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Autore: Melabanana_    22/04/2013    3 recensioni
Hera Tadashi è un ragazzo apparentemente indifferente a tutto, che si lascia passare accanto gli eventi senza preoccuparsene molto.
Afuro Terumi è un idol emergente, ma già molto famoso, che nasconde il suo vero carattere.
Questa fic parla di come il loro incontro abbia modificato le loro vite, e di come la loro storia sia venuta ad intrecciarsi con quella dei loro amici.
Coppie: HerAfu, DemeKiri, ArteApo, vari ed eventuali.
{dedicata a ninjagirl, che mi ha fatto scoprire e amare queste pairings.}
~Roby
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Perché in ogni momento, il rosso e il viola sanno sempre trovarsi.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Altri, Hera Tadashi, Jonas Demetrius/Demete Yutaka
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Buonasera :)
Stasera aggiorno anche Aka to  Murasaki, con un capitolo che praticamente non ha senso (?)
-diciamo che serviva per sciogliere un po' la tensione, visto che si procede verso la parte più triste della fic.
Spero che vi divertirete leggendolo, anche se le parti tristi e un po' ambigue (quella all'inizio e quella alla fine) non mancano!  
Kisses,        
Roby 



Capitolo 23.

Hera si svegliò prestissimo il giorno dopo Capodanno, o sarebbe meglio dire che non dormì affatto. I ricordi della sua infanzia lo perseguitavano.
Afuro, invece, dormiva beato al suo fianco; per non svegliarlo scivolò dolcemente fuori dal suo braccio e lo lasciò al caldo del kotatsu. Il disordine era dio vaste proporzioni e ci mise un po’ per pulire sia il salotto che la cucina, ma non è che avesse di meglio da fare quindi. D’improvviso, guardandosi intorno, e soprattutto osservando i suoi amici, avvertì un forte senso di vuoto. E allora si mise il cappotto e uscì di casa, che tanto era già vestito. La strada era deserta e fredda, ancora tinta del cobalto assonnato della notte. La percorse lentamente, pensando a sua madre, a come avrebbe voluto vederla di nuovo. Ma, per fortuna, sua madre era ancora così vicina… 
                                               …mentre invece lei, che era sempre nei suoi sogni, era ormai irraggiungibile.

 xxx

-Afuro… Afuro! Insomma, vuoi ascoltarmi o no?!- La voce rabbiosa di Hitomiko sferzò insieme ad una rivista sulla sua testa.
-Ouch!- si lamentò il biondino, alzando lo sguardo sulla donna che gli stava di fronte. Saginuma e Athena bevevano il caffè nelle vicinanze, e ora sorridevano.
Afuro li guardò torvo e gli mise il broncio, mentre Hitomiko metteva le mani sui fianchi e con un sospiro lasciava andare la rabbia.
-Che ti prende oggi? Sei stranamente svagato… Sei andato a dormire tardi?- chiese.
Afuro scosse il capo e abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro. –Scusa…- mormorò.
Hitomiko gli posò una mano sul capo, scompigliandogli i capelli. -Va bene, ma prendi la cosa più seriamente. Questo tour potrebbe essere la svolta per la tua carriera, lo capisci?- disse severamente e il biondino annuì mogio. -Prenditi la giornata di riposo- concluse la donna, a cui Saginuma porse il caffè.
Era chiaro a tutti che Afuro non era in una giornata positiva.  Il fatto era che la sua mente era totalmente occupata dai ricordi del giorno di Capodanno, quando aveva conosciuto la madre di Hera, che gli era parsa una persona molto affabile. Ma soprattutto aveva notato quanto Hera fosse diverso, quella sera: aveva riempito sua madre d’attenzioni e affetto, anche in minimi gesti,  come non gli aveva mai visto fare con nessuno. “Tadashi sembra amarla tantissimo” pensò Afuro, chiedendosi perché, a questo punto, avesse rinunciato a vivere con lei a metà della scuola media.
Del resto, quella non era certo l’unica cosa inspiegabile che Tadashi aveva fatto, anzi sembrava ormai appurato che fare cose di buonsenso comune non fosse nella sua indole.
Ad esempio, la mattina dopo la sera del Capodanno, quando Afuro si era svegliato, Tadashi non era in casa. La confusione della cucina e del salotto erano stati puliti, segno che si era alzato presto; poi, con una buona probabilità, era uscito lasciandoli in casa propria e si era andato a fare un giro, da cui non era tornato prima che loro se ne fossero andati. Kirigakure si era detto irritato da questo suo atteggiamento, mentre lui, Aporo e Demete erano più che altro stupiti e preoccupati. L’unico a non dire nulla fu Artemis, ma lui aveva una certa attitudine a comprendere la complessa psicologia di Hera.
“Voglio vederlo…” Afuro incrociò le dita, sperando che venisse il giorno dopo a scuola. Non importava che Tadashi l’avesse rifiutato, perché soltanto il poter vederlo lo rendeva felice, stupidamente e irreparabilmente felice.

 xxx

Hera si portò una mano davanti alla bocca, mentre un lungo sbadiglio gliela faceva spalancare. Aveva dormito davvero poco, in quei tre giorni successivi al Capodanno.
Si sentiva stordito come se un tram l’avesse calpestato, in più lievemente a disagio perché era da quando si erano salutati davanti al cancello di scuola che Afuro lo seguiva con lo sguardo.
Sembrava sempre sul punto di dirgli qualcosa, ma poi non lo faceva. Era irritante, ma stranamente non gli dispiaceva che lui lo fissasse.
La cosa veramente irritante, in realtà, era che il suo compagno di banco lo stava assillando con i progetti extracurricolari, che dovevano servire a guadagnare un po’ di fondi per le attività sportive della scuola, e a Hera non gliene fregava nulla. Purtroppo però, a causa di votazioni misteriose, si era ritrovato con suo grande disappunto capitano della squadra di calcio quindi era costretto a sorbirsi quelle seccature. 
-Senti questa: visto che nel club di calcio a detta delle ragazze ci sono ragazzi particolarmente belli, fra cui te ovviamente, è stato proposto una specie di Host Club! Che ne dici?-
Hera alzò lo sguardo, sperando di risultare il più annoiato e infastidito possibile. -Icarus, ma se ti ho detto che non me ne frega niente, cosa vuoi che ne dica?-
Il ragazzo lo guardò interdetto, ma poi scoppiò a ridere. Aveva folti capelli azzurri tenuti su da una fascia, da cui spuntava un grande ciuffo che gli copriva l’occhio sinistro.
-Ma visto che sei il capitano te ne deve fregare per forza- gli fece notare con un largo sorriso.
-Vorrei sapere chi cavolo mi ha votato!- protestò Hera.
-Io, per esempio- esclamò un ben noto ninja, che veniva verso di loro mano nella mano con Demete. Aporo, Artemis e Afuro li seguivano.
-Tutti noi ti abbiamo votato- disse Artemis, alzando la mano per tutti i presenti.
-Maledetti- borbottò il ragazzo dai capelli rossicci.
-Visto? Che bella cosa l’amicizia- commentò Icarus. Hera gli lanciò un’occhiata di sospetto, era sempre difficile quando Icarus era ironico o serio, ma in quel momento gli sembrava che si stesse divertendo un po’ troppo. -Allora, che ne dici? L’Host Club, se ci siete voi sei, decollerà!- continuò Icarus allegramente.
-Che bella idea- osservò Artemis. Kirigakure, Demete e Aporo non furono altrettanto d’accordo, e anche Afuro era piuttosto titubante. Hera pensò che in fondo in fondo gli seccava dover sempre sorridere e fingersi una persona normale. Diede le spalle ad Icarus e s’incamminò.
-Hera! Non andare! Discutiamone!- gridò Icarus rincorrendolo.
-Te lo scordi. E’ una cosa ridicola e non siamo in un manga- rispose Hera.
Icarus si fermò, interdetto. Hera approfittò per definire chiusa la questione e stava già per darsela a gambe, quando Icarus parlò di nuovo. -Allora, che ne dici di una sfida? Se raggiungerete almeno cento clienti, potrete tenere metà degli incassi.- Icarus sorrideva: sapeva di aver toccato il tasto giusto.
-Che importa? Non è che ne abbiamo bisogno- stava dicendo Demete, contrario assolutamente all’idea. Kirigakure, con cui stava ancora tenendosi per mano, annuì.
Ma Hera, tornato rapidamente sui propri passi, intervenne a sorpresa. -Che state dicendo?- esclamò, mettendo loro le braccia intorno alle spalle. –Lo faremo!-
Le parole furono accolte da un boato di stupore e incredulità.
-C-cosa?! Ma se un attimo fa eri contrario! Sei impazzito?!- protestò Aporo.
Icarus non lo calcolò neppure. –Accordato allora, organizzo tutto oggi, così domani già cominciamo! Sapevo di poter contare su di te, Tadashi!- esclamò e corse via.
Afuro, Demete, Kirigakure e Aporo rimasero a fissare a bocca spalancata Hera, mentre Artemis ridacchiava fra sé.
-Davvero, Tadashi, ma che t’è preso?!- esclamò Afuro scuotendo il capo. –Pensavo non ti piacesse stare sotto i riflettori.-
Il ragazzo si grattò la guancia, imbarazzato. -Beh… ma sai quanto potrei guadagnare…?-
Artemis scoppiò a ridere, anticipando la risposta di Afuro. -Lo sapevo, si tratta di soldi vero?- domandò rivolto ad Hera, che annuì con un sospiro.
Afuro sbatté le palpebre perplesso. –Cosa? Hai bisogno di soldi, Tadashi?-
-Non sono mai di troppo no?- replicò Hera, brusco. Afuro capì che se ne vergognava, almeno un po’, ma non poteva farci niente. Comunque, il ragazzo non gli diede tempo di dire altro.
-Bene, diamoci da fare!- esclamò. 
-Scusa scusa? Pure prima hai usato il plurale, ma io non ci tengo!- protestò Demete.
Hera gli scoccò un’occhiata inceneritrice. -Dal momento che qualcuno mi ha eletto capitano, ora quel qualcuno è obbligato ad obbedirmi. Se non l’avete ancora capito siete tutti arruolati per questa sfida, e se non farete del vostro meglio vi prenderò a calci!- minacciò.  
-Sissignore!- balbettarono tutti tranne Artemis, intimoriti dalla sfuriata del ragazzo.

xxx

Icarus si era dato un bel da fare. la stanza del club di calcio non sembrava più la stessa, riempita di sedie e tavolini adornati con fiori e tovaglie colorate. Ma soprattutto Icarus li aveva costretti ad indossare i vestiti da host, dichiarando che dovevano farlo per tenere alto lo spirito di gruppo della scuola -Afuro, a dire la verità, sospettava che il vero motore dell’azione di Icarus fosse lo stesso di Hera: soldi. Altro che spirito di gruppo.
Il biondino indossava una camicia bianca a maniche lunghe, pantaloni larghi neri e un grembiule con pallettes rosse (era solito mettere vestiti appariscenti); poi si era legato i capelli con una coda di cavallo alta, lasciando fuori solo le ciocche vicino alle orecchie. I vestiti degli altri erano più o meno uguali, a parte per piccoli particolari, come il cravattino glitterato di Aporo, o la camicia a mezze maniche di Kirigakure, o la cravatta sfatta di Artemis. -Siamo pronti.- esclamò Kirigakure sistemandosi i capelli, ma tanto sembravano sempre un’immensa nuvola rosa. Demete incrociò le braccia, imbronciato perché aveva dovuto levarsi l’elmo, mentre Artemis si passava una mano fra i capelli.
-Che facce che avete! In fondo cosa sarà mai… è tutta questione di classe.- commentò, facendo l’occhiolino ad alcune ragazze che aspettavano di poter entrare.
Aporo lo fulminò con lo sguardo. –A te solo questo ci mancava per atteggiarti…- sbuffò. Afuro non poté che trovarsi d’accordo con lui. Scosse il capo, rassegnato. Che fosse per lo spirito di gruppo per la scuola, o per soldi, era un favore che dovevano a Tadashi. Non intendevano certo incorrere nella sua ira.  -A proposito, Tadashi non è ancora pronto.- mormorò, un po’ nervoso.
-Beh, vi raggiungerà dopo!- esclamò Icarus con un largo sorriso, troppo largo. -Ora andate!-
Nell’istante in cui Icarus aprì le porte, un’ondata di ragazze invase la stanza, riempiendola. L’idea aveva successo, Icarus ci aveva visto giusto… Beh, del resto, con dei ragazzi come loro.
Afuro sospirò, innegabilmente lui e Artemis attiravano troppa attenzione. “Vabbè, è un lavoro come un altro… Devo essere gentile" pensò Afuro e si costruì un sorriso.
-Benvenute.- esclamò. Due ragazze avvamparono, e un’altra per poco non gli svenne davanti. Non poteva dire di non essere compiaciuto dall’effetto che faceva…
Una ragazza con gli occhiali e i capelli ricci si avvicinò alla porta, esitante in mezzo a tutte quelle ragazze più eleganti e alla moda di lei. Afuro ne ebbe un po’ pena, mentre barcollava cercando di farsi largo. La folla la spingeva da una parte e dall’altra, e all’improvviso inciampò e sarebbe caduta a terra se due braccia forti non l’avessero mantenuta.
La ragazza alzò lo sguardo per ringraziare e si trovò di faccia al volto più bello e armonioso che avesse mai visto. Anche Afuro non poté che arrossire nel vedere Hera Tadashi vestito da host.
-Fa’ più attenzione, non vorrai farti male.- disse Hera con voce mite. La ragazza con gli occhiali annuì, imbarazzatissima, mentre altre ragazze la fissavano con invidia.
-Tadashi ci sa fare, eh…- commentò Kirigakure sorpreso.
-Di più, le ragazze impazziscono letteralmente per lui!- sbottò Demete, che temeva di diventare sordo a causa dei continui urletti delle fan di Hera.
Afuro continuava a fissarlo incantato. Nonostante avesse conosciuto tantissimi idol, tutti bellissimi, ora si rendeva conto che erano delle nullità al confronto. Hera aveva tante imperfezioni, ma proprio per questo era ancora più bello, e il solo posare gli occhi su di lui lo metteva in agitazione. Tentò di calmarsi, occupandosi dei tavoli.
“E’ decisamente scorretto farmi battere il cuore così!” Si prese a calci mentalmente, anche se avrebbe preferito di gran lunga prendere a calci le fan di Hera.
Mmm, forse un’azione del genere avrebbe rovinato la sua reputazione…
“Non va bene! Quel ragazzo mi farà diventare matto!” pensò scuotendo il capo.
-Fai almeno un sorriso di cortesia.- La voce di Hera lo fece sobbalzare. Girandosi, già sapeva di trovargli in viso un sorrisetto divertito e ciò lo seccava ancora di più.
-Sorridi sempre come un cretino e ora che serve non ci riesci?- continuò Hera.
Afuro gli fece la linguaccia. –Tu invece è meglio che non sorridi, fai spavento!- replicò.
Hera ridacchiò e si avvicinò a lui. -Non mi sembra che ti dispiaccia tanto…- sussurrò malizioso, osservò compiaciuto il rossore sul viso dell’altro e lo lasciò lì per andare a mettersi dietro al bancone, dove faceva i conti con Icarus: meglio controllare che quel finto deficiente non imbrogliasse, e poi tanto gli altri se la cavavano benissimo anche senza di lui... Artemis e Aporo attiravano gran parte della folla. Hera sospettava che Artemis si stesse divertendo molto, ma intravedeva anche una certa possessività nello sguardo con cui teneva d’occhio Aporo, strapazzato come un cucciolo dalle ragazze.
-Ma voi due siete il Duetto comico!- esclamò una brunetta, allegramente. –Alle medie siamo stati in classe insieme per un anno!-  
Aporo fece una smorfia, odiava quel nome affibbiatogli, e non gli piacque neanche quello che la ragazza aggiunse dopo.
-Siete ancora insieme, vero? Che carini!- esclamò.
Aporo avvampò e agitò le braccia, protestando ferocemente, ma Artemis lo interruppe sollevandolo di peso da terra e abbracciandolo.
-Sì, proprio così, noi due siamo inseparabili!- esclamò. Fece l’occhiolino e sorrise, in realtà mirando solo ad allontanare il suo Hikaru da tutte quelle oche…
-M-mettimi giù, cretino! Che cavolo combini?!- … e anche un po’ per godersi la reazione di Hikaru. Rise; quel ragazzino non si rendeva neanche lontanamente conto di quanto fosse adorabile.
-Si chiama fan service, Hikaru~ - cinguettò. Aporo arrossì ancora di più quando Artemis gli schioccò un bacio sulla guancia a tradimento. Ignorando le ragazze in delirio, si staccò e gli sorrise maliziosamente. -Posso baciarti…?- domandò.
-Va’ al diavolo, fottuto bastardo.- ringhiò Hikaru in risposta. Artemis fece un’espressione dispiaciuta e lagnosa. 
-Awn~ Sei cattivo, Hikaru~ -
-Schiatta! Crepa! Muori!-
-Hikaru, lo sai che sono tutti sinonimi, vero?-
-Stai zittoooooooo! Non ti sopporto!-
Più in là, Demete osservava la scena dubbioso, chiedendosi chi alla fine avrebbe trionfato. -Danno piuttosto nell’occhio…- commentò scuotendo il capo.
“Ma che speranze ho io?” pensò lui, un ragazzo normalissimo che senza il suo elmo non aveva proprio niente di speciale, soprattutto se messo a confronto con Afuro, Hera, Artemis e Aporo.
Mentre era lì occupato a deprimersi, un ragazzo dai capelli verdi entrò all'improvviso, accompagnato da un altro coi capelli neri a caschetto, e urlò il nome di Kirigakure con una certa lagnosità, allungando tutte le vocali del nome spropositatamente. Demete si girò sorpreso, non poté fare a meno di notare come gli occhi di Saiji s’illuminassero nel vederli.
-Ragazzi!- esclamò correndo loro incontro. -Credevo non sareste passati!-
-Gli allenamenti sono finiti prima del previsto.- replicò tranquillamente quello coi capelli neri, che Demete annotò mentalmente col nome di Caschetto.
L’altro squadrò Saiji da capo a piede, poi esclamò:- Bel vestito! Un po’ diverso dal tuo solito stile, ma comunque bello!-
-Sì, ti sta bene…- disse Caschetto.
-Davvero sexy!- aggiunse quello che Demete denominò Ricciolo Verde.
-Grazie.- disse Saiji e arrossì leggermente. Demete affilò lo guardo quando Ricciolo Verde posò una mano sul braccio del suo ragazzo, continuando a chiacchierare allegramente. Dovevano trattarsi senza dubbio dei nuovi amici di Saiji, quelli che andavano rubando a lui il suo prezioso tempo con Saiji… O almeno lui così la vedeva. Dannazione. Stupidi ninja.
-Scusami…- una ragazza lo chiamò. Santo cielo, non aveva proprio voglia di parlare con nessuno. Ma lo stesso si girò, perché sennò Hera gli faceva la pelle, e sorrise, anche. Ma quanto si sentiva scemo. -Posso aiutarti?- chiese amabilmente.
La ragazza arrossì furiosamente e abbassò lo sguardo, iniziando a balbettare qualcosa. Demete la osservava, incuriosendosi gradualmente. La ragazza aveva in mano una macchinetta fotografica. Forse voleva chiedergli di farle una foto con uno dei ragazzi. -Vuoi una foto?- domandò, venendo incontro alla ragazza in difficoltà. Lei alzò lo sguardo e annuì, timidamente.
Demete si trattenne dal sospirare e si girò verso la sala affollata, in cerca dei suoi amici. -Dunque…- mormorò. –Con chi la vuoi? Immagino con Aphrodi, o…-
S’interruppe quando la ragazza scosse il capo e gli afferrò la manica. 
-Posso farmela con te?- disse con una voce così bassa che lui faticò a sentirla. Peraltro, non è che fosse una cosa semplice per lui da comprendere. 
Demete la fissò instupidito per circa un minuto prima di rendersi veramente conto. Poi si indicò ed esclamò, attonito:- E-eh?! Vuoi una foto con me?! Sei sicura?!-
-Credo che tu sia carino.- mormorò lei arrossendo. Demete quasi si mise a piangere per la felicità, e senza pensarci le prese le mani.
-Grazie! Mi hai migliorato la giornata, anzi la vita! Puoi avere anche mille foto se vuoi!-
Sentirlo gridare così attirò l’attenzione degli altri host, e anche di altre ragazze, che accorsero per approfittare dell’occasione.
-Wow- commentò Aporo. –Allora c’è qualcun altro oltre Saiji a pensare che Yutaka sia carino!-
-Sei davvero senza tatto, Hikaru.- disse Artemis, mentre poggiava due piattini di dolci fra le mani di due signorine e poi si rizzava per osservare l’insolita scena. 
Perché, Demete Yutaka circondato di ragazze era insolito.
-Che confusione…- disse Caschetto, il cui vero nome era Koheita Fuuma.
-Anche quel ragazzo è nel club di calcio? Eh, Saiji? Lo conosci?- esclamò Ricciolo Verde, che in realtà si chiamava Hatsutori Hanzou. –Saiji? Mi ascolti?-
Ma Saiji stava già attraversabdo a gran passi la stanza per raggiungere Demete. 
-Oooh, ecco che arriva la mamma ingelositasi.- osservò Hera mentre Saiji si frapponeva fra Demete e la ragazza con la macchina fotografica.
-Non se ne parla proprio!- gridò. –Dem, te lo vieto assolutamente!-
Demete scoccò al suo ragazzo uno sguardo di sufficienza. -Avanti, Saiji, cosa vuoi che siano un paio di foto? Non ingelosirti per cose stupide. E poi Hera ci ammazza se non gli facciamo vincere la scommessa con Icarus.- sbuffò. Saiji stava per ribattere, quando Hanzou e Fuuma lo chiamarono di nuovo. Demete li fulminò con lo sguardo, poi si portò una mano alla nuca e diede le spalle al ninja.
-Senti, perché non torni dai tuoi amichetti invece di perdere tempo con me?-
Saiji rimase basito di fronte alla domanda, e squadrò incredulo il suo ragazzo, scorgendo un rossore sul suo viso. Ridacchiò.
-Chi sarebbe quello geloso?- lo prese in giro.
-E-ehm- mormorò la ragazza, inserendosi nella conversazione. –S-se non posso avere una foto con lui, p-posso farla a voi due…?-
Saiji colse l’occasione al volo: mise un braccio intorno alle spalle di Demete costringendolo a voltarsi verso di loro e fece un largo sorriso.
–Certo! Come no!- disse alla ragazza, che tirò un sospiro di sollievo. Mentre lei regolava la fotocamera, Saiji si rivolse di nuovo a Demete. -Te l’ho fatta, DemDem. Non lo sai che io vinco sempre?- sussurrò maliziosamente. -E ora fai cheese~!-
Demete sbuffò, seccato dal fatto che l’avesse sempre vinta lui. Stavolta, però, gli aveva fatto davvero girare le scatole. Ride bene chi ride ultimo, pensò.
Prese il viso di Saiji fra le mani, posando le labbra sulle sue nell’esatto momento in cui la ragazza scattò la foto. Quando si staccò osservò con una certa soddisfazione l’espressione stupida di Saiji.
–Com’era… Ah, sì.- disse, sorridendo. -Te l’ho fatta, Saiji.-
Saiji boccheggiò, arrossendo vistosamente. -M-ma-ma… Yuutaku!!!- gridò agitando le braccia come per picchiarlo, irritato dal sorrisetto stampato sulle labbra di Demete. Quel sorriso stava a significare una cosa sola: il gladiatore si era preso la sua rivincita su tutti e tre i ninja.
-Tadashi!!! Di’ qualcosa tu a papà!- si lagnò Saiji. Hera si appoggiò al bancone e scosse il capo.
-Fate sempre un gran casino, mammina, ma per stavolta ve la do buona… solo perché mi state facendo guadagnare di più col vostro spettacolino.- disse.
-Cooosa?! Bastardo! Sei diseredato!- esclamò Saiji imbronciato. Demete salutò la ragazza che avrebbe conservato quella foto come una pietra preziosa, e tornò a servire ai tavoli.
Afuro sorrise. Era felice che Saiji e Yutaka fossero così uniti, e anche vedere Hera allegro era piacevole. Però aveva l’impressione di essere l’unico a lavorare davvero, in quella gabbia di matti.
Consegnò un parfait alle fragole ad una coppietta. Non si aspettava che ci sarebbero state cose così buone.
-Quasi quasi mi prendo una pausa…- mormorò appoggiandosi al bancone. Per un po’ Demete e Saiji se la potevano cavare da soli, no?!
-Poverino, è un guaio essere famosi vero?- disse Icarus ironico, e lui si voltò appena a guardarlo. 
-Sì… ma è anche molto bello.- disse distrattamente. Icarus stava sorridendo. Sbuffò; si sentiva preso in giro, e non gli piaceva affatto. Decise di cambiare argomento.
- Icarus, davvero ti sei occupato di tutto tu? Anche di cucinare? Ho visto che di là è già tutto pronto… c’è solo da tirare fuori la roba dal frigo, ma non sembra confezionata.- disse.
Icarus sembrò leggermente sorpreso, ma il sorriso non gli si cancellò dalla faccia.
-Hai ragione. Non credevo che qualcuno se ne sarebbe accorto.- rispose. –Comunque non sono stato io. Se n’è occupato Arute.-
Afuro sobbalzò. –Vuoi dire Artemis?!- esclamò. Icarus annuì. Afuro si voltò di scatto verso Artemis, annichilito.
Quel ragazzo era un vero mistero. Sapeva anche cucinare, e non era certo l’unica cosa di cui poteva vantarsi. L’unica cosa che non era in grado di fare era guidare decentemente una macchina…
-Ti ho detto di mettermi giù, Artemaniaco!-
Aporo si agitava per niente. Invece, l’espressione di Arute era pacifica, serena.
Sembrava un’altra persona rispetto a quella che aveva visto gettare via dolci fatti in casa e con amore, esibendo un volto più freddo di qualunque maschera.
Davvero un personaggio misterioso… Capace di odiare tanto… e di amare tanto… E odiava ammetterlo, ma Arute somigliava a Tadashi, per quel profilo triste e ombroso.
Afuro sospirò, ormai consapevole di essere per Arute una specie di rivale: il ragazzo teneva troppo a Tadashi per cederlo con facilità. Non aveva così tanto tempo prima del tour, doveva risolvere presto la faccenda… Peccato che Tadashi fosse così irrimediabilmente ottuso
-La smetti di sospirare? Sei fastidioso.- 
Afuro sobbalzò ritrovandosi il diretto interessato ad un metro da sé.
-Tadashi! Che stai facendo? Mi hai spaventato!-
-Tu che stai facendo, piuttosto. Stavi lì imbambolato a fissare il niente.-
Afuro cercò di leggere l’espressione leggermente infastidita di Hera, ma vi rinunciò quasi subito. Quel ragazzo aveva un’orchestra in testa.
-Se continui a fare quell’espressione ingenua, le tue fan potrebbero divorarti.- disse Hera, mite. Afuro si mise le mani sui fianchi, scocciato.
-E tu, se continui ad atteggiarti a figo, ne attirerai molte di più.-
Hera sorrise, malizioso. -Ah sì? E cosa credi che preferiscano, il mio viso o il tuo sedere?-
Afuro si girò di scatto, nascondendo il “corpo del reato”. Hera rise vedendolo arrossire.
-Su, su. Ti nascondo io per un po’.- lo rassicurò. Il ragazzo dai capelli rossicci si guardò intorno, poi afferrò Afuro per la vita e lo sollevò, portandolo al di là del bancone, e si sedette con lui sotto di esso. Il biondino aprì bocca per protestare, ma Hera gliela chiuse con la propria. Quando si staccò, la malizia riapparve sul suo sorriso.
-Non farti strane idee, signorino.- sussurrò. –E’ solo che devi guardare solo me. Considerala come una punizione.-
Afuro avvampò, annichilito. Si sarebbe sciolto, se la chimica l’avesse permesso.
-Ma chi ti credi di ess…- borbottò, ma fu interrotto da Saiji.
-Afuroooooooooo! Insomma dove ti sei cacciato? Non possiamo fare tutto noi!-
-Da non crederci… secondo me si è appartato con Tadashi… è sparito anche lui…-
-Ma che---cos---Tadashiiiiii!-
Afuro e Tadashi ridacchiarono immaginando la faccia del ninja in quel momento.
-Peraltro, quell’Artemaniaco se l’è squagliata…! Dopo avermi rotto le scatole per un’ora finalmente me lo sono tolto dai piedi!- aggiunse Aporo.
Afuro non poté non notare la fretta con cui Hera si alzò e aggirò il bancone non appena sentì quella frase su Artemis.

 xxx

-Allora è tutto pronto per questo weekend?-
Artemis si sforzò di dire un sì, anche se piuttosto avrebbe preferito mordersi la lingua. Non aveva possibilità di ribellarsi. Non l’avrebbero permesso.
Sua sorella era stata chiara a riguardo, ed anche suo nonno non aveva esitato ad allungare il suo artiglio su di lui. Non appena compiuti i sedici anni, sarebbe diventato il prossimo capofamiglia. E sapeva bene cosa ciò significasse. Lo sapeva dalle elementari, qual era il suo destino. Gli sarebbe stato ancora concesso di stare vicino a Hikaru, opo essere entrato a tutti gli effetti in quella famiglia?
-…qualcosa non va?- chiese la voce al telefono.
-Niente. Ci vediamo.- La sua voce suonava strana. Dopotutto, stava mentendo: alla persona all’altro capo del telefono, a Hikaru, a Tadashi.
Ma soprattutto, e da tanto tempo, a se stesso.


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