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Autore: Whatweusedtobe    26/04/2013    4 recensioni
"Anche se io ho finto di farcela, spero che tu ce la faccia davvero, perché non sei una codarda come me, te non sei mai fuggita davanti alla vita."
"Lui, tutto di lui mi faceva sorridere e finalmente pensavo di sentirmi viva dopo tanto, troppo tempo."
"Giuro che non avevo mai visto nulla di così vitale come i suoi occhi."
"Ora sei pronta” . Pronta? Io? Per la vita? Mai stata.
"Io ero solo...io ma sembrava che a lui bastasse e questa era la cosa più bella che mi potesse succedere: qualcuno che mi accettasse per come ero."
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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A chi servono altri occhi per vedere il mondo, perchè da solo è imprigionato nella miopia del proprio incubo personale.


Disappointed




Gli occhi di tutti fissi su di me. E’ proprio vero, quando fai qualcosa che va poco aldilà di quello che gli altri ti vedono fare ogni giorno, sei un mostro. Se ti distruggi internamente per anni va bene, lo hai sempre fatto, ma se decidi di ribellarti a quello che ti viene fatto ,allora sei un mostro. E io in effetti, mi ci sentivo un mostro ma non avevo voglia di starci a rimuginare sopra: ormai avevo dato uno schiaffo a Bettany e , se volete sapere se fossi dispiaciuta, mi dispiace ma non lo ero. Non per lei.
Liam mi posò un braccio sulle spalle e mi portò in classe . Per tutto il percorso non parlammo. Una volta entrati nell’aula di fotografia si sedette accanto a me e mi accarezzò una guancia. Gli sorrisi mesta.
-Chi avrebbe mai pensato che sei una che picchia?- rise.
-Veramente … è la prima volta che do uno schiaffo a qualcuno … - risposi diventando rossa. Non volevo che si facesse un’idea sbagliata di me … non ero una ragazza violenta, solo che … avevo perso la testa.
Vedendo il mio disagio Liam sorrise e mi prese il mento facendomi incontrare il suo sguardo.
-Ehi … guarda che non penso quello che credi: se tu non avessi sistemato Bettany, lo avrei fatto io … e sarebbe stato molto peggio.-
-Grazie … di nuovo- sussurrai.
Mi fece l’occhiolino.
-Tutto ok … comunque … non mi sarei mai aspettato che … Niall … sì insomma, scrivesse quelle cose .-ammise scusandosi con lo sguardo quando arrossii di scatto.
-Lo so, nemmeno io … è stata una sorpresa anche per me. – dissi velocemente cercando di liquidare la faccenda.
La lezione cominciò e sperai, invano, che Liam avesse magicamente dimenticato quello che era successo con Niall poche ore prima. Sapevo che voleva sapere, ma non avrei ammesso nemmeno sotto tortura che Niall forse mi piaceva un po’. Perché sapete, è un po’ difficile sapere se sei innamorato di qualcuno avendolo visto due volte al massimo. Ah e io non credo ai colpi di fulmine, non credo che ci si possa innamorare improvvisamente di una persona. L’amore può forse partire da uno sguardo, ma va fatto crescere piano piano ,ha bisogno di gesti, di presenze.
-Ti piace?- la voce di Liam mi risvegliò dalle mie riflessioni interiori.
-Non lo so-risposi. Ed era vero.
-Meglio così. – disse sovrappensiero. Non capii quello che voleva dire con quella frase ma non chiesi nulla, per me era meglio liquidare lì l’argomento.
Le ore di lezione passarono e Liam non mi lasciò sola nemmeno un minuto: chissà come era riuscito a modificare il suo orario in modo che coincidesse al mio. Ma questo mi rassicurava , ero felice che qualcuno si occupasse di me per una volta.
Arrivò la campanella che segnava la pausa pranzo e così uscii dall’aula seguita da Liam. Essendo sovrappensiero non notai qualcuno che mi faceva cenno fino a quando Liam non mi tirò la maglia e indicò con la testa nel corridoio verso destra.
Niall mi salutava sorridendo. Alzai timidamente una mano in segno di saluto e lui mi raggiunse.
-Ciao … -
-Ciao Niall – risposi
-Lo so che non ci conosciamo ma … mio fratello dà una festa domani sera e mi chiedevo se volevi venire … -disse velocemente distogliendo lo sguardo.
Non sapevo cosa rispondere, ma Liam mi precedette:
-Sì , contaci veniamo di sicuro!-
Niall sentendo la voce del mio migliore amico si voltò verso di lui con una faccia sorpresa.
-Oh certo … non sapevo che voi due … sì vieni anche te Liam – sorrise imbarazzato e andò via.
Mi voltai verso Liam con un sopracciglio alzato. Lui sorrise beffardo ,mi cinse le spalle e avvicinò le sue labbra al mio orecchio:
-Eh dai! Sarà divertente! Poi ci sono io !-
-Se lo dici tu … - sospirai poco convinta.
Liam mi stampò un bacio in fronte ed esclamò:
-Brava ragazza! Così ti voglio!-e mi strinse la spalla.
Risi. Con lui tutto sembrava facile. Era il mio salvagente alla vita. Lo adoravo per questo.
-Bene, ora che siamo d’accordo ti porto a pranzo … ho una fame!-mi prese la mano e mi guidò verso la mensa.
Il mio stomaco si restrinse. Mi diressi verso il bancone su cui erano esposti i vari cibi. Nemmeno uno mi invitava. Non volevo mangiare. Non volevo far vedere a Liam il mio problema . Non a lui, lui non meritava di vedermi davanti alla mia peggior paura: mangiare. Presi un vassoio velocemente e mi diressi al banco delle bibite : presi dell’acqua , la bevanda che aveva costituito il mio pranzo fino ad allora. Liam notò che mie ero allontanata dalla fila per prendere i primi piatti così mi urlò da lontano:
-Vuoi che prenda io il tuo vassoio e ti prenda qualcosa?-
Gli feci cenno di sì e lo ringraziai: sarebbe stato tutto più facile. Io non sarei nemmeno riuscita a mettere sul piatto un po’ di insalata che nell’ultimo periodo si era rivelata più calorica del solito. Non lo sopportavo. Odiavo il cibo. Ogni cosa che ingoiavo mi ricordava quanto non la meritassi, quanto non meritassi nulla.
-Prendo i posti al tavolo.-dissi a Liam che annuì.
Mi sedetti in un tavolo non molto lontano e cominciai a pensare come poter far finta di mangiare. Nulla di quello che Liam avrebbe messo sul piatto andava mangiato. Non trovai una soluzione. Mi iniziò a far male la testa: avevo paura anche solo di vedere i piatti pieni di cibo.
Liam dopo dieci minuti arrivò al tavolo poggiando i vassoi sopra di esso: ognuno di essi conteneva un piatto di pasta, della carne, un contorno, un panino e un piccolo dolcetto che identificai come un cupcake.
Mi sentii male. Guardai scettica il vassoio e lo avvicinai ,ma era più forte di me, anche solo sentire gli odori di quei cibi era rivoltante. Deglutii e guardai Liam che intanto aveva iniziato a mangiare un po’ della pasta.
Decisi che anche io avrei dovuto fare qualcosa ,così presi la forchetta e toccai prudentemente il piatto di ravioli che avevo davanti. Mossi la pasta ,giocandoci per un po’ finché Liam non parlò:
-Se non ti va, puoi anche non mangiarlo-
Abbassai il capo e strinsi gli occhi a quelle parole.
-Scusa … esco a prendere un po’ d’aria, non mi sento molto bene.-dissi velocemente per poi alzarmi e correre verso l’uscita che portava al giardino esterno alla mensa.
Avevo rovinato tutto. Sapevo che Liam, una volta visto di persona il mio problema mi avrebbe abbandonata. Adesso che aveva toccato con mano la mia anoressia , prima solo letta sui muri, sapevo che se ne sarebbe andato. Io ero malata. Scoppiai in lacrime. Singhiozzai disperata sedendomi e portando le ginocchia al viso. Ero spaventata da me stessa, da quello che ero diventata, una ragazza che non riesce nemmeno a mangiare un piatto di pasta, ma non potevo farne a meno.
Piansi perché ora l’unica cosa bella che mi era capitata nella vita se ne sarebbe andata.
Delle braccia mi avvolsero da dietro. Mi irrigidii immediatamente finché non sentii una voce familiare sussurrarmi all’orecchio:
-Sono qui, Luce, non ti lascio.-
-No … ho rovinato tutto,quello che sono ha rovinato tutto … è solo che … è più forte di me … non ci riesco … io … - scoppiai in lacrime di nuovo.
Liam mi strinse più forte:
-Calmati, ci proveremo insieme, passo dopo passo gliela farai. –
A quel punto mi sentii tranquillizzata. Non se ne sarebbe andato. No, Liam non mi avrebbe lasciata sola. Ne ero certa. Prima ero stata una sciocca anche solo a pensarlo.
Mi voltai e gli gettai le braccia al collo ,asciugandomi le lacrime.
-Grazie di esserci quando ho bisogno. Ma ti avverto, non sono una normale.-
Liam rise alla mia affermazione:
-Nemmeno io ho mai detto di esserlo … ma ora basta piangere perché ti voglio portare in un posto speciale.-
Detto ciò mi prese in braccio e mi caricò sulle sue spalle. Mi dimenai come una bambina. Era davvero imbarazzante.
-Liam! Lasciami! Non sono più una bambina!-
Lui ridacchiò ma non si decise a lasciarmi andare , almeno non fino a quando fummo sulla terrazza della scuola. Mi depositò a terra e mi fece cenno di venire verso di lui: al centro della terrazza c’era una veranda ricca di fiori e edera.
-Qui ci tengono tutte le piante per il laboratorio di biologia. Essere il primo della classe ha i suoi vantaggi certe volte … vieni, entra- mi invitò.
Feci alcuni passi avanti e mi ritrovai dentro un vero e proprio paradiso naturale : la veranda era interamente rivestita di fiori colorati di ogni tipo. Rimasi a bocca aperta:sembrava di essere in un sogno. Il mio sogno.
-E’ bellissimo- sussurrai guardandomi intorno. Non credevo ai miei occhi.
Liam si avvicinò a me e mi avvolse le sue braccia in vita. La mia schiena era appoggiata al suo petto. Potevo sentire il suo respiro regolare.
-Ho sempre sperato di poterla condividere con qualcuno un giorno.-mi disse
Mi girai e lo guardai negli occhi. Vedevo solo dolcezza e … cos’altro? Amore? Non volevo che si innamorasse di me. Innamorandoci avremmo fatto finire tutta la nostra amicizia. L’amore era difficile. L’amicizia era pura,semplice. Avevo bisogno di un amico. Avevo bisogno di Liam. Non ero pronta all’amore.
Decisi di metter un po’ di distanza tra i nostri due corpi vicini, così indietreggiai un po’ e colsi una punta di dispiacere negli occhi di Liam. Gli accarezzai la guancia .
-Lo sai che sei il mio migliore amico?-
-L’ho saputo dal primo giorno!- mi fece la linguaccia.
-Sbruffone !- lo presi in giro.
Mi fece il solletico finché non lo pregai di smettere, perché stavo letteralmente morendo dal ridere.
Rimanemmo in silenzio ,osservando il cielo dai vetri della veranda.
-Luce?-
-Mmm?-
-Lo sai che se vuoi posso essere di più?-
-Mi basta quello che sei Liam, non chiedo altro che un amico come te-
Sentii Liam sospirare:
-Me lo dirai quando vorrai di più?-
-Certo.-
 
Era arrivato il momento di andare: sarei dovuta tornare a casa già da parecchio, così decisi di salutare Liam e avviarmi verso casa. Lui non mi avrebbe potuto accompagnare perché aveva il corso di scienze applicate nell’ora successiva e la pausa pranzo stava finendo.
Mi stavo dirigendo verso la porta quando la sua voce mi fermò:
-Lu, prometti che continuerai a vivere?Lo farai per me?-
Mi voltai per guardarlo .
-Promesso-
 
 
Mi guardai allo specchio: sforzandomi di farmi piacere l’immagine che vedevo riflessa ,ma non ci riuscivo.
Tuttavia non potevo dare buca a Liam: mi avrebbe accompagnato alla festa del fratello di Niall tra mezz’ora e proprio non me la sentivo di dirgli che non ce la facevo. Insomma, quanta gente ci sarebbe stata? 20-30 persone al massimo. Non sarebbe stato così male. Forse mi sarei anche divertita.
Distolsi lo sguardo dal mio riflesso: inutile continuare a fissarlo, non mi sarei mai accettata. Non sarei mai apparsa attraente, non ero così. Anche se … ultimamente stava diventando sempre più semplice riuscire a … mangiare, a sopravvivere. Quel giorno ero riuscita anche a fare colazione: uno yogurt bianco e un cucchiaino di cereali, non tanto, ma sempre meglio del niente che perseguitava il mio stomaco. Ogni tanto, mi sentivo felice, lo giuro, potevo vedere che c’era qualcosa di bello. Qualcosa per cui vivere, per cui continuare a sorridere. E Liam era stato determinante nel mio piccolo cambiamento.
Vidi accostare una macchina nel vialetto di casa mia così scesi le scale , salutai i miei genitori e uscii di casa. Liam scese dalla macchina e mi venne incontro. Gli feci un grande sorriso: la mia serata era perfetta anche solo vedendolo.
-Lu! Sei stupenda.-
Indossavo un vestito verde acqua che accentuava la sfumatura ramata dei miei capelli (o almeno così mi aveva detto la commessa dl negozio ) e arrivava poco sopra al ginocchio. Non volendo apparire troppo elegante avevo deciso di “rovinare” il tutto indossando le mie Vans bianche, con grande disappunto di mia madre.
Arrossii, non abituata a complimenti e mormorai un rapido “grazie”.
Salimmo in macchina. Liam accese la radio e iniziò a canticchiare una canzone che non conoscevo. Aveva proprio una bella voce. Sì, decisamente una gran bella voce.
-Sembri … felice.- Liam interruppe i miei pensieri.
-Lo sono, grazie a te .- risposi. Liam doveva sapere quanto rappresentava per me ,ma questo non cambiò il fatto che fossi imbarazzata quando lo dissi.
-Mi piaci quando arrossisci.- si sporse verso di me mentre lo disse e mantenne una mano sul volante, mentre l’altra arrivò delicata al mio viso arrivando a posarsi sulle mie guance –le tue guance diventano dello stesso colore dei tuoi capelli.-
Lo guardai. No, ero sicura che non ci potesse essere una persona che mi facesse sentire bene come lui. Ed era mio . Sarò potuta sembrare una bambina viziata ,ma lui era la mia pillola personale della felicità.
Liam accostò sul viale da cui si poteva intravedere una grande casa illuminata e circondata da decine e decine di macchine. Si svolgeva decisamente lì la festa.E no, non c’erano 20-30 persone ma 200-300. Sperai solo che tra quelle non ci fosse Bettany.
Scendemmo dall’auto e ci avviammo verso la casa. Non ci fu bisogno di bussare: Niall ci venne incontro salutandoci, o dovrei dire salutandomi. Mi venne di fronte e mi inchiodò con quegli occhi azzurri da cui dovevo decisamente disintossicarmi.
-Posso?- mi chiese e, pensavo si riferisse al fatto di prendermi la giacca così annuii . Stavo per porgergliela e ringraziarlo ma mi ritrovai le sue braccia avvolte intorno al mio corpo esile. Mi stava abbracciando. E me lo aveva chiesto. E io, come una deficiente , lo avevo realizzato dopo. Non sapendo che fare gli avvolsi le braccia intorno alla vita debolmente. Inspirai il suo odore mentre scioglievamo l’abbraccio: aveva un essenza inconfondibile, sapeva di vita. La stessa che io volevo buttare via o che, forse, stavo vivendo per la prima volta.
Sentii Liam, vicino a me , irrigidirsi. Lo guardai: il suo sguardo si era indurito ma era sempre rimasto controllato. Cosa gli stava prendendo?
Niall si rivolse a Liam:
-Faccio vedere un po’ la casa a Luce. Josh ti stava cercando.-
Afferrai la mano di Niall e sussurrai a Liam un “a dopo”.
Il mio accompagnatore mi fece rapidamente vedere il piano terra della casa , per poi passare al piano superiore, decisamente meno affollato.
-Odio le feste :non sopporto gli spazi troppo affollati.-mi confidò
-Nemmeno io : mi sento soffocata.- lo rassicurai.
Proseguimmo per un po’ fino ad arrivare ad una piccola scaletta che portava a quella che pensavo fosse una mansarda. Mi ritrovai in un misto tra una mansarda e un terrazzo ,da cui si poteva vedere benissimo il cielo stellato. Sembrava di essere al planetario. Era stupendo.
-Ti va di stare un po’ qua?-
Mi voltai verso Niall e in quel momento se mi aveste chiesto se fossero più luminose le stelle che avevo appena guardato o i suoi occhi , beh, non avrei saputo proprio che dire.
-Per me è perfetto stare qui.- Con te . Ma quel pensiero me lo tenni per me.
Niall distese una coperta sulla terrazza della mansarda e ci accovacciammo lì. Ci sarei potuta rimanere tutta la vita. Lì. Immobile. A guardarlo.
Parlammo, un sacco. Mi parlò di quello che voleva fare dopo il liceo, della musica che amava , di dove avrebbe voluto viaggiare. Mi parlò di sé, ogni tanto trovandosi in imbarazzo .
-Ho il coraggio di dirlo solo perché ho bevuto abbastanza ma … ti trovo bellissima.- Mi si bloccò il cuore quando lo disse. Mi costrinsi a dire qualcosa.
-G….grazie- mi stupii della mia “loquacità” e mi maledissi: c’era al mondo una persona più patetica di me?!
Niall si fece più vicino e arrivò a sfiorare con le labbra il mio collo. Il mio respirò aumentò. Sentii le sue labbra premere delicatamente sullo spazio di pelle poco al di sotto del mio orecchio. Chiusi gli occhi e deglutii. Il mio battito cardiaco era paragonabile a quello di un colibrì. Mi stavo per voltare e continuare il bacio con le labbra: non desideravo altro che sentire le sue labbra sulle mie ma Niall si fermò e si ritrasse fino ad essere pochi centimetri da me:
-No, con te non  deve succedere così : non voglio mandare tutto a puttane.-
Stavo per chiedere spiegazioni ma la porta della mansarda si spalancò, lasciando entrare Liam. I suoi occhi vagarono per la stanza fino a posarsi su me e Niall fin troppo vicini e infine fissarsi su i miei occhi verdi. Tutto ciò che potevo leggere nel suo sguardo era un unico sentimento: delusione.


Spazio autrice:

Mi scuso per l'ENORME ritardo nel pubblicare il capitolo ma non è stato facile riuscire a trovare un attimo per scrivere XD.Lascio a voi giudicare quello che ho scritto:questo capitolo è più o meno di passaggio e serve a introdurne uno a cui penso da un po'(e che darà una svolta decisiva alla storia).Mi fa sempre molto piacere leggere le recensioni e vi prego, se potete, di lasciarne anche solo se leggete la storia(indipendentemente se vi piaccia o no) perchè mi aiutano a capire cosa faccio bene o cosa sbaglio, insomma mi fanno capire cosa pensate. Bene, ora mi dileguo!

Un abbraccio, Whatweusedtobe

P.S. per chi ha twitter e mi volesse seguire sono What_we-used_to be
P.P.S dopo la semtto di rompere: quando riuscirò ad usare bene l'editor sentirete suonare le campane di tutto il mondo, sono un disastro con queste cose!XD








 

  
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