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Autore: Sofia Phoenix    26/04/2013    1 recensioni
Lei, romantica e testarda, insignificante.
Lui, bello e dannato, irraggiungibile.
Incuriosita e affascinata dal misterioso nuovo arrivato, Lei tenterà di conoscerlo alla ricerca di qualcosa che forse è solo un'illusione della sua indole sognatrice.
Sorpeso e divertito dall'ingenuità di quello che considera solo un originale passatempo, Lui stesso rimarrà intrappolato nella rete di un sentimento sconosciuto.
Ma non tutto è così semplice, quando è il liceo a fare da sfondo...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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-Si può sapere che hai?-
Nicole era in compagnia del suo ragazzo nel corridoio del primo piano, appoggiata al calorifero spento dopo aver respinto baci di lui con un gesto nervoso.
-Scusa Max ma proprio non è giornata!- Gli occhi velati da un’ombra di preoccupazione e il tono seccato della sua voce avrebbero dovuto indurre un fidanzato premuroso a chiederle il perché di un simile atteggiamento.
Cosa che, ovviamente, non avvenne.
-Sì, ho capito, va’ dalle tue amiche che è meglio!- sbottò Massimo piantandola da sola in corridoio.
Ecco, le mancava solo questa! Come se già non bastassero i discorsi sconclusionati di Sofia a darle pensiero…
Infatti il pomeriggio innanzi aveva ricevuto una chiamata dalla sua migliore amica, durante la quale avrebbe voluto più volte picchiarle la cornetta in testa per farle tornare un po’ di buon senso…
 
-Ciao, Nicole!-
-Ciao, Sofi!-
-Aehm… ti ricordi di quello che ti ho detto oggi all’intervallo, sì insomma… quella cosa che ti avrei spiegato meglio dopo…-
Non era mai un buon segno quando Sofia cominciava una telefonata esitante e incespicava le parole.
-Sìsì, è successo dopo che abbiamo incontrato quell’idiota francese, giusto?-
-Sì…- ora la voce si era ridotta a pigolio sommesso, brutto segno.
-Allooora, diciamo che è un discorso complicato…e lungo… pensavo di dirtelo al telefono così domani non devo spiegarti e possiamo parlarne insieme, anche con Laura, solo che a lei ne parlo mentre andiamo a scuola e…-
-Sofi, arriva al dunque!- ci furono alcuni istanti di eloquente silenzio, in cui Nicole suppose che l’amica stesse prendendo tempo per raccogliere le idee, cosa che generalmente faceva quando doveva indorarle una pillola amara: pessimo segno!
-…-
-Sofi, sei morta?-
-ConoscevoNicolasdaprimadioggi: loavevovistoincorridoioesecondomehaqualcosadispeciale. Tuttoqui.-
-Eh?!?!-
-Uffaaa, non riesco a parlartene al telefono, ti spiegherò tutto domani, ok?-
-Va bene, ma…-
-Allora siamo d’accordo, ciao Niki!-
TUTUTUTU
 
Insomma, le aveva chiuso la telefonata in faccia! E, cosa ancora peggiore, del suo farneticare sconnesso aveva inteso solo una parola: Nicolas…
 
Prima che suonasse la campanella delle otto, Nicole tornò in classe per intercettare Sofia prima dell’inizio delle lezioni, ma la sua amica non c’era: arrivò quando ormai l’insegnante era seduta dietro la cattedra, aprendo la porta nel preciso istante in cui trillava la campanella delle otto e cinque.
L’ha fatto apposta!
Evidentemente voleva procrastinare il più possibile l’inevitabile momento del loro discorsetto… astuto tentativo, ma non sarebbe riuscita a scappare durante l’intervallo.
Sorprendentemente, fu lei stessa a presentarsi da Nicole tre ore dopo: aveva l’espressione timorosa e contrita di chi ha qualcosa da confessare, il che non le piacque affatto.
Si sedette sul primo banco libero che trovò, invitandola a fare altrettanto, e quando anche la bionda si fu appollaiata con comodo, sospirò pesantemente, cominciando a parlare:
-Uff, senti, Nicole, mi dispiace per ieri, ma non riuscivo a spiegarmi molto bene… intendiamoci, è una sciocchezza, però mi sembra giusto che tu lo sappia, anche se davvero non so nemmeno io cosa pensare e…-
-Sì, ho capito, cos’è successo?- la incalzò Nicole impaziente.
-Ciao ragazze!- la testa di Laura fece capolino tra le loro.
Fantastico, due piccioni con una fava!
-Siediti anche tu Lau, così almeno non mi devo ripetere.- La nuova arrivata prese su una sedia di fronte alle altre due, dopodiché poggiò il mento sulle mani incrociate e sgranò gli occhioni azzurri in quella che doveva essere una posa attenta e interessata, che quantomeno strappò un sorriso a Sofia.
-Avete presente il ragazzo francese?-
-Oh sì, lo scorbutico brontolone!-
-Diciamo che lo avete preso in un brutto momento…- tentò di mediare la poverina, arrossendo dall’imbarazzo.
*Ahah, allora lo detestano proprio! Figurati come saranno contente di sapere quello hai dire su di lui!*una vocina maligna aveva ripreso a farsi sentire, dopo quasi ventiquattr’ore di silenzio in cui Sofia aveva sperato di essersene sbarazzata.
-Per caso Sua Maestà il Grillo Petulante si è stancata di fare l’offesa?-
*Bla bla bla,tanto non ti sentooo!!*
-Ma che stai facendo?! Sii seria per una volta e lasciami in pace!-
*Uffa, c’è una zanzara molesta che continua a ronzare qui attorno…BZZZ!!!*
Seriamente provata dalla piega degli eventi, Sofia decise di ignorare la sua coscienza in crisi da bimba di due anni, concentrandosi sul Problema Bionde.
-Diciamo che sapevo chi fosse… cioè, non lo conoscevo che vista, però lo avevo notato in corridoio e non so… mi ha colpito, tutto qui.- la sua voce era fuoriuscita in un sussurro sempre più flebile ed esitante, tanto da mettere a dura prova anche l’udito sopraffino di Nicole.
-A giudicare da come ti stai comportando deve aver usato una mazza da baseball… o il dizionario di latino della prof.-  celiò quest’ultima.
-Nicole, sono seria!-
-Anch’io, cosa credi? Non scherzerei mai sull’ammaccatura delle tue placche cerebrali!- si difese con un tono che lasciava intendere l’esatto contrario.
-Niki…-
-E va bene, cos’ha questo “ragazzo delle meraviglie” di più contundente del dizionario di latino?- le chiese la bionda sedendosi comodamente con le gambe incrociate sul banco, lasciandole intuire che era disposta ad ascoltare tutta la storia sino in fondo.
-È proprio ciò che voglio scoprire- sospirò Sofia, ignorando volutamente l’ultima parte della domanda –Io non lo so, ragazze, ma sono sicura che sia… speciale.-
Di colpo le stringhe delle sue scarpe diventarono tanto interessanti da attirare tutta la sua attenzione.
Esprimendo ad alta voce quel concetto che, rimuginato nella sua testa, le sembrava tanto intelligente e romantico, si rese conto di quanto suonasse stupido e infantile alle orecchie di qualcun altro…
Non sapeva che reazione aspettarsi dalle sue amiche: forse incredulità, forse sdegno, forse semplice solidarietà femminile.
Di certo, niente di simile al concetto argutamente espresso da Laura…
-Oooh, che cosa tenera: Sofia è innamorata!- esclamò la biondina piombando nel bel mezzo della conversazione con la sua ennesima frase priva di senso.
Perché non poteva avere un senso, vero?
-NO!-
*Ehi, premesso che non sto dalla tua parte, non ti sembra una reazione un po’ eccessiva?*
Anche le sue amiche parevano pensarla come il Grillo Petulante (avrebbe chiamato così la sua coscienza finché quella non si fosse comportata come una presenza extracorporea matura!) così che ritenne opportuno fugare ogni dubbio.
-Ferme ragazze, tempo.- le bloccò Sofia facendo il segno del time out –Non vi pare di star correndo troppo? Io non lo conosco nemmeno, non può neanche piacermi, figuratevi esserne innamorata!-
Di fronte alla logica dell’amica, le due bionde assunsero l’espressione di chi la sa lunga (con una sincronia piuttosto inquietante, peraltro…), ma dietro la facciata scherzosa una di loro sospirò di sollievo.
-Io resto dell’idea che…-
-Lau! Se ne ho parlato anche a voi era per avere un consiglio.-
Laura aprì la bocca, e fece come per parlare.
-Un consiglio serio.- specificò.
La richiuse senza proferir verbo.
-Secondo me è solo uno sbruffone antipatico,- sbottò infine Nicole saltando giù dal banco -non è il tuo tipo Sofi, è troppo… troppo…-
-Un presuntuoso pallone gonfiato?-
-Avevo in mente un aggettivo più colorito, ma sì, Laura: si capisce subito che è uno che se la tira un sacco e si crede un gran figo! E ti assicuro che non c’è niente di speciale in questo.-
Sofia si mosse a disagio sul banco dov’era seduta: ciò che aveva detto la sua amica non era del tutto sbagliato, ma era possibile che non ci fosse niente di più?
-Allora, se non sei d’accordo con noi, dicci cosa ti interessa tanto in lui!-
-Io non lo so! È speciale, vi dico, il mio sesto senso sbaglia raramente…- ribadì Sofia testarda: le parole di Nicole avevano acceso la sua indole combattiva, cosicché era più decisa che mai a dimostrarle il contrario. 
Del resto, il suo sesto senso funzionava davvero: aveva una spiccata percezione delle persone che le piacevano o meno, e tendeva a farsi almeno una vaga di idea del proprio interlocutore osservandolo e sentendolo parlare. La maggior parte delle volte il tempo le dava ragione; c’erano, tuttavia, dei casi di errori clamorosi, di persone che trovava noiose, stupide o antipatiche, quando poi si rivelavano molto più preziose: Nicole stessa ne era un esempio.
Fino ad allora non le era mai capitato il contrario, ma, si sa, c’è sempre una prima volta…
 
Nel frattempo la (Forse)-prima-volta in questione era stata rapita dalla professoressa Manzoni, la quale, con un tale cognome, non poteva che essere l’insegnante di Lettere.
Nicolas osservava da lontano il resto del liceo godersi il meritato intervallo, costretto all’interno della classe da una figuretta impettita che non gli arrivava nemmeno alla spalla: la professoressa, con l’espressione di una madre esigente che riservava a coloro i quali godevano del suo favore, gli stava sciorinando l’elenco delle cose che avrebbe dovuto fare con la la simpatica ragazza dell’altra classe, entrando tanto nel dettaglio che un’ulteriore spiegazione da parte di quest’ultima si sarebbe rivelata superflua se solo (fortunatamente per Nicolas) l’ingresso di alcuni studenti armati di merenda non le avesse ricordato che stava trattenendo un povero studente durante il suo unico quarto d’ora di respiro.
Se ne andò lasciandolo un sorriso incoraggiante ad appena due minuti dal suono della campanella.
-Je n’en pouvais plus!- Non ne potevo più!
La testa gli doleva ancora dopo un’ora di fisica durante la quale la prof aveva spiegato a velocità ultrasonica, mettendo a dura prova le sue conoscenze di italiano (anche se, a giudicare dalle espressioni smarrite dei suoi compagni, il problema non doveva essere solo la lingua…).
Fortunatamente aveva accanto a sé le bûcheur, il secchione della classe, un fissato con la fisica e la matematica da cui aveva copiato tutti gli appunti.
-Ehi, che hai Nico?-
La voce acuta di Cristina lo riscosse dal momentaneo intorpidimento: era stanco, esausto, distrutto. E mancavano ancora due ore alla fine delle lezioni.
Nico. Odiava quel soprannome, ormai lo chiamavano tutti così: era stupido, insignificante e, soprattutto, si confondeva con gli italiani Nicola, Niccolò e simili.
-Niente.-
La risposta non parve sortire alcun effetto: era evidente che quella della ragazza fosse una domanda di circostanza più che di autentico interessamento.
-Senti, so che ieri mi hai detto di no, ma ti capisco, eri stanco dopotutto.
Quindi ti ripeto la domanda: vuoi uscire con noi oggi? Ci saranno anche Riccardo, Edo e Federico. Allora, vieni?-
Quella ragazza sapeva essere davvero embêtant, irritante come poche.
-Ti ho già detto di no.-
Poi si accorse di essere stato un po’ troppo brusco nei suoi confronti, e tentò di rimediare.
-Mi dispiace, ho un impegno con mia madre, verrò la prossima volta.-
-C’è anche tuo cugino? Potresti invitarlo…- Serena stava allungando il collo come una giraffa per sbirciare all’interno dell’aula, poi, delusa per l’assenza del bel moretto, tornò al suo posto alla destra di Cristina.
La campanella decretò la fine dell’intervallo, ma non era appena cominciato? Tutta colpa di quella rompiscatole della professoressa!
-Lo farò. Adesso prendo le mie cose e vado.- diede loro le spalle per estrarre dallo zaino un libro tristemente noto agli studenti italiani di seconda superiore in quanto è solito pesare nelle loro cartelle: lo attendeva un’ora di Promessi Sposi con la simpatica ragazza dell’altra classe.
-Cominci le lezioni con Sofia, giusto?- gli domandò Serena arricciando il naso divertita.
-Non sono lezioni.- precisò orgoglioso. Poi pensò che sapere qualcosa di più sulla nuova compagna di studi non sarebbe stato male –Lei com’è?-
-Fortunatamente non ci ho molto a che fare,- rispose concitatamente Cristina, ansiosa di poter esprimere la sua aperta antipatia per la compagna dell’altra sezione –è noiosa e si crede chissà chi solo perché va abbastanza bene in italiano. È brutta.- aggiunse dopo un attimo di riflessione.
Quest’ultima precisazione, detta con ben più di una punta di cattiveria, fece sorridere Nicolas.
-L’ho già vista, so che sei più bella tu.- uscendo ammiccò all’indirizzo della ragazza, che, in tutta risposta, decise di varcare la soglia dell’aula nello stesso momento in cui vi passava lui, strusciandoglisi addosso più di quanto non sarebbe stato suo diritto fare se fosse stata larga il doppio della sua taglia effettiva.
Forse non tutti gli aspetti della sua nuova vita sarebbero stati negativi, anche se ragazze come Cristina non era difficile trovarne nemmeno in Francia, con la differenza che a quell’ora avrebbe probabilmente studiato Madame Bovary per i fatti suoi anziché I Promessi Sposi con una ragazza che non rientrava certo nella sopracitata categoria delle Cristine...
A pochi passi dalla porta incrociò la professoressa Manzoni, che volle fare sfoggio delle sue conoscenze di francese rispolverando ricordi del liceo.
-Aula novantasette, quatre-vingt-sept.-
Nicolas vagò per i corridoi fino all’aula quatre-vingt-sept, 87.
Aprì la porta trovandovi una quinta impegnata in una verifica di scienze.
Richiuse l’uscio velocemente, fulminato dal professore in aula.
-Où se trouve cette classe? Malédiction!-
 
 
*Angolo dell’autrice*
Bonjour à tous! Rieccomi dopo un vergognoso mese d’assenza: mi limiterò a dire che eviterò in tutti i modi altri ritardi del genere, perché dovendomi scusare come si deve non la finirei più (e non ho il tempo di fare nemmeno quello, grazie alle mie spiccate capacità di organizzazione!).
De toute façon, in questo capitolo Sofia tenta di fare chiarezza sull’idea che ha di Nicolas con l’aiuto delle amiche, col risultato di avere la testa ancora più incasinata di prima anche senza l’intervento del Grillo Petulante (che nella sua breve comparsa ha dimostrato tutta la sua immaturità!).
Laura, che vede rosa anche oltre il suo armadio, è già in cammino verso l’altare nelle vesti di damigella d’onore: non le è piaciuto affatto l’atteggiamento di Nicolas, tuttavia non serba rancore e, dietro la facciata angelica, si diverte un sacco a punzecchiare Sofia.
Al contrario Nicole, più riflessiva, teme per la sua migliore amica: ha quasi paura che a Sofia possa piacere il nuovo ragazzo francese, per cui prova una subitanea avversione. Tuttavia, dovrà guardarsi lei stessa le spalle…
Infine abbiamo Nicolas, preso in ostaggio dalla professoressa Manzoni ed esaurito dopo tre ore di scuola che, poverino, non riesce nemmeno a trovare la sua classe grazie all’intervento della sopracitata prof!
Le premesse per la loro prima lezione non sono certo delle più rosee: lei con attacchi di tachicardia ogni volta che si trova a meno di venti metri da lui, lui con la luna di traverso e manie omicide verso la professoressa di italiano… cosa combineranno questi due chiusi in una stanza?
 
  
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