania c’erano cinque o sei computer, in una matassa di mouse e tastiere.

Al centro della stanza c’era un ragazzo dai capelli biondi, sorriso a trentadue denti e abbronzatura da surfista. 

James notò immediatamente anche una lieve forma di acne su tutta la faccia, ma notò solo in un secondo momento che quel ragazzo era in sedia a rotelle.

‹‹Elizabeth, buongiorno. Non dovresti essere a scuola?››

‹‹Beh, vedi, uomini neri da combattere.››

Il ragazzo sorrise e si avvicinò a Elizabeth.

‹‹Piacere, io sono John. ››

‹‹John può sicuramente aiutarci. Gestisce questo “centro assistenza” da solo. E frequenta da qui la scuola. Comunque, lui è James, e credo che potrà interessarti quello che sta succedendo.››

James sorrise e raccontò ancora la storia.

Si sentiva preso in giro, ma aveva ragione Elizabeth.

Era molto meglio che tornare a scuola.

 

‹‹Uomini in nero, eh?›› 

John stava facendo avanti e indietro per la stanza, esattamente come Elizabeth prima.

‹‹Allora, vi lascio il computer, una ricerca base la sapete fare anche da soli. Devo andare in cucina a farmi qualcosa da mangiare, sto morendo di fame.››

Effettivamente era ora di pranzo e anche James stava morendo di fame.

Lui ed Elizabeth si sedettero su due sgabelli e iniziarono la loro ricerca.

‹‹CNA....mh...ci sono associazioni....gruppi di lettura...eh...oh, il sito di un organo governativo.››

Elizabeth stava scorrendo tra i risultati rapidamente, leggendo ad alta voce quelli più probabili.

‹‹Prova. La parola ‘organo governativo’ ha il suo effetto.››

Aprirono il sito, ma era totalmente protetto da password, mostrava solo una piccola descrizione.

“CNA, Controlli Neurologici Avanzati, per il controllo dei virus infettivi nell’area celebrale.”

‹‹Da quando esistono tutti questi ‘virus infettivi’?››

‹‹E’ strano, effettivamente.››

James iniziò a considerare che forse non era realmente pazzo.

‹‹Allora, trovato nulla?››

John era tornato dalla cucina soddisfatto.

‹‹A stomaco pieno si ragiona meglio.››

‹‹Password›› 

Elizabeth indicò il monitor di fronte alla sua faccia: ‹‹Questo è il tuo campo.››

John sorrise e fece scansare i due dalla scrivania.

‹‹Andate in cucina, fatevi un panino e tornate tra cinque minuti.››

Elizabeth sorrise e si tirò dietro James verso la cucina, dovettero evitare una serie di ostacoli prima di raggiungere incolumi la piccola stanza adibita a cucina.

‹‹Vuole davvero entrare in quel sito?››

‹‹Si, certo.››

Elizabeth iniziò a fare dei panini usando quello che John aveva lasciato sul tavolo al centro della cucina, si muoveva come se fosse a casa sua.

Mentre stavano mangiando sentirono un urlo provenire dal salotto.

‹‹Bene, c’è riuscito.››

Tornarono alla postazione dei computer rischiando di schiacciare quella che doveva essere stata pizza, entrambi incuriositi da cosa potesse esserci in quel sito.

‹‹Ma che diamine avete cercato?››

John li guardò a bocca spalancata, mentre i due si avvicinarono al monitor per leggere cosa conteneva la pagina che avevano davanti.

“CNA, Controlli Neurologici Avanzati. L’unica soluzione per la scoperta di nuovi orizzonti.”

Una scritta verde stonava come titolo della schermata bianca e, subito sotto si leggeva un articolo “Conferenza del Dottor Smith il 14 Aprile. La CNA finalmente rivelerà alcuni dei suoi nuovi esperimenti a un pubblico ristretto di persone. Il progresso non può aspettare e, come dice il dottore stesso, stiamo correndo rischi troppo gravi per rallentare il processo di assorbimento.”

Sotto l’articolo vi era un piccolo rettangolo verde, con un’altra inquietante descrizione “Il governo ha approvato i piani della CNA nel 2010, due anni di ottima efficienza e ormai più di un milione di membri. Questo sito è provvisorio, pubblico e un’ottima copertura.”

‹‹”Ottima copertura” per cosa?››Elizabeth fu la prima a staccare gli occhi dagli articoli.

‹‹Per qualcosa...da coprire.››

‹‹lluminante James, davvero.››

‹‹No, nel senso, questa CNA, probabilmente non ha mai espresso le sue vere intenzioni al pubblico.››

‹‹Se è per questo non ha mai espresso nemmeno quelle finte, visto che il sito è privato.››

‹‹L’unica soluzione è la conferenza di questo ‘Dottor Smith’-disse John-dovrete infiltrarvici e qui, nell’articolo, avete anche l’indirizzo. Il problema è sfuggire a questi ‘uomini in nero’, che, per favore, potremmo chiamare Avvoltoi? Uomini in nero suona malissimo.

‹‹Chiamiamoli come vuoi, John. Ma come facciamo io e James adesso? Che poi, perchè l’unico che ricorda qualcosa alla fine è James?››

‹‹James ha parlato di siringhe e medici. Loro sono un’organizzazzione che compie ‘controlli’. Probabilmente fanno qualcosa ai nostri cervelli, tipo lavaggio.

Ma se lui ricorda, lui va contro di loro. E questo li farà impazzire, probabilmente.

Noi, Elizabeth, ormai siamo stati ‘contaminati’ dai loro piani, forse non li serviremo più.

Ma ti hanno visto scappare assieme a James, e risaliranno facilmente anche a me, quindi siamo dentro anche noi.››

‹‹Cosa vogliono da noi?››

‹‹Non ne ho idea. Ma adesso dovete andarvene, inventare una scusa con i genitori e presentarvi domani a scuola. Poi, vi farò sapere cosa fare.››

Tempo due secondi e si trovarono chiusi fuori, con un sole terribilmente caldo appena apparso e nessuna traccia di John.

‹‹Magnifico. Adesso tu mi spieghi chi era quello, Elizabeth.››
 

  
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