Fanfic su artisti musicali > Taylor Swift
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Autore: Readme    27/04/2013    7 recensioni
"Ma a otto anni, nessuno ti dirà che cantare è solo un bel sogno. A dieci anni, nessuno ti dirà che ovunque andrai, nulla in te andrà bene. A dodici anni, non ti confesseranno che nessuno crederà nella tua musica, perchè a nessuno interesserà davvero quella. A nessuno interesserà il tuo nome, perchè tu sarai solo la fidanzata di qualcuno, la puttana di turno. A quattordici anni, nessuno ti racconterà che il mondo della musica non è fatto di musica, ma di odio, invidia, cattiveria. A sedici anni, quando quella bambina ti riconoscerà per strada, non penserai che forse quando crescerà ti odierà, ti odierà per essere uscita con il suo idolo. E nessuno, ti chiederà mai ad otto anni, se ne varrà mai la pena".
Taylor lascia il mondo della musica dopo lo SNT. Non è la ragazza forte che tutti si aspettavano. Non dopo averle fatto sanguinare il cuore fino ad ucciderla.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Terzo capitolo











Non ero riuscita a dormire quella notte, mi ero sbagliata un'altra volta, l'adrenalina non andava via, mi riempiva le vene e faceva battere forte il mio cuore. Mi ripetevo che era l'eccitazione per il ritorno in scena, quella scena che mi aveva disgustato e reclusa nella depressione. Eppure sentivo ancora la sua voce nelle orecchie. Ripensavo alla nostra piccola conversazione, su quei piccoli sguardi condivisi fin dall'inizio, fin dal nostro primo incontro. Sembrava che il ciclo stesse ricominciando e questo mi dava terrore. Non volevo innamorarmi di Harry, non volevo restare sveglia la notte pensandolo, guardare il cellulare ed incrociare le dita per una sua chiamata, sperare che il giorno dopo non escano foto in cui bacia un'altra e pregare che i suoi fans si sveglino abbastanza felici da non infangare ancora il mio nome. Non volevo toccare il fondo di nuovo e avrei dato qualunque cosa per non amare mai più. Avevo sempre avuto paura di rimanere sola, una cantante sola e con i suoi Grammy a farle compagnia. Forse mi meritavo questo e forse l'amore non era tutto. Era importante. Ma poteva essere il significato della mia vita? Si. Ma avevo così paura di dirlo ad alta voce. Fissai l'orologio sul comò, erano le due del mattino, sollevai il piumone poggiato sul mio corpo e fuoriuscii dal letto, cercando di far abituare gli occhi al buio. Trovai immediatamente la mia chitarra, lasciata all'angolo della camera come qualche ora prima quando dopo l'ennesima canzone, ero riuscita ad addormentarmi. L'appoggiai sulle mie gambe e strimpellai qualche nota.

 

-I used to think that we were forever, ever and I used to say never say never...” -. Ricordai immediatamente che il giorno dopo, che era ormai ovviamente era arrivato, sarei dovuta partire. Dovevo ritornare a Nashville per girare il videoclip del mio primo singolo. Sospirai sugli accordi del ritornello e cominciai a riflettere su quanto fosse stato giusto scegliere “We Are Never Ever Getting Back Together” come primo singolo. Non avevo fatto ascoltare a nessuno le mie nuove canzoni, ne avevo scritte molte, più di quaranta ed avrei voluto metterle tutte nel disco per far intendere al pubblico quanto fossi maturata scrivendo ogni singola strofa. Purtroppo ne ho dovuto scegliere solo sedici più altre tre per la versione deluxe dell'album. Avevo unito molti sound, cercando di rimanere me stessa e di ritrovarmi. Non sapevo più di essere una cantante Country, non sapevo chi ero. Non so chi sono. Il mio album è confuso. E' ironico, è delusione, è dolore, è divertimento, è allusivo, è rosso. Mettendolo a confronto con il mio ultimo album, l'ho trovato molto più, più mio. Anche se Speak Now l'ho interamente scritto io, ho sentito come se Red mi appartenesse molto di più, come ai tempi del mio primo CD e di Fearless, quando cercavo con delle canzoni di presentarmi al mondo.

 

Avevo fatto ascoltare a mia madre una introduzione di 'Begin again', era così eccitata. Ricordo che veniva ogni giorno a trovarmi. Io non parlavo, non mangiavo. Lei mi raccontava la sua giornata, riempendo l'argomento con delle battute squallide su cui io avrei certamente riso se ne avessi avuto la forza. Il primo mese avevo deciso di riempire la dispensa della mia nuova casa, la svuotai in pochi giorni mentre leggevo i nuovi articoli e insulti sul mio conto. Taylor Swit, tradita dall'idolo delle ragazzine, Harry Styles, si rifugia lontano dal mondo. A presto il suo nuovo album. Chissa se scriverà finalmente una canzone sul fatto che lei sia un problema. All'inizio, volevo solo fermarmi ed allontanarmi dalle telecamere, quell'articolo invece mi fece cambiare totalmente direzione. Che ironia. Non scrivevano più accanto al mio nome 'Cantante country', ero solo la ex di qualcuno che avrebbe fatto ridere con una nuova canzone basata sui suoi sentimenti. Così smisi di leggere i tabloid, chiusi con Twitter, chiusi con il mondo reale. Smisi di mangiare regolarmente e mamma se ne accorse immediatamente, come Louis dopo che mi aveva incitato a mangiare tutto il cornetto quel mercoledì. Non riuscivo a tenere il cibo dentro. Ricordavo tutto così terribilmente quando mangiavo.

 

Dovevo svuotare il mio cuore, non il mio stomaco, l'unico modo che conoscevo era la musica. Eppure era questa che mi aveva messo il mondo contro. Ero davvero io il problema. Ci provai, provai a vomitare il mio dolore, la repulsione che provavo nei miei confronti, non ne uscì niente. Non sapevo più scrivere. Ricordo che mia madre arrivò in quel momento, ricordo che mi trovò mentre ridevo istericamente e piangevo di felicità. Ero felice di non saper fare più quello che la gente odiava di me. Ero felice di tenere tutto dentro. Pensai che forse avrebbero smesso, ma sapevo che mentivo solo a me stessa, parlavano di me più di prima.

 

-“But we are never ever ever ever... getting back together” - sussurrai alla chitarra, mentre la luce dell'alba cominciava a farsi spazio nel buio della notte già passata. Mamma batteva forte le mani, mentre strimpellavo le uniche parole che avevo partorito dopo mesi di astinenza. E mamma piangeva, mentre papà l'abbracciava dalla vita. Austin era lì, lo stesso sguardo confuso e meravigliato di quando cantai a loro la mia prima canzone. Non avevo più otto anni, per quanto quella canzone fosse forse infantile, non ero io il problema e non mi dissero che sarebbe stato difficile riaffrontare tutto, eppure decisi di andare avanti. Così mi addormentai, con la chitarra ancora tra le mie mani.

 

Mi svegliai qualche ora dopo, con il cellulare che intonava il nuovo singolo di Selena. Imprecai silenziosamente e buttando la testa sul cuscino, schiacciai la chitarra che cadde a terra. Mi ripresi immediatamente e constatai che era ancora intatta. Sospirai sollevata e afferrai il cellulare rispondendo in seguito alla chiamata. - “Chi sei tu?” - dissi scandendo le parole e cercando di non far trasparire l'irritazione nelle mie parole. - “Sono il tuo migliore amico, come va il viaggio?” - lo sentii ridere e prima di rispondere, cominciai a riflettere sulle sue parole. - “Io devo partire” - dissi più a me stessa che a lui. - “Non sei all'aeroporto?” -

 

-“NO ! Oddio, devo andare, scusa Louis” - non aspettai una risposta e chiusi la chiamata. Scesi dal letto e guardai l'orologio. Tra meno di trenta minuti sarei dovuta essere su un aereo. La sera prima mi era rimasta un po' di materia grigia, avevo quindi tutte le valigie pronte, dovevo solo rinfrescarmi e mettere la chitarra nella sua custodia. Dieci minuti dopo ero almeno decente da guardare, afferrai le valigie e lasciai la camera sperando di non aver dimenticato nulla. Di sotto mi aspettava un Taxi, pensai me l'avesse messo a disposizione l'Hotel, ma l'uomo che stava alla guida mi disse che lo aveva mandato Harry Styles. Mi caddero le braccia e il mal di testa che ieri sera avevo fatto passare con una tazza di camomilla, ricominciò a darmi fastidio. Che senso aveva mandarmi una macchina? Come aveva saputo del mio ritardo? - “Louis Tomlinson” - dissi stringendo i denti. Perlomeno cinque minuti dopo ero all'aeroporto, l'uomo mi aiutò a prendere tutte le valigie e mi accompagnò fino all'interno. Cercai di pagarlo, ma inutilmente, era stata già pagato dallo stesso Harry. Mi morsi la guancia dall'interno della bocca e ringraziandolo, mi incamminai verso il mio posto. Ero irritata. Fottuto mal di testa, fottuto Harry Styles. Cosa voleva? Che lo chiamassi per dirgli grazie? Cosa pensa? E' impazzito. Cioè, Louis è morto, col cavolo 'Begin again' è dedicata a lui, col cavolo che glielo dico. Si è fottuto da solo anche lui. Non potevano essere gay? Larry. Sarebbe perfetto, almeno saprei di non essere io il problema. Stupidi pensieri, marcite nella mia testa. Anzi, non nascete proprio. Posso essere così stupida? Due anni e mi fa sentirei ancora così. Borbottai tra me e me, finché qualcuno non gridò il mio nome. Mi girai, pensando fosse qualche fan, ed in effetti era così. Una ragazzina correva verso di me con il naso rosso per lo sforzo e la guance pallide. - “Ciao” - le sorrisi e per un attimo dimenticai il volo. Potevo partire anche tra un'ora, avevo tempo per qualcuno che mi aveva rincorso solo per salutarmi. - “Ti prego, non andare via” - disse prendendo fiato ad ogni parola. Io storsi le labbra, non capivo la sua frase. - “Cosa stai dicendo? Calmati, come ti chiami?” - cominciai seriamente a preoccuparmi, forse semplicemente si era persa e mi stava chiedendo qualche informazione. - “Taylor, ti prego, io ti voglio bene, tante persone ti amano, sei fantastica, sei il mio modello, non andare via ancora” - disse prendendomi con la forza le mani. Un agente di servizio si avvicinò a noi, avevo avvisato del mio arrivo perciò erano pronti a prendere delle precauzioni per allontanarmi da dei possibili fan troppo scatenati. - “Qualche problema?” - io accennai un 'No' con le labbra, ma la ragazzina mi strinse ancora di più fino a farmi piegare per raggiungere la sua altezza. L'agente così si avvicinò ma io lo fermai immediatamente. - “Non mi sta dando fastidio, è una mia amica, può andare” -, l'uomo non sembrava convinto, ma io cercai di mentire al meglio possibile e così si allontanò.

 

-“And I don't know why, but with you I'd dance in a storm in my best dress, fearless” - la ragazzina canticchiò sospirando la strofa ed io rimasi lì interdetta. - “Io, io non vado via” - dissi quasi balbettando e cercando di non mostrare i miei occhi gonfi di lacrime. - “Tutti dicono che cantavi solo quella canzone ieri e poi andavi via di nuovo e tu stai qui, tu voli via” - non era una domanda, ma lo sembrava. - “Oh, no, io... è per lavorare sul mio nuovo CD, come potrei abbandonarvi? Ho sempre pensato a voi” - ricambiai la stretta della sua mano e l'abbracciai piano, poi accanto al suo orecchio cominciai a cantare - “So don’t you worry your pretty little mind, people throw rocks at thingsthat shine and life makes love look hard” - lei sorrise e ricambiò l'abbraccio incredula, come se si fosse accorta solo ora di star parlando con me. Io al contrario ero ancora più emozionata, avere un contatto fisico, quasi fraterno con un fan è il paradiso. Loro non sono fan, non sono un fandom, sono i miei migliori amici. - “Non credere a ciò che dice la gente” - si staccò da me e annuì con la testa. - “Crederò sempre in te Taylor”- io arrossii come risposta e le chiesi se avesse un cellulare con lei. Lo tirò fuori ed io glielo presi, scattai con quello una foto di noi due insieme e poi glielo restituii. Infine, prima di lasciarla andare ed essere chiamata per andare sull'aereo, presi il mio telefono e aprii l'applicazione che mi permetteva di girare un video, le chiesi se mi potesse registrare e lei accettò.

 

-”Ciao, sono Taylor, non so se sappiate chi io sia, ma se lo sapete prestate un attimo ascolto alle mie parole. Sono all'aeroporto di Los Angels, sto per andare a Nashville. Non sono più una che controlla i tabloid ed in realtà e la prima volta che tocco Twitter dopo tutto questo tempo, perciò si sono orgogliosa di me stessa. Ho incontrato qui una mia fan” - risi leggermente mentre lei girò il telefono dalla sua parte per farsi vedere, poi tornò a registrarmi - “Mi ha detto che tutti pensavano che io dopo aver cantato ieri quella nuova canzone a distanza di anni dal mio ultimo album, stessi sparendo di nuovo. Non sono un giocattolo, né una palla. Non faccio avanti ed indietro, per quello che può importare ieri è stata una giornata faticosa per me, ho dovuto affrontare tutte le mie paura in una volta. Ma non cerco comprensione, solo un po' di sana intelligenza da parte dei giornalisti e da parte di persone stupide e senza una morale che dominano internet. No, non vado via, parto per registrare il primo videoclip del primo singolo di questo nuovo album. Un nuovo album critici, preparatevi per recensirlo, mi raccomando. Non abbiate paura ragazzi, chiunque mi supporti la fuori, io lo amo. Non ho mai smesso di amarvi.” - salutai con la mano e Rachel – mi aveva detto il suo nome – spense la videocamera. L'abbracciai un'ultima volta ed infine dovetti andare, era orario di volo. Mentre facevo gli ultimi minuti di fila, condivisi il video su Twitter. Non twittavo dall'ultima notte allo Speak Now Tour. L'adrenalina non cessava di farsi spazio nel mio corpo.

























Angolo dell'autrice:

Ciao ragazzi, come state? Ho ricevuto tre recensioni ed in più in tre seguono questa storia, per non parlare delle visualizzazioni.
Oddio, a volte mi chiedo se apriate la finestra della storia e poi vedendo quanto faccia schifo e richiudete lol
Quindi, eccomi qua. Qualcuno ha pensato fossi una Directioner o una Swiftie, meglio chiarire.
Sono totalmente ed incondizionatamente innamorata della musica di Taylor, Harry invece non mi fa nè caldo nè freddo, cioè è un bravo cantante, immagina un duetto con taylor - sto morendo -, non seguo la band se so molte cose di loro e perchè la maggior parte delle persone su twitter parlano di loro. Non so perchè o come o quando, ma sono ossessionata da Haylor, cioè, sono una di quelle fangirl che shippando la propria OTP, vede collegamenti tra due persone anche quando non ci sono. prima o poi farò un twtlonger con tutti i collegamenti Haylor, ci sto lavorando, sono già a sei pagine. Non ammetterò mai che Harry e Taylor si sono lasciati, lasciatemi vivere nalla mia bolla. tanto loro stanno insieme. Già.


Buona lettura, aspetto pazientemente una vostra recensione, alla prossima :)

  
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