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Autore: lady hawke    22/04/2013    1 recensioni
Breve (?) raccolta di flashfic a tema storico, con personaggi e prompt deliberatamente suggeriti da amiche bastarde che non sanno a cosa vanno incontro. Piccoli brani creati nella speranza che gli storicissimi e mortissimi protagonisti non mi odino troppo!
Cristoforo Colombo e Galileo Galilei
Lucrezia Borgia
Oscar Wilde e Anna Bolena
Giovanna d'Arco e Caravaggio
Girolamo Savonarola e Enrico V
Giovanna d'Arco e Elisabetta I/Giovanni dalle Bande Nere
Jane Austen, Matilde di Canossa e Pier Maria Rossi
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Pacchetto: Arco e frecce + corpetto di cuoio. Personaggi: Giovanna d’Arco. Prompt: Bulbi Parole: 279

Occhi

Giovanna non aveva idea di cosa fosse la guerra prima di caderci dentro, rovinando come una pietra giù per una collina. Da giovane ragazza qual era nessuno si sarebbe aspettato mai nulla da lei a parte paura, svenimenti e terrore. Solo Dio aveva creduto in lei, perché Giovanna stessa aveva dubitato. E aveva continuato a farlo camminando sui resti di soldati morti, alla fine di una giornata di combattimenti. Secondo molti, la guerra era un gioco ordinato di valorosi uomini che si affrontavano secondo strategie ben precise.
Giovanna, invece, vedeva a terra uomini con le viscere sparse, braccia quasi mozzate da colpi di spada, uomini che rantolavano in pozze di sangue. Niente ordine, niente precisione. Le botteghe dei macellai, a paragone, sembrano immacolate. La giovane aveva trattenuto spesso i conati del proprio disgusto, indecisa se portare avanti la sua missione o meno. Aveva capito che fare una sera, dopo una marcia forzata con i soldati verso il nuovo fronte di battaglia. Avevano superato una casa data alle fiamme dagli inglesi, e i corpi degli abitanti giacevano a terra, semi-carbonizzati. Aveva dovuto urlare, per convincere la truppa a seppellirli: tre adulti e due bambini. Uno di loro aveva ancora il volto ben riconoscibile, i bulbi oculari quasi fuori dalle orbite, come se avessero tentato di fuggire da quello che avevano visto.
Giovanna da allora aveva sognato quegli occhi verdi tutte le notti; un messaggio mandatole da Dio dal chiaro significato: “Vuoi davvero che la guerra continui e succeda ad altri?”
La domanda aveva rimbombato nelle sue orecchie a lungo, la risposta era nata in un’alba fredda come il metallo.
“Li fermerò, dovessi strappar loro gli occhi ad uno ad uno”.

Pacchetto: Spada + Parabraccio. Personaggi: Elisabetta I e Giovanni dalle Bande Nere. Prompt: Leggenda e “La calma è la virtù dei morti. I forti perdono la pazienza e ti picchiano” Parole: 407. Sappiate che per colpa di Charme e di questo prompt sono in love con Giovanni dalle Bande Nere. Se potete, non compatitemi XD

Letture

La vita è noiosa, al castello di Woodstock. Certo, non si tratta più della Torre di Londra; niente stanze buie, niente letti scomodi, ma Sir Henry Bedingfield è un custode attento, e nulla sfugge ai suoi occhi e alle sue orecchie. In compagnia di poche damigelle, gli svaghi di Elisabetta sono miseri; ha venti anni, ma per quello che ha vissuto sembra ne siano passati settanta. Per fortuna il suo viso non denuncia i suoi travagli: gli occhi castani sono famelici e curiosi, la chioma rossa splende come un’aureola, la pelle è bianchissima e liscia.
Incapace di languire, Elisabetta si rifugia nei suoi testi, quanto meno, quelli che le sono stati lasciati. Molti sono in italiano, una lingua che in pochi parlano a dovere, in Inghilterra, e che per questo può sfuggire meglio ai controlli. La giovane principessa ha studiato quella lingua fluente ed armoniosa da sempre: ama scriverla, parlarla, leggerla.
E’ pomeriggio, il sole filtra dal vetro e le illumina i capelli acconciati con cura, tanto che sembrano quasi prendere fuoco; Elisabetta è seduta composta, la sua espressione trasfigurata dalla lettura. E’ una cronaca, scritta in uno stile un po’ acerbo, per gli elevati standard della giovane, su un condottiero morto poco prima della sua nascita: Giovanni dalle Bande Nere.
La principessa ne segue le vicende, la vita travagliata, le battaglie. Il suo cuore palpita, si infiamma. Lei, prigioniera, si libera cavalcando con Giovanni, assoldando soldati, uccidendo nemici.
Capisce, perché nell’inattività il suo cervello lavora alacremente e disperatamente, che non è stando ferma e calma, che dimostrerà la sua forza. Capisce che, se fosse un uomo, potrebbe prendere spada e soldati e andare a prendersi la sua libertà e il suo trono.
Lo sa, e conosce i suoi limiti. Una fanciulla come lei non ha altro da fare che fingersi paziente, come morta. Solitaria, umile e silenziosa, perché è una donna e questo le donne fanno. Elisabetta legge, e più prosegue con la lettura più si innamora di quell’italiano morto violentemente, che ha vissuto violentemente. Ne ama il valore, ne ama la nobiltà di nascita, ne ama perfino la rudezza. È tutto quello che vorrebbe e non è.
Elisabetta attenderà la sua libertà, e diventerà forte come un leone solo quando le toglieranno il collare che la incatena. Colpirà e sarà libera. Fino ad allora si crogiolerà in sogni alti e in un amore così infantile ed ingenuo che la culla dolcemente, nel pomeriggio che scorre.

  
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