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Autore: bluecoffee    25/04/2013    5 recensioni
Tre parole che descrivono la persona che ti piace.
Lui era diverso.
Lui era misterioso.
Lui era sempre pronto a farle la battutina quando entrava in negozio e che le strappava un sorriso.
Lui era lui stesso.
Tre parole che descrivono la persona che ti piace.
Lei era strana.
Lei era ancora una bambina.
Lei era sempre pronta a salutarlo con un piccolo inchino ed uno sguardo di rimprovero quando non spegneva la sigaretta prima di entrare.
Lei era lei stessa.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                                                                                                                                             Si vive solo il tempo in cui si ama.
                                                                                                                                                                                                                                                                         [cit. Claude-Adrien Helvetius



Il tempo scorreva.

Scorreva lento.
Il tempo scorreva lento e Bente correva.
Correva con ai piedi le sue blazer a fiori che consumavano la suola ad ogni passo pesante della ragazza sul marciapiede scuro e grigio che circondava a destra e sinistra le strade poco affollate delle 15.47 della periferia di San Francisco.
Bente arrivò davanti il cancello della classica villetta estiva e suonò il citofono aspettando con ansia che sua sorella, suo padre o sua madre le aprissero e quando sentì il lieve rumore del cancelletto che si apriva si fiondò in casa.
Le sveglie e gli orologi della classica villetta di San Francisco segnavano tutte le 15.59 in quel momento, tranne l'orologio della cucina, perché Bente lo sapeva. Conosceva bene quell'orologio e sapeva bene che segnava sempre quattro minuti avanti. E sapeva bene anche che tutte le lancette scattavano allo stesso secondo e tutti i numeri aumentavano di uno nello stesso momento, ma che la sveglia a lancette che aveva sopra il comodino della sua camera da letto faceva scattare le lancette dei minuti sempre otto secondi dopo.
Bente era così: sapeva sempre tutto quello che accadeva a casa sua, chi entrava, chi usciva, quando una persona entrava e quando questa usciva. Sapeva tutto quasi in maniera ossessiva.
Sapeva tutto quello che le accadeva intorno, ma non sapeva quello che accadeva dentro di lei. Non l'aveva mai saputo.
Inciampò per le scale di legno scuro mentre raggiungeva la sua stanza al secondo piano, intenzionata a cambiarsi il prima possibile per poter finalmente andare al lavoro, dove la stava aspettando Trisha e dove sperava di arrivare evitando il ritardo del giovedì pomeriggio, il giorno in cui l'università la occupava più di quanto lei volesse.
Lanciò la borsa ai piedi del letto e spalancò l'armadio, cercando disperatamente una maglietta per potersi levare la polo ed indossare qualcosa di più comodo.
Ne estrasse poco dopo una canotta a fiori e la posò malamente sulla coperta non molto pesante del letto matrimoniale che occupava più spazio di quanto si aspettasse quando aveva scelto i mobili della sua camera da letto.
Si girò sfilandosi con i piedi le scarpe mentre toglieva la polo attillata.
"Sei in ritardo anche oggi?" domandò una voce che Bente, però, conosceva fin troppo bene. Si voltò, fregandosene del fatto che fosse in reggiseno e sorrise all'amico che era poggiato con una spalla allo stipite della porta e la guardava con un sorriso beffardo in volto.
"Ma tu non la hai una casa, Horan?" domandò lei di rimando, scherzando. Prese la canotta e la infilò.
Niall si scostò dalla porta ed entrò in camera dell'amica sedendosi sulla sedia girevole della scrivania e si voltò a guardare la bionda che stava prendendo da vicino l'armadio i suoi anfibi gialli a fiori. "Preferisco di gran lunga la tua villa, Bente. Poi se giri sempre in reggiseno va benissimo." sorrise malizioso.
La ragazza seduta sul letto alzò gli occhi al cielo e prendendo un cuscino lo lanciò in viso al suo migliore amico. Lui sorrise prendendolo al volo e lanciandolo sul letto, ignorando lo sguardo assassino di Bente fisso su di lui.
"Comunque domani sera ci sei?"
"Dove devo essere?" chiese confusa la ragazza guardando interrogativa Niall.
Sbuffò. "Domani andiamo a bere qualcosa al bar dove lavora Waliyha, vieni?"
Lei annuì e si alzò dal letto recuperando il cellulare dalla borsa che aveva lanciato a terra appena entrata in camera e lo infilò dentro la tasca posteriore destra del jeans chiaro che indossava e non aveva cambiato. Uscì dalla camera, per poi voltarsi e guardare Niall che reggeva in mano il giacchetto giallo della ragazza che stava per dimenticare.
Lei sorrise e gli si avvicinò stampandogli un bacio sulla guancia e sorridendogli mentre iniziava a scendere le scale.
Niall sorrise. 
Bente era la sua migliore amica. Lo era sempre stata, dai tempi dell'asilo. Amava tutto di lei e non avevano mai litigato seriamente, se non qualche piccolo ed innocente insulto mentre giocavano alla playstation quando erano più piccoli e vinceva sempre l'altro.
Bente sorrise mentre prendeva le chiavi della sua Vespa appese vicino le chiavi della macchina di sua madre.
Niall era il suo migliore amico. Lo era sempre stato, da quando erano nati, nonostante lei avesse un anno in meno del ragazzo. Avevano sempre giocato insieme da piccoli, così Bente era diventata un maschiaccio ed aveva più amici maschi che femmine.
La bionda scese i tre gradini che conducevano alla porta del garage e la aprì, trovando la sua Vespa arancione spento dove l'aveva lasciata la sera precedente ed il casco bianco poggiato sopra la sella con un biglietto attaccato.

''E' stato bello vedere che preferisci arrivare tardi a scuola piuttosto che prendere il motorino. Ti voglio bene. Papà.''

Sorrise ed accartocciò il foglietto di carta mettendolo dentro la tasca del giacchetto mentre finiva di infilare la manica sinistra.
Infilò le chiavi e mise in moto, aspettando che la porta del garage si aprisse e non aspettò altro tempo per immergersi nel traffico di San Francisco delle 16.31, consapevole di essere in ritardo a lavoro di ben sedici minuti e sicuramente qualcosa di più.


 
Il tempo scorreva lento e Zayn camminava allo stesso passo del tempo. 
Lento.
Tutto attorno a lui era lento e lui provava a starne al passo. 
Era arrivato davanti l'appartamento che condivideva con la sua coinquilina e amica Samantha stremato dai corsi universitari ed era consapevole che il pomeriggio sarebbe dovuto passare al negozietto della mamma perchè le doveva portare nove scatole di libri che era andato a ritirare il giorno precedente.
Prese le chiavi dell'appartamento dalla tasca anteriore dei jeans grigi ed aprì la porta, ritrovando davanti il solito caos che regnava in quel piccolo salotto.
Samantha era in casa. Zayn se n'era accorto dalla sua borsa gettata in malo modo sopra il divano in pelle rosso bordeaux che sovrastava in tutto quell'ammasso di cartoni della pizza vuoti, bottiglie di birra vuote e rovesciate sul parquet chiaro che il proprietario di casa aveva fatto adagiare a terra prima che i due giovani si trasferissero. 
Perché quell'appartamento era diventato un luogo sicuro per Zayn. Era il luogo che lo rispecchiava, in tutto e per tutto, e nonostante avesse scelto i mobili insieme a Samantha era tutto così uguale a lui.
Samantha era così uguale a lui.
Erano amici dal loro primo anno di Università e non si erano mai distaccati. Erano diventati l'uno indispensabile per l'altra, e Zayn era contento di aver trovato in Samantha un'amica che sapeva non lo avrebbe mai lasciato solo.
Samantha, dal canto suo, sapeva che Zayn andava preso con le maniere dolci e non si sarebbe mai tirata indietro per qualsiasi cosa.
Nel momento in cui Zayn mise piede in cucina per poter prendere qualcosa da mangiare prima di andare al negozio della madre. 
Non ne aveva voglia, si vedeva da lontano, odiava quel posto più dell'Università. Era uno dei classicissimi negozi americani che si vedono spesso nei film, quelli composti da due piccole stanze che sono state unite tra loro buttando giù il muro che le separava, aveva l'enorme vetrata vicino la porta nascosta dall'insegna e dalle varie locandine che Trisha lasciava attaccare a chiunque glielo chiedesse e che poi non toglieva mai. 
Delle volte si era sentito a casa lì dentro, soprattutto quando voleva scappare da qualcosa, come una ragazza, ma tutte le volte ci ritrovava dentro, a lavorare, la stessa ragazza che ormai era stata cresciuta dalla madre.
Sbuffando prese dal frigo un tramezzino con il formaggio, che doveva essere stato messo lì dentro da pochi giorni, ed una birra fredda.
In quel momento entrò in cucina Samantha, che bellissima come ogni giorno, quel pomeriggio aveva deciso di indossare un comodo pantaloncino della tuta che le lasciava scoperta l'intera gamba. La ragazza legò i capelli biondi e lunghi in una coda alta e tirata sorridendo al coinquilino: "Ciao, Zayn!"
Il ragazzo rispose con un cenno della testa.
"Oggi pomeriggio viene Dominic a casa, tu sei da tua madre, corretto?"
"Ti vuoi sbarazzare di me. Quanto sei gentile Sam."
La bionda sorrise senza prendersela e gli lasciò un bacio sonoro sulla guancia prima di addentare il tramezzino che Zayn teneva in mano. 
"Comunque, si. Sono al negozio, ma pensavo saresti venuta anche tu a darmi una mano."
Samantha fece spallucce e si voltò, chiudendo l'anta bianca del frigorifero e mostrando una birra stretta nella mano sinistra, mentre con la destra era impegnata a sistemarsi la t-shirt azzurra che le era salita, mostrando così metà dei fianchi magri.
Zayn non se ne era mai innamorato. L'aveva sempre considerata una bellissima ragazza, ma non le piacevano le tipe come lei: la considerava una ragazza con la testa sulle spalle solamente quando si trattava dell'Università, per il resto sembrava essere una completa svampita.
"Sono due settimane che non vedo Dominic, mi manca!" protestò sedendosi nello sgabello di fronte a dove stava poggiato Zayn, che indifferente al discorso e con la testa tra le nuvole continuava a pensare ai fatti propri.
Samantha sbuffò e passò due volte la mano davanti il viso dell'amico, che si riscosse e la guardò con un sorriso appena accennato. Lei scosse la testa sorridendo e si sistemò sulla sedia.
"Pensi ancora alla biondina?" 
Il suo tono era serio ed autoritario, come se volesse spronare Zayn ad ammettere una cosa. Dopotutto lei sapeva benissimo quanto cocciuto fosse quel ragazzo e doveva ammettere che se non fosse per il carattere indomabile potrebbe benissimo essere già stato il suo ragazzo.
Zayn sorrise. "Forse" ammise poi. 
Non ne era sicuro, non lo era mai stato quando si trattava della ragazzina che lavorava al negozio di sua madre, sapeva anche non lo sarebbe mai stato se continuava a vederla di tanto in tanto insieme ad un altro ragazzo che sembrava stravedere per lei.
Non si era mai considerato geloso, però ogni volta che la vedeva sola, senza la compagnia del biondo, si sentiva molto meglio, come fosse pià leggero dentro.







ciaoo!
lo so che sono in ritardo, ma ci sono stati -piccoli- incidenti di percorso :)
sono riuscita a postare una sola storia prima di questa settimana ed avevo scelto Storm.
poi ci sono stati i colloqui a scuola e su -forse saggia- decisione mia madre e mio padre mi hanno sequestrato il computer, dove c'era già salvato questo capitolo.
da lunedì fino a ieri sera sono stata a Trieste in gita scolastica e non ho potuto fare niente.
oggi ho domandato ai miei genitori e mi hanno permesso l'uso del computer per aggiornare, quindi eccomi qui :D
il capitolo non è bellissimo, ma devo ancora entrare nel vivo della storia, quindi mi ci vorrà qualche altro capitolo.
forse due o tre.
ma quasi quasi anche uno, come potrebbe essere quattro.
è tutto da decidere ancora.
qui abbiamo due nuove new entri: Niall e Samantha.
direi che io amo il personaggio di Sam in questa storia e lei sarà particolarmente fondamentale qui.
ora vi lascio perché sono di fretta e mamma potrebbe uccidermi se non lascio il possesso del pc ora ahahaha.
alla prossima.
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itseffy
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underthemistletoe <3

 
  
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