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Autore: Bolookslikeme    24/04/2013    1 recensioni
*un pezzo del capitolo 1*
Nella nostra scuola c’era una gang chiamata “i ragazzi numerati” ad ognuno di essi c’era un numero al posto del nome, solo il capo veniva chiamato con i nome. Lui era il capo.
“Non mi importa chi sei.” Dissi aggrottando le sopra ciglia.
PS: é un pezzo, solo uno!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BOY n° 4.
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CAPITOLO 1
Erano le 6:35 quando entrai a scuola per il turno “aiuto alle bidelle”, eravamo in quattro ragazze, di solito faccio il turno di pomeriggio, ma quel pomeriggio avevo gli allenamenti di pallavolo alle 15:30.

Entrai a scuola, presi l’ascensore, e mi diressi al terzo piano.
La nostra scuola era enorme, aveva cinque piani, il primo piano per le prime, il secondo per le seconde, il terzo per le terze, il quarto per le quarte e il quinto per le quinte.

L’ascensore si aprì, andai nel corridoio dove c’era il mio armadietto, lo aprii e ci depositai la cartella con dei libri, mi legai i lunghi capelli mossi, e riscesi per iniziare ad aiutare.
Girai l’angolo per riprendere ancora l’ascensore quando un tizio con una giacca di pelle nera, una maglia a maniche corte nera, dei pantaloni neri tenuti da una cintura con un teschio grigio, i capelli corti gellati all’insù, Mark, il capo della gang mi “chiamò”.

“Ehi piccola bomba!”. Mi chiamò.

“Eh?” Risposi con un tono infastidito.

Mi prese il lato basso della maglia tirando verso di lui.

“Come sei sexy.” Disse sussurrando all’orecchio.

Sbuffai.

“Come hai fatto a sapere che oggi venivo prima?” Dissi leggermente irritata.

“L’ho chiesto a quelle puttanelle che continuano a starmi a dosso perché voglio che me la vogliono dare.”
Mi disse con un sorriso.

“Cosa vuoi?” ribattei.

“Non hai capito forse, è da più di una settimana che ti sto osservando” Mi rispose avvicinandosi.

“Cosa hai notato?” Dissi mettendo una mano sul suo petto spingendolo indietro.

“Beh, la prima cosa che ho notato è quel culetto, poi ti ho guardata eh… ti farei un pensierino.” Rispose, fece una pausa e poi continuò la frase.

“Strano che non sei tra quelle puttanelle, perché da te l’accetterei.” Disse soffiandomi nell’orecchio.

“Ma vai a fanculo” Sboccai; la mia mano si spostò sulla spalla sinistra per spostarlo e lasciarmi la strada libera per passare.

Mi fermò facendo la stessa cosa, ma mi sbatté contro gli armadietti. Dalle mie labbra uscì un sospiro dal male.

“Sai che chi sono io vero piccola?” Sputò alzando leggermente il tono della voce.

Nella nostra scuola c’era una gang chiamata “i ragazzi numerati” ad ognuno di essi c’era un numero al posto del nome, solo il capo veniva chiamato con i nome. Lui era il capo.
“Non mi importa chi sei.” Dissi aggrottando le sopra ciglia.

La campanella mi salvò, suonò in tempo per evitare la sua risposta, rise staccandosi da me.

“Non parlare di questo con nessuno, chiaro? Con nessuno!” Ordinò allontanandosi.

Non feci in tempo ad aiutare quelle signore, ma avevo una scusa valente.

Aprii il mio armadietto, mi fermai a pensare la cazzata che avevo fatto, avevo un po’ paura di quel tipo, ma non molta.

“Ehi Stella!” Mi chiamò la mia gemella.

Avevo una sorella che si chiamava Simona, il mio nome era per la voglia che ho sul collo a forma di stella, non molto grande. Eravamo uguali, l’unica distinzione era quella stella e il comportamento, lei più socievole, brava con i ragazzi e sapeva prendere le cose al modo giusto, io invece ero sì socievole, ma la metà di quello che era lei, se avevo dei problemi li lasciavo lì, cercavo di risolverli ma poi mi scocciavo; io faccio pallavolo da molti anni, mentre lei fa danza, dagli stessi anni. Oltre alla stella ci distingueva anche una collana in cristallo che avevo, anche essa una stella, marina però.

“Ciao Simona.” Dissi senza voglia.

“Tutto bene?” Mi chiese.

In quel momento la gang ci passò di fianco, Mark mi fece un occhiolino.

“Cosa? Ho visto male o Mark ti ha fatto l’occhiolino?!” Disse.

“Hai visto male.”

Lui si avvicinò, facendo finta di niente.

“Come andiamo ragazze?” Ci chiese.

Diede degli sguardi a entrambi, probabilmente stava cercando di distinguerci, spostai i capelli a destra coprendo la macchia, per affaticare l’intuito, ma ci distinse all’istante, perché quella tonta di mia sorella gli aveva messo una mano sul petto cercano la mano di esso sulla sua vita, così fece lui, la prese per la vita e la strinse a sé, sorridendo. Forse aveva preso Simona per me oppure lo stava facendo apposta?

Quando se ne stava per andare mi diede una pacca sul sedere, facendomi perdere l’equilibrio.
Socchiusi gli occhi per il disprezzo.

“Mark killerst è venuto a chiederci come stassimoo! Oddio e-e-e mi ha abbracciato! “ Urlò saltellando.

“Wow.” Dissi voltandomi verso il armadietto.

“cos’hai? Sei strana oggi…” Mi chiese chiudendo il mio armadietto facendo aria e facendo svolazzare i miei capelli castani chiari dietro le spalle, creando chiasso.

“Non ho niente, smettila di essere così fastidiosa!” Dissi alzando la voce.
“Ehi bella, tranquillizzati!” ribatté.

Sbuffai, raccolsi la cartella lasciata cadere a terra e andai in classe.


Macciaoo bellinii! <3
Spero vi piaccia questa FF su Hora, è il primo capitolo... forse un po' corto, recensite e ditemi che ve ne pare :3
-Ale

  
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