Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Trillo Sbadiglio    24/04/2013    1 recensioni
"«Dimmelo un'altra volta, ti prego» gli chiese con le lacrime agli occhi. «Non è affatto divertente Scorp. Ed è già abbastanza umiliante senza che ti ci metta anche tu» rispose l'altro con voce seccata, ma con gli angoli della bocca impercettibilmente sollevati. «Certo che è divertente, non dire scemenze. Dovevi vedere la tua faccia, quando ti sei accorto di essere vestito da coniglio pasquale»
[...]
Arrivata al suo palazzo si promise che la casa dove sarebbe andata a vivere con sua sorella non sarebbe stata quella. Sicuramente non sarebbe stata al quarto piano senza ascensore. 'Fossi atletica, almeno'. Al primo piano si ritrovò sbuffante per il disappunto; al quarto ansimante per la fatica. Si trascinò fino alla porta, maledicendo tutti quelli che avevano contribuito alla costruzione di un edificio con più di due piani senza nemmeno uno straccio di montacarichi. 'La cosa più triste è che anche quell'obeso di Anacleto è più veloce di me'."
 
Una nuova generazione alle prese con amicizie e avventure. Una ragazza dal passato misterioso. Potter, Weasley e Malfoy ancora una volta alle prese con un pericolo sconosciuto. Mescolate il tutto e aggiungete cantanti stonati, amiche curiose e gatti davvero antipatici: "Dietro lo specchio" è servito!
Sbadiglio
Genere: Avventura, Commedia, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 9

The things we don't want to speak


You can trust me trust nobody
But I said you and me we don't have honesty
The things we don't want to speak
I'll try to get out but I never will
This traffic is perfectly still

The Fray Trust me


Diagon Alley, quel giorno, si mostrava nel suo solito, caotico splendore. Al contrario delle vie babbane, dove regnava pioggia e umidità, era illuminata dal sole mattutino e maghi e streghe di tutte le età vi si aggiravano in una confusionaria massa dai colori sgargianti. Alexandra, uscita dall'ennesimo negozio, si mosse a disagio tra la folla, cercando di tener d'occhio sua sorella che si rincorreva ridendo con Lucy. Le seguì con lo sguardo, fin quando il riflesso di un raggio di sole su una vetrina non la rese cieca per un istante. Il secondo di disorientamento fu sufficiente per far uscire Rebecca dal suo campo visivo. Si blocco in mezzo alla strada, presa dall’angoscia, rischiando di farsi travolgere da Scorpius, che camminava dietro di lei.

«Ma che cavolo...»

«Mia sorella. Non la trovo.»

«È lì, vicino a mio padre.» le rispose lui indicandola.

L'espressione tesa della ragazza si rilassò, non appena ebbe individuato Rebecca. Scorpius la osservò, scuotendo la testa.

«Tu hai bisogno di rilassarti» le suggerì ridacchiando «Non c'è bisogno che la segua costantemente, anche perché tutti gli adulti lo stanno già facendo.»

Alexandra lo guardò male.

«Da come parli del mio comportamento, sembra quasi che io sia una maniaca del controllo.»

Lui ghignò.

«Perché, non è così?»

La sua espressione era a tal punto giocosa che Alexandra non riuscì ad arrabbiarsi. Stava iniziando ad apprezzare il modo che Scorpius aveva per tranquillizzarla e farla ridere. Così si limitò a spintonarlo e ad alzare gli occhi al cielo.

«Sei impossibile.» gli disse, riprendendo a camminare.

«Lo prenderò come un complimento. Guarda! La prossima tappa è Madama McClan.»

Alexandra fece per richiamare Rebecca. La bambina, però, le si era già affiancata, come faceva prima di entrare in ogni negozio. Entrarono e la porta dietro di loro tossì prima di annunciare il loro ingresso con uno scampanellio. Dietro di loro, avevano varcato la soglia anche Lucy e Louis Weasley, seguiti da Harry Potter e Hermione Granger.

Come aveva fatto notare Scorpius ad Alexandra, quando la famiglia Potter – Weasley era insieme tutti badavano ai figli di tutti.

Rebecca si mosse verso una delle commesse seguita da Lucy e Luois, che sembrava un po’ contrariato dal dover dividere la propria cugina preferita con una sconosciuta. I tre furono sistemati ognuno su uno sgabello. Quindi la commessa evocò con un colpo di bacchetta decine di specchi che sistemò intorno alla sala. Tantissimi specchi. Alexandra si sentì mancare nel vedere il proprio aspetto riflesso per tutto il negozio. Qualcuno attirò la sua attenzione, sfiorandole una spalla. Era il signor Potter.

«Ehm… ciao. Sei Alexandra, giusto?»

La ragazza forse avrebbe notato che l’uomo era visibilmente a disagio, se non ci fossero stati così tanti specchi in giro. La sua espressione tesa la guardava da ogni angolo. Riuscì a malapena a rispondere.

«Già.»

Harry spostò il peso da una gamba all’altra. Essere a capo del Dipartimento degli Auror non gli aveva insegnato a dire tranquillamente ad una ragazzina di sedici anni che lei e sua sorella erano in pericolo di vita. No, decisamente no.

«Potrei parlare dieci minuti con te?»

Lei annuì, lo sguardo fisso sui suoi piedi.

«Fuori va bene?»

Annuì di nuovo e lo seguì fuori dal negozio. Una volta all’aperto, le si schiarì la mente.

«Cosa voleva chiedermi?»

Ma lui rispose con un’altra domanda.

«Quanto sai della tua famiglia?»

*

Il resto della giornata trascorse troppo rapidamente per Alexandra. Per una volta, avrebbe tanto desiderato rimanere in compagnia di qualcuno, così da non dover pensare. Invece, un attimo prima era al Ghirigoro cercando di raggiungere la cassa, sotto il peso di una pila traballante di libri, un attimo dopo aveva accompagnato Rebecca all'orfanotrofio e stava tornando a casa. Seguita da chissà chi per la propria sicurezza. Non poteva credere a cosa le aveva rivelato il signor Potter. Lei e Rebecca in pericolo? E per quale motivo, poi? Questioni di famiglia, le aveva detto. Alexandra rifletté sul fatto che il padre di Albus era stato molto sicuro e tranquillizzante per tutto il suo discorso, tranne che per quel particolare. Come se non le avesse riferito tutta la verità. Si ripropose di indagare. Arrivò al suo palazzo e, con aria rassegnata, si mise a salire la prima delle rampe di scale che l'avrebbero condotta a casa. Un miagolio la avvisò che Anacleto era dietro di lei. Con un balzo, il grosso gatto le si mise davanti e la precedette fino al quarto piano. Oltrepassata la soglia, chiuse a chiave la porta e si cambiò velocemente, indossando una vecchia tuta. Quindi si diresse di malavoglia verso il minuscolo sgabuzzino dove aveva accatastato alcuni oggetti appartenuti a sua nonna e ai suoi genitori. Non si concedeva quasi mai un tuffo nel passato, ma quella volta doveva farlo. Andare a Hogwarts avrebbe comportato lasciare quella che era stata la sua casa in quei mesi e doveva liberarla al più presto dalle sue cose.

Hogwarts. Quanto aveva desiderato andarci, da bambina. Ricordò con amarezza l'estate tra i suoi dieci e undici anni. Le mattine e le serate passate alla finestra, aspettando una lettera che non sarebbe mai arrivata. Almeno sua nonna era già morta, all'epoca. Non aveva dovuto sopportare un'altra volta che qualcuno della sua famiglia non avesse poteri magici. Suo nonno, invece, l'aveva lasciata sperare, troppo distrutto dalla morte di sua moglie per fare preoccuparsi di alcunché. Il suo unico commento, il primo settembre di quell'anno, fu che a quel punto le mancava la fuga a diciotto anni per diventare “proprio come sua madre”. Alexandra spalancò la porta dello sgabuzzino e iniziò a tirar fuori tutto ciò che conteneva, con rabbia. Garod McGregor non era stato sempre così. Prima che Eleonor morisse, era stato il nonno più affettuoso del mondo. Ma poi aveva mandato lei e Rebecca all'orfanotrofio. E niente, niente era stato più come prima.

*

1 settembre 2022

Cara Clara,

so che ci siamo viste solo ieri, ma sono sul treno che mi porterà in Scozia, vicino la scuola di Rebecca e James, e non ho nulla da fare da circa tre ore. Così ti scrivo. Domani sarà il mio primo giorno di lavoro e spero davvero che vada tutto bene: non potrei sopportare di farmi un'altra giornata di viaggio per tornare a Londra a mani vuote. Come vanno le cose a casa? Forse ieri non sono riuscita a esprimere bene tutta la mia contentezza alla notizia che tu e tuo padre siete riusciti a pagare tutto quello che dovevate a quei brutti ceffi, ma ne sono sinceramente felice. Salutami tanto John, quando lo vedi!

Un abbraccio,

Alex

P.S. James ti manda i suoi più cari saluti... Non è che ti sei dimenticata di dirmi qualcosa? Come il fatto che state insieme, magari? Quando tornerò per le vacanze di Natale, esigerò i dettagli.


 

«Si può sapere perché non me lo hai detto?» sussurrò la voce di Scorpius al suo orecchio destro, facendola sobbalzare.

Il ragazzo sembrava piuttosto contrariato.

«Detto cosa?» chiese Alexandra guardinga, ripiegando la lettera e riponendola in una tasca.

Si trovava in uno scompartimento dell'Espresso di Hogwarts, circondata da Weasley e Potter, e temeva che qualcuno potesse ascoltarli. Cosa voleva Scorpius? Che avesse scoperto qualcosa sui fatti della sua famiglia?

«Mah, non so... Del fatto che hai sedici anni e non diciotto, per esempio.»

Alexandra si rilassò. Scorpius non sospettava nulla ed era meglio così. Non sarebbe stata un'idea intelligente coinvolgere una delle persone a cui stava iniziando a voler bene nei suoi casini. Il problema, in quel momento era come avesse fatto a scoprire la sua vera età. Possibile che non poteva mai star tranquilla? Sospirò esasperata. Non fu una bella mossa.

«Non c'è bisogno di sbuffare, era solo una domanda.»

Se prima il suo tono le era sembrato scocciato, in quel momento era decisamente irritato. Soprattutto, non stava più parlando a bassa voce. Di conseguenza aveva attirato l'attenzione di almeno due o tre persone nello scompartimento.

«Che ne dici se parliamo fuori, eh?»

Lui annuì controvoglia e la seguì nel corridoio. Si discostarono qualche metro dalla porta.

«Come fai a dire che non ho diciotto anni?»

Negare, negare e negare. Insomma, che pretendeva? Che gli raccontasse così, di botto, la sua vita?

«Ho sentito per caso mio padre parlarne con quello di Albus» le rivelò, arrossendo leggermente.

Quello fece capire alla ragazza che forse Scorpius aveva origliato, più che “sentito per caso”. Compreso come il ragazzo ne fosse venuto a conoscenza, si apriva un'altra questione: come faceva il signor Malfoy a saperlo? Ottima domanda.

«Beh... magari stavano parlando di un'altra persona.»

«Quante sono le possibilità che mio padre conosca una tua omonima che abbia una sorella di nome Rebecca?»

Bel colpo, Scorpius.

Senza possibilità di scampo, Alexandra confessò

«D'accordo, hai ragione. Ho sedici anni. Ora possiamo rientrare?»

«Non mi hai ancora detto perché me l'hai nascosto.»

Sei davvero un testone. Vuoi la verità? Benissimo, ma non ti piacerà.

«Non mi fido ancora di te. O almeno, non completamente. Ora che sai che non sono maggiorenne, una parte di me è nelle tue mani. Se tu lo dicessi a qualcuno che non dovrebbe saperlo, sarei rispedita all'orfanotrofio nel giro di un attimo.»

Questo ammutolì il ragazzo, che rimase a fissarla in silenzio per un po'. Alexandra quasi si pentì di averglielo detto. Sentì che qualcosa si contorceva nel suo stomaco. Sensi di colpa, forse?

«Mi dispiace, ma ho bisogno ancora di qualche tempo per fidarmi di te.»

Scorpius si riscosse e ricacciò dentro la delusione.

«Non preoccuparti, anzi, direi che sono io a doverti delle scuse. Sono stato avventato e non ho pensato a quanto pesasse nella tua vita questa informazione. È solo che...» si interruppe ed esitò per un istante «Vorrei davvero essere tuo amico, Alexandra. Mi piace come sei e vedo che riesci ad aprirti con gli altri solo gradualmente. Sono stato uno sciocco a pensare che con me potesse essere diverso. Aspetterò che tu riesca a fidarti, se per te va bene.»

La ragazza rimase di stucco. Scorpius era un'eterna fonte di sorprese. Piacevoli sorprese. Forse fu proprio per quello che fece quel che fece.

«Anche tu mi piaci, come futuro amico.»

Detto questo lo abbracciò. Il ragazzo, preso alla sprovvista, rimase immobile di fronte a quell'inaspettata manifestazione d'affetto e, quando si mosse per abbracciarla a sua volta, lei si era già scostata. Era un po' rossa in viso. Anche lei doveva essersi stupita del proprio gesto.

«Rientriamo?» chiese lui, sorridendo.

Lei sorrise a sua volta e stava per aprire la porta dello scompartimento, quando si accorse che Scorpius non si era mosso. La sua attenzione era stata evidentemente catturata da un ragazzo e una ragazza che stavano venendo nella loro direzione, mano nella mano. La ragazza, bionda e bellissima, stava ridendo e ad Alexandra sembrò di averla già vista da qualche altra parte.

«Ciao Dominique. Thomas.» li salutò Scorpius, che aveva assunto un'espressione cordiale.

Da quel che Alexandra aveva potuto capire di lui, però, non era molto naturale. I suoi lineamenti erano più tesi del solito e scommise che le mani, nascoste dietro la schiena, fossero state strette in due pugni. I due si avvicinarono ancora e Alexandra riconobbe la ragazza: l'aveva vista quando era andata a Diagon Alley. Doveva essere una Weasley.

«Ciao Scorpius» disse Dominique, accostandosi al suo ragazzo per passare oltre Alexandra.

«Ci si vede in giro, Malfoy» disse il suo accompagnatore.

Non era stato molto gentile. Non appena si furono allontanati, Scorpius si rilassò e le fece cenno di entrare finalmente nello scompartimento.


 

N.d.A.

Salve a tutti,

ehm...lo so, sono terribilmente in ritardo. Molto terribilmente (pessimo uso dell'italiano) in ritardo. Sono noiosa, anche l'altro capitolo ho detto lo stesso. Posso solo ripetere che mi dispiace tanto. In questo periodo sono super incasinata, quindi non so dirvi con precisione ogni quanto aggiornerò. State certi, però, che non abbandonerò “Dietro lo specchio”. I tempi d'attesa saranno solo un po' più lunghi (sarà moooolto raro che io pubblichi ogni due settimane).

Che ne pensate di questo capitolo? Finalmente si vede qualcosa che riguardi uno specchio. Lo so, è il titolo della ff e ne accenno solo al nono capitolo. Che ci volete fare? Sono storta! Fatemi sapere se non è proprio da buttare via ♥.

Comunque, basta con le mie lagne e via ai ringraziamenti: un super grazie a teme_Malfoy, che come al solito si prende la briga di commentare (sei una santa☺) e a tutti quelli che continuano a leggere silenziosi.

Ecco a voi la traduzione della canzone a inizio capitolo:

Tu puoi credermi, non credere a nessuno
Ma ho detto che tu ed io non siamo onesti
Le cose che non vogliamo dire
Cercherò di tirarle fuori ma non riuscirò mai a farlo
Questo traffico è ancora perfetto.

Un abbraccio coccoloso a tutti,

Sbadiglio


 

 

 

 

 


 


 


 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Trillo Sbadiglio