Allora prima che cominciate a leggere vorrei scusarmi per l'enorme ritardo, e ringraziarvi per non aver lasciato perdere me e la mia storia...Bene! Detto questo potete cominciare, mentre io scappo, nel caso in cui uno di voi volesse uccidermi per il ritardo....
Cap 2
Nonostante fosse ancora presto era molto stanco, e non solo avrebbe dovuto finire i compiti per il giorno seguente ma era anche in ritardo per la punizione.
Stava vagando per i corridoi, noncurante che chiunque avrebbe potuto vederlo.
Si stava dirigendo verso il parco quando ricordò di aver bisogno di parlare col
professor Piton, perchè non aveva avuto modo di farlo da quando era arrivato ad
Hogwarts, e quella punizione era l’occasione per farlo. Ma ormai era già
arrivato sotto la vecchia quercia e non gli andava proprio di ritornare
indietro.
Dall’inizio di quell’anno scolastico erano ormai passati quasi due mesi; mesi in
cui s’erano visti rapimenti, omicidi e attacchi da parte dei mangiamorte,
infatti, quelli erano i tempi in cui la guerra era ai suoi inizi e tutti erano
ininterrottamente in ansia e tesi come le corde di un violino. Ritornando ad
Hogwarts, gli studenti disapprovarono il fatto che i Weasley, il giovane Malfoy
ed Hermione fossero diventati amici, ma i quattro ragazzi si abituarono presto
alle loro provocazioni. Il solo che non ebbe nulla da ridire fu lui.
Il ragazzo che quella sera era seduto sotto alla vecchia quercia, Harry Potter.
Lui non aveva detto o fatto nulla contro Draco, né aveva chiesto spiegazioni ai
suoi amici, semplicemente aveva accettato la presenza costante del serpeverde
che, senza tener conto del comportamento del grifondoro, aveva continuato a
sfidarlo come aveva sempre fatto.
Harry quell’estate era sparito e nessuno, a parte Silente, sapeva dove fosse
stato, ma naturalmente il preside non lo disse a nessuno, e tanto fu la sua
ostinazione nel non dircelo che ci chiedemmo, tutti, se realmente lo sapesse.
Per di più da quando era tornato sembrava diverso e spesso incoerente. Era più
riflessivo e tranquillo ma allo stesso tempo stanco e spossato, ed un secondo
dopo era grintoso e combattivo. Altre volte tornava ad essere com’era prima di
quell’estate, ma era soltanto per poco, e noi non riuscivamo a capire il suo
comportamento.
Io stesso, che non mi ero mai interessato particolarmente al ragazzo, mi chiesi cosa fosse successo da cambiarlo così tanto… Ritornando alla storia…
Herry perso nei suoi pensieri, non si accorse che qualcuno si stava avvicinando.
- Non dovresti essere qui.- disse Severus Piton con tono autoritario mentre si
avvicinava con la sua andatura decisa.
-Lo so…Severus…- disse Harry sorpreso di essere stato scoperto, di solito non
succedeva: lui usciva nei giardini del castello quasi tutte le sere e non
l’avevano mai scoperto.
Severus parve confuso dalla risposta del ragazzo, si sarebbe aspettato di tutto,
tranne il riconoscimento di quella trasgressione.
-…e non hai nulla da dire?- disse ignorando che il ragazzo aveva pronunciato il
suo nome.
Harry ci pensò un pò su, poi ricordò quello che si erano detti prima dello
smistamento di quell’anno: avevano cominciato con i soliti insulti poi avevano
finito col gridarsi contro, senza rendersene conto, che Severus non aveva mai
veramente odiato Harry, e quest’ultimo aveva solo risposto al comportamento del
professore.
-Adesso mi dirai per quale motivo non mi odi?- disse Harry.
-Io intendevo dire se
avevi qualcosa da dire sul fatto che non dovresti essere qui!- disse lui mentre
pensava che non voleva parlare di quell’argomento… non davanti a lui… non voleva
che lo deridesse, lui stesso pensava
di essere uno stupido.
-Io ho già detto che so che non dovrei essere qui. Allora mi dirai il motivo per
cui hai fatto finta di odiarmi per tutto questo tempo?- chiese nuovamente il
grifondoro.
In quel momento Severus non sapeva cosa fare. Lui non voleva rispondere a quella
domanda e Potter era deciso ad avere una risposta.
-Tu non dovresti essere qui, dovresti essere in punizione! E chi ti ha dato il
permesso di chiamarmi per nome. Sei nei guai: la tua punizione è prolungata a
due settimane, e…e se non ti muovi saranno tre…- disse Severus ritornando alla
sua messinscena e cominciando a camminare, ma non sentendo alcuna protesta dal
ragazzo si girò per vedere se lo stava seguendo.
Quello che vide non gli piacque affatto, quasi, avrebbe voluto che non lo stesse
seguendo. Odiava quell’espressione che aveva sul volto, la stessa espressione
che usava quando in classe lo prendeva di mira con le sue battute spregevoli:
un’espressione indifferente e distaccata, come se improvvisamente non gli
importasse di cosa dicesse di lui.
Questo lo faceva impazzire.
In quel momento perse il controllo: gli tirò uno schiaffo e quel rumore echeggiò
nel giardino vuoto.
-A…a volte vorrei gridare…ma n…non posso, non posso… mi vo…vorrei difendere, ma in al…alcuni m…momenti mi manca la…la fo…forza, e tutti…tutti voi siete c…convinti che io non a…abbia bi…bisogno… siete convinti che non ne abbia bi…bisogno…- disse Harry singhiozzando ed interrompendo il professore.
-Bi…Bisogno di cosa?- disse Severus avvicinandosi nuovamente al ragazzo turbato dal fatto che era stato lui a ridurlo in lacrime Harry
“Chissà se un giorno anche tu riuscirai ad amare, non necessariamente me, ma mi
fa sentire bene pensare che avrai qualcuno da amare. Così, magari, capirai
l'effetto che fa guardare una persona e non vedere nient'altro, capirai quel
nodo che si forma in gola e che ti impedisce di parlare, capirai il valore degli
occhi che parlano in silenzio, capirai che al mondo non c'è forza più potente. E
allora, forse, capirai che ti ho amato e il male che mi hai fatto”
Pensò mentre camminava nel corridoio che portava alla sala comune di Grifondoro.
Si asciugò gli occhi dalle lacrime e tentò di non riprendere a farlo mentre
pensava che Lui non l’avrebbe mai amato.
Entrò nella sala comune, all’interno c’erano i suoi migliori amici.
Proprio le persone che sperava di non incontrare in quel momento.
-Harry stai bene?- disse Hermione notando gli occhi arrossati dell’amico.
-Certo!- disse il moro cercando di darsi un tono allegro
-Sicuro?- chiese Ron alzando lo sguardo verso di lui
-Perché non dovrei stare bene?- disse Harry
Ci fu un alcuni secondi in cui Ron ed Hermione osservarono il loro amico poco
convinti di quello che diceva, ma Harry pensava che era meglio che non sapessero
di quell’amore impossibile, quindi cercò di far cadere l’argomento su
qualcos’altro.
-State studiando?- chiese avvicinandosi ai due.
-Hermione mi aiuta con il tema di Pozioni- confermò il rosso.
-Bene! Io non l’ho ancora finito!- non era vero, l’aveva finito ma questo
diversivo tenne a bada i due prefetti fino a quando andarono a dormire.