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Autore: Raheela Orbeli    27/04/2013    7 recensioni
"Scorpius Hyperion Malfoy.
Era la persona che più odiavo nel Mondo Magico.
Viziato, altezzoso, rompiscatole, impertinente e tutte le altre caratteristiche negative che potevano essere racchiuse in quella Serpe di nobile famiglia".
Tra Lily e Scorpius non corre buon sangue tutto il castello, anima viva e non, è al corrente delle loro liti per i corridoi e dei continui scherzi della Potter a discapito del Malfoy. Riusciranno,durante l'anno scolastico, ad instaurare un rapporto civile?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Lysander Scamandro, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Salii su una delle carrozze che come ogni anno si trainavano da sole anche se in realtà sapevo benissimo che non era così.
Mio padre,quando il nostro rapporto era ancora civile e comprendeva addirittura un dialogo, mi aveva spiegato che le famose carrozze di Hogwarts venivano trainate da delle mitologiche creature chiamate Therstral.


Queste entità magiche potevano essere viste solo dalle persone che avevano guardato in faccia la morte e per mia enorme fortuna io non ero fra questo infausto gruppo di gente, ergo non riuscivo a vedere i Therstral e speravo di non notare la loro presenza ancora per molto tempo nonostante io sia parecchio affascinata dalla loro esistenza.


Sulla carrozza accanto a me vi era seduto il mio migliore amico di sempre: Lysander.


Lo conoscevo da quando ero nata e con mio sommo piacere mi era sempre stato vicino in qualsiasi momento della mia vita, dal più felice al più drammatico e catastrofico.
Organizzavamo insieme degli scherzi spettacolari e inutile dirlo erano quasi tutti a discapito di Rose.
Solo guardandolo di soppiatto la mia mente vaga involontariamente tra i miei ricordi più cari: io e Lysander che giocavamo sulla sua casa sull'albero, noi due che preparavamo i biscotti a Natale, Lysander che picchiava suo fratello gemello Lorcan sotto il mio sguardo divertito, le sgridate dei nostri genitori che non ne potevano più dei nostri scherzi, lui che mi consolava quando piangevo nella mia stanza... ma i problemi erano dietro l’angolo.


Tutto iniziò con la mia stupida e insensata convinzione di essere profondamente innamorata di lui e non riuscendo più a scorgere il confine tra amicizia ed amore: le guance diventavano sempre più rosse ad ogni suo dolce e affettuoso sguardo che mi rivolgeva e ogni volta che succedeva il cuore mi batteva nel petto a mille.
Quello fu uno dei periodi più brutti della mia vita perché per non rovinare la nostra splendida amicizia avevo preso la decisione più difficile della mia infanzia: prendere le distanze dalla nostro rapporto.


Ogni giorno che passava ero sempre più fredda e indisponente con lui e questo mio comportamento lo ferii parecchio tanto che mi chiese ripetutamente quale fosse il problema, ma per la prima volta da quando lo conoscevo, non ne parlai con lui; non potevo farlo con nessuno.


Dopo molto,moltissimo tempo riuscii a capire e a convincermi che la nostra era solo un’ amicizia profonda e fraterna, è incredibile come riusciva e riesce tutt’ora a capirmi con una semplice e innocua occhiata, solo lui può farlo e solo io riesco a comprenderlo veramente.


" Tempesta sei pronta per un nuovo anno? " mi chiese sorridendo "Certo che sono pronta" replicai altezzosamente e lui in risposta ridacchiò sonoramente per la smorfia che avevo appena fatto.


Poco dopo arrivammo al castello, la sua vista mi lasciò senza fiato come ad ogni mio arrivo a inizio anno.
Quel luogo era speciale, era un concentrato di magia e misteri, una combinazione perfetta per la mia innata curiosità.
Varcai l’imponente e maestoso portone in legno seguita a ruota dalla calca di ragazzi del mio stesso anno che si spingevano violentemente per i corridoi facendomi così perdere il contatto visivo con Lysander.


Nonostante tutto però ero curiossissima di vedere lo Smistamento e la nuova canzoncina che il Cappello Parlante avrebbe ideato.
Ogni volta che tornavo a casa quello era il mio momento preferito, non lo avrei perso nemmeno per tutti i galeoni del mondo magico.
Hogwarts non era cambiata per niente vi erano sempre gli stessi quadri animati da degli omini che quando passavi ti salutavano allegramente, i fantasmi che scorrazzavano da un corridoio all'altro emettendo strani rumori, le scale che cambiavano a loro piacere e discrezione direzione, Pix che faceva alterare Gazza che era seguito sempre dalla sua fedele Mrs Purr.


Intanto i bambini del primo anno seguirono la professoressa Adrianne di Trasfigurazione la quale avrebbe illustrato loro le regole principali del Castello.


Finalmente sarei potuta andare a riposarmi nel mio adorato dormitorio e sistemare i miei effetti personali.
 

Da quello che mi aveva riferito zio Ron le cose erano cambiate a Hogwarts, rispetto anni or sono, visto che gran parte dell'edificio era stato ricostruito a causa dei danni che la struttura aveva subito durante la guerra magica contro Voldemort.


Ogni stanza era stata adibita per contenere due o tre studenti della stessa Casa e sesso e non tutti insieme in un unico dormitorio come invece accadeva prima.


L'anno scorso mi era toccata una compagna di stanza davvero tremenda che non potevo sopportare.
Era la copia sputata di Rose, la classica moralista so-tutto-io sempre pronta a dire quando sbagliavi e cosa era giusto fare.
Adorava illustrarmi la bellezza delle regole e la soddisfazione interiore che si prova quando le si rispettano, per me erano immense stupidate perché nella mia vita le avevo rispettate poche volte e la mia coscienza stava alla grande e sopratutto mi sentivo lo stesso in pace con me stessa.


Non potevo neanche preparare uno scherzo in camera perché lei, con il suo fiuto simile a uno Snaso, riusciva ad individuare ogni singola cosa che andasse contro il regolamento scolastico o "l'etica morale".
Alla fine dell'anno le avevo fatto saltare in aria tutti i suoi oggetti e lei per disperazione aveva chiesto alla preside di cambiare stanza.
La McGranitt ,che ormai mi conosce benissimo, con suo enorme disappunto aveva acconsentito senza obbiezioni.


Non saprei con chi sarei capitata in camera ma speravo vivamente non con una so-tutto-io o che mi rompesse le scatole ogni volta.
Dopo aver seguito i Caposcuola per il breve tragitto, entrai in camera separandomi dal chiacchiericcio assordante degli studenti e accogliendo con sollievo il silenzio che aleggiava sovrano.


La stanza era abbastanza ampia con due letti ad una piazza e mezza, situati uno sul lato destro e l'altro su quello sinistro; sistemai le mie cose sulla parte sinistra dove sulle pareti vi erano già attaccati i poster di Quidditch appesi da me l'anno scorso.
 

Li avevo fatti aderire con un incantesimo di Permanenza in modo tale che nessuno avrebbe potuto staccarli dalla parete.


Sparpagliai le mie valigie sul pavimento e mi buttai sul letto fantasticando sulla mia nuova compagna di stanza, forse poteva essere una che adorava gli scherzi come me e avremo potuto fare squadra ,ma la preside sicuramente non mi avrebbe mai messo con una persona simile a me altrimenti c'era il rischio del crollo della scuola.


Forse era una tipa dolce e riservata come Albus che però riesce a darti dei consigli meravigliosi quando servono, Godric solo sapeva quanto avevo bisogni di consigli utili.


Lysander e James erano proprio da scartare troppo uguali a me, troppo "malandrini"come adoravamo definirci, Albus invece era totalmente diverso e spesso mi confidavo con lui ma purtroppo questo non capitava spesso poiché per la stanza si aggirava sempre quella Serpe di un Malfoy che mi opprimeva con il suo sguardo indagatore e con le sue allusioni squallide.

Sbuffai sonoramente mettendomi una mano sul viso, non sapevo proprio come sarebbe andata a finire tra noi due, forse ci saremo avadakedavrizzati a vicenda prima della fine dell’anno, oppure con molta probabilità lo avrei cruciato senza pietà entro la fine del mese. Mi rilassava molto l'idea di cruciare Scorpius sentire le sue urla stridule sarebbe stata musica per le mie orecchie e un grande trionfo sentirlo supplicare di lasciarlo in pace.


Okay,basta. La mia mente stava vagando troppo su cose che potevano essere punibili penalmente dal Ministero e soprattutto pensavo con maggiore frequenza a lui e non doveva succedere mai più, non doveva sentirsi così importante.


Il flusso impetuoso dei miei pensieri fu interrotto dal cigolio della porta che si apriva, mi alzai dal letto come se fossi stata catapultata da una molla rimanendo impalata vicino ad esso e attendendo con ansia l'ingresso della mia nuova compagna di stanza.
Mi sentivo emozionata, finalmente l'avrei conosciuta e mi sarei tolta ogni dubbio.
La porta si aprì piano e comparve sulla soglia una ragazza bionda.
Dopo pochi secondi riusci a capire chi era: la tipa da strapazzo del treno.
Non potevo crederci era LEI la mia compagna di stanza?! Avrei dovuto sopportarla per un anno intero?


Certe volte penso seriamente che la vita sia stata proprio ingiusta con me: mio padre non mi parla da anni, odio il migliore amico di mio fratello in maniera morbosa-ossessiva, l'unica persona che mi sia piaciuta veramente da bambina è scomparsa nel nulla...
Non sapevo più se ridere o piangere, perché la situazione mi sembrava disperata e comica allo stesso tempo, lei sorrise contenta come se le facesse piacere condividere la camera con me "Piacere sono Joyley Malfoy, la tua nuova compagna di stanza."
Cosa aveva detto? Joyley Malfoy? Speravo vivamente di aver capito male, perché era impossibile che Mister Simpatia avesse una sorella o un qualsiasi parente nel castello, altrimenti lo avrei saputo.


Stupida! Non viene di certo da te a dirti i cazzi suoi. "Emh.. come hai detto M-M-Malfoy? " risposi balbettando lei mi guardò con un sorriso che mi fece venire i nervi facendomi passare come la stupida della situazione. " sì Malfoy... sono la sorella di Scorpius" disse altezzosamente, quella notizia fu come ricevere una secchiata d’acqua gelata in piena faccia.


Era del tutto inaspettata e mi confondeva ulteriormente.
Non era possibile, Albus non aveva mai accennato ad una sorella di Scorpius e lui mi raccontava quasi sempre tutto quello che facevano insieme, mi sentivo tradita, delusa presa in giro e non capivo io stessa il perché.
"non sapevo che la Serpe em scusa... Scorpius avesse una sorella " dissi con una voce che a stento riconobbi come la mia, lei annuì "sì.. non andiamo a dire a tutti che siamo fratelli e se posso evito di dire il mio cognome" rispose assente.


Cercai di decifrare il suo sguardo e riconobbi la stessa freddezza che delle volte riuscivo a vedere in quello di Scorpius.


Non avevo più parole, rimasi lì immobile frastornata e confusa, fissando un punto indefinito della stanza scandagliando le mie emozioni.


Anche se era il mio peggior nemico pensavo di sapere ogni cosa di Scorpius Hyperion Malfoy, ogni particolare della sua inutile vita e invece mi sbagliavo, mi sbagliavo di grosso perché mi ero appena resa conto che in realtà non sapevo proprio niente e forse anche lui si era sentito come me, stufo di dover portare il cognome Malfoy, tanto da non dire a nessuno di avere una sorella?


Non dovevo pensarci, non dovevo vedere quel tizio odioso come una persona simile a me, come a qualcuno a cui volere bene.


Joyley interruppe i miei pensieri chiedendomi dove doveva sistemare le sue cose e,dopo averle indicato dove metterle, iniziò a toglierle dalla valigia con estremo ordine e mi vergognai dei miei effetti personali sparpagliati ovunque. Ero la reincarnazione del disordine, nonostante avessi sentito per anni le strilla petulanti di mia madre che mi imponeva di mettere in ordine e di quanto tutto quello che mi riguardava facesse schifo, non avevo mai imparato e preferivo vivere in un posto con montagna di robe messe a destra a manca che in un luogo dove l'ordine aveva la meglio, ma come si dice spesso "Nel disordine c'è ordine".


Sistemò minuziosamente ogni cosa riponendo sugli scaffali delle foto davvero belle che mi attiravano in quanto erano state scattate benissimo. Ritraevano dei bellissimi paesaggi, quelli che ti fanno venire voglia di mollare ogni cosa e andare in vacanza, oppure delle sue foto da piccola sempre da sola senza fare neanche un sorriso.


Sospirai, forse neanche Draco doveva essere il "padre perfetto" e assumeva gli stessi atteggiamenti del mio, si definivano "diversi" ma in realtà erano più simili di quanto pensassero entrambi, sempre pronti a giudicare pieni di pregiudizi inutili che facevano stare male chi li circondava e non facevano altro che allontanarli dalle persone che amavano.


Avrei voluto parlarne con Joyley ma provavo ancora un moto di antipatia e di rabbia repressa per aver scoperto che Mister Simpatia avesse una sorella solo dopo cinque anni.


Mi sarei vendicata di lui, ci poteva giurare, avevo già in mente un piano perfetto per renderlo lo zimbello del castello, nessuno avrebbe dimenticato quello che gli avrei fatto e tutti mi avrebbero guardato con ammirazione per un motivo finalmente valido.


Sorrisi malandrina guardando l'ora: erano le sette e mezza. Era ancora presto per la cena e conoscendo le abitudini dell'allocco doveva ancora farsi la doccia. Perfetto. Tutto secondo i piani. Questa volta mi sarei superata, James e Hugo mi avrebbero fatto i complimenti orgogliosi di avermi come parente.


Notai con la coda dell'occhio che la bionda mi fissava, forse la mia espressione doveva rispecchiare a pieno le mie intenzioni perché mi chiese " pronta a fare uno scherzo eh?! " guardai altrove cercando di dissimulare, anche se ero una pessima attrice e quando mentivo balbettavo in una maniera vergognosa " c-chi i-io?! Assolutamente no" dissi con aria pomposa che mi ricordava tanto zio Percy, lei sorrise senza dire una parola e continuò a sistemare le sue cose.
Dopo tutto non era male, almeno non si intrometteva nelle questioni personali e non era una tipa chiacchierona, poteva diventarmi simpatica, forse

.
Presi in mano l'oggetto che mi avrebbe portato al compimento dello scherzo e lo tenni stretto a me come una reliquia pregando Merlino che tutto andasse bene.
" sto andando da mia cugina " dissi uscendo dalla stanza con disinvoltura e nascondendo per bene l'arnese.


Sospirai quando chiusi la porta della stanza per fortuna non si era accorta di nulla e potevo continuare la seconda fase del piano: andare nel dormitorio maschile.


Non era complesso, le ragazze avevano sempre libero accesso al dormitorio dei ragazzi in quanto venivano definite più "responsabili" ed infatti io ero la responsabilità e maturità fatta a persona.


Camminai piano per i corridoi evitando di fare rumore trattenendo a volte anche il fiato, non sapevo se Albus era in camera speravo di no e che non ci fosse neanche l'ossigenato ma comunque ero preparata per ogni evenienza.

   
 
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