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Autore: Blue Eich    23/04/2013    7 recensioni
Creiamo un universo parallelo dove, per disgrazia, Drew non ha mai conosciuto Vera.
Uno come lui non potrebbe rimanere senza rivale: Alison De la Vallière sarà una degna sostituta…
Ⅰ: “Allie rimase sola, ancora seduta in mezzo al mare, ma ansiosa di poter rivedere colui che doveva definire un… Rivale alquanto altezzoso?
Ⅱ: “Drew aveva d'un tratto cambiato atteggiamento. Sembrava quasi insicuro, turbato. Ma da cosa?
Ⅲ: “Spalancò gli occhi non appena si capacitò del fatto che lei lo stesse incondizionatamente abbracciando.
Ⅳ: “Appena Allie alzò il viso per guardarlo, le scacciò via le gocce di nostalgia con un dito. Quel gesto, così delicato e romantico, la lasciò senza parole.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drew, Nuovo personaggio
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Dopo aver visitato tutte le città marittime, Alison cominciò a muoversi sulla terraferma, anche perché ormai l'estate e il caldo erano giunti al termine. Stava iniziando ad abituarsi a viaggiare: il futuro non la spaventava più.
I videomessagi olografici delle sue sorelline sull'Holokit la aiutavano a sentirsi meno sola e, al contempo, le ricordavano di esserlo. Ogni sera, rigorosamente alle otto, ne arrivava uno. Le elencavano con enfasi ciò che era successo durante il giorno, mentre il più piccolo se ne stava davanti alla televisione o distratto dai giochi in disordine sul tappeto. Lei mandava subito un ologramma di risposta, parlando del più e del meno. Il sorriso radioso sulle sue labbra nascondeva un'immensa malinconia: aveva una voglia matta di riabbracciare tutti. Poi però sospirava dicendosi che, per merito suo, stavano meglio. Sì, perché era riuscita a vincere ben due Fiocchi, spedendo un po' dei soldi della vincita a casa. Sorrideva al pensiero che almeno avrebbero potuto comprare anche il non essenziale, ad esempio qualche giocattolo nuovo.
Comunque, Allie riteneva che fosse tutto merito dei Pokémon. In fondo lei, indossando un vestitino dalle maniche a volant con l'orlo di merletto e un grazioso nastro sul retro, si limitava a ordinare loro le mosse giuste. Il primo Fiocco l'aveva conquistato a Ceneride, grazie al numero di Zure con le bolle, sparate nell'aria come mille proiettili. Il secondo invece a Verdeazzupoli, per via di una pioggia luccicante di Comete e Scintille, opera di Bandi.
 
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17/09/12
 
15.00
Aleggiava uno stuzzicante odore di Baccastagne, nascoste in mezzo a uno strato di foglie ormai secche. Allie ci camminava sopra, udendo un crepitante crack dopo l'altro. Quello scenario pittoresco le ricordò il pavimento del salone coperto di coriandoli e caramelle alla frutta, alla scorsa festa di Halloween. Sorrise d'istinto, ripensando alla pignatta dipinta come un Gengar, mentre la musica chiassosa in sottofondo si mischiava a uno scoordinato coro di risolini. In un attimo il flashback si dissolse, riportandola su quel sentiero boschivo diretto a Petalipoli, tinteggiato dalle sfumature dei colori caldi. Osservò in silenzio gli sbuffi richiamare all'ordine le lamine disobbedienti che, oscillando con calma, andavano a posarsi ai piedi degli aceri dai quali erano cadute.
«Se potessi scegliere un superpotere, vorrei comandare l'aria» ammise, sorridente.
Bandi, che assecondava il proprio istinto selvatico spostandosi tra i rami, squittì vivacemente qualcosa in risposta alla padroncina e sgusciò più avanti con un'agilità invidiabile.
 
18.20
«Un, deux, trois…» contò in un sussurro la bionda, a occhi chiusi. Prese a volteggiare aggraziatamente sui suoi fedeli rollerskates, lasciando al vento la libertà di accarezzarle i capelli.
D'un tratto, notò nella mischia una lamina a stella, vispa e di un acceso arancio. Sarebbe stato un peccato se si fosse seccata e poi spezzata, com'era già successo a molte altre… Perché non provare a salvarla dal suo triste destino, dunque?
Respirò a pieni polmoni un refolo, pungente ma mite. Nella sua mente corse uno dei ricordi più belli dello scorso autunno. Virginie doveva raccogliere delle foglie morte per un lavoretto all'asilo, così Alison li aveva portati tutti e tre – ben coperti da sciarpe e cappottini – al vecchio parco oltre la palude del Laie Romant-sous-Bois. Ricordava Ruri e la maggiore che saltavano nelle pozze fangose con gli stivaletti di gomma, invece Léonard voleva salire su ogni ceppo e raccogliere sassi per lanciarli lontano. I loro risi candidi, mentre volteggiavano goffamente come trottole e innalzavano le manine al cielo, erano pura meraviglia. Peccato che quell'anno non potesse portarli lì di nuovo…
«Che combini, Allie?»
Quella voce altezzosa… Drew, ovvio.
La bionda sussultò, poi si riscosse completamente dai pensieri nostalgici in cui era immersa. «Gioco» fu la sua concisa risposta, dietro cui non si celava nemmeno un briciolo di vergogna. Lui non poteva capire. Perciò, decise d'ignorarlo e allungarsi, cercando di prendere la lamella di prima.
Il ragazzo impiegò qualche istante per comprendere l'attività alla quale lei si stesse dedicando. Infine sfoderò un sorrisetto. «Sei troppo bassa, non ci arrivi.»
«Non è vero… Adesso la prendo!»
Si appoggiò alla corteccia dell'albero a braccia incrociate, per osservarla. Non aveva mai conosciuto nessuno di così buffo e testardo.
Per via dei pattini Alison non poteva saltare, perciò continuò a tendere la mano più che poteva, ma i suoi sforzi erano uno più vano dell'altro. Nonostante ciò ormai era diventata una questione di principio: non poteva lasciar perdere, che figura avrebbe fatto davanti a lui?
Nel frattempo, s'alzò una folata più forte delle precedenti. Allie sentì il rivale deglutire e lo vide con la coda dell'occhio distogliere orgogliosamente lo sguardo.
«Ancora qui, sei?» chiese, fingendosi scocciata della sua presenza.
«Allie…» Drew aveva d'un tratto cambiato atteggiamento. Sembrava quasi insicuro, turbato. Ma da cosa?
«Oui
Mantenendosi impassibile più che poteva, finse di schiarirsi la voce. «La prossima volta, per favore, scegli dei vestiti più decenti.»
«Euh
La brezza di prima tornò alla carica, rifacendo sventolare la gonna a balze della bionda, che per poco non si sbilanciò e la ricacciò subito giù, con un urletto di panico.
«Non guardare! Non guardare!» gridò, affondando nell'imbarazzo più totale.
«Impara a vestirti e vedrai che cose del genere non succedono» la rimbeccò lui, acido, per nascondere il disagio.
Quella frase fu come una spina di rosa che si conficcava nel cuore sensibile della ragazza. D'un tratto non le importava più di nulla. Si sentiva solo tremendamente umiliata e impotente. «Non credi che l'avrei già fatto, se avessi potuto?» sibilò, a testa china.
Drew fu incuriosito dal velo cupo che, in un attimo, era calato su quell'animo sempre ingenuo e spensierato. Come un Illumise che spegne di colpo la propria luce, smettendo di brillare tenuemente nella notte. «Non lo so, non sono te…» commentò, per chiudere il discorso.
Allie rispose con un mesto sorriso. Non se la sentiva di parlargli dei problemi e dei motivi che l'avevano spinta a lanciarsi all'avventura, abbandonando tutto ciò che amava.
«Beh… Io vado. A presto, novellina.» Il verde alzò un braccio in segno di saluto. «Oh, già, quasi dimenticavo…» Fece un sorrisetto di superiorità e con un solo, elegante gesto, riuscì a far cadere definitivamente la sfoglia arancione, rimasta in bilico per tutto quel tempo.
Essa ricadde, con una lentezza quasi surreale, sul capo della ragazza. «Come hai fatto…» sussurrò, incredula, sotto il riso furbo del giovane, ormai già di spalle e diretto verso una nuova città.
 
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06/10/12
 
10.10
Alison si trovava a Ciclamipoli, nel backstage per essere precisi, in attesa del proprio turno sul palcoscenico. Indossava il solito abitino color latte e rosa confetto, picchiettando il pavimento con lo stivale per ingannare la noia mista ad ansia. Stavolta l'esibizione singola sarebbe toccata al suo ultimo arrivo in squadra: Yummy, un birbante Shuppet. Vedendolo svolazzare, apparendo e scomparendo come una lampadina di Natale, pensò al loro primo incontro. Era appena uscita da un bar, impugnando allegra il suo gelato preferito, un lollipop gusto vaniglia e zucchero filato, con un fischietto come stecco… Una delizia, seppur in teoria fosse per bambini, ma sinceramente non le importava. Poi una lingua era comparsa dall'ombra, leccandolo e strappandole un grido di paura. All'udire quell'esserino fluttuante ridere, aveva giurato di catturarlo a ogni costo, per insegnargli che uno scherzo del genere non era affatto carino.
Tornò alla realtà rivolgendogli l'abbozzo di un sorriso tollerante. «Yummy, fai il bravo» gli raccomandò.
Lo spettro, dopo aver eseguito una capriola all'indietro, sparì di nuovo. La Coordinatrice sperò che non infastidisse gli altri concorrenti, con linguacce e dispetti da pagliaccio. Se non altro sembrava nato per stare al centro dell'attenzione, perciò sarebbe stato entusiasta di intrattenere il pubblico, al contrario della timida Zure.
«Tu guarda chi si rivede.»
Alzando con innocenza il capo, la biondina si trovò davanti il rivale, affiancato immancabilmente da Roselia.
«Buongiorno, Allie» la salutò, cordiale, mentre si appoggiava al muro a braccia conserte.
«Bonjour! Et bonjour aussi à toi, Roselia» ricambiò lei, chinandosi verso il Pokémon d'Erba per sfiorargli il capo.
Drew la osservò per un po' senza farsi notare. Quando non si comportava in modo infantile, non poteva evitare di trovarla carina. «Ti capita spesso di parlare in francese?» le chiese poi, in maniera del tutto indiscreta.
La ragazza, mentre dava un'altra carezza sul capo del suo starter e si rialzava, annuì. «Mais oui! A Kalos, da dove vengo io, è la seconda lingua ufficiale.»
«Forte» commentò il verde, accennando un sorriso. Un sorriso dal quale lei si lasciò stregare, dove per una volta non colse beffa o presunzione. Ma durò poco, perché all'annuncio di Vivian dall'altoparlante i loro sguardi si distolsero.
«Oh, è il tuo turno… Buona fortuna» gli disse, ancora un po' scossa.
«Grazie, ma non ne avrò bisogno.» Il sorriso divenne più determinato, di chi è perfettamente sicuro di sé, mentre varcava il passaggio che l'avrebbe condotto nell'arena.
 
10.15
La performance di Drew era stata, come sempre, all'insegna della classe. Anche un'azione semplice come respirare o camminare, se compiuta da lui sembrava incredibilmente perfetta. Alison non riusciva a spiegarsi il perché, ma il suo rivale aveva una specie di calamita che attraeva le ragazze come i Combee col miele. Tornando, si era infatti ritrovato attorno uno stormo di fan che si complimentavano per la sua bravura e gli chiedevano autografi.
La bionda si sentiva una nullità davanti a scene del genere, che a lei non capitavano mai: nonostante il bel visetto, non era abbastanza famosa nel mondo dei Contest, così come non lo era mai stata a scuola. Là era difficile, indossando consumate scarpe a strappo e concedendosi solo una misera crostatina sbriciolata all'intervallo. Ricacciò via l'amarezza con un respiro, ripetendosi che non aveva bisogno dell'ammirazione di nessuno. Le bastavano i gridolini entusiasti di Virgie e Ruru quando mostrava loro un nuovo Fiocco e Leo, meravigliato, allungava le manine come se potesse toccarlo per davvero. Pensando ciò, strinse i pugni in segno di grinta e si avviò verso il lungo corridoio, seguita da Yummy che ancora si smaterializzava a suo piacimento.
 
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11/11/12
 
17.30
Alla fine, a Ciclamipoli era stato un successo. Il pubblico non la finiva più di ridere davanti alle smorfie buffe di Yummy, mentre danzava in mezzo a un'orda di Fuochifatui fiocamente illuminati d'azzurro grazie a Confusione, che seguivano i suoi movimenti.
Nello scontro in doppio, nel quale era finita contro Drew, aveva vinto per un soffio. Il cuore le esplodeva di gioia al punto di star quasi per piangere e non ci aveva creduto finché i giudici non le avevano consegnato il Fiocco a righe ocra.
Così, il mese dopo si trovava a Ferrugipoli. Lì non era programmata alcuna Gara, ma essendo una delle città più caratteristiche di Hoenn aveva deciso di visitarla.
Passeggiava, sentendosi piccina dinnanzi ai palazzi dai colori chiari, fin troppo alti. I lampioni urbani si susseguivano lungo le strade affollate, dando un tocco di eleganza. Ad attrarla erano le numerose boutique, ma anche negozi di scarpe, di borse, di tutto.
Subito si pentì di quella scelta. Sì, perché la intristiva vedere così tante belle cose ovunque si voltasse e non poterne comprare nemmeno una. Si consolava solo al pensiero che almeno adesso a casa sua i problemi economici fossero diminuiti vertiginosamente. Le cadde l'occhio, mentre continuava il giro in mezzo a persone e vento forte, su una giacca. Era abbandonata in fondo a una vetrina, accanto ad altri capi d'abbigliamento. Dietro c'era un motivo floreale, mentre il colore principale era verdastro, tendente al grigio tipico del fumo delle grandi metropoli.
«È molto bella… Hein?» chiese Allie a Bandi che, dalla sua spalla, si sporse appiccicando il musetto al vetro. Pensava languidamente a come sarebbe stato piacevole infilarsi dentro al vaporoso interno di quelle maniche.
«La voglio… » mormorò lei, abbuiata, guardando in basso e pensando alla stupida figuraccia che aveva fatto l'ultima volta con Drew. I suoi occhi angosciati luccicavano di desiderio. Sognare va bene, per rifugiarsi dalla realtà quando non riesci più a reggerne il peso, ma fino a un certo punto. Stare lì, aspettando che si compiesse un miracolo, sarebbe stato inutile. Per cui si voltò e riprese a camminare adagio. Credeva di passare inosservata tra la folla, ma si sbagliava. La porta del negozio venne varcata da un nuovo cliente.
«Salve. Mi scusi, potrei avere quella giacca?»

 

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Angolo Autrice
Bonjour, come direbbe Alison!
Che ne pensate del capitolo dedicato ai mesi autunnali?
Sono contenta di aver dato spazio al passato di Alison, un po' problematico, come si sarà capito. Il suo rapporto con Drew è abbastanza diverso da quello che lui ha con Vera, fin dall'inizio.
Il disegno del banner è opera della mia amica Cheche, mentre il banner in sé è realizzato da me.
Piccolo dizionario di francese: Hein=VeroHolokit=Holovox Laie Romant-sous-Bois=Sentiero Romantopoli – Bonne chance=Buona fortuna.
Grazie mille a chi che ha recensito il precedente capitolo.
Alla prossima!
-H.H.-
 
   
 
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