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Autore: Hogwartscalling    23/04/2013    2 recensioni
«Non dovrai fare niente di che… andiamo!» mi supplicò la rossa congiungendo le mani.
Sbadigliai sonoramente, per poi annuire. «Va bene, va bene! – accettai lentamente – ti aiuterò a vendicarti di Malfoy.»
« Grazie, grazie, grazie! Sei la migliore amica del mondo!» esultò Ginny abbracciandomi. Ridacchiai sommessamente, scuotendo la testa. Facile come passava dal pianto al riso, la ragazza. Ci metteva davvero poco.
«Ehi, calma. Non mi hai ancora spiegato in che modo vuoi attuare il tuo piano malefico.»
«Beh, ma non è ovvio? – rispose Ginny scimmiottando il mio solito tono – facendolo innamorare di te.»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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II.
 


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Sbuffai, cercando di mantenere l’equilibrio sui tacchi fragilissimi che ero stata costretta ad indossare, e cercando contemporaneamente di scendere la scalinata senza inciampare nel mio vestito.
«Testa alta e sorriso ammaliante, Herm, e nessuno ti potrà resistere»  aveva detto la rossa, prima di scendere le scale a braccetto con Harry. Ruotai gli occhi al cielo senza smettere di sorridere falsamente, chiedendomi se le persone che mi osservavano scendere come un elefante in una cristalliera notassero le mie guance rosse. Era facile parlare, per Ginny. Essendo lei cresciuta con Fred e George, era convinta che niente fosse impossibile, e che un pizzico di divertente follia fosse indispensabile per affrontare la vita. Ma, io? Cosa c’entravo io? La noiosa so-tutto-io, sempre ingobbita sotto il peso dei libri… non mi riconoscevo nella ragazza che finalmente era arrivata nella sala grande, tutta agghindata, per poi nascondersi in un angolino.
Sospirai, sventolandomi con il ventaglio azzurro, sussultando poi quando una mano mi si posò sulla spalla «Li farai secchi.» commentò una voce eccitata. Mi portai una mano al cuore, riprendendo a respirare normalmente quando riconobbi Ginny in tutto il suo splendore.
«Ma ti prego, falla finita! – sbottai scocciata – nessuno mi ha notata, sembro un’equilibrista su questi tacchi, il tuo è un piano stupido e non ho più voglia di seguirlo. Tra l’altro Malfoy è con quel carlino della Parkinson, e questo mi scoccia ancor di più. Credo che se volessi potrei trovarti diecimila ottimi motivi per cui questo piano finirà male, oh sì.» borbottai, versandomi un bicchiere di succo di zucca e tracannandolo, sentendo la gola improvvisamente secca. A parlare di Malfoy mi sentivo male, quel ragazzo era la mia disgrazia. Ginny rise, scrollando la testa mentre prendeva anche lei un bicchiere di succo.
«Non capisco perché la fai così lunga, tanto sappiamo entrambe che non ti tirerai indietro - disse  dopo qualche secondo passato a svuotare la caraffa del succo di zucca, mentre il centro della sala si popolava di coppie che danzavano al ritmo di un lento. – Tra l’altro, guarda un po’ lì.» indicò con un cenno della testa la parte opposta della sala con un sorrisetto. Malfoy era apparentemente impegnato a parlare con Zabini di qualcosa che, dai loro gesti, sembrava Quidditch; eppure la sua espressione era assorta, e nel momento in cui lo guardai, sentii il suo sguardo inchiodarsi al mio. Deglutii, abbassando gli occhi.  
«Non sembra molto interessato alla conversazione, o sbaglio?» mi fece notare la rossa con tono trionfante, sorridendo meschinamente.
Riflettei sulle sue parole e sul piano. Ovviamente era contro ogni mio principio etico e morale. Nonostante detestassi quel furetto più di ogni altra cosa, dal momento in cui avevo incontrato i suoi occhi glaciali qualcosa mi si era svegliato dentro. E avevo ripensato alle umiliazioni, gli errori, le prese in giro. Aveva ragione la mia migliore amica. Malfoy doveva pagarla una volta per tutte. Ma era quello il modo giusto di fargliela pagare? Non ne ero per niente sicura.
«Forse hai ragione - dissi seria dopo qualche attimo di riflessione. – Non avrei mai pensato di vendicarmi per il piacere di farlo, nemmeno se la vendetta era verso uno come Malfoy. Ma è il mio momento, una volta per tutte salderà il suo conto…»
«Senza il forse, Herm – mi rispose convinta la rossa, annuendo – è solo una piccola rivincita… in confronto a quel che abbiamo passato a causa sua, non è nulla. Ora vai e fai vedere chi sei, tesoro.» aggiunse quasi con dolcezza.
Sospirai, e poi mi avviai verso l’uscita, decisa a raggiungere il parco del castello. Ginevra non aveva specificato niente, ma ora sapevo cosa fare.
Arrivai all’albero sotto il quale di solito mi sedevo a studiare con Harry, Ron e spesso Ginny, e mi appoggiai al tronco sfinita, alzando gli occhi al cielo luminoso di stelle. Non ero certa di quel che avrebbe fatto Malfoy, non sapevo neanche se mi avesse notata o se le nostre fossero solo fantasie: quello di cui ero sicura, era che quello era il posto giusto dove stare al momento.
«Sei un’ospite?»
Mi voltai di scatto, spaventata.
Draco non era travestito in maniera articolata, non indossava niente di speciale. Era però elegante nel suo smoking nero, quasi banale, che però agli occhi di qualcuno che non lo conoscesse poteva renderlo un principe moderno pronto a volar via con la sua strega sulla sua Nimbus 2001. Scrollai la testa, decisa a cancellare quei pensieri, ma anche in risposta alla sua domanda.
«No, sono una studentessa.» dissi dopo qualche minuto di silenzio. Malfoy assunse un’espressione confusa, raggiungendomi.
«Non ti ho mai vista.» mormorò, riacquistando il suo solito ghigno beffardo.
Gli regalai un sorrisetto divertito, alzando un sopracciglio. «Non penso che uno come te possa notare una come me in giro per la scuola, quindi è comprensibile.»
Ritornai con lo sguardo alle stelle, sorridendo impercettibilmente.
«Non è così – mi corresse, poggiandomi improvvisamente due dita sotto il mento per guardarmi negli occhi. – stasera ti ho notata, no? Anche se sarebbe stato difficile non notarti» aggiunse, gettando indietro il capo in una risata divertita.
Spalancai impercettibilmente gli occhi. Non avevo afferrato… possibile che nemmeno mi conosceva – o meglio, non sapeva di conoscermi – e già cominciava con i suoi giochetti incomprensibili? Beh, d’altronde era Malfoy, e potevo aspettarmi di tutto. Probabilmente doveva aver percepito la mia confusione, perché si spiegò: «Direi che in tutta la Sala Grande non riusciresti a trovare una sola persona che non ti abbia notata. Sembri una faccia nuova, una ragazza così bella la noterei persino io.» e di nuovo quel sorrisetto arrogante. Cercai di tenere a bada la stizza e di cancellare l’idea di dirgliene quattro, tanto per cominciare sul fatto che fosse così tracotante, e sorrisi timidamente come se avessi apprezzato il complimento.
«Suppongo che dovrei sentirmi lusingata… » sussurrai, sentendo un certo caldo farsi spazio fino alle guance quando vidi il suo viso avvicinarsi piano. No, ma cosa faceva? Neanche mi conosceva!
«Beh, in effetti sì. Sarebbe un banale complimento, se non fosse che l’ho detto io.» rispose, anche lui a bassa voce. Feci come per avvicinarmi ancor di più, mentre i centimetri di distanza tra di noi diminuivano sempre di più. E proprio quando non c’era più spazio per l’immaginazione mi voltai, correndo lentamente verso la Sala Grande.
«Troppo facile così, Malfoy. Ci si vede in giro… se mi riconoscerai.» dissi, ed anche se lontana fui sicura di essere stata sentita.
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